Quattro chiacchiere sul suono analogico – quarta parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

E’ il momento di accennare al mixer analogico…  Fintanto che si registra una sola sorgente sonora con un microfono direttamente su un sistema di acquisizione sonora, il mixer è – di fatto – quasi del tutto inutile; le cose diventano più complicate quando il numero dei microfoni (o delle sorgenti sonore) aumenta in maniera sensibile superando i due punti di ripresa facilmente collegabili agli ingressi Left/Right del registratore “tipo”.

Di Enrico Cosimi

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Compito principale del mixer è garantire la possibilità di dosare in maniera accurata i segnali provenienti da più sorgenti sonore, siano esse riprese con microfoni o direttamente desunte da segnali di linea. Da questo punto di vista, il mixer più semplice ipotizzabile è paragonabile ad una semplice scatola che presenta da una parte un numero x di ingressi e dall’altra una sola uscita: se per ciascun ingresso è disponibile un controllo di volume indipendente, il mixer può già funzionare, mettendo l’utente nella condizione di dosare secondo le proprie necessità i diversi segnali collegati all’apparecchio.

Quattro chiacchiere sul suono analogico – terza parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Il segnale in uscita al microfono, così come si trova è semplicemente troppo basso per poter essere preso in considerazione dagli stadi successivi di trattamento del suono; per ovviare a questo inconveniente, è necessario ingrandirlo sottoponendolo ad una moltiplicazione che è, di fatto, riconducibile ad uno stadio di preamplificazione. La preamplificazione per moltiplicazione di livello è presupponibilmente eseguita senza alterare drasticamente le caratteristiche interne del segnale di partenza.

Di Enrico Cosimi

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E’ possibile semplificare il funzionamento di un amplificatore, e quindi di un preamplificatore, limitando i concetti necessari alla presenza di un segnale in ingresso che venga moltiplicato per un segnale di controllo. Quest’ultimo può essere il normale Gain presente sul pannello comandi di un amplificatore Hi-Fi o un ingresso per CV esterno come in un qualsiasi sintetizzatore. Quando la moltiplicazione dell’ingresso avviene per un segnale esterno di valore pari a zero, anche il segnale di uscita sarà pari a zero. Se la moltiplicazione avviene per un valore pari a uno, il segnale in uscita avrà livello identico al segnale in entrata e si parlerà di unity-gain amplifier. Se il segnale viene moltiplicato * 2, l’uscita del (pre)amplificatore risulterà più elevata rispetto al segnale in ingresso.

Quattro chiacchiere sul suono analogico – seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Anche il microfono, come lo speaker, è un trasduttore; da un certo punto di vista, il suo comportamento è specularmente inverso a quello del diffusore: nel microfono, è la variazione di pressione sonora che mettendo in movimento la membrana interna genera una variazione di potenziale elettrico rilevabile agli estremi dell’avvolgimento; nello speaker, è la variazione di potenziale elettrico nella bobina che mette in movimento la membrana in cartone  spostando l’aria e ricreando le variazioni di pressione sonora originali.

Di Enrico Cosimi

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In teoria, una cassa speaker o l’auricolare di una cuffia potrebbero essere utilizzati – con una certa fatica – come microfoni, ma chiaramente i risultati lascerebbero  a desiderare… Tra microfono e speaker ci sono ovviamente delle differenze: il cono di un altoparlante è troppo pesante per poter essere spostato da un suono che non sia meno che assordante; nei microfoni dinamici, l’elemento al quale è attaccata la bobina magnetica è costituito da una leggerissima membrana  (sensibile al minimo spostamento) e la corrente utilizzata è significativamente più bassa di quelle utilizzate per pilotare gli altoparlanti.

Primi passi con Reaktor – settima parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software, Tutorial

Ci eravamo lasciati l’ultima volta con un inquietante interrogativo: come è possibile che, nonostante i prolungati valori di Release Time (impostati nel generatore d’inviluppo sull’amplificatore) non ci sia percepibile prolungamento del suono?. Cosa tronca inesorabilmente il segnale? Cerchiamo di fare chiarezza.

Di Enrico Cosimi

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Probabilmente, molti lettori avranno risolto facilmente il problema; per tutti gli altri, la soluzione è qui sotto…

Variphrase – Il dominio del tempo (terza parte)

Written by Jacopo Mordenti on . Posted in Gear, no-categoria, Software, Tutorial

È il momento di quagliare, e di dare in pasto al V-Synth – meglio: al motore VariPhrase del V-Synth – il campione evolutivo realizzato a monte con Zebralette nel rispetto di alcuni semplici paletti: l’altezza del campione è quella del DO centrale, la durata è di 1 battuta a 120 bpm.

Di Jacopo Mordenti

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Importato il campione all’interno del V-Synth, il primo passo che dovremo compiere sarà quello di affibbiargli i punti di loop start e di loop end: più difficile a dirsi che a farsi, non fosse altro in considerazione del fatto che abbiamo costruito il campione apposta per essere inesorabilmente riprodotto dall’inizio alla fine. In Sample > Edit l’inserimento della lettura in loop è evidentemente questione di un attimo.

Quattro chiacchiere sulla catena audio analogica – prima parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

L’arte della registrazione, del trattamento audio e della riproduzione sonora è rimasta essenzialmente immutata per più di mezzo secolo, ancorata alle conoscenze fisiche ormai considerati tradizionali e genericamente identificate con i termini di tecnologia analogica. Da diversi decenni,  questo blocco di conoscenze e di pratiche operative è sottoposto ad una rapida evoluzione che ha avuto conseguenze drammatiche.

Di Enrico Cosimi

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Ad un osservatore superficiale, potrebbe sembrare che il nostro presente e futuro siano esclusivamente digitali; ma per poter afferrare fino in fondo le implicazioni e le possibili applicazioni dell’audio ottenuto con tecnologia digitale,non si può prescindere dalla conoscenza – anche solo superficiale – della catena di generazione, interpretazione, conservazione e trasmissione dell’audio nel mondo analogico.

Le string machines dall’analogico al virtuale ….. andata e ritorno – Terza parte

Written by Attilio De Simone on . Posted in Gear, Software, Tutorial

Dopo aver fatto una disamina storica delle string machine e delle loro emulazioni virtuali, Ë tempo di fare un ragionamento sulle possibilità offerte dalle macchine analogiche di nuova generazione. Vediamo cosa si può tirare fuori dal Waldorf Pulse 2.

Di Attilio De Simone

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Prima di cominciare ad analizzare le possibili soluzioni, è bene precisare che ricreare la circuitazione dei divisori di frequenza allo stato attuale non è una strada percorribile, visti gli elevati costi a cui si andrebbe incontro. Insomma: il gioco non vale la candela. Se vogliamo munirci di una string machine senza dover ricorre al costoso quanto pericoloso mercato del vintage, possiamo provare a creare degli archi con il nuovissimo Waldorf Pulse 2.

Primi passi con Reaktor – sesta parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software, Tutorial

Prima di approfondire i comportamento di FM lineare ed esponenziale, preoccupiamoci di chiudere la catena audio del nostro sintetizzatore generando gli altri due anelli indispensabili: filtro e amplificatore; successivamente, torneremo sui nostri passi per potenziare le singole strutture.

Di Enrico Cosimi

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La prima cosa da fare, è scegliere un buon filtro multi modo, cioè in grado di lavorare secondo comportamenti selezionabili dal musicista in base alle proprie esigenze.

Variphrase: il dominio del tempo (seconda parte)

Written by Jacopo Mordenti on . Posted in Software, Tutorial

… ed eccoci qua, con in testa due chiodi fissi: il secondo è la costruzione, a costo 0, di campioni evolutivi da dare in pasto al nostro V-Synth. Gli ingredienti gratuiti per ottenerli: una DAW semplice semplice (perdipiù portable: MuLab Free) e Zebralette di U-he. Pronti, attenti, via?

Di Jacopo Mordenti

zebralette

Nello sguazzare in un nuovo progetto all’interno della nostra DAW, andiamo a creare una traccia MIDI a cui assegnare, quale output, Zebralette.

Le string machine: dall’analogico al virtuale – Prima parte

Written by Attilio De Simone on . Posted in Gear, no-categoria, Software, Tutorial

Sono passati tanti anni dai magici tappeti sonori di Oxygene di Jarre o dalla storica introduzione di Shine On You Crazy Diamond dei Pink Floyd, in cui un sol minore frutto di un mix tra un accordo di un Arp Solina, un pad di bicchieri di cristallo sfregati, un Hammond e una pedaliera Moog Taurus ha fatto disperare per quasi 40 anni i musicisti che cercavano di ricreare quel suono. Dicevamo: sono passati decenni dal periodo in cui queste macchine cominciarono a riempire i solchi di migliaia di LP, dalla musica progressive alla disco dance, eppure il fascino di quegli strumenti resta ancora oggi immutato nel tempo. Cerchiamo di capirne di più

Di Attilio De Simone

logan

In principio erano i Combo Organ

Esiste uno stretto legame ingegneristico che di fatto rende più che semplici parenti le string machine e i combo organ, quei simpatici organetti dai colori sgargianti che negli anni ‘60 si proponevano come alternativa all’organo di riferimento (l’Hammond) coniugando contemporaneamente anche trasportabilità e  “leggerezza” (intesa rispetto al peso mastodontico dell’Hammond, tutto è relativo nella vita).

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