KORG Modwave Wavetable Synthesizer

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Il nuovo strumento KORG condivide l’architettura hardware dei precedenti Opsix e Wavestate (stessa tastiera 3 ottave, stessa scocca in plastica di facile trasporto, stessa organizzazione logica del pannello comandi, stessa dotazione di connettività), ma questa volta il modello di sintesi è sbilanciato a favore dell’immediatezza: non ci sono i quattro punti A B C D vettorializzabili del modello Wavestate, e al loro posto troviamo due Layer timbrici indipendenti che fanno comunque riferimento al Wavesequencing 2.0 (caratterizzato, per intenderci, dall’assoluta indipendenza di dimensione e direzione di lettura delle diverse lane di automazione) rileggendo le precedenti impostazioni alla luce della classica struttura ROMpler degli Anni 90, con preciso riferimento al superbo DW8000. Su tutto, brilla la presenza del KAOSS PHYSICS con cui sottoporre la modulazione dinamica dei parametri selezionati all’animazione fisica del vettore messo in movimento sulla superficie bidimensionale di controllo.
Grazie alla cortesia dell’importatore italiano Algam EKO, nella persona di Federico Alar Simonazzi, siamo riusciti ad avere un esemplare in anteprima completo di editor/librarian gratuito; qui di seguito trovate le prime impressioni d’uso, cui seguiranno nel corso dei prossimi mesi, precise iniziative editoriali che si affiancheranno a quanto già messo su strada per il potente Opsix Altered FM Synthesizer.

Di Enrico Cosimi

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Come accennato in apertura, l’hardware è quello già sperimentato con successo nei modelli Opsix e Wavestate: costruzione in plastica a prova di trasporto sull’autobus, tastiera tre ottave sensibile alla dinamica iniziale (lo strumento riceve e interpreta correttamente Channel Aftertouch e Poly Aftertouch ricevuti da controller esterni), due wheel per Bend e Modulation, cui si affianca la superficie sensibile XY KAOSS PHYSICS liberamente indirizzabile, display denso per le configurazioni dettagliate di parametro e plancia comandi generosamente dotata di controlli (ventisette controlli rotativi, quattro liberamente indirizzabili, cinquantotto interruttori retro illuminati). A differenza del precedente modello Wavestate (la cui comprensione anche parziale vi gioverà nell’affrontare il più semplice Modwave), c’è una generosa dotazione di controlli dedicati all’attivazione di precisi comportamenti performativi.

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Le connessioni comprendono: uscita stereo left/rigth con compatibilità mono, uscita cuffia, presa USB Type-B per il dialogo col Mac/PC e il suo editor/librarian gratuito, porta MIDI In/Out, presa Sustain, connettore per l’alimentatore esterno (è identico a quello usato su Opsix e Wavestate), interruttore di accensione. 

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Il manuale operativo in pdf è più dettagliato e generoso di quanto non sia quello dei precedenti modelli: spicca, per praticità, la mappa delle schermate display che facilita la navigazione. Nonostante ciò, possiamo già minacciare una serie di iniziative editoriali che dovrebbero – lo speriamo – facilitare la comprensione dei due cugini Wavestate e Modwave.

Struttura

Modwave è meno complesso del percorso quadruplice implementato nel precedente Wavestate; la sua struttura offre due Layer A e B identici tra loro il cui segnale confluisce nella sezione d’effetti in comune formata da Reverb e Equalizer.

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All’interno di ciascun Layer, trovano posto: due generatori Oscillator 1 e 2, che possono leggere una tabella, fare morph tra due tabelle diverse o leggere un multisample tra i tanti caricati in ROM; al loro segnale si aggiunge quello prodotto da un Sub Oscillator/Noise Generator. I tre segnali opportunamente mixati confluiscono in un Filter configurabile (è lo stesso flessibilissimo filtro del Wavestate, con tanto di combinazioni multiple selezionabili e riferimento diretto ai classici Polysix e MS-20) e in un Amplifier. In uscita all’amplificatore, ogni Layer offre una sezione effetti indipendente composta da PreFX, ModFX e Delay regolabili in completa autonomia.
Le modulazioni sono offerte da 4 Envelope Generator (Filter, Amp, Osc1 e Osc 2), 5 LFO (Filter, Amp, Osc1 Morph, Osc 2 Morph, Pitch), 2 Mod Processor (combinano in diversi modi i segnali di controllo prodotti da altri generatori) e un sistema di Motion Lane che riprende – in modo semplificato – quanto visto nel Wavesequencing 2.0 presente all’interno del Wavestate.

Il Motion Lane è articolato in quattro corsie ufficialmente dedicate alla gestione automazione di Master, Pitch, Timing e Shape; altre quattro corsie A B C D sono liberamente assegnabili da parte del musicista.

La memoria interna è organizzata in Performances, Programs, Kaoss, Motion Sequence, Motion Sequence Lanes, Wavetables, Scales, Effects, SetList (se avete già giocato col Wavestate, molte cose vi suoneranno familiari); in ogni caso, l’accesso all’oggettivamente soverchiante massa di materiale preconfigurato è semplificato dalla generosa implementazione grafica della plancia comandi che permette di scegliere timbriche per categorie (All, Bass, Lead, Pad, Synth, Bell, Plucked e via via elencando…).

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Per tutto il resto, c’è l’editor/librarian gratuito.

Modwave Front draw

Gestione e personalizzazione dei Layer timbrici

I due Layer possono puntare a timbriche indipendenti e permettono la differente disposizione in rapporto al volume di uscita, l’estensione di tastiera, la finestra dinamica di key velocità assegnata. In aggiunta, è possibile modificare la trasposizione, la subordinazione al Trig On o Trig Off (uno dei due suoni può essere innescato quando si lascia andare la nota) con una percentuale variabile di Random Pitch.

A fronte di una polifonia complessiva di 32 note, è possibile distribuire a piacere le note disponibili per i due layer che lavorano tanto in mono quanto in poly usando fino a 16 voci per parte; canale MIDI e ricezione dei MIDI CC sono indipendenti.

Gestione della Performance

L’insieme dei due Layer, con tutti gli altri parametri di esecuzione, prende il nome di Performance e prevede la possibilità di specificare volume, ottava, tempo BPM, trasposizione, scala musicale.

Caratteristiche delle sorgenti sonore

Come accennato in apertura, ci sono tre sorgenti sonore: due oscillatori e un noise/sub configurabile.

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Osc 1 e Osc 2

Ciascun oscillatore può leggere una singola Wavetable, fare Morph/dissolvenza incrociata tra due Wavetable differenti, leggere un Multisample. Il loro funzionamento è organizzato in quattro pagine grafiche tranquillamente navigabili con i comandi a destra del display vero e proprio.

É possibile scegliere la Wavetable da eseguire, applicare alla lettura uno di 32 possibili algoritmi di modifica sulla tecnica di lettura (Skip & Clip, Sync, Tilt, Low Boos, Odd, Even, eccetera…); il Multisample può essere letto in mono (con selezione del canale) o in stereo; è possibile variare il punto di Offset Start per saltare l’inizio eventualmente percussivo del campionamento (ciascun Multisample può o non può prevedere delle locazioni deputate all’Offset Start).

Modwave WT Position
Ogni tabella/wavetable è organizzata in 100,00 possibili punti di WT Position che rimangono disponibili come valore parametrico quale che sia il numero delle forme d’onda/frame effettivamente presenti in tabella; è un’organizzazione abbastanza curiosa – specie se si proviene da software di impostazione più classica – ma garantisce comunque la massima definizione allo spostamento durante la navigazione di tabella.
Oltre agli algoritmi di Mod Wavetable, è possibile impegnare il Morph per la transizione timbrica fluida tra due frame contigui; ci sono 11 possibili algoritmi selezionabili nel primo oscillatore; in aggiunta, il secondo oscillatore prevede anche la possibilità di fare FM, AM, RM tra i due oscillatori (nel caso si volesse ascoltare solo il risultato del trattamento di modulazione, occorre ricordarsi di abbassare a zero il livello di uscita del primo oscillatore modulante); il morph è dotato di un LFO indipendente per ciascun oscillatore.

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Sub/Noise

Il comportamento si sceglie in base alla selezione del segnale da generare (square, triangle, white noise, filtered noise, dark noise, speckless noise, saturated noise). In ogni caso, come per i due oscillatori principali, è possibile regolare volume di uscita e panpot. I due oscillatori hanno anche una regolazione di polarità compresa tra +/-180° di variazione.

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Il segnale prodotto dallo strumento è visualizzabile attraverso comando ANALYZER, che attiva la visualizzazione tempo/ampiezza sul display di bordo.

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Filter e Amplifier

Il filtro di ciascun Layer di Modwave può essere configurato in una quantità significativa di comportamenti; tra questi, i più immediati sono; Polysix, MS-20, con la personalizzazione nei quattro modi LP, BP, HP e BR. In aggiunta, il modo Multi permette la suddivisione della potenza di calcolo in due sotto sezioni di filtraggio parallele (di slope dimezzato) caratterizzabili in modo Manual per regolare livello e fase delle componenti Dry, LP, HP e BP. Praticamente, è possibile raggiungere qualsiasi configurazione tra quelle normalmente diffuse all’interno degli strumenti musicali elettronici commerciali.
Quale che sia il tipo di filtro selezionato, è possibile regolare Cutoff, Resonance, comportamento della Resonance nei confronti delle basse frequenze, livello in ingresso e in uscita.

Modwave Filter mode

La modulazione di frequenza è garantita dal Low Frequency Oscillator dedicato, dall’Envelope Generator dedicato (ulteriori particolari in seguito), dal Keyboard Tracking a quattro sezioni e dalla Key Velocity.

Il motore del Keyboard Tracking è identico a quello, assai flessibile, sviluppato nel Wavesequence e prevede la possibilità di definire tre break point Lo-Mid, Mid e Hi-Mid che separano quattro segmenti Low, Lo Mid, Hi Mid e High liberamente specificatili tra completamente attenuato e completamente enfatizzato, con tutte le possibili variazioni di pendenza.

Modwave Keyboard Tracking

La fatica fatta per imparare un Keyboard Tracking Processor viene ripagata dalla sua adozione in identico funzionamento per il filtro e l’amplificatore dei due modelli Wavestate e Modwave.

L’amplificatore incorpora le intensità di controllo relative all’inviluppo e all’oscillatore a bassa frequenza dedicati, offre un livello percentuale di uscita verso e proprio e permette la regolazione del valore di panpot per il segnale elaborato dal Layer.

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Effetti di Layer

La sezione effetti di ciascun Layer comprende Pre FX, Mod FX e Delay. 
Di seguito, l’elenco degli algoritmi disponibili per ciascuna sezione (ogni algoritmo ha quattro parametri modificabili da plancia comandi e un accesso completo attraverso editor/librarian): Pre FX = Decimator, Graphic EQ, Guitar Amp, Modern Compressor, Parametric EQ, Red Compressor, Ring Modulator, Tremolo, Wave Shaper. Mod FX = Black Chorus/Flanger, Black Phaser, CX-3 Chorus/Vibrato, Harmonic Chorus, Modern Chorus, Modern Phaser, Orange Phaser, Polysix Ensemble, Small Phase, Talking Modulator, Vintage Chorus, Vintage Flanger, Vintage/Custom Wah. Delay = L/C/R Delay, Multiband Mod Delay, Reverse Delay, Stereo/Cross Delay, Tape Echo.

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Effetti in comune

Il segnale dei due Layer confluisce in un’unica sezione effetti composta da Reverb e EQ.
Di seguito, gli algoritmi disponibili per i due trattamenti: Master Reverb = Early Reflection, Overb. Master EQ = Low/High Shelving & Mid 1/2 Parametric.

Modulazioni

Le modulazioni di Modwave prevedono l’uso ufficiale dei quattro Envelope Generator e dei cinque Low Frequency Oscillator, più tutte le possibilità offerte dalle altre sorgenti fisiche ed estratte dal motore di Wavesequencing/Motion Sequencing attivabili.

Quattro Mod Knobs di colore rosso possono essere programmati per raggiungere altrettanti parametri di ciascun Layer e altri quattro parametri comuni, selezionati a livello di Performance.

In aggiunta, è possibile configurare tutti gli accoppiamenti possibili e immaginabili tra sorgenti e destinazioni di controllo.

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Envelope Generator 1 – 4

Ciascun generatore di inviluppo sfrutta la configurazione Attack, Decay, Sustain, Release, offrendo comportamenti bipolari per il livello di Sustain, scelta delle curve lin-exp-log e selezione della sorgente di Trigger desiderata (ulteriori particolari in seguito).

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Low Frequency Oscillator 1-5

Ci sono oscillatori a bassa frequenza dedicati al morph degli oscillatori e tre LFO più generici dedicati al controllo dell’intonazione, della frequenza di taglio e del livello. In tutti i casi, p possibile scegliere tra comportamento sincronizzato al BPM di sistema (o al clock esterno – segnaliamo, nel firmware attuale, come perfettibile la subordinazione Auto alla transizione tra clock esterno e interno in rapporto allo Start/Stop). Quale che sia la frequenza e la tecnica di generazione, è possibile moltiplicare per un coefficiente arbitrario la velocità di rotazione e scegliere tra una quantità significativa di forme d’onda tradizionali, dedicate e quantizzate in precisi incrementi discretizzati. É sempre possibile variare angolo di fase e offset sul valore di uscita. Il ciclo di modulazione è sincronizzabile al Nota On.

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Scelta dei Trigger e lista delle modulazioni

Normalmente, un envelope generator parte quando si preme un tasto sulla tastiera; nel Modwave questo non è obbligatorio: è possibile selezionare una qualsiasi sorgente di controllo – purché compatibile – accedendo ad un elenco organizzato per Controller, Mod Knob, Generator, CC + e CC +/-; la navigazione, come nel Wavesequence, può procedere attraverso filtraggio selettivo della famiglia di sorgenti.

Le sorgenti di modulazione disponibili comprendono: Off, Mod Wheel, Kaoss Button, Damper, Pitch Bend, Velocity, Exp Velocity, Rel Velocity, Gate e Gate + Damper, Note On Trig e Note On Trig + Damper, Note number, Aftertouch, Poly Aftertouch, Kaoss X, Kaoss Y, Kaoss Distance, Kaoss Angle, Mod Knob 1-4, Filter/Amp/Osc1/Osc2(Envelope, Filter/Amp/Osc1/Osc2/Pitch LFO, Filter/Amp Key Track, Mod Processor 1-2, Step Pulse, Step Seq Lane A – D, Tempo, Note Count e Voice Count, Poly Legato, CC+ (I Control Change MIDI interpretati come segnali unipolari), CC +/- (gli stessi, ma interpretati bipolarmente).

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Processori di modulazione MOD PROCESSOR 1 e 2

I due moduli prevedono la possibilità di combinare in diverso modo i valori ricevuti da una sorgente di controllo selezionabile, eventualmente addizionata da un offset variabile (ad esempio, per convertire da unipolare a bipolare un valore), con i valori di una seconda sorgente di controllo. Il percorso è personalizzabile in due diversi comportamenti rispettivamente identificati come superiore o inferiore a una soglia di comparazione specificabile.

Modwave Mod Processor

I comandi applicabili comprendono: Quantize, Scale/Multiply, Curve, Smooth/Integration, Sum.

Modwave Motion Sequencing

Motion Sequencing 2.0

Se, come il sottoscritto, vi siete spaccati la testa sul Wavesequencing 2.0 del Wavestate, sarete felici di sapere che non solo la fatica non è andata sprecata, ma che qui ci sono anche dei controlli dedicati su pannello che semplificano notevolmente la programmazione e l’innesco delle logiche di automazione.

Immaginate un sequencer multitraccia con ogni traccia indipendente per numero di step e direzione di lettura con possibilità di avanzamento automatico o ad ogni Nota On, con possibilità di riportare tutto in perfetto allineamento dopo un certo numero di battute o di quarti (grazie alla traccia Master). A questo punto, sostituite al termine traccia il termine lane (cioè “corsia” parallela) ed il gioco è fatto; rispetto alla devastante struttura implementata nel Wavestate qui ci sono meno lane parallele, ma la potenza operativa è di tutto rispetto, con grande vantaggio per l’immediatezza della programmazione e dell’articolazione.

Modwave Motion Seq

La Motion Sequence può essere lunga fino a 64 passi, anche se è possibile vederne simultaneamente 16 nel display di bordo (per un dettaglio maggiore, conviene attivare l’editor/librarian che prevede la possibilità di visualizzare in un colpo solo tutti e 64 gli step).

L’avanzamento della Motion Sequence avviene secondo Clock Internal/External oppure in modalità Sync Notes spostandosi di uno step alla volta ad ogni pressione di nota sulla tastiera.

La ripetizione di ogni corsia/lane può essere disattivata, attivata indiscriminatamente, attivata per un preciso numero di ripetizioni e poi bloccata. L’avanzamento può seguire direzione Forward, backward, Random, con quattro puntatori che definiscono Step Start, Step End, Loop Start e Loop End. C’è da divertirsi.

Ciascuno step può avere una probabilità di essere eseguito compresa tra 0 e 100%: la probabilità minima spegne lo step, quella massima lo conferma inesorabilmente; valori intermedi rendono cangiante l’esecuzione del pattern ad ogni ripetizione.

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Master Lane

Quando si attivano corsie di automazione con lunghezza diversa (15 step di intonazione contro 7 di automazione parametrica, contro 3, contro 42), può essere utile fare riferimento a una traccia Master che, con lunghezza arbitraria, si preoccupa di riportare in reset riallineato tutte le altre tracce azzerando le differenze numeriche. La traccia può essere attivata o disattivata a discrezione dell’utente.

Timing Lane

Definisce la lunghezza di ciascuno step nei confronti degli altri presenti in sequenza; è possibile lavorare in valori assoluti (secondi e sottomultipli) o in valori musicali che rispettano le classiche figure del solfeggio, con o senza la possibilità di moltiplicarne la durata fino a 32X). Una Timing Lane che alterni una croma e due sedicesimi permette di far avanzare l’intero Motion Sequencer secondo le classiche cavalcate di metallara memoria…

Pitch Lane

É la corsia che automatizza l’intonazione cioè la trasposizione applicata alle sorgenti sonore nei confronti del tasto che viene premuto sulla tastiera. Alla fine dello step, è possibile innescare una transizione brusca o legata all’intonazione successiva attraverso curva lineare, esponenziale, logaritmica o definita individualmente. Serpeggia lo slide program delle classiche basstation dello scorso secolo…

La programmazione a impatto melodico può essere forzata su una precisa scala di quantizzazione. Ogni step può coprire un’escursione pari a +/-24 semitoni.

Shape Lane

Contiene la programmazione “degli inviluppi di ampiezza” per il singolo step. Non è un inviluppo vero e proprio, quanto una finestra, o se si preferisce una funzione ricavata da un profilo di forma d’onda che viene applicata alla modulazione del livello di uscita dello step corrispondente. Una Shape Lane programmata con denti di sega a decadimento lineare produrrà un andamento ritmico nel volume delle note scritte all’interno della Pitch Lane; se si opta per una forma d’onda triangolare, la sequenza assumerà un andamento più wobble.

La lista delle forme d’onda “di inviluppo” contiene tantissime opzioni, compresi rimbalzi/ratchet a 2, 3 e 4 ripetizioni, con diversi profili di articolazione.  É possibile specificare la fase da cui deve essere compilato il ciclo di forma d’onda.

Seq Lane A – B – C – D

Le quattro corsie permettono l’assegnazione ad altrettanti parametri della macchina scelti tra quelli residenti sul pannello comandi o, più liberamente, tra la dotazione di controlli che compongono la struttura Layer/Performance. La programmazione può avvenire passo per passo o in tempo reale.

Come è facile immaginare, quando le differenti Lane hanno lunghezze diverse, il gioco inizia a farsi particolarmente interessante (se la cosa vi intriga, non sottovalutate l’opzione di moltiplicare per quattro il possibile risultato investendo sul modello Wavestate che offre per ciascuno dei quattro Layer timbrici A – B – C – D un Motion Wavesequencer indipendente e simultaneo).

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Kaoss Physics

Se avete presente il Kaoss Pad siete già a buon punto… dentro Modwave, c’è un algoritmo che permette di sfruttare la superficie XY localizzata in alto a sinistra nella plancia per tirare una palla che può rimbalzare con velocità, angolo e frizione regolabili dall’utente. In questo modo, i parametri del sintetizzatore collegati agli assi X e Y, e all’accensione dell’interruttore KAOSS sono posti sotto diretto controllo della balistica e della modellazione fisica innescata.
Se il musicista si limita a spostare con il dito indice la pallina virtuale, agirà sul Kaoss Physics come su un qualsiasi surface controller, agendo sui valori “quasi statici” di X e Y; se invece impartisce talmente tanta energia da far rimbalzare la pallina sui bordi o contro gli ostacoli, la traiettoria innescata trascinerà un’automazione dinamica dei parametri praticamente impossibile da emulare con sistemi diversi da questo.

É possibile personalizzare la pendenza dei piani X e Y per simulare diverse gravità negli spostamenti, si decide la frizione e la velocità della pallina. I rimbalzi possono seguire una traiettoria concava o convessa, con definizione di una struttura centrale che può attrarre la pallina o farla rimbalzare con profili lineari, shallow o steep. Qualità e quantità dei rimbalzi sono influenzabili.

Chi lancia questa benedetta pallina? Dipende: si può agire direttamente sulla superficie sensibile o se ne può automatizzare l’innesco alla scelta di una precisa sorgente di Trigger (vale l’elenco visto in precedenza per i generatori di envelope).

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Arpeggiator

In aggiunta a tutto quanto visto finora, è possibile impiegare l’arpeggiatore di bordo per automatizzare l’esecuzione sciolta degli accordi impostati; sotto eventuale sincronizzazione con il Clock esterno, e con il latch/memorizzazione note selezionabile, si decide la risoluzione, lo swing, le ottave di ripetizione, la tecnica di selezione delle note. É ovviamente possibile sfruttare precisi incastri ritmici con il Delay di ciascuna delle due unità Layer A e B.

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Conclusioni

KORG ha fatto tris con gli strumenti Opsix in FM Lineare alterata, Wavestate in sintesi vettoriale e wavesequencing 2.0 e ora con Modwave in ROMpler dotato di wavesequencing. Come al solito, dopo che si conoscono due lingue estere, imparare la terza è meno difficile… se già avete sbattuto il naso sul Wavestate, vi troverete a vostro agio com Modwave che è molto più facile. Simmetricamente, l’esperienza che farete sul terzo e ultimo modello tornerà a vostro agio quando deciderete di affrontare gli abissi timbrici della sintesi vettoriale.

Ad maiora!!!

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Comments (14)

  • Giorgio Evo

    |

    Un grande ringraziamento per l’ennesima eccellente recensione.
    Purtroppo per chi pensava intensamente al Modal Argon, con cui il Modwave condivide molte caratteristiche, questo articolo genererà una lungo periodo di notti insonni.
    Chissà se maestro Enrico non voglia intervenire con una valutazione sui due fratellastri per la salvaguardia di notti serene.

    Reply

  • Joas

    |

    Salve, si fa poco riferimento alla qualità e caratteristica sonora del Modwave. Rispetto ad esempio al Hydrasynth, è possibile fare qualche paragone/valutazione? Grazie

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      è una domanda cui è difficile dare una risposta oggettiva: la valutazione timbrica procede per criteri sempre influenzati dalle preferenze personali e, per di più, ha poco senso paragonare un oggetto che costa 700 a uno che ne costa 1400…

      Reply

  • Bozzy

    |

    Mi permetto un’osservazione in merito a questo aspetto: Hydrasynth costa 1400 nella versione keyboard e gran parte del costo è dato dalla tastiera con aftertouch polifonico (ce l’ho e devo dire che non riuscirei più a fare a meno di questa caratteristica). La versione desktop ha un costo paragonabile al Modwave, quindi il confronto a mio avviso è ad armi pari. Dalle molte recensioni lette su Modwave, non ci penserei due volte a sceglierlo al posto di Hydrasynth, che affianca molti pregi a molti difetti (avendolo parlo per esperienza diretta). Korg penso e spero non abbia commesso gli stessi errori di ASM. E’ un vero peccato, perchè ripeto, la tastiera con polyphonic aftertouch è una cosa meravigliosa!

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      quali sono i difetti riscontrati dentro hydrasynth?

      Reply

  • Andrea

    |

    Ciao Enrico,in questo momento secondo te il miglior synth per fare ambient?

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      ah, che domanda difficile…
      forse hydrasynth, forse modwave/wavestate; dipende dalle predisposizioni personali 😀

      Reply

  • Fabio

    |

    Buonasera Enrico,
    modwave manca di sync in e out. È possibile sincronizzare il sequencer e quindi il clock con Electribe e korg Volca? Solitamente uso Electribe come Madter, segna i ritmi e poi avrei Modwave e alla fine Volca Bass.

    Reply

      • Fabio

        |

        Chiedo ancora cortesemente Enrico, quindi in linea generale. Anche senza funzione sync specifica (che hanno tutte le mie macchine korg) si può ottenere lo stesso risultato di sincronia e clock anche solo con il Midi?

        Reply

        • Enrico Cosimi

          |

          certo: il protocollo MIDI su connettor DIN prevede la gestione completa dei comandi realtime (start, stop, continue e clock)

          Reply

  • Fabio

    |

    Buongiorno Enrico,
    dopo la vendita del primo Minilogue sono ancora indeciso su come rimpiazzarlo per fare la mia musica, Inizialmente volevo fare solo upgrade sull’XD perché è macchina con molti pregi. Certo, avere uno spettro di suoni maggiore e più articolabile non sarebbe male ( ho anche electribe 2 e volca bass). Faccio ambient, ricerca sonora amo Barbieri, O’Hearn, Eno, Sylvian….
    Mi chiedevo, ma la sintesi wavetables, che mi parve ad output molto moscio quando anni fa alla fine scelsi il Minilogue, potrebbe aiutarmi? E nel caso, meglio korg Modwave o forse Modal Argon 8?? Sempre grazie.

    Reply

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