Amare il proprio delay – Seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

La volta scorsa, ci siamo occupati di costruire una struttura minima di sintetizzatore e un altrettanto minima struttura di ritardo con la quale governare il delay time, definire il rapporto tra segnali wet e dry, impostare la percentuale di ribattute in feedback. E’ giunto il momento di modificare, peggiorando o migliorando, a seconda dei casi, il funzionamento della struttura fino a raggiungere nuove e inesplorate regioni timbriche.

Di Enrico Cosimi

Delayed Flights

Premesso che, di nuovo e inesplorato, nel territorio della sintesi timbrica c’è veramente poco, è chiaro che stiamo per sottoporre la struttura di base ad una serie di modifiche con le quali ragionare, riflettere, sulle peculiarità di funzionamento. Ancora una volta, l’obiettivo finale è quello di amare il proprio delay quale che esso sia, per quello che fa, per come lo fa. Procediamo per la tombola.

XILS-lab DeeS

Written by Redazione Audio Central Magazine on . Posted in Recording, Software

Disponibile per Mac e per Windows, il programma mette sotto controllo la percentuale di sibilianti all’interno di un file audio vocale, correggendo eventuali errori nel posizionamento microfonico o nell’emissione.

A cura della Redazione di Audio Central Magazine

Schermata 09-2456925 alle 12.39.17

Con una serie di controlli mirati, è possibile ottimizzare l’intervento del programma: Detection Freq identifica la frequenza incriminata e Reduction permette di definire il livello di controllo applicato. Grazie alla rilevazione delle esplosive, si può facilitare in maniera automatica il raggiungimento di risultati professionali.

Con Voice EQ e Sibilant EQ, offre indipendente controllo su due canali di trattamento; l’implementazione grafica facilita le cose.  L’applicazione può essere scaricata a 32 o a 64 bit, con compatibilità AAX, AU, RTAS, VST.

Qui, per ulteriori info e download

 

Digital Audio WorldStation: Inter/Azioni elettroniche per la creatività musicale

Written by Redazione Audio Central Magazine on . Posted in Events

Il bando Digital Audio WorldStation: Inter/Azioni elettroniche per la creatività musicale è promosso dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia, con il sostegno della Regione Veneto nel quadro degli “Interventi regionali di promozione e sostegno della musica giovanile. Esercizio finanziario 2013. Legge regionale 19.03.2009, n. 8”.

A cura della Redazione di Audio Central Magazine

Schermata 09-2456924 alle 17.01.31

È rivolto a giovani musicisti interessati alla musica elettronica in tutte le sue declinazioni, con un’età compresa tra i 18 e i 35 anni.

sE Electronics Laser – Professional On Camera Microphone

Written by Emiliano Girolami on . Posted in Gear, Recording

Girare video fa ormai parte della nostra vita, la rivoluzione dei Social Network e la contemporanea diffusione degli smartphone hanno reso questa modalità di espressione una delle più diffuse. Anche in ambito professionale l’avvento del digitale ha portato grandi novità, tra queste il fatto che molti modelli di reflex vengono utilizzati al posto delle telecamere per girare video ad alta risoluzione.

Di Emiliano Girolami

LaserProspettiva

sE Electronics ha sempre mostrato sensibilità verso le evoluzioni tecnologiche e, per quanto riguarda le riprese audio legate al video, recentemente  uscita sul mercato con il ProMic Laser (il primo con caratteristiche adeguate alla ripresa di audio per video in diretta).

Amare il proprio delay – Prima parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Apparentemente, un delay (analogico o digitale che sia) si limita a ripetere il segnale che riceve al proprio ingresso… Dai primi esperimenti con i registratori magnetici, lungo tutta l’evoluzione tecnologica seguente fino ad oggi, il musicista distratto potrebbe considerare il delay come un semplice pappagallo ammaestrato; in realtà, è possibile utilizzarlo per togliersi diverse soddisfazioni. O, se preferite, lo si può ammaestrare meglio.

Di Enrico Cosimi

00 Delay - Apertura

Nel corso di questi appuntamenti, vedremo di aprire il cofano e scendere in profondità all’interno del suo funzionamento utilizzando, al solito, l’instant classic Clavia Nord Modular G2 come piattaforma di sperimentazione. Come è facile immaginare, per sperimentare approfonditamente il meccanismo del delay, occorre un segnale audio da ripetere: per questo motivo, dovremo costruirci il sintetizzatore più semplice del mondo, in modo da avere sempre a disposizione una sorgente su cui contare.

Roland SH-2 Plug-Out

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software

La replica delle macchine storiche Roland, pronta per essere installata (e non solo) nel nuovo System-1 conferma quanto affermato per il lancio della AIRA Series; molto probabilmente, nel futuro di Roland vedremo sempre più spesso sbilanciamenti verso il software e pochi – funzionali – apparecchi hardware mirati e/o riconfigurabili. A tutto vantaggio dell’utente.

Di Enrico Cosimi

sh-2a

La seconda puntata della saga Plug-Out parla dello storico SH-2, realizzato nel 1979 con doppio oscillatore più sub, struttura semplificata-ma-non-tanto, timbrica caratteristica Roland analog e un rapporto complessità/prestazioni di tutto rispetto. Il nuovo SH-2 Plug-Out è disponibile tanto nella versione da installare all’interno del System-1 quanto come “semplice” plug-in da caricare nelle più diffuse DAW commerciali.

Waldorf Streichfett: non solo string machine!

Written by Attilio De Simone on . Posted in Gear

Meno di 10 anni fa, l’azienda Waldorf era data per spacciata: i grandi cambiamenti nella tecnologia degli strumenti musicali degli anni precedenti avevano messo con le spalle al muro i produttori apparentemente incapaci di innovare e di reagire ai fortissimi stimoli esterni. Poi venne lanciata l’ancora di salvezza, il Waldorf Blofeld, che, oltre a cambiare in positivo il destino del produttore tedesco, diede il via ad una serie di prodotti particolarmente interessanti. Questa volta è il turno dello Streichfett

di Attilio De Simone

Cosa significa Streichfett? Il termine è un mix di due termini tedeschi: Streich deriva da Streichinstrument che significa strumenti ad arco (dal verbo “streichen”, sfregare, accarezzare) e fett che è l’equivalente del termine anglosassone phat, termine  che i musicisti usano quando vogliono descrivere un suono bello grasso. Fatta la traduzione del nome dello strumento, non ci sarà difficile inquadrare il mondo sonoro che promette di rappresentare lo strumento: quello delle string machine.

TC Electronic Ditto X2Looper: ancora qualche parola

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Prima o poi, il drone performer che si rispetti finisce per avere bisogno di un looper con cui catturare e eternalizzare l’ambiente sonoro che ha creato. Dopo il riscontro ottenuto con il piccolissimo Ditto Looper, TC bissa il successo ampliando le funzionalità dell’apparecchio in maniera tale da renderlo potabile anche per i tastieristi. Ne avevamo parlato qualche mese orsono, mentre le notizie erano ancora frammentarie e prive di conferme; oggi, è possibile scendere un pochino più nei particolari, aspettando – con ansia – il momento nel quale avremo un esemplare per le prove di rito.

Di Enrico Cosimi

Schermata 09-2456919 alle 11.47.29

Ditto X2 Looper fornisce cinque minuti di loop organizzati in infinite tracce sovrapponibili. A differenza del precedente modello, la struttura di base è stata potenziata con una dotazione di controlli – seppure ancora spartani – che facilita l’integrazione e l’interazione durante l’esecuzione dal vivo.

Mosche bianche. FireBird 2 

Written by Jacopo Mordenti on . Posted in Software, Vintage

Diciamolo pure: il mondo dei VST e dei VSTi è talmente ampio che orientarcisi nel dettaglio è praticamente impossibile. Capita così che, disperse in un mare di prodotti mediocri, alcune chicche sfuggano alla nostra attenzione, e sì che fra gratuità e prestazioni potrebbero tornarci utili. Pronti a fare un giro sul  FireBird 2 di Tone2 ?

Di Jacopo Mordenti

firebird 01

A prima vista l’architettura del pupo sembrerebbe semplice, quando non banale: due oscillatori, un filtro e il suo inviluppo, un amplificatore e il suo inviluppo, un LFO, un arpeggiatore, un banco effetti e poco altro.

M-Audio BX6 e BX8 Carbon Studio Monitor

Written by Emiliano Girolami on . Posted in Gear, Recording

Quattro scatoloni di dimensioni rilevanti ci accolgono nel magazzino della redazione. All’interno altrettanti monitor da studio si rendono disponibili ad essere provati e misurati in coppia. Le casse fanno parte della nuova linea di monitor per home e project studio proposta da M-Audio che comprende modelli di varie dimensioni e caratteristiche. Si va dalle piccole Studiophile AV 30 con woofer da 3” alle M3-8 che, come si evince dalla sigla, sono a tre vie con woofer da 8”.

di Emiliano Girolami

BX6Carbon_front_media_8x10

L’apertura degli scatoloni ci fa scoprire una coppia di BX6 Carbon e una di BX8 Carbon. I due modelli sono esteticamente molto simili, diremmo uguali se si prescinde dalle dimensioni, ma di caratteristiche tecniche diverse. Approfondiamo…

 

BX6 Carbon

È caratterizzato da un woofer da 6” in Kevlar e tweeter a cupola in seta da 1,25”. Gli amplificatori sono due e in classe A/B, forniscono 70W sulle basse e 60W nel registro acuto. La frequenza di cross-over è 2,5 Khz. Il sistema garantisce una risposta in frequenza che va da 45Hz a 22KHz.

Il pannello frontale è sagomato in modo da costituire una guida d’onda che allinea l’emissione dei due speaker per la massima coerenza in fase. Un LED azzurro ha la doppia funzione di segnalare l’accensione del sistema e di indicare la migliore posizione per l’ascolto (basta individuare il punto di maggiore luminosità). Un modo semplice ma ingegnoso di allineare il triangolo composto dai due speaker e la testa dell’ascoltatore. Nessun problema quindi ad individuare lo sweet spot. Il contenitore è realizzato in MDF.

BX6Carbon_back_media

La porta di accordo per le basse frequenze è sul pannello posteriore nel quale troviamo anche gli ingressi bilanciati (TRS e XLR), un selettore a tre posizioni (Acustic Space) per regolare la risposta in basso e una manopola per il volume.

Interruttore e presa IEC per la tensione di rete (con cambio tensione per adattarsi alle varie nazioni) completano la dotazione.

 

BX8Carbon_front_media_8x10

BX8 Carbon

Questo diffusore è di dimensioni più generose ed ha un woofer da 8”. Stesso tweeter e stessi amplificatori con una frequenza di taglio del cross-over che scende a 2,2KHz. Ovviamente la risposta in frequenza è più estesa sulle basse, si va da 38Hz a 22KHz. Le altre caratteristiche sono del tutto simili a quelle del modello più piccolo.

 

BX8Carbon_back_media

La prova

Iniziamo il test con il modello da 6”. Dopo l’installazione diamo in pasto alle casse un rumore rosa per qualche ora in modo da stabilizzare i componenti. Ascoltiamo vari pezzi già mixati e tracce singole. Notiamo subito un ottimo dettaglio sulle alte che consente di mettere a fuoco i particolari nascosti del suono. Le medie son ben rappresentate mentre, per le basse e le medio-basse notiamo una certa mancanza di profondità. La qualità dell’ascolto è comunque più che sufficiente per portare a termine le operazioni di mix senza problemi. Ci sembra che le BX6 si trovino a proprio agio nel pop, nel rock classico e nel jazz. A causa della risposta sul registro grave non le consiglieremmo per Disco e generi collegati per i quali la precisione sotto i 150Hz è cruciale per determinare la riuscita del pezzo. Forse un accoppiamento con un soob woofer (tenendo d’occhio l’acustica della sala) è consigliabile se lavorate con sample, Drum&Bass e simili. Considerando il prezzo, però, le prestazioni sono più che adeguata. Una coppia di BX6 Carbon si porta a casa con meno di 300€ (street price).

Installiamo le BX8 e procediamo allo stesso trattamento con rumore rosa. Appena passiamo alla musica notiamo subito un notevole miglioramento rispetto alle BX6. Tutta la gamma audio è rappresentata correttamente, il suono è equilibrato e il dettaglio è garantito. La tridimensionalità è buona è non è difficile seguire i diversi piani sonori del pezzo sul quale si sta lavorando. Nessun problema con cassa, basso, contrabbasso o suoni sintetici. Facile gestire le voci e le chitarre in gamma media. Ottima e mai fastidiosa la risposta in alto per gestire al meglio, ad esempio, i piatti della batteria. Le BX8 ci convincono su tutta la linea. Non ci sono generi musicali sui quali non si possa lavorare con tranquillità, l’ascolto non è mai faticoso (e questo succede anche con le sorelle minori) probabilmente in virtù del tweeter a cupola di seta. L’acquisto di una coppia di BX8 richiede più di 300€ (street) ma, per la fascia di prezzo, le prestazioni sono ottime.

Conclusioni

L’acquisto dei monitor deve essere ponderato accuratamente perché tutta la musica che produciamo passa attraverso di essi. I progressi e i miglioramenti delle tecnologie di produzione rendono però possibile coniugare buone prestazioni con prezzi molto ragionevoli.

M-Audio è da sempre paladina di questa filosofia e le nuove BX6 e BX8 ne sono un esempio. Obbligati alla scelta propenderemmo, senza dubbio, sulle più grandi.

 

ga('send', 'pageview');