Il simpatico gioco dell’autunno: parte terza

Written by Attilio De Simone on . Posted in no-categoria, Tutorial

Andiamo sul concreto. Come detto nel precedente articolo, l’obiettivo della mia intuizione è quello di creare una catena di modulazione in grado di gestire indipendentemente ogni singolo parametro di controllo del Moog Slim Phatty. Di solito si considerano molti parametri di gestione del suono come parametri statici che contribuiscono a determinare il suono e anche se vengono modulati, la modulazione avviene solo per qualcuno di essi ma non per tutti, contemporaneamente e con sorgenti di modulazione indipendenti. Io, invece, volevo una o più sorgenti di modulazione destinata ad un solo parametro.

Di Attilio De Simone

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In buona sostanza, per me ogni singolo parametro non deve essere più considerato un semplice elemento di controllo, ma un vero e proprio musicista che deve costantemente “eseguire” qualcosa, e la “partitura” da eseguire è rappresentata dalle impostazione della modulazione.

Ipad e i delay

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software

Con il moltiplicarsi delle applicazioni per ambiente ios, è ormai possibile utilizzare l’ipad come un vero e proprio processore di effetto in tempo reale. Muniti di una scheda audio idonea alle nostre esigenze e delle applicazioni giuste, saremo in grado di processare il suono in entrata ad un ottimo livello qualitativo sfruttando al meglio le peculiarità della superficie touch dell’ipad e recuperando quella manualità e quell’immediatezza che si perde quando si lavora su computer.

Di Attilio De Simone

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Dedichiamo questo articolo a tre delay che mi hanno particolarmente colpito per caratteristiche e qualità sonora.

Rumors… Fruity Loops approda a Mac OsX?

Written by Redazione Audio Central Magazine on . Posted in Software

Sembra, si dice, pare, potrebbe essere che, dopo anni di esclusiva disponibilità per la piattaforma Windows, Fruity Loops, la popolare suite di produzione elettronica, potrebbe migrare – o quantomeno affiancarsi – sulla piattaforma Mac OsX. Se corrispondesse al vero, la cosa potrebbe allargare significativamente il bacino d’utenza per un programma che ha fatto della sua semplicità estrema, l’arma più efficace per immediatezza, gestione del workflow e capacità di concretizzare le semplici idee in brani che girano.

A cura della Redazione di Audio Central Magazine

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Sono solo pettegolezzi, ma sembra che il passaggio possa finalmente essere reso possibile; l’arrivo della versione 12 di FL potrebbe coincidere con lo sblocco del “problema Delphi”.  FL è scritto in Delphy con in-line assembly, e solo (molto) di recente Delphy è stato dotato dell’abilità di compilazione sotto Mac OsX. Questo potrebbe, nel prossimo futuro e se i segnali di mercato saranno favorevoli, preludere ad un porting verso il nuovo ambiente di lavoro, garantendo la compatibilità bidirezionale.

Mentre incrociamo le dita, segnaliamo questa pagina per ulteriori informazioni.

 

 

A proposito di classici: TimewARP 2600 – Seconda parte

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Software

Riprendiamo il discorso da dove eravamo rimasti, passando in rassegna le fedeli rimodellazioni SW messe in piedi da Jim Heinz di WayOutWare per raggiungere l’elusivo suono dell’ARP 2600. Ora, è il turno del… Filtro

Di Antonio Antetomaso

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Anche il filtro del TimeWARP 2600 è estremamente fedele alla conformazione del filtro della macchina originale, con l’unica differenza che è possibile dosare l’incidenza del CV di tastiera sull’apertura di esso, mentre nella versione originale non è presente l’attenuatore. Approfondendo le ricerche in rete,  appare chiaro come nelle diverse versioni del 2600 “vero”  ci siano differenze in termini di escursioni di frequenze lasciate passare dal filtro.

Il simpatico gioco dell’autunno: parte seconda.

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Come dire: è possibile un differente approccio alla sintesi? Visto che qualche simpatico “traditore” ha ben pensato di rovinare la sorpresa anticipando la soluzione (ma sappiate che ha barato, dato che era già informato), i lettori già sanno che il sintetizzatore impiegato è un semplice Moog Slim Phatty. Capiamone di più…

Di Attilio De Simone

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Ho deciso di sviluppare questo esempio sul Moog Slim Phatty per vari motivi:

  1. Lo strumento lavora col filtro ladder, che ne tipicizza moltissimo il suono;
  2. Il Phatty ha un’architettura hardware chiaramente ispirata al Minimoog e quindi con precisi limiti strutturali per quel che concerne le modulazioni;
  3. Il Phatty viene associato a determinate famiglie sonore, prevalentemente alle famiglie dei bassi, dei pad e dei lead. Sicuramente non viene associato alle sonorità tipiche della musica elettronica avanzata.

In buona sostanza il Phatty è un buon sintetizzatore, con il classico suono Moog, in cui a farla da padrone è il filtro ladder tipico degli strumenti americani, ma dalle possibilità di intervento sul suono molto limitate.

A proposito di classici: TimeWARP 2600 – Prima parte

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Software

 Le macchine ARP mi hanno da sempre affascinato, questo è un dato di fatto. Sarà per la timbrica particolare di fatto molto più metallica, sporca e rude di una macchina Moog, sarà perchè, ascoltando l’Herbie Hancock dei tempi passati quando suonava con gli Headhunters, delle timbriche ricavate da lui sull’Odissey mi sono follemente innamorato, sarà perchè l’ARP 2600 è una costante della musica di Jean Michelle Jarre che adoro, sarà per l’impostazione dell’interfaccia utente che, a mio avviso, mette in condizione subito quest’ultimo di capire chi finisce in cosa e quando….sta di fatto che sui synth ARP sono alla continua ricerca di video su Youtube, di manuali da spulciare, di guide da leggere e soprattutto, di emulazioni software degne di essere chiamate tali.

Di Antonio Antetomaso

 

COPERTINA

Di tutte, forse il fratellone maggiore della serie, l’ARP 2600 è quello che mi ha accalappiato di più, probabilmente a causa del fatto che, come ogni modulare che si rispetti, padroneggiarlo non è cosa da tutti. Delle prerogative che mi hanno preso di più di questa macchina, forse quella più interessante è la sua caratteristica di “modulare a metà”: l’organizzazione, si, a moduli da interconnettere tra loro mediante patch cords ma il corredo di collegamenti “built in” tra i vari moduli per semplificare la vita del programmatore alla ricerca di timbriche veloci e “standard” pronte all’uso. Sto parlando delle connessioni “normalled”, naturalmente…ma andiamo per ordine.

Riaccendiamo il Moog Modular System 55…

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Diciamo la verità: questo articolo confina pericolosamente con lo spam o, se si preferisce, con l’auto promozione; ma l’argomento è – per certi versi – talmente sfizioso che vale la pena di correre il rischio. La cornice è, come da diversi anni, sempre quella: il Conservatorio di Musica Santa Cecilia in Roma – uno dei più antichi d’Italia (se non il più antico…), uno di quelli che, negli Anni 70 ha avuto la sagacia di acquisire strumentazione (per l’epoca) allo stato dell’arte, che oggi brilla di luce propria nello scialbo panorama internazionale.

Di Enrico Cosimi

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Identificata la cornice, giungiamo al soggetto: il venerando Moog Modular System 55, acquisito dal Conservatorio nel lontano 1974, su richiesta di Franco Evangelisti (pioniere della Musica Elettronica – e non solo, alfiere del Gruppo d’Improvvisazione Nuova Consonanza, figura fondamentale per il ruolo di catalizzatore svolto all’epoca). Lo strumento, usato con parsimonia, rispetto e competenza dai docenti di Musica Elettronica che si sono alternati in Cattedra (basterebbe citare Walter Branchi, Riccardo Bianchini, Giorgio Nottoli), è da tempo oggetto didattico sul quale viene incentrata la serie di lezioni relative ai… sintetizzatori virtuali indegnamente tenute dal vostro E.C.

Per questo motivo, in preparazione dell’apertura di “ostilità” che coincide con il ciclo di 10 lezioni, con partenza nel primo trimestre dell’anno venturo, c’è la rituale rimessa a punto dell’apparecchio che – quest’anno – ha coinciso con il suo spostamento in un’aula dedicata alla “didattica analogica”. E non solo.

TheWARP: la resurrezione del 2600?

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Negli anni appena trascorsi, la valutazione media di un ARP 2600 è cresciuta a dismisura, raggiungendo picchi impensabili: oggi, per una macchina in condizioni appena decenti, è facile sentirsi chiedere 6000 euro, mentre per una vera bellezza, il prezzo richiesto può sfiorare i 7000/7500 euro. Se a tutto questo si aggiunge che, già in origine, la qualità costruttiva dei 2600 originali lasciava parecchio a desiderare, è facile capire lo stupore ingenerato. Ma, da oggi, le cose potrebbero cambiare…

Di Enrico Cosimi

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Un gruppo di musicisti e tecnici svizzeri, coordinato da Roberto Ranieri-Seith e Neil Otupacca, si è infatti lanciato nella clonazione (ma sarebbe più corretto parlare di reinterpretazione) dello strumento originale, proponendo TheWarp, una belva alta 12 rack unit che potrebbe dare parecchio filo da torcere ai coraggiosi sintetisti analogici.

Compressore Ottico – IGS Audio Photon 500

Written by Emiliano Girolami on . Posted in Gear, Recording

IGS Audio è una azienda polacca che produce componenti hardware per audio ispirati ai classici analogici dei tempi d’oro. Oltre agli apparati in formato rack 19″ c’è in catalogo una linea in standard API-VPR 500. Il Photon 500 è, come si evince dal nome, un membro di questa famiglia.

di Emiliano Girolami

 

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Si tratta di un compressore ottico con un design che, stando alle dichiarazioni del costruttore, si ispira ai famigerati LA-2A ed LA-4A (vista la costruzione a stato solido propenderemmo, nel qualificare la fonte di ispirazione, per quest’ultimo).

Jupiter-X

Written by Attilio De Simone on . Posted in Gear

Continua il recupero e la ri-realizzazione delle circuitazioni analogiche più note. Questa volta è lo Sviluppatore Jan Östman ad annunciare due nuovi sintetizzatori ispirati agli strumenti Roland degli anni ’80: i synth monofonici Jupiter-X e Ju-X.
Östman sostiene di aver replicato fedelmente il DCO dello Juno-106 sebbene il timer originale 8253 sia stato sostituito con un ATmega.

Di Attilio De Simone

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Lo Jupiter-X è un synth monofonico in formato tabletop che ricrea una sola voce dello storico strumento, utilizzando un DCO Juno. Queste le sue caratteristiche:

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