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SOUNDFREAK & Electronic Music Studios (Cornwall)

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Nella comunità dei musicisti elettronici, come in analoghe realtà sociali, esistono riferimenti, feticci, totem, sacri Graal che negli anni diventano sempre più irrinunciabili. All’interno di questo panorama, marchi come Buchla e EMS sono precisi riferimenti di enorme personalità timbrica e comportamentale, ma mentre diversi operatori di settore hanno generosamente attinto ai progetti originali di Don Buchla, restituendoli nei più diversi standard elettromeccanici della sintesi modulare, la severa politica di protezione e tutela messa in atto da Robin Wood (il signor EMS – ininterrottamente attivo all’interno della stessa ditta dagli Anni 70 ad oggi) ha sempre frenato clonazioni, tributi e riedizioni, contribuendo – se necessario – ancora più allo status di icona rarissima che ogni apparecchio targato EMS ha oggi raggiunto (per non parlare delle quotazioni più che collezionistiche).

Di Enrico Cosimi

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Per questo motivo, l’operazione felicemente portata a compimento da SOUNDFREAK – la boutique elettronica messa in attività dalla vulcanica Alina Kalancea (raffinata musicista elettronica e scrupolosa tecnica analogica) è ancora più importante e merita tutto il possibile riscontro: nessuno finora era mai riuscito nella ri-configurazione elettromeccanica dei circuiti originali EMS (oscillatori audio, oscillatori a bassa frequenza, filtri, generatori trapezoidi e generatori noise) portandoli in formato Buchla 4U – con la sostituzione della pin matrix in favore dei connettori misti Banana e 1/8” Tip-Sleeve; nessuno era mai riuscito a fare tutto questo con l’autorizzazione e la collaborazione piena di Electronic Music Studios EMS.  Insomma: se avete un modulare Buchla 200e o 100 (beati voi…), se avete un Easel o un Commander (ancora, beati voi…) e se volete aggiungere al vostro sistema le peculiarità timbriche e performative tipiche degli apparecchi EMS classici (VCS-3, Synthi A, Synthi AKS) con la certezza di poter alloggiare i moduli all’interno delle diverse boat Buchla, questo è il momento giusto.

Non a caso, il sistema SOUNDFREAK & Electronic Music Studios è risultato la sensazione dell’ultima edizione 2022 SuperBooth berlinese; come è facile immaginare, la costruzione boutique  ha standard elevati e costi corrispondenti: la lista di attesa per le macchine attualmente in preorder (si parla di una quarantina di esemplari in lavorazione) si sta via via popolando e le cifre richieste per ciascun modulo, o per il sistema completo, è di poco inferiore ai 6000 euro.

Per frenare le grida disperate del lettore, ricordiamo che con la stessa cifra si compra – in casa Buchla – una manciata di moduli in formato 200 o, tasse comprese, un Music Easel con  tastiera capacitiva; in casa EMS, le quotazioni possono raggiungere un fattore di crescita fino a 10*.

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Il sistema: considerazioni generali

Il sistema SOUNDFREAK è composto da tre moduli (acquistabili ed utilizzabili separatamente) che contengono Triple VCO Bank, Dual Filter/Oscillator e Envelope Generator/Noise Generator. Ciascun modulo, rispetta gli standard elettro meccanici Buchla per quello che riguarda dimensioni, installazione nel cabinet e alimentazione attraverso connettore posteriore.

I circuiti originali EMS rispettano uno standard misto per l’intonazione degli oscillatori, che lavorano a 0.32V/Oct per i due oscillatori audio e 0.24V/Oct per l’oscillatore a bassa frequenza; nei circuiti SOUNDFREAK, l’intonazione è controllata con 1.2V/Oct – cioè, ogni semitono richiede un decimo di Volt, come nei sintetizzatori Buchla.  La tensione di Gate minima richiesta è +4V.

Per controllare gli oscillatori con un sistema EuroRack, occorre moltiplicare 1.2* la tensione di controllo, espandendola fino a raggiungere il valore desiderato – a fronte di diversi moduli dedicati a questo specifico compito, non è impossibile raggiungere per semplice moltiplicazione il valore richiesto.

Le connessioni audio e di controllo viaggiano sul doppio formato Banana plug (con le native capacità di interconnessione e stacking multiplo che rendono superflua la presenza dei multiples) e audio 1/8” Tip-Sleeve. Come è tradizione Buchla, il puntale del connettore 1/8” rispetta il profilo Switchcraft e non è completamente compatibile con il normale mondo EuroRack: è possibile entrare nell’elettronica SOUNDFREAK con tensioni provenienti da apparecchi EuroRack, è possibile ricevere tensioni elaborate da SOUNDFREAK, ma usare cavi patch audio Buchla (ad avercene…) con i materiali EuroRack standard non è mai una buona idea dal semplice punto di vista meccanico.

I tre moduli sono ospitati in una boat originale SOUNDFREAK, con regolari bianchetti in legno di generoso spessore, predisposta per il montaggio in cabinet più grande. Sul pannello posteriore, trovano posto i collegamenti per l’alimentatore esterno (fornito in dotazione) e per la massa di pannello su connettore Banana (non necessaria nelle normali procedure d’impiego). Due asole ricavate sul pannello posteriore e sul fondo della boat garantiscono il passaggio di eventuali flat cable e cavi multicore per il dialogo con altre apparecchiature esterne.  La costruzione è robusta, di alto livello, i pomelli sono quelli originali usati anche da EMS, con il classico codice colore (blu: frequenza, verde: shape, rosso: tempi, argento: tutto il resto).

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TRIPLE VCO

Il modulo contiene i tre oscillatori EMS nella classica configurazione VCO 1 /VCO 2 audio e VCO 3 Audio/Sub Audio. Come sempre, quando si tratta di EMS, le regole possono essere riscritte in modo comodo e nessuno obbliga il musicista ad usare i primi due oscillatori per l’audio e il terzo per le modulazioni: in aggiunta, la struttura a doppia connessione Banana/Audio offre una flessibilità operativa pari o, in certi casi, superiore a quella garantita dalla classica matrice 16 * 16.

VCO 1

Produce onda sinusoide e onda dente di sega; la sinusoide è regolabile in simmetria con il comando SHAPE; il parametro può essere modulato a distanza attraverso connessione Banana non attenuata. Secondo gli standard EMS, i livelli di uscita delle due onde Sine e Sawtooth sono indipendenti. L’implementazione SOUNDFREAK offre la doppia connessione audio 1/8”parallelata con la presa Banana: in questo modo, è possibile usare un generatore simultaneamente come segnale audio e come sorgente di controllo.

La frequenza dell’oscillatore è regolabile localmente attraverso vernier multigiro tra 1Hz e 10 kHz; è previsto un ingresso Banana non attenuato per il controllo a distanza (come sempre, la mancanza di attenuverter è conseguente alla generosa presenza di regolazioni Out Level lungo i punti critici dei circuiti EMS); in aggiunta, si può dosare un segnale audio (su connettore 1/8”) esterno per fare F.M. Exponential; il comando di pannello F.M. regola l’intensità del trattamento.

Direttamente desunto dallo storico repertorio di customizzazioni EMS introdotte da Robin Wood, è possibile dosare l’energia della SYNC desiderata per passare, con fluidità, dal comportamento libero a quello con ilc semplice riallineamento del pilo di forma d’onda (Soft Sync), fino alla più energica Hard Sync con generazione di armoniche estranee al timbro originale.  Come è facile immaginare, facendo interagire SYNC su posizioni intermedie con F.M. in banda audio attraverso altri oscillatori – magari, facendo a scambio di favori in True Cross Modulation – diventa possibile raggiungere timbriche diaboliche.

VCO 2

La dotazione dei controlli è identica a quella del VCO 1, ma il circuito prevede la generazione indipendente e simultanea di forme d’onda Saw-Triangle-Ramp e Pulse-Square con simmetria regolabile attraverso unico controllo SHAPE. Valgono le numerose opzioni di impiego simultaneo dei segnali audio e di modulazione Banana/Audio sui punti critici del circuito (Frequenza full range, F.M., SYNC, SHAPE).

VCO 3

Strutturalmente, l’oscillatore 3 è identico all’oscillatore 2, ma il circuito può lavorare ad una velocità molto più bassa, generando cicli che al massimo raggiungono i 500 Hz. Per tradizione, il VCO 3 svolge i compiti relativi alle modulazioni a bassa frequenza indirizzate alla F.M. o alla SHAPE Modulation degli altri due componenti: come è facile immaginare, nella filosofia EMS/SOUNDFREAKS, nessuna decisione è irrevocabile.

Con l’interruttore LFO/VCO, è possibile modificare il comportamento del terzo oscillatore spostando la sua intonazione tra i due range 1/1000 Hz o 0.5/500 Hz. Tutto il resto è simile a quanto incontrato nel VCO 2.

Considerazioni

Il TRIPLE VCO è una sorgente di comportamenti imprevedibili: può essere impiegato come normale sorgente sonora – a patto di mandargli CV in formato 1.2V/Oct – per compiere ruoli melodici, ma letteralmente brilla quando il musicista inizia a collegare i tre oscillatori in modo da distribuire in maniera incrociata la F.M. Exp, (meglio ancora se con percentuali contenute di SYNC) la SHAPE Modulation e la Pitch Modulation più classica. La disponibilità dei connettori nel doppio formato Banana e 1/8” ampia enormemente le possibilità operative.

Il suono prodotto è completamente sovrapponibile a quello di un EMS classico: per le prove, abbiamo usato in confronto A/B il nostro EMS Synthi AKS acquistato nel lontano 1988 da Robin Wood e abbiamo potuto verificare la completa autenticità della tipica sinusoide deformata (e modificabile in simmetria), la presenza pungente della triangolare/impulsiva modulabili, la voce robusta della denti di sega/rampa.

La costruzione è portata avanti senza badare a spese: potenziometri, pomelli, vernier multi giro sono quelli giusti e l’utente EMS li riconoscerà sotto alle dita; il musicista neofita ne apprezzerà la solida resistenza dove serve e la imprevedibile variabilità dove meno te lo aspetti; le serigrafie verdi su fondo bianco avorio sono ben leggibili; la laconica comunicazione delle label, in perfetto stile britannico, è più che sufficiente per guidare il musicista nelle fasi di patching.

Ricordiamo, per i nostalgici ortodossi, che il circuito originale EMS usa uno standard 0.32V/Oct sul tracciamento dei VCO 1 e 2; per metterli sotto controllo di una tastiera analogica “normale”, basterà scalare a 0.3 la tensione di controllo.

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DUAL FILTER/OSCILLATOR

Un filtro è un filtro è un filtro. Ma se il circuito viene portato in auto oscillazione, produce un’onda sinusoide, di frequenza pari al valore di Cutoff, che può essere usata come sorgente sonora addizionale. Da questa duplice natura trattamento/generazione, la doppia intestazione del modulo DUAL FILTER/OSCILLATOR che contiene due circuiti di filtraggio identici tra loro, ciascuno in grado di erogare trattamento Low Pass Filter  selezionabile -24dB/-18dB a discrezione dell’utente.

Come per il modulo precednte, anche n questo caso la doppia connettività sulle modulazioni amplia in modo significativo le possibilità d’impiego del modulo.  La descrizione dei comportamenti e dei comandi è ovviamente applicabile alle due sezioni del modulo.

FILTER 1 (e FILTER 2)

Di base, un circuito di filtraggio deve offrire ingresso e uscite audio, ingressi di controllo sui parametri significativi, comandi di pannello per la gestione – appunto – dei parametri significativi. L’implementazione SOUNDFREAKS si spinge un pochino oltre.

Sono presenti due ingressi audio parallelati su connettori 1/8” e una uscita audio su identico formato; la pendenza del filtraggio viene deciso con l’interruttore DB che permette la selezione tra  -24dB/Oct e -18dB/Oct. In questo modo, è possibile passare dal suono caratteristico delle macchine EMS più antiche (grosso modo, prima del 1973/74) dotate di comportamento nativo a -18dB/Oct con possibilità di irrigidimento a -24dB/Oct sulle posizioni più elevate di Resonance (per questo, il controllo prende nome RESPONCE) o – a discrezione – lavorare con la configurazione -24dB/Oct tipica delle strutture EMS più recenti. Cambiando il filtro, varia il timbro e varia la caratteristica della Resonance: sperimentare con le due posizioni è altamente consigliato.

I due comandi principali, FREQUENCY e RESPONSE, sono posizionati alle estremità sinistra e destra di ciascun sotto modulo; controllano rispettivamente la Cutoff Frequency e il valore di Resonance messo in ricircolo.

La frequenza di taglio può essere modulata applicando una tensione esterna al connettore FREQUENCY in formato Banana e dosando il voltaggio con il sottostante controllo rotativo; parallelamente, è possibile applicare una seconda modulazione attraverso  segnale audio su formato 1/8” collegato alla porta F.M. e regolato con l’omonimo potenziometro. La somma dei tre valori (FREQUENCY, FREQUENCY Mod e F.M.) definisce il punto di Cutoff del circuito.  In aggiunta, con l’interruttore SLEW, si inserisce una sensibile integrazione che smussa le transizioni brusche all’interno dei segnali di controllo collegati alla porta FREQUENCY: una lenta onda quadra applicata alla frequenza di taglio, con SLEW attivato, si trasforma in una trapezoide non lineare.

Anche la RESPONSE/Resonance può essere controllata a distanza applicando un segnale di controllo dosabile con potenziometro dedicato; i connettori disponibili sono in doppio formato Banana e 1/8” permettendo complessi comportamenti sotto modulazione CV (ingresso Banana) e audio (ingresso 1/8”). La non banalità del circuito permette comportamenti raffinati tanto durante le normali procedure di filtraggio sui segnali esterni quanto nelle condizioni ove il filtro viene portato ad auto-oscillare e, sotto modulazione, l’utente può definire ampiezza e distribuzione del contenuto armonico generato.

 

Considerazioni

Suono liquido e puro quando serve, aggressivo e caratterizzato sotto modulazione estrema. La doppia implementazione di modulazione sulla frequenza di taglio e il controllo a distanza sulla RESPONSE aprono mondi timbricamente meno convenzionali. Anche in questo caso, la filosofia timbrica EMS c’è tutta e i due circuiti hanno tanto da offrire al musicista.

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ENVELOPE SHAPER & NOISE GENERATOR

Il modulo contiene due circuiti indipendenti che riproducono il sistema Envelope Generator + Amplifier nella parte superiore e il Noise Generator vero e proprio nella parte inferiore.

ENVELOPE GENERATOR

Come accennato in precedenza, la sezione ospita il circuito di controllo Envelope Generator e il Voltage Controlled Amplifier posto sotto il suo comando. Da sempre uno dei punti più caratteristici del vecchio sistema EMS, il generatore trapezoide permette di progettare traiettorie di articolazione composte da quattro timer indipendenti:

  • ATTACK. Il tempo necessario per collegare il valore minimo di inizio con il massimo valore di picco raggiungibile dal circuito. Valori ridotti corrispondono ad attacchi pressoché immediati, valori più generosi rallentano progressivamente il transiente di attacco.  Anche se ATTACK lavora come un contatore, il suo funzionamento viene portato a compimento solo se la tensione di Gate persiste, cioè se è sufficientemente prolungata; se il circuito viene innescato da un semplice impulso di Trigger, l’Attack Time potrebbe risultare abortito.  
  • ON. Il tempo con il quale prolungare il valore massimo precedentemente raggiunto a fine Attack (in altri generatori, lo stesso comportamento è indicato come Hold). La durata espressa in valori assoluti viene scavalcata dalla persistenza del Gate che – di fatto – definisce con la sua la fine l’innesco dell’intervallo di tempo ON e  al suo termine –  l’inizio della transizione successiva. Come nel circuito originale EMS, la durata del Decay Time è controllabile a distanza attraverso tensione di controllo non attenuata.
  • DECAY. Il tempo necessario all’Envelope Generator per scendere a zero dopo che il segmento ON è stato completamente eseguito. Il termine trapezoide è – appunto – riferito alla condizione pressoché abituale di Attack e Decay diversi dallo “zero verticale” e ON prolungato significativamente al massimo del valore assoluto.
  • OFF. Il comando permette di attivare/disattivare la ripetizione incondizionata dell’intero ciclo di articolazione. Se OFF è al massimo del valore (posizione completamente oraria), farà raggiungere  il comportamento MANUAL dell’Envelope, cioè renderà transiente il segnale modulante privandolo della ripetizione automatica. Se OFF è posizionato su qualunque valore diverso dal massimo, verrà interpretato come un quarto contatore di tempo passato il quale si riattiverà la sequenza ATTACK  – ON – DECAY.

 

Differenza tra comportamento transiente e ciclico

Se il Trapezoid Generator ripete il proprio ciclo, è possibile ottenere una velocità/frequenza che è il risultato della somma delle quattro durate Attack Time + On Time + Decay Time + Off Time. Come è facile immaginare, valori molto ridotti permettono di ottenere frequenze più acute – che non raggiungeranno mai l’estensione ottenibile con VCO 1 e VCO 2, ma che possono comunque rappresentare un interessante comportamento generativo degno di approfondimenti.

Se invece il parametro OFF viene posto al massimo, cioè in posizione MANUAL, una tensione di Gate ricevuta all’ingresso Banana privo di labeling attiva il contatore ATTACK, il massimo valore fino al Gate Off e, a quel punto, attiva i due contatori ON e DECAY.

L’uscita del segnale di controllo è disponibile alla porta Banana di colore azzurro posta in basso a sinistra, la sua escursione viene scalata unipolarmente con il potenziometro TRAPEZOID. Come nel circuito originale EMS, in base alla consistenza e alla persistenza del segnale di innesco (Gate o Trigger) possono verificarsi cambiamenti anche significativi nella tensione d’uscita. La sperimentazione è fortemente consigliata.

In tutti e due i casi, l’attivazione del circuito Envelope Generator (e le sue eventuali ripetizioni) trova riscontro visivo nel LED rosso di segnalazione.

Amplifier

In maniera “trasparente” per il musicista, c’è anche un Voltage Controlled Amplifier che moltiplica il segnale audio presente in ingresso per il valore di controllo programmato nel Trapezoid Envelope Generator.   

Il circuito prevede quattro ingressi audio parallelati tra loro (connettori 1/8”) che confluiscono nell’amplificatore vero e proprio. L’Envelope Amount è il controllo SHAPER e il volume di uscita dell’intero circuito risponde al comando SIGNAL; l’uscita è disponibile tanto in formato Banana che 1/8” audio.

Noise Generator

Produce rumore il cui colore è regolabile con continuità tra Pink (uguale energia per ottava) e White (uguale energia per unità di banda); è possibile modificare a distanza il valore del parametro COLOR applicando una tensione di controllo all’ingresso Banana.

Il volume di uscita è regolabile con il comando LEVEL; il segnale viene reso disponibile alla porta audio 1/8”.

Considerazioni

Il Trapezoid Generator non è il circuito giusto per emulare comportamenti banalmente percussivi: la sua struttura permette di variare i transienti di attacco ed estinzione, ma non garantisce la possibilità di creare un picco energetico differenziato dalla persistenza di Sustain vero e proprio. Una volta chiarito questo limite, il circuito permette di raggiungere con comodità gli storici comportamenti di articolazione/amplitude modulation tipici della produzione discografica Seventies più legata al filone dello sperimentalismo nord europeo; sarebbe inutile fare nomi, ma basterà segnalare come anche in questo caso l’hardware SOUNDFREAK soddisfi in pieno le aspettative del “tipico” utente EMS.

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Conclusioni

Prezzo richiesto e tempi di realizzazione filtrano in modo significativo il numero dei potenziali clienti; detto nel modo più semplice possibile: se potete permettervi spesa e attesa, procedete con sicurezza perché l’oggetto ha molta musica dentro.
Ovviamente, come per qualsiasi hardware Buchla e EMS, non è lecito aspettarsi precisione degna di uno strumento di laboratorio: il sistema composto dai tre moduli SOUNDFREAK è uno strumento musicale, che fornisce emozioni anche in base alla sottile non linearità del proprio comportamento. Del resto, se siete rimasti stregati dai due marchi di riferimento, è molto probabile che queste cose le sappiate già.
Da questo punto di vista, un semplice Music Easel o un Commander affiancati al SOUNDFREAK creano un sistema sonoro veramente notevole.
Consigliato.

Volca Modular: quello che c’è da sapere…

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

… per decidersi all’acquisto. Anche se il titolo può sembrare minaccioso, è un dato di fatto che il nuovo Volca Modular sia dotato di un fascino particolare che lo rende praticamente irresistibile per un’ampia platea di utilizzatori non convenzionali. A differenza delle strutture precedenti veicolate nella collezione di midiciali macchinette, in questo caso il musicista può riconfigurare pesantemente la struttura di sintesi intervenendo direttamente con il patching sul pannello frontale. Uniche avvertenze, a parte una buona vista per centrare le connessioni con i micro patch cables, è quella di ricordare che lo standard elettrico del prodotto non è del tutto direttamente compatibile – ma può sopravvivere – con altri apparecchi EuroRack. Insomma, occorre una certa cautela, ma le soddisfazioni possono diventare parecchie.

Di Enrico Cosimi

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Cosa è Volca Modular? E’ un piccolo sintetizzatore in formato West Coast, quindi afferente alla scuola timbrica di matrice buchlesca, che basa buona parte della propria espressività sulla resa progressivamente complessa delle sorgenti sonore, successivamente sottoposte a filtraggio dinamico Lopass Gate per l’articolazione e la caratterizzazione timbrica. I punti chiave della filosofia occidentale sono quindi: sorgenti sonore ben più complesse e articolate di quelle previste nei classici Minimoog o MS-20, filtraggio non risonante in configurazione integrata low pass & amplificazione, articolazione con inviluppi regolabili in modo transiente o in ripetizione ciclica. Di solito, il musicista che voleva allontanarsi dalla sicurezza del mondo East Coast per avventurarsi nella sperimentazione californiana era costretto a sobbarcarsi spese (molto) significative per acquisire materiali spesso costruiti con standard funzionali (molto) al di sotto delle aspettative.

Fino a ora.

Modular is the new black

Written by Jacopo Mordenti on . Posted in Software, Tutorial

Modulare è bello, modulare è ovunque. Epperò, dei sintetizzatori modulari, a imprimersi nell’immaginario collettivo dell’ultima decade non sono state solo le prestazioni, ma anche alcuni luoghi comuni intorno a essi. “Sono complicati”, sentenzia il tastierista della strada: semplicemente, NON E’ VERO.

Di Jacopo Mordenti

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Per argomentare una simile posizione vado a impiegare il padre nobile dei modulari software, quel dinosauro gargantuesco che è sopravvissuto – e non senza un certo stile – a intere ere geologiche e a una concorrenza sempre più agguerrita: Reaktor di Native Instruments.

VCVRack. Appunti di viaggio: i moduli SynthTech e Befaco

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software, Tutorial

Come promesso, continuiamo la nostra panoramica/wannabe-manuale concentrandoci sulle funzioni dei moduli clonati da altri produttori. È la volta di Cloud Generator, prodotto in hardware da Paul Schreiber di Synthtech.

Di Enrico Cosimi

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Nella sua versione hardware originale, il modulo Synthesis Technology E340 è un VCO doppia uscita (saw/sine) che contiene al suo interno otto generazioni VCO indipendenti. Gli oscillatori residenti possono essere scordati tra loro attraverso comando SPREAD (gestibile dall’esterno con una tensione non attenuata collegata alla porta omonima). In aggiunta, è possibile rendere turbolenta l’intonazione percepita dosando quantità variabili di rumore bianco filtrato passa band che viene applicato alla frequenza. In questo modo, la percentuale di CHAOS può cambiare da una semplice instabilità temporanea a una più grave turbolenza caotica. Il filtraggio passa banda permette di concentrare il comportamento di modulazione su un range operativo che non sia troppo rombante (come nel caso del low frequency noise) o troppo sbianciato sulle acute (white noise puro).

Modular Synth Masterclass with Gino Robair

Written by Redazione Audio Central Magazine on . Posted in Events, no-categoria

Il workshop prenderà in esame una serie di tecniche da utilizzare durante l’improvvisazione con sintetizzatori modulari in un contesto di gruppo e pone le basi per un concerto la sera stessa, con i partecipanti al workshop. Il workshop si concentrerà sulla sensibilizzazione e l’ascolto globale durante l’ improvvisazione, esplorerà strategie di patching per ottenere la massima varietà ed evitare la stagnazione.

A cura della Redazione di Audio Central Magazine

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Verranno presi in esame concetti come primo piano / sottofondo, solista / supporto, controllo gestuale, e intenzione / non-intenzione. Particolare interessante per i musicisti che utilizzano sintetizzatori modulari perché spesso la tentazione con lo strumento è quello di sovrapporre semplicemente suoni. Gino utilizza strategie, concetti e spunti basati sul suo lavoro e sul lavoro di John Zorn, Butch Morris, ROVA Sax Quartet, Anthony Braxton e Frank Zappa. I partecipanti devono portare un loro strumento. Possono utilizzare qualsiasi synth analogico, anche se il workshop è prevalentemente incentrato sui sintetizzatori modulari.

SoftTube Modular – Ultima parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software

E’ l’ultimo appuntamento dedicato a Softube Modular… dobbiamo verificare cosa altro c’e e fare un punto della situazione.

Di Enrico Cosimi

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Moduli HeartBeat

Qui, lo ammettiamo, stiamo giocando sporco: HearBeat è una batteria elettronica virtuale prodotta da Softube che è esterna a Modular e, come tale, deve essere acquistata a parte. Una volta proceduto all’acquisto, il musicista può sfruttarne le capacità di sintesi “modulare” inserendo uno o più blocchi percussivi dedicati all’interno della propria programmazione. Non è difficile costruire una analog kick pitchando una sinusoide e sommandole un transiente iniziale, ma budget permettendo, con HearBeat è tutto più veloce e più comodo.

Softube Modular – Terza parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software

Questa volta, la penultima, è il turno dei moduli originali sviluppati da Softube per fornire i comportamenti indispensabili all’interno della programmazione di Modular.

Di Enrico Cosimi

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Moduli Utility

Su questo, e sull’acquisizione di altri modelli virtualizzati, si combatterà la battaglia delle prossime espansioni Modular. Le Utility sono funzioni modulari sviluppate autonomamente da Softube per risolvere i problemi più classici del patching. C’è già molto, manca ancora qualche coserella, ma il primo impatto è assai buono.

Softube Modular – Seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software

Continuiamo con la nostra panoramica su Softube Modular. E’ il momento di capire come gestire i sistemi virtuali modulari e poi iniziare a vedere quali moduli sono disponibili per le clonazioni di rango.

Di Enrico Cosimi

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Controllare le manopole

Di solito, un modulare hardware ha tanti problemi, ma non certo quello relativo alla disponibilità di controller dedicati… con Softube Modular, invece il problema esiste e può essere aggirato parzialmente mappando un certo numero di controller fisici ai parametri ritenuti più indispensabili tra tutti quelli presenti nel cabinet virtuale. Esiste, comunque, un livello superiore di controllo che permette di raggruppare e ottimizzare i controlli virtuali di display utilizzando una serie di “moduli Performance” che, per loro natura, nascono ambiguamente generici – o, genericamente ambigui, se si preferisce – ma che possono essere personalizzati mappando loro parametri degli altri moduli.

Softube Modular – Prima parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software

Il campo dei virtual analog, e più recentemente quello dei virtual modular si fa sempre più affollato. Annunciato lo scorso anno e finalmente operativo, il sistema Modular targato Softube sembra essere partito col piede giusto per diventare un nuovo standard della programmazione, della performance elettronica modulare e della didattica. In queste righe, senza sostituirci al manuale operativo – la cui lettura rimane, come sempre, caldamente consigliata – cercheremo di capire i punti salienti dell’applicazione, evidenziandone le caratteristiche più indispensabili.

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Di Enrico Cosimi

Prima di tutto, l’idea di fondo: invece di costruire un proprio standard, invece di pensare solo ad un proprio standard, Softube ha preferito procedere sul doppio binario della rigorosa modellazione virtuale (sono stati presi a modello storici circuiti Doepfer e prestigiosi moduli Intellijel) e del recupero il più fedele possibile delle normali procedure di patching analogico.

Le forme d’onda del Moog Modular System 55

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

In una delle tante discussioni che si aprono sui social network, si è parlato della corrispondenza (tutta da verificare) tra pulizia grafica delle forme d’onda analogiche e loro valore timbrico. Nel ricordare che, incredibile dictu…, stiamo parlando di strumenti musicali e non di apparecchiature di laboratorio, ci siamo divertiti a catturare le principali forme d’onda analogiche generate da un venerando e venerabile Moog System 55 Modular Synthesizer, entrato in Conservatorio S. Cecilia a Roma, nel lontano 1974, su richiesta del Maestro Franco Evangelisti.

Di Enrico Cosimi

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Di seguito, gli screen shot campionati con un banale freeware di analisi. Gli oscillatori catturati sono: un Moog 921B Oscillator, tenuto sotto controllo dell’adiacente Moog 921A Oscillator Driver,  un Moog 921 Full Range Oscillator, dotato di più ampie capacità di copertura frequenziale. Livelli e accordature sono stati resi il più possibile identici – nei limiti concessi dalla struttura analogica e dall’età dello strumento. Come buono premio (è Gennaio, e ci sentiamo tutti più buoni), ci sono anche il Pink e White Noise prodotti dal Moog 903 Random Signal Generator.

Buona visione.

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