KORG Minilogue. I dati indispensabili – Seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

KORG Minilogue. I dati indispensabili – Seconda parte

Esaurita la struttura del canale di voce, è il momento di capire come possano essere gestite le quattro voci di polifonia. Benvenuti nel Voice Mode del KORG Minilogue.

Di Enrico Cosimi

minilogue front draw

Un polifonico è un polifonico è un polifonico. Ma il patrimonio di voci simultanemanete disponibili può essere impiegato in diverse maniere, per svolgere compiti espressivi o performativi particolari; Minilogue offre otto diversi modi di gestione.

sche voice mode

Voice Mode

Due premesse: a) per ora,  le voci hanno tutte lo stesso suono, b) ogni modo ha la possibilità di modificare anche drasticamente il proprio funzionamento se il musicista interviene col parametro Voice Mode Depth. Detto questo, si può configurare la polifonia in modo da ottenere:

  • Poly; comportamento di base per usare Minilogue come synth polifonico monotimbrico a quattro voci; il Voice Mode Depth diventa un Invert che “interpreta e rivolta” in tempo reale l’accordo che state suonando fornendo voicing nuovi.
  • Duo; due coppie di voci in unisono; ogni volta che si preme una nota sulla tastiera, Minilogue impegna due voci; si possono suonare bicordi. Il Voice Mode Depth funziona come Detune regolabile.
  • Unison; tutte e quattro le voci sono innescate ogni volta che si preme una nota; il Voice Mode Depth agisce – anche in questo caso – come Detune.
  • Mono; Minilogue diventa un sintetizzatore monofonico, distribuisce le quattro voci per generare intonazione principale e suboscillatori; il Voice Mode Depth regola l’ingresso dei suboscillatori: voce 2 e 3 suonano un’ottava sotto, voce 4 suona due ottave sotto.
  • Chord; odiate il jazz e non volete sapere nulla di voicing; con questo modo, Minilogue distribuisce automaticamente le quattro voci di polifonia in uno dei possibili accordi disponibili ruotando il controllo Voice Mode Depth (5th, sus2, m, maj, sus4, m7, 7, 7sus4, Maj7, aug, dim, m7b5, mMaj7, Maj7b5).
  • Delay; è il vecchio “delay MIDI” delle macchine Anni 80.  Le voci 2, 3, 4 sono suonate “a raffica” dopo che i musicista suona voce 1. Il controllo Voice Mode Depth regola il delay time (da 1/192 a 1/4 calcolato sul BPM di sistema).
  • Arp; le quattro voci sono impegnate in arpeggio; Voice Mode Depth sceglie il tipo di pattern (Manual1, 2, Rise 1, 2, Fall 1, 2, Rise Fall 1, 2, Poly 1, 2, Random 1, 2, 3).
  • Side Chain; ogni nuova voce suonata abbassa il volume della precedente (ovviamente, ha senso con suoni “lunghi”); Voice Mode Depth regola l’attenuazione.

 

sche edit

Edit Mode

Anche se l’impostazione di pannello è ricca, non tutti i comandi trovano posto sulla plancia di comando: per questo motivo, occorre fare riferimento al display di bordo (lo stesso display che, normalmente, lavora come Real Time Oscilloscope) e controllare i numerosi parametri disponibili.

Il modo Edit è articolato in tre sotto sezioni relative “all’oggetto” che si intende colpire: Program Edit, Sequencer Edit, Global Edit.

 

Program Edit Mode

Il menu racchiude otto gruppi di parametri raggiungibili usando gli otto tastoni di selezione frontale; in questo modo, è possibile agire su:

  1. Program Name; fino a 12 caratteri alfanumerici.
  2. Slider Function; lo slider di pannello può essere sintonizzato su 1 di 29 possibili destinazioni (pitch bend, gate time, vco1 pitch, vco 2 shape, vco 2 pitch, vco 2 shape, cross mod depth, vco 2 pitch eg int, vco 1 level, vco 2 level, noise level, cutoff, resonance, filter eg int, amp eg attack, decay, sustain, release, eg attack, decay, sustain, release, lfo rate, lfo intensity, delay hpf cutoff, delay time, portamento, voice mode depth). Se si sceglie, per lo slider, il funzionamento come pitch bend, è possibile regolare l’escursione bend + e bend – in modo indipendente (da 1 a 12 semitoni).
  3. LFO Setting; tre parametri importanti che non trovano posto sul pannello comandi: LFO BPM Sync (per sincronizzare la LFO rate al BPM di sistema); LFO Key Sync (per resettare il ciclo di modulazione al Nota On); LFO Voice Sync (per sincronizzare tra loro i cicli di LFO delle quattro voci e averli sempre “In passo”).
  4. Other Settings; comprende: Portamento Time e Portamento Mode (Auto-Legato/On-Full); Portamento BPM (per sincronizzare il Portamento Time col BPM.
  5. Amp Velocity; regola la sensibilità dell’amplilficatore alla Key Velocity: più forte premete i tasti, maggiore sarà il volume del suono.
  6. Program Level; permette di bilanciare il suono della patch/Program a quello delle altre. L’escursione è bipolare (+/-25).
  7. Initialize; per partire da zero nella programmazione.
  8. Dump; per innescare il trasferimento dati di sistema esclusivo verso PC o Mac.

 

Sequencer Edit Mode

OK, ancora non abbiamo parlato veramente del sequencer di bordo, ma qui ci sono le funzioni che permettono di impostare parametri talmente importanti da dover essere anticipati rispetto alla spiegazione vera e propria.

  1. BPM; permette di regolare la velocità metronomica del sequencer (10 – 300) in BPM. In seguito, vedremo come gestire la spinosa questione del Clock interno/esterno.
  2. Seq Parameter; comprende parametri di configurazione: Step Lenght (di quanti step avete bisogno nella vostra sequenza? Da 1 a 16, potete scegliere liberamente); Step Resolution (il valore ritmico degli step (1/16, 1/8, 1/4, 1/2, 1/1); Swing (orrore!!!); Default Gate Time (la percentuale staccato/legato 0-100%).
  3. Seq Clear; come fare pulizia con: All Clear, Motion Clear (cancella in un blocco solo tutte e quattro le linee di automazione per altrettanti parametri di pannello precedentemente scelti dal musicista).
  4. Motion Clear; permette di cancellare selettivamente la linea Motion 1, 2, 3 o 4 dei diversi parametri precedentemente automatizzati. Con il tasto Shift premuto, il display visualizza la miniatura grafica del profilo di automazione precedentemente memorizzato).
  5. Motion Enable; non volete rinunciare alla stupenda automazione di Cutoff e Resonance che avete realizzato? Volete provare a sentire come sarebbe il suono senza una di loro? Basterà disabilitare selettivamente l’automazione Motion indesiderata per fare tutte le prove possibili e immaginabili.
  6. Motion Smooth; la transizione tra un valore e l’altro catturati nella memorizzazione di Motion può essere immediata o sottoposta a integrazione di smussamento; il parametro accende e spegne l’integrazione.

 

Global Edit Mode

Contiene i parametri che influenzano il comportamento complessivo dello strumento.

  1. Global 1; Master Tune e Transpose.
  2. Global 2; Knob Mode: il solito problema dei potenziometri (e c’è chi ancora si ostina nel preferli agli encoder…) nei sint con memorizzazione dei parametri. I pomelli possono lavorare in Jump, Catch e Scale, per cercare di funzionare al meglio nei rapporto posizione reale/valore memorizzato di patch. Audio In; abilitazione dell’ingresso audio verso il filtro. Local Switch, collega la tastiera al synth engine vero e proprio. Velocity Curve, otto possibili curve di risposta alla dinamica di tastiera.
  3. Global 3; Sync In Unit: definisce il rapporto tra impulsi ricevuti alla porta Sync In e il numero degli step di sequenza fatti avanzare; è possibile scegliere 16th e 8th; nel primo caso, gli impulsi fanno avanzare di un sedicesimo la sequenza, nel secondo caso l’avanzamento è pari a un ottavo. Sync Out Unit: determina la densità degli impulsi trasmessi dalla porta Sync Out in rapporto all’avanzamento di sequenza (16th produce un impulso ogni sedicesimo, 8th ne produce uno ogni ottavo); Sync In Polarity: scegliendo Rise o Fall, si risolvono tutti i problemi di tenuta e allineamento tra Minilogue e mondo esterno master (ma anche tra Volca e mondo esterno…); Sync Out Polarity: come il precedente, ma dedicato al segnale emesso dalla porta Sync Out dello strumento.
  4. Global 4; MIIDI Channel, Clock Source (Internal o Auto; MIDI o Auto USB nel secondo caso, il sistema rileva automaticamente la presenza di un Clock esterno alla porta MIDI o USB – eventuale sync external analogico ha la precedenza); Enable Rx MIDI; Enable Tx MIDI; MIDI Route (USB+MIDI, USB).
  5. Global 5; Parameter Display (Normal e All; nel primo caso, si filtra la quantità dei dati visualizzati a display, nel secondo caso… no); Oscilloscope Enable/Disable.
  6. Global 6; Brightness; Auto Power Off.
  7. Global 7; All Dump USB; All Dump MIDI.

sche sequencer

… ma lo Step Sequencer?

Minilogue ha uno step sequencer interno, che può memorizzare fino a 16 step; in aggiunta, è possibile sfruttare diverse caratteristiche interessanti di Motion Recording per automatizzare parametri selezionati.

Real Time Recording

Lo Step Sequencer può registrare dati in Real Time, suonando sulla tastiera, sovrincidendo e riascoltando; la natura mono timbrica dell’apparecchio non consente di andare molto lontano, ma la comodità è innegabile. Durante il Playback, è possibile cancellare selettivamente le note indesiderate tenendo premuto il tasto REST.

Step Time Recording

Si può caricare lo step sequencer un passo alla volta per lavorare con maggior accuratezza. Ereditata dal precedente Monotribe, è attiva la possibilità di usare gli otto tastoni numerati come quick insertion/recall per i primi otto step di sequenza (ovvio che, se vi servono più di 8 step nella sequenza, occorrerà fare qualche sacrificio: gli step 9-16 sono raggiungibili attraverso SHIFT + tasto 1-8).

Dopo aver abilitato la registrazione, si può inserire la nota suonandola direttamente sulla tastiera (il display conferma la nota inserita), si può inserire una pausa REST, ci si può basare sul Default Gate predisposto nel menu SEQ EDIT o modificarlo liberamente : nel secondo caso, basta usare il potenziometro PROGRAM/VALUE mentre si inseriscono le note.  L’articolazione di due step può essere saldata con il tasto TIE.

 

Motion Sequencer

Il Motion Sequencer è un meccanismo che registra/automatizza le variazioni di stato (leggi: rotazioni di potenziometro o accensione/spegnimento di interruttore) per poi proporre una possibile riproduzione in playback. Il motore del Motion Sequencer di Minilogue prevede la possibilità di specificare (prima) e catturare in movimento (dopo) fino a quattro parametri di pannello che il musicista reputa particolarmente significativi di automazione sequenziata. Esempi classici possono essere: la frequenza di taglio e la resonance del filtro, il tempo di decay sul filtro, l’envelope amount (sempre su filtro), la velocità del LFO, la quantità di modulazione per un oscillatore sotto sincronizzazione.

La procedura di registrazione è semplice: dopo aver messo in realtime recording il sequencer (tasti PLAY e REC), si muove il comando corrispondente al parametro che si vuole automatizzare. A disposizione, avete quattro desideri: potete cioè toccare quattro diversi parametri. Superata questa quantità, il display di bordo segnalerà “Motion Full” e vi dovrete accontentare. La durata della registrazione Motion Sequencer è calibrata sulla durata della sequenza di step: non può durare di più e, quando il playback degli step ha fine, si ferma automaticamente. E’ possibile sovrincidere i movimenti di parametro. Come specificato in precedenza, si può cancellare selettivamente uno dei tracciati Motion, li si può cancellare tutti in blocco, si può decidere di metterli in mute o di “dargli il portamento” su base individuale.

 

Editing degli step precedentemente registrati

Se ci fosse qualcosa, nella sequenza appena registrata, che non va bene, è possibile intervenire a posteriori sul suo contenuto, modificando gli step individualmente. La procedura di modifica è guidata dal display che visualizza alternativamente il nome della nota e la percentuale di Gate Time.

 

Implementazione MIDI

Minilogue è tutto spalmato sul MIDI: ogni controllo di pannello è regoarmente mappato come control change e il manuale utente riporta con accuratezza le mappature. Sarebbe bello se anche altri fabbricanti seguissero questo modo ordinato di lavorare; certo, quando i controlli sono pochi è tutto più facile… per macchine più ricche di dotazione on board, la cosa può essere complicata.

Insomma, per la cifra richiesta, se non dovete impazzare in lungo e in largo sulla tastiera full range, Minilogue potrebbe essere un gran bel “polifonico analogico semplice”, privo di eccessive complicazioni. 

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Comments (93)

  • lucio

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    veramente sorprendente…!! a quel prezzo ne venderanno una marea! sarà il microkorg analogico! ahahah

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  • Nico

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    ho visto decine di video e tutorial su questo synth, ma questa recensione mi ha chiarito cose ulteriori. solo una cosa non ho ben chiara:

    Knob Mode: il solito problema dei potenziometri (e c’è chi ancora si ostina nel preferli agli encoder…) nei sint con memorizzazione dei parametri. I pomelli possono lavorare in Jump, Catch e Scale, per cercare di funzionare al meglio nei rapporto posizione reale/valore memorizzato di patch.

    il problema classico è di avere pomelli in posizione sbagliata quando si cambia da una patch all’altra. come agisce questa regolazione?

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    • Enrico Cosimi

      |

      in realtà, il problema non è risolvibile… allo stato attuale delle cose, la tecnologia offre solo due o tre COMPROMESSI

      a) il pomello non funziona fino a quando non “incrocia” il valore memorizzato

      b) il pomello funziona da subito, incrementando o diminuendo il valore memorizzato A PRESCINDERE dalla sua posizione fisica

      c) variazioni più o meno funzionali delle due logiche

      in tutti i casi, indicatore VISIVO a parte, non c’è nulla di più comodo degli encoder, per questo genere di cose; ma il mercato è il mercato, baby, e tu non puoi farci niente…

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  • Nick

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    Sembra essere uno strumento versatile e performante; l’unico mio dubbio è, come per l’Odyssey, la possibile difficoltà nel fraseggio veloce con i tasti a passo ridotto. Non avendo ancora avuto modo di recarmi al negozio per provare, chiederei un parere a chi abbia già messo le mani su questo strumento o su altri con tastiera analoga, come appunto l’Odyssey.

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  • Enrico Cosimi

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    è solo questione di pratica, alla fine “ci prendi le misure”…

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  • Vinz P

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    Salve e buonasera, sono in procinto di acquistare il minilogue, purtroppo potrò acquistarlo solo online e non sono riuscito ad ascoltarlo da vicino ma mi son fatto un’idea solo in base alle demo che ho trovato online. Ora supponendo che lei l’abbia provato con le sue mani volevo chiderlo se il suono del minilogue è quello che si aspetta da un suono analogico “caldo” che riesce a distinguersi dai vst vari e dai synth a modello analogico come gli Aira.

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      • Vinz P

        |

        La ringrazio della risposta, sto valutando anche il pulse due che anche se monofonico si adatterebbe alle mie esigenze, domani andrò a provarlo e deciderò di conseguenza :)

        Reply

  • Emilio

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    Salve Prof,
    ho un dubbio: ho provato il Minilogue a fianco di un Minibrute, con il polifonico non sono riuscito ad ottenere la “botta” del monofonico.
    Lo chiedo in vista di un prossimo acquisto. Il Minibrute mi piace, suona benissimo, ma è monofonico.
    Il Minilogue, però, pur essendo molto più completo, sembra suonare un po’… “meno”. E’ un problema che ho avuto soltanto io (che sono un chitarrista e magari non riesco a settare al meglio il Minilogue) o in effetti c’è una reale differenza tra questi due synth?
    Grazie mille

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    • Enrico Cosimi

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      non tutti gli analogici suonano con la stessa pasta e la stessa “botta”; ciascun progettista insegue il suo obiettivo timbrico privilegiando questo o quel carattere che ha in mente; comunque, nel Minilogue prova a togliere il delay, tieni gli oscillatori accordati “stretti”, metti un inviluppo corto sul filtro e togli la resonance… dovrebbe raggiungere timbriche sufficientemente percussive.

      Reply

      • Emilio

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        Grazie, proverò.
        Complimenti per il sito, è una miniera d’oro

        Reply

  • Adam

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    Salve Prof,
    Non ho ben capito una cosa riguardo questo sinth.
    Sarebbe possibile registrare il suo suono analogico del synth sfruttando il codice midi.
    Da quello che ho capito è possibile avere una traccia midi e una traccia audio ma in questo modo perderemmo la possibilità di lavorare in midi il suono del synth no?

    Reply

    • Enrico Cosimi

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      no no, il Minilogue non ha “Audio Over MIDI”… occorre per forza usare un cavo jack normale per trasferire l’audio :-(

      Reply

    • Enrico Cosimi

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      non ho capito molto: la traccia midi contiene le note che devono essere eseguite dallo strumento; se l’apparecchio NON supporto l’audio-over-midi (perché lavora nel dominio analogico), è necessario avere ANCHE una traccia audio che riceve il segnale frutto dell’esecuzione midi

      ovviamente, dopo la registrazione, occorrerà riallineare manualmente la traccia audio alla traccia midi perché – inevitabilmente – risulterà IN RITARDO rispetto al midi..

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  • Enrico G.

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    Salve,
    leggo sempre con entusiasmo i vostri articoli e seguo le recensioni su youtube nel tentativo – per ora vano – di districarmi nel mondo dei sintetizzatori per me, primitivo chitarrista, assai oscuro e devo ringraziarvi per gli strumenti che mi avete fornito, preziosi e ricchi di spunti.
    Stavo pensando di evolvermi abbandonando (o meglio, accantonando) il mio microkorg per una macchina più immediata e capire così meglio il funzionamento della sintesi sottrattiva; grave pecca del microkorg sono i vari submenù e il dover richiamare dei parametri tramite più passaggi perdendo immediatezza e chiarezza nella programmazione)
    Mi chiedevo dunque se questo bel minilogue possa essere una buona macchina per iniziare e per avere una vasta gamma sonora. considerando che eseguo spesso accordi e che sono affezionato a suoni “vecchi” e quasi richiamanti gli organi o i primi wurli
    Dalle recensioni pare faccia al caso mio ma approfitto della Sua cortesia per avere un piccolo consiglio

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      si si, il minilogue è sufficientemente immediato da risultare utile anche a chi ha poca esperienza… ci sono menu anche al suo interno, ma niente di insopportabile :-)

      Reply

      • Enrico G.

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        grazie mille! sempre gentile
        appena finisco di studiare un minimo considererò l’acquisto, sempre funzionalmente alla mia musica!

        Reply

  • Luca

    |

    Salve, sono Luca. Domanda: ma non hanno pensato ad un “interruttore” e ad un “pomello” per inserire e regolare il “glide”! Nei synth storici era uno dei primi parametri con cui andavi a “giocare”; qui invece devi entrare nell’edit mode: perché?? Ma è possibile salvare un suono appena creato su uno degli otto “favourite” con intervento immediato in “real-time” sul “glide” e poi richiamarlo e averlo sempre pronto? Tenkiù!!
    Luca

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      su un polifonico, il portamento è visto con maggior “sospetto” ed è già tanto se viene messo a pannello il controllo di glide time… 😀

      non so se sia possibile salvare un suono lasciando “aperta” la regolazione interessata; alla peggio, puoi salvare DUE VOLTE lo stesso suono, una volta col portamento e un’altra volta senza… poi, alterni le due memorie durante l’esecuzione

      Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    se non l’hai provato, come fai a dire che è carente sulle basse?

    Reply

  • Giorgio De Fraia

    |

    Buonasera Enrico, da poco possessore del minilogue mi chiedevo se è possibile disabilitare la partenza della sequenza di un programma in automatico. Utilizzo logic come master e diversi synth hardware sincronizzati slave e quando inizia l’esecuzione del brano inizia anche la sequenza ..qualche idea? Grazie!!!!

    Reply

    • Enrico Cosimi

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      prova a limitare la trasmissione – dall’esterno – dei MIDI RealTime Message…

      in alternativa, crea una sequenza vuota – tutte pause – e buonasera, così anche se parte non crea problemi :-)

      Reply

      • Giorgio De Fraia

        |

        Ciao Enrico, grazie per la risposta pronta, ammiro molto la tua professionalità !
        In realtà non faccio altro che uscire da logic con destinazione midi clock una drum machine e poi via via di midi trhu arrivo a minibrute, minilogue, sub phatty etc.. per cui non vedo altre regolazioni per intercettare il segnale che fa partire la sequenza in automatico. Certo fare un patch senza sequenza e uno con potrebbe essere la soluzione.. un po grezza visto che occuperebbe il doppio dello spazio nel minilogue.
        ad ogni modo ancora complimenti per il tuo lavoro, sono arrivato alla mia strumentazione attraverso i tuoi tutorial o review e almeno almeno devo ringraziarti

        Reply

  • Fabio

    |

    Qualche tempo ormai che ho preso il minilogue, cambiando un Blofeld e l’ho associato ad un pedale zoom ms70cdr, necessario vista l’assenza di effetti del minilogue. Sta di fatto che sono soddisfattissimo. Blofeld mi suonava finto , scopro che è l’effetto che mi fa il digitale (probabilmente in fascia economica).. e poi, che piacere avere knob con cui al volo sperimenti combinazioni dei parametri senza stare ore a navigare per maschere. Oltretutto elegante e ben costruito. Very good!

    Reply

  • Fabio

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    Ho ascoltato sublime ambient prodotta con il minilogue e effetti rack clouds. Per un ignorante della mia specie, cos’è questo modulo clouds? Cosa dovrei comprare per ottenere quegli effetti?

    Reply

  • Enrico Cosimi

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    pedali di granulazione ce ne sono pochi in giro, purtroppo…

    Reply

  • Fabio

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    E se prendo un modulino clouds texture sinthesizer, ci posso collegare in input il mio minilogue ed ottenere cosine interessanti?

    Reply

  • Giovanni

    |

    Ciao Enrico, ti viene in mente qualcosa di paragonabile (polifonico e analogico su questa categoria di prezzo) anche nella categoria Expander (ovvero senza tastiera fisica)? Questo Natale penso mi regalerò un bel Polifonico da avvicinare a Drumbrute e BS II e per il momento questo sembra la scelta più indicata (mi serve per Pad e atmosfere e ho visto delle splendide demo). Grazie in anticipo amico mio!

    Reply

    • Enrico Cosimi

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      sulla fascia di prezzo del korg, nulla… salendo, consiglierei Peak o il desktop del Prophet 6…

      Reply

      • Giovanni

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        Grazie Enrico!! Vediamo quanti centesimi riesco a racimolare

        Reply

  • Fabio

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    Non sono molto soddisfatto dell’immagine sonora in cuffia.
    Mi spiego, esco dall’output mono del Minilogue, entro in mono nel pedale effetti Zoom MS70Cdr, esco in stereo dal pedale ed entro nelle 2 entrate A/B di un multi traccia Tascam (dp006). Collego le cuffie alla dedicata uscita stereo del multi traccia per monitorare ovviamente. Ho anche dei monitor Presonus ma non cambia il concetto. Non trovo livelli di registrazione ottimi, non trovo chiarezza di suono…..
    Posso ottenere di meglio? Ovvero:
    1 – paradossalmente sarebbe meglio uscire in mono dal pedale e registrare mono?
    2 – potrebbe essere meglio usare l’output delle cuffie del minilogue, così da entrare si sul canale destro che sinistro nel pedale e poi continuare ad uscire con output stereo dal pedale verso il multi traccia?
    3 – Il problema non è lì, è nel pedale economico? Se prendo TC Arena o Big Sky Strymon è tutta un’altra cosa?
    Le sarei molto grato Prof per un parere.

    Reply

    • Enrico Cosimi

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      probabilmente, un pedale migliore potrebbe rendere le cose meno critiche, ma alla fin fine, stiamo sempre parlando di un sintetizzatore dentro a un effetto… i miracoli non possono uscire fuori 😉

      Reply

  • Fabio

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    Quindi non sarebbe più chiaro e potente l’utilizzo dell’uscita cuffie di Minilogue, inutile provare?

    Facendo musica ambient ho bisogno di effetti, per cui era meglio un sinth con effetti a bordo…capisco.
    Spero che con un buon pedale però, come dice, un miglioramento apprezzabile sia comunque udibile..

    Reply

  • Enrico Cosimi

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    l’uscita cuffia serve per ascoltare il segnale diretto dello strumento; nel caso in questione, io collegherei la cuffia al mixer che raccoglie strumento ED effetto o alla scheda audio, per sentire “il risultato finito” e valutare meglio…

    Reply

  • Fabio.morra@alice.it

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    Prof, effetti texture per il mio minilogue, senza perdere sangue, su cosa orientarsi, quali?

    Reply

    • Enrico Cosimi

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      che cosa si intende per effetti “texture”?

      Reply

  • Fabio

    |

    Granulare, quei tappetini soundscapes che ho ascoltato su alcuni video con Cloud texture sintetizzare, roba del genere.

    Reply

  • Enrico Cosimi

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    uhmmmmm
    la cosa migliore sarebbe procurarsi qualche modulo euro rack che faccia granulazione del suono, ma significa entrare in un brutto mondo… :-)
    scherzi a parte, un modulo mutable instruments clouds, usato (stereo in/stereo out) opportunamente alimentato sarebbe più che sufficiente

    Reply

  • Fabio

    |

    Aiutatemi, per il mio minilogue desidero un pedale riverbero dalle spaziali ambientazioni come quelle dello strymon big Sky. Volendo spendere meno, su cosa orientarmi? Un boss RV 500?

    Reply

  • fabio

    |

    Quindi è a buon livello per ambient? Supera ovviamente il mio dozzinale zoom ms70..
    Guardando alle specifiche, sicuro che permette di entrare in mono e uscire stereo? Vedo solo entrata stereo senza che si specifichi che il left è anche per entrata mono!!
    Vado tranquillo?

    Reply

  • fabio

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    E comunque, è migliore il blue sky del tc electronic trinity 2 allo scopo di sofisticati texture e muraglie di ambient?

    Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    io lo uso tranquillamente left in stereo out senza problemi – sulle muraglie vai tranquillo

    Reply

  • fabio

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    Mi sovviene un tarlino, invece che concentrare su un nuovo pedale la mia ricerca, se affiancassi al minilogue uno yamaha reface dx, non amplierei le opportunità sonore con la sintesi FM, ottenendo così un nuovo mondo anche di possibili ed interessanti pad ambient??

    Reply

  • fabio

    |

    Sbaglio se penso che sul fronte Pads fa cose molto interessanti, anche solo con gli effetti di bordo (ben commentati nella sua recensione)? Sottofondoni eterei e mutevoli su cui inserire poi le sequenze più analogiche che si addicono al Minilogue? Non era B.Eno che utilizzava molto il DX7 per ambient?
    Quasi quasi allora lo prendo sto DX reface…

    Reply

  • fabio

    |

    Prof, seguendola ormai da parecchio e nutrendomi dei suoi insegnamenti (compreso il mitico librone) ripongo molta fiducia nei suoi consigli, inteso che sono un selvaggio e approssimativo fai-da-te!! Dunque, nella mia logorroica ricerca di questi giorni, avendo il dubbio (ma non la certezza) che il Minilogue abbia le sue migliori qualità nei suoi pseudo percussivi e meno sui pad/soundscapes/texture, ho bisogno come il pane di questi ultimi. Premesso che posseggo pedale zoom MS-70CDR.
    Per creare quei soundscape da aurora boreale o anche meno appariscenti ma molto Eno (dai sinth che usa sotto Hassel stile million dollar hote, oppure in apollo….bla bla) mi chiedo, stanti i vincoli di budget ma per completare il mio kit del musicista nel senso sopra detto, quale di queste soluzioni sia migliore:

    1) prendo un Korg Volca FM + pedale entro i 100 euro che faccia solo lavoro shimmer – ciò è vero se postuliamo che i soundscapes del minilogue sono scarsi a prescindere e l’FM va oltre,

    2) prendo solo uno Strymon Blue Sky – ciò è vero se questo pedale mi apre nuovi orizzonti sui soundscapes anche con il mio minilogue, andando ben oltre l’MS 70cdr che già posseggo,

    3) prendo Yamaha Reface DX – se è vero che da solo mi fa un buon lavoro soundscapes e lo aggiungo a minilogue + MS 70 cdr – sempre vero se con la 2 per magia trovo una quadra migliore

    Spero di aver esposto con sufficiente chiarezza le logiche dell’atroce dubbio…quale delle 3?????? Help help help

    Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    premesso che le cose possono essere fatte in mille maniere diverse, con sfumature e risultati soddisfacenti e adattabili alle esigenze individuali, occorre tenere presente alcune cose:

    a) il dronescape atmosferico classico richiede possibilità di micromodulazioni, quindi su pwm, detune, cutoff, amplitude, panpot, che possono o non possono essere disponibili all’interno dei vari apparecchi (controllare, caso per caso, la loro disponibilità e valutare di conseguenza l’opportunità dell’acquisto)

    b) un polifonico è un polifonico è un polifonico, ma non è necessario avere sei o otto voci di polifonia… anche quattro voci possono andare bene, a patto che siano sufficientemente articolate e complete

    c) la sintesi in FM offre notevoli possibilità di controllo sul contenuto armonico, a patto di accettare le sue “regole del gioco”; ciascuno di noi ha una propensione maggiore per il modello analogico o per quello fm, o per la granulazione, o qualsiasi altra cosa… quindi, prima dell’acquisto conviene mettersi alla prova su uno strumento e verificare quanto questo “ci trasmetta qualcosa”

    d) per gli effetti, è indispensabile un riverbero ampio e controllabile (con o senza shimmer, non ha importanza); può essere utile un bel delay lungo e ipnotico: se i due effetti sono nello stesso pedale, meglio ancora; altrimenti, se ne possono collegare due in cascata. Passare da un modello all’altro, per successivi acquisti e perfezionamenti, è una procedura classica nel perfezionamento del la propria struttura.

    Detto questo, io farei un giro di prova con la dx reface, per capire quanto abbia da offrirmi – in termini timbrici – la fm al suo interno e deciderei in base a quello l’acquisto o meno.

    Allo stesso modo, se il mixer che uso ha DUE aux per canale, posso pensare di usare contemporaneamente zoom e bigsky – che è più completo e costoso – o zoom e bluesky – che è più economico e con minori possibilità; se la mandata aux è una sola, occorre lavorare con i due pedali in cascata.

    non sottovaluterei, alternativamente all’acquisto dx, l’ipotesi di prendere un più ampio polifonico analogico/virtual analogico usato come Sledge Studiologic, o Novation Supernova/Mininova o Roland JP8000, tanto per avere suoni di “pasta differente” senza l’incognita della tecnica di sintesi completamente diversa.

    augh

    Reply

  • fabio

    |

    Grazie Prof, suggerimenti sempre costruttivi ed utili alla riflessione.

    Comunque, sulla carta reface DX ha qualità per buoni PADS e sufficiente capacità di articolazione (ammesso che riuscirò con la FM), non è che Mininova in tal senso lo sovrasta….. (?)…

    Reply

  • fabio

    |

    Perché allora, spulciando vari forum, mi è parso di capire che per pad e soundscapes sia buono anche il roland d50, ovvero il nuovo boutique 005 potrebbe essere adatto, non è così???

    Reply

  • fabio

    |

    Lo so, sono un martello, ma senza i suoi consigli Prof., sarei solo.
    leggo ovunque che il Roland JD-xi è fenomenale per soundscapes e texture riguardo alla parte PCM – supernatural.

    E’ così?? Viro su quello invece che reface dx o mininova (sempre affiancato al buon Minilogue, che mi soddisfa per la sua parte).

    Reply

  • fabio

    |

    O per caso ha suoni troppo string scontati da ambient new age! Io ho un orecchio tutto mio, per me ambient è suono senza tempo, roba da Eno, Barbieri, al limite Patrick O’Hearn ma non J.M.Jarre o tanto meno quei suoni da ambient cd che ti tirano a pacchi per meditare!!
    Sento delle demo di questo roland che me lo fanno sospettare…
    ??

    Reply

  • fabio

    |

    Quanta confusione faccio Prof; ma anche Reface CS non è da sottovalutare. Immediato nella programmazione, è un VA con FM quindi pasta diversa dal Minilogue e credo offra PAD e sonorità che con buoni effetti ricordano tappeti ambientali del tipo che piace a me…
    No? Più del DX…Eno non utilizzava un CS80…e non siamo sempre in CS???

    Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    non mi risulta che eno usasse un cs-80…
    ad ogni modo, il cs reface è sicuramente più semplice da controllare del dx reface 😉

    Reply

  • fabio

    |

    Grazie Prof…
    Una domandina: non ho capito se l’Eventide 9 core sia un multieffetto vero e proprio o solo un multi patch. Intendo, ho nell’arsenale di bordo la possibilità di avere tutti gli effetti ambient e costruire le mie patch o mette a disposizione solo sue combinazioni di effetti a gusto della Eventide???
    E non credo abbia molto da invidiare a Strymon sui riverberi?

    Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    da quel poco che sono riuscito a capire, temo faccia una cosa sola alla volta…
    comunque sia, non prenderei mai quel tipo di struttura: senza comandi, non puoi suonarla e doversi ridurre a strisciare dita su ipad et similia è un modo indecente di supplire alla mancanza di comandi “fisici”

    Reply

  • fabio

    |

    Messaggio ricevuto, qualche sospetto lo avevo.
    Rimangono Blue Sky o Big Sky. Mi piaceva l’idea di un solo multieffetto, naturalmente migliore del mio zoom ms70cdr ma piuttosto un ottimo riverbero…
    (ogni tanto mi torna pure su il mutable cloud texture…….).

    Reply

  • fabio

    |

    Periodo vulcanico ma sempre a fini ambient, invece di una classica drum machine, ho pensato di cogliere due piccioni con una fava, e potrebbe essermi molto utile un Electribe 2, con la possibilità di sovrapporre sequenze anche non solo di percussioni mentre ai tappeti ci pensa il minilogue.
    Mi chiedo, a tale scopo, meglio Electribe 2 (blu) o Novation Circuit (anche farci qualche pad lungo non guasta…)?

    Reply

  • fabio

    |

    Mah…approfondendo dico mah…mica sicuro sulle Groove machine…

    Prof, il modulo clouds usato lo avrei trovato, texture sinthesizer…è meglio questo o lo strymon big sky per soundcapes…? Certo, strymon sarà più versatile ed il granulatore invece fa un mestiere solo, è questa la differenza vera? Solo una scelta…?

    Reply

  • fabio

    |

    Ogni goccia di un suo parere per me è oro e sempre grazie. Sto andando per approssimazioni successive e dico, per risparmiare ma anche per non sporcare l’eventuale costosissimo Strymon Big Sky con il mio zoom ms70cdr ogni qual volta necessiti anche di delay oltre che riverbero.
    E se prendo 2 ottimi pedali, tipo catena TC Flasback 2 delay e Hall of fame 2 (anche Shimmer) non cresco di molto in qualità dallo zoom senza svenarmi sino al Big Sky? Il Tc Hall of Fame (anche in termini shimmer) è preferibile al Boss RV6…?

    Reply

  • fabio

    |

    Enrico, Prof., o mia musa, porti pazienza ma riflettere è virtù dei giusti. Sono lì li per acquisti, con una fame inesauribile di suono e con Strymon in cima. Vedo deepmind 6, che per dimensioni è giusto nei miei spazi. Mi chiedo, visto il prezzo accessibile:
    ha effetti interni di tutto rispetto se non erro, polifonia a 6 voci, maggiore del minilogue per suonare pads più profondi ma, dico ma, mi offre qualcosa di diverso se affiancato al minilogue per le mie escursioni ambient, visto anche che ha una bella sezione effetti? Valuto questo bel sinth e lo affianco al minilogue, tenendo comunque il mio stomp zoom ms70cdr per ora….oppure il fatto che sia analogico anch’esso non aggiunge nulla alla pasta sonora minilogue (vedi capacità armoniche..seppure sulle modulazioni pare molto più capace…?

    Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    l’unico ostacolo nei confronti del DM6 è la disponibilità della sola onda quadra nel secondo oscillatore… fai una prova di ascolto in negozio e vedi se è effettivamente ostativa o superabile

    Reply

  • fabio

    |

    per caso il Neunaber Immerse Reverberator…non compete con Big Sky per ambient…?…costando la metà(!)..ma i soldi non sono tutto sia chiaro..

    Reply

  • fabio

    |

    …oppure Big Sky bisogna farlo competere con Eventide Space…stessa fascia…e sono dolori scegliere??

    Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    bigsky è più “strumento”, space è più trasparente…

    Reply

  • fabio

    |

    Prof, sono andato in confusione con il dubbio che le connessioni del mio nascente studio siano errate e compromettano qualità sonora.
    Faccio confusione cavi TRS cavi TS, sbilanciati bilanciati.
    Ma io esco con un cavo TS mono (bilanciato?) dal Minilogue, ed entro ino mono nel left del pedale effetti (Big Sky). Esco dal pedale con 2 ts mono e vado nel mixer, entrando sempre in sbilnciato sul mixer. E’ giusto entrare in sbilanciato, sempre TS? Esco dal mixer con uscita tape sbilanciata ed entro con 2 TS sbilanciati nell’input A e B (sbilanciati) del multitraccia? Va bene? O qualcuna di queste connessioni deve essere bilanciata? Ho perso certezze…

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      TRS = tip-ring-sleeve = connessione bilanciata
      TS = tip-sleeve = connessione sbilanciata

      su lunghezze medie di cavo (cinque/sei metri), vai tranquillo con cavi SBILANCIATI di buona qualità (ovviamente) dotati di normale connettore TS/tip-sleeve

      a prescindere da considerazioni sulla lunghezza del cavo – e, nel tuo caso, sei al sicuro perché è tutto contenuto e non devi stendere linee lunghe 30 o 40 metri da palco a consolle di mixaggio… – IN GENERALE se anche uno solo dei componenti nella catena audio richiede connessioni sbilanciate, non vale la pena di portare in giro gli altri collegamenti bilanciati…

      Reply

  • fabio

    |

    Chiarissimo, grazie.Vado tutto sbilanciato a partire dal minilogue ed a finire ai monitor attivi che hanno anche input sbilanciato.
    Un ulteriore piccolo suggerimento: mi sono messo in testa, dovendo estendere le fonti sonore ad altro apparecchio in corso di valutazione (vedremo se Electribe) di prendere piccolo mixer. I vantaggi che credo di ottenere è collegamenti sempre a posto senza togli metti ed anche (soprattutto) avere minilogue ed electribe che possano suonare insieme le sequenze e finire in una unica traccia nel recorder multitraccia.

    Sto ragionando bene? Perdo qualità sonora (fruscii di fondo) con l’aggiunta di un mixer nella catena??? (grazie Prof!)

    Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    sicuramente comodo, sicuramente un pizzico di fruscio in più, sicuramente tollerabile…

    Reply

  • fabio

    |

    Ho adocchiato in economia il Mackie mixer5, 2 canali stereo sono sufficienti. Non capisco però perché su molte recensioni risulti che gli input siano tutti TRS (quindi bilanciati?). Ma perché, non posso in input andare con un left ed un right sbilanciati??? Ovviamente in questo caso i cavi sono TS non TRS….

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      mackie, da sempre, usa connettori TRS con compatibilità TS; puoi usare tranquillamente cavi sbilanciati e non esploderà nulla… :-)

      Reply

  • fabio

    |

    Dubbio, entrando in mono nel pedale, l’uscita pseudo stereo è definibile comunque “stereo” o “monoaurale x2”???
    Chiedo ciò ai fini del settaggio della tipologia di traccia sul multitraccia…

    Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    se il pedale elabora in stereo il segnale ricevuto mono, l’uscita è stereo o – facendo filosofia – “pseudo stereo”…

    Reply

  • fabio

    |

    amo la filosofia….!!!
    Grazie

    Reply

  • fabio

    |

    Non saprei dove postare questa richiesta…
    Sto valutando Electribe 2, un po’ di ritmi sporchi ambient, sequenze che nascono…e pad minilogue e big sky ad accompagnare surrealmente..

    Io per valutare l’acquisto ho bisogno preventivo del manuale in italiano. Quale anima sa aiutarmi/indirizzarmi al riguardo? Ne sarei profondamente grato. Esiste innanzitutto?

    Reply

  • fabio

    |

    Grazie Maurizio, peccato non ci sia in italiano.

    Una cortesia Prof., o chi abbia il tempo di aiutarmi…

    Sto sbattendo la testa per comprendere cosa significhi l’intreccio di 16 parti di multitimbralità con il sequencer 16 x 4 (64 step). Mi riferisco all’Electribe ad esempio.

    Che significa tradotto operativamente? Cosa posso fare in soldoni…?

    Posso creare 16 sequenze, con suoni diversi, ciascuna di 16 step ? Lo step poi può essere di 1/16, 1/8 o 1/4 ? Cioè 4 beat sono 4 battute quindi 4 battute ciascuna di 4/4…
    E il x 4 cosa significa allora? E’ come se avessi 16 volte il sequencer del mio minilogue e quindi posso mandare contemporaneamente tutte e 16 le sequenze ciascuna con un suono diverso (a meno dei limiti di polifonia ovviamente)….e il x 4 che significa.

    Insomma, aiuto, aiutatemi come fossi (lo sono) uno stupido, parlando lentamente se possibile…..

    Reply

  • Fabio

    |

    Buongiorno Prof, ho un problemino che per Lei sarà facile affrontare.
    Il mio Electribe è collegato Sync Out al Minilogue, in cui entra nel Sync in.
    Come posso ottenere che l’Electribe dia solo il clock per far partire il sequencer del Minilogue senza però che li mantenga sullo stesso ritmo di BpM? Ovvero solo start die sequencer ma all’occorrenza ritmo dei sequencer diversi?
    Quale regolazione nei global settings mi sfugge?

    Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    devi tenere il minilogue in clock interno; in questo modo, comunque, partirà sotto start/stop, ma camminerà con il suo clock

    potrebbe non essere permesso lavorare in internal clock quando si riceve un clock ANALOGICO alla porta sync in; in tal caso, usa il connettore midi e lavora con il cavo din pentapolare

    Reply

  • Fabio

    |

    Tornato dal lavoro, ho provato, non mi funziona.
    Electribe Clock Mode Internal (ovvero deve andare al suo tempo)
    Minilogue Clock Mode internal

    niente, rimangono allo stesso tempo, sia che il collegamento sia di tipo sync che, con sync staccato e solo pentapolare midi, anche in midi, lo start stop lo prende ma omogeneizza anche il BPM, perchè Prof??

    Reply

  • Fabio

    |

    E se setto entrambi con internal clock non funge nemmeno lo start comune.

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      purtroppo, chi ha scritto il sofrware del minilogue non ha previsto la possibilità di differenziare la ricezione dello start/stop e del clock vero e proprio.

      a questo punto, non c’è niente da fare se non scrivere la sequenza nel minilogue usando una divisione ritmica differente (ad esempio, terzine di crome contro sedicesimi), ma avrai COMUNQUE lo stesso bpm

      Reply

  • Fabio

    |

    Grazie Prof, se conosco i problemi quantomeno li accetto.
    Altra grana, La prego mi aiuti. Ho comprato anche Volca FM da mettere in catena. Leggo in ogni dove di infinite catene Sync in e out e invece non mi funziona. Dunque:
    Dal Sync out dell’Elecribe vado al Sync in del Minilogue – e quantomeno il clock funzione (seppure come sopra non posso differenziarlo dal BpM) – dal Sync out del Minilogue vado al Sync in del Volca FM – se ben capisco quando mando in play il sequencer dell’Elecribe dovrebbe partire tutto, invece il sequencer del Volca FM non parte, perchè? Per me è fondamentale….

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      bisogna controllare nel volca fm se i parametri FUNCTION sono impostati in modo da far partire automaticamente il sequencer interno appena arriva il sync; è una delle opzioni che, di solito, KORG impagina nella porzione di destra del grande foglio/manuale utente che fornisce in dotazione con l’apparecchio…

      Reply

  • Fabio

    |

    Ma poi questa cosa è strana. Se io non collego anche i 5 punte midi tra Electribe e Minilogue, il solo cavo Sync non sincronizza i clock. E’ così che funziona? Allora devo andare anche dal midi out del Minilogue al midi in del Volca FM perchè si sincrinizzi il clock? Ma nessuno lo dice, non dovrebbe funzionare con il solo cavo Sync? Che devo fare?

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      niente di più facile che ci sia una sorta di gerarchia per cui il MIDI prende il sopravvento sul sync analogico;

      se invece COL SOLO CAVO SYNC attaccato non funziona niente, occorre controllare con pazienza i parametri interni del Minilogue e verificare che sia impostato correttamente per ricevere i dati di sincronizzazione “analogica”.

      Reply

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