Softube Modular – Terza parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software

Questa volta, la penultima, è il turno dei moduli originali sviluppati da Softube per fornire i comportamenti indispensabili all’interno della programmazione di Modular.

Di Enrico Cosimi

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Moduli Utility

Su questo, e sull’acquisizione di altri modelli virtualizzati, si combatterà la battaglia delle prossime espansioni Modular. Le Utility sono funzioni modulari sviluppate autonomamente da Softube per risolvere i problemi più classici del patching. C’è già molto, manca ancora qualche coserella, ma il primo impatto è assai buono.

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Sine Osc

È un oscillatore sinusoide “generico”, volutamente molto più puro delle sinusoidi virtualizzate Doepfer e Intellijel, che può essere utilizzato tanto per compiti di controllo che per generazione timbrica; la frequenza – 0.1 – 10.000 Hz – può essere controllata a distanza; il suo ciclo può essere sincronizzato/resettato.

 

Envelope Follower

Il segnale audio in ingresso viene rettificato, processato low pass e trasformato in tensione di controllo di valore corrispondente alle variazioni di ampiezza/articolazione originali. È possibile regolare i tempi di attacco e rilascio nell’articolazione.

 

Multiple

Non serve a nulla (dentro Modular, qualsiasi uscita può essere collegata a quanti ingressi si vuole), ma è molto coreografico.

 

Offset

Il segnale in ingresso può essere addizionato di un Offset bipolare +/-10V.

 

Quad Offset

Quattro volte il circuito precedente; utilizzato insieme a uno switch 4-1 diventa un rudimentale, ma efficace, sequencer a quattro stadi.

 

Sample & Hold

Il segnale entra, viene campionato quando Trig In riceve un impulso, e rimane latchato in orizzontale fino al trigger successivo.

 

Slew Limiter

Tu chiamalo, se vuoi, Portamento…

 

Divider

Divisore di frequenza/eventi con cinque uscite presettate (/2, /3, /4, /8, /16) e un’uscita a densità variabile (da /2 a /32). Utile tanto per diradare eventi di controllo, quanto per creare subarmoniche anche sotto controllo CV esterno. Oskar Sala ringrazia…

 

Logic Tool

Due codici logici A e B sono processati per inversione, per comportamento AND, NAND, OR, XOR e NOR.

 

Signal Tool

Due segnali A e B sono processati estraendo i valori Negative, Absolute, Max, Min, A+B, A-b, A>B, Clip. Non male.

 

1 To 4

Un ingresso è indirizzabile, manualmente o sotto tensione esterna, su una di quattro possibili uscite. Non è possibile lavorare in crossfade.

 

4 To 1

Quattro ingressi sono selezionabili, uno alla volta, senza crossfade, verso l’unica uscita. Anche in questo caso, è previsto un codice di controllo esterno.

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Moduli DAW & MIDI Sync

In questo gruppo, trovano posto moduli che convertono i dati MIDI inviati dalla DAW in codici analogici virtuali adatti al controllo della struttura di sintesi. Ovviamente, è una graziosa presa in giro, visto che siamo sempre nel dominio digitale, ma almeno la metafora è salva e un certo tipo di utenza si trova molto a proprio agio durante le procedure di programmazione.

 

DAW Sync

Il MIDI Clock prodotto dalla DAW viene scomposto in codici Run e Reset (per far partire e riazzerare gli avanzamenti dei moduli sequencer) e in sei possibili divisioni a densità 1/1, ¼, 1/8, 1/8T 1/16, 1/32. Quello che non si ottiene con le sei possibilità, è raggiungibile usando anche un modulo Divider.

 

MIDI To CV

Da MIDI a codici Nota, Gate, Trig, Velocity, Aftertouch, Bend, Volume, Modulation. È possibile scegliere la priorità Low, High, Last e trasporre il segnale di +/-2 ottave. L’interfaccia è rigorosamente monofonica.

 

Quadraphonic MIDI To CV

Ogni accordo MIDI di quattro note viene scomposto nei corrispondenti codici virtual analog di Nota, Velocity e Gate; il musicista specifica il Canale MIDI da interpretare e il tipo di assegnazione desiderata (in pratica, Rotate e Reset – anche se è chiamata con un nome diverso…). In maniera comune alle quattro voci, c’è l’interpretazione di Volume, Aftertouch, Modulation e Pitch Bend. Anche in questo caso, si traspone +/-2 ottave.

 

MIDI To Trigger

Anche se non avete acquistato i moduli HeartBeat di percussione, potrà tornare utile estrarre da quattro precise note MIDI i Trigger e la Key Velocity per pilotare segmenti di sintesi all’interno della struttura.

 

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Moduli Sequencer

In comune, le quattro incarnazioni di sequencer condividono la gestione di Clock e Restart ricevuti dall’esterno, la durata di sequenza impostabile una tantum, con l’abilitazione Loop/One Shot, le uscite Gate (saldata in un unico evento se abilitata su Step contigui), Trigger, CV con o senza quantizzazione per semitoni e Range specificabile 1 Ottava / 5 Ottave. Con il Link Out, ove disponibile, si fanno partire a staffetta diverse istanze di sequenza dall’ultimo Step di Seq A al primo Step di Seq B, eccetera.

Le differenze peculiari sono nel formato/disponibilità degli Step abilitati (sedici nel Sequencer 16, otto nel Sequencer 8, cinque nel Penta Sequenza) e nel tipo di evento programmabile: i tre sequencer “tradizionali” prevedono programmazione del valore di Step e abilitazione Gate-Trig On/Off, mentre il Beat Sequencer offre 16 impulsi Trig su 4 righe indipendenti.

 

Il loro impiego è facile, anche se qualcuno potrebbe avvertire la mancanza di funzioni più “esoteriche”, ad esempio la possibilità di navigare all’interno di una sequenza specificando direzione, limiti primo/ultimo passo, e comportamenti in stile tabella di eventi. Quando un sequencer diventa “stretto”, si passa direttamente alla gestione di più sequenze in parallelo – sotto lo stesso Clock – o in serie, per allungare la dimensione Step di fila.

 

Approfittiamo dell’argomento “Sequencer” per concentrare l’attenzione del lettore su un parametro particolare: Modular può trasmettere tensioni CV e Gate in corrente continua DC sfruttando le otto connessioni stereo dei quattro bus ausiliari. Teoricamente, questo permette di controllare, dal software, un qualsiasi sintetizzatore analogico hardware che rispecchi lo standard 1V/Oct commerciale. Nella pratica quotidiana, comunque, ottenere risultati apprezzabili è più difficile di quanto si possa credere: non solo, è necessario sapere “come indirizzare” le uscite separate del sistema DAW/Interfaccia audio (e, vista l’allergia alla lettura dei manuali, la cosa può essere insuperabile), ma occorre anche verificare che l’interfaccia in nostro possesso sia in grado di trasmettere tensioni continue DC sulle proprie porte analogiche di uscita. Non tutte le interfacce commerciali sono abilitate a tanto.

 

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Moduli Mixer & Effects

Un mixer è un sommatore: “n” ingressi sono sommati tra loro prima di raggiungere lo stadio di uscita. A seconda delle implementazioni, ogni quantità in ingresso può o non può essere scalata/moltiplicata per una regolazione indipendente “di livello” e la somma così ottenuta può a sua volta essere scalata/moltiplicata per un’ulteriore regolazione indipendente. Banalmente, una struttura 4 in su 1 out diventa:

 

y=(x1a + x2b + x3c + x4d)m

 

Dove “x1-4 sono i quattro segnali in ingresso, le variabili a-d sono le regolazioni di volume di canale e la variabile m è la regolazione di volume master.

 

Modular offre tre tipi di mixer differenziati per comportamento degli attenuatori (logaritmico –infinito/+12dB per la gestione audio, lineare 0/4x per la gestione dei controlli), più un mixer polarizzatore che può intervenire sull’attenuazione e sulla polarità negativa/positiva dei segnali in ingresso.

 

Il modulo Audio Mixer è perfetto per sommare e dosare sorgenti sonore all’ingresso di un filtro, o diversi canali di sintesi prima dell’uscita complessiva. Il mixer CV Mix è perfetto per sommare inviluppi e LFO al controllo di un oscillatore, o magari sequencer e tastiera, o magari ancora per agire da bieco sommatore unity gain su controlli diversi.

 

La sezione degli Effetti, per ora, comprende solo una linea di ritardo, il modulo De…lay con escursione massima pari a 1000 millisecondi, possibilità di modulazione delay time dall’esterno e assenza di percorso feedback (che deve essere costruito, appunto, dall’esterno). Il modulo è utile tanto per creare comportamenti di ribattuto tradizionali – occorre sincronizzare la velocità BPM della DAW con la durata in msec della linea di ritardo, ma è un calcolo semplicemente risolvibile con un minimo di pratica – quanto per sperimentare con i comportamenti risonanti tipici di certe tecniche di sintesi ormai storiche (ad esempio, Karplus-Strong).

È probabile che, nel futuro, la sezione effetti verrà rinforzata da altri moduli in aggiunta a quelli esistenti .

Per l’ultimo appuntamento, vedremo cosa è rimasto fuori (eh eh eh) e faremo il punto della situazione. 

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Comments (4)

  • astro

    |

    Ma il suono, il suono com’è?
    grazie Maestro!

    Reply

      • Fede bts

        |

        Ci dica di più, suvvia! Parliamo di livelli di fedeltà pari alle recenti emulazioni Roland o ci dobbiamo aspettare un certo grado di approssimazione?

        Reply

        • Enrico Cosimi

          |

          ho quasi tutti i moduli emulati da Softube e, ascoltato il programma con l’audio nativo del mac (16 bit, 44.1 kHz) il risultato è ECCELLENTE

          Reply

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