Kinetik Laboratories Twilight Zone

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Dopo le potenti macchine drone oriented sviluppate in precedenza, Kinetik Laboratories si cimenta ora con un nuovo modulo di filtraggio denominato Twilight Zone. Fresco fresco di segnalazione sui social network, ancora privo di annunci ufficiali, non rimane che avanzare qualche considerazione basata sul semplice “contatto visivo”, contando sui futuri aggiornamenti informativi.

Di Enrico Cosimi

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Diciamo subito che l’apparecchio, finora, è stato prodotto in una serie numericamente stra-super-ultra limitata, ma avrà un ruolo di “apripista” per ulteriori interessanti sviluppi che dovrebbero arrivare a breve…

Twilight Zone è un filtro multimodo – in grado quindi di cambiare la propria funzione di trasferimento – che offre al musicista il comportamento selezionabile Low Pass e Band Pass. E’ probabile, ma tutto da dimostrare appena arriveranno informazioni/comunicazioni ufficiali e certificate, che gli slope siano rispettivamente 12 dB/Oct per il passa basso e 6 dB/Oct per il passa banda, sempre che la pericolosissima coppia Reali & Granzieri non abbia tentato qualche strada più esoterica.

iModular

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software

iModularSynth ha introdotto iModular – una combinazione hardware / software progettata per consentire l’utilizzo di un iPhone o un iPad all’interno dei sintetizzatori modulari Eurorack. Il dispositivo IOS può essere utilizzato come generatore di suoni, effetti o qualsiasi altra cosa permessa dal software.
Di Attilio De Simone
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Il sistema è costituito da due componenti: l’applicazione iModular e il modulo di interfaccia Eurorack iModular. L’applicazione iModular trasforma l’iPhone / iPod / iPad in un modulo multifunzione a due canali compatibile con il mondo eurorack. Può essere utilizzato come generatore di inviluppi a 6 posizioni, Envelope Follower, o Low Frequency Oscillator. I due canali sono indipendenti e possono essere usati in modi differenti allo stesso tempo, ogni canale di ingresso può essere utilizzato sia come generatore di segnali audio che per il trattamento di segnali audio esterni.

FLUX:FX di Adrian Belew: il futuro dell’effettistica dedicata alla chitarra e non solo?

Written by Attilio De Simone on . Posted in Software

FLUX: FX è un’applicazione multieffetto audio professionale concepita per ambiente iPad che permette di utilizzare gli effetti pianificando modifiche dei loro parametri sulla falsa riga del trend avviato da Sugar Bytes, ma facendolo a modo proprio.

FLUX: FX ridefinisce le possibilità di trattamento audio e di performance dal vivo tramite un’app che garantisce una vastissima gamma di effetti e di opzioni. Capiamone di più

Di Attilio De Simone

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Partiamo innanzitutto dalla biografia artistica di Adrian Belew: chitarrista e cantante ecclettico, non si contano i suoi progetti, scoperto da Frank Zappa (sempre attento a scovare talenti chitarristici a cui dare ampio spazio nelle sue formazioni) vanta collaborazioni con David Bowie, Talking Heads, Laurie Anderson, Nine Inch Nails, Porcupine Tree, ma il suo nome è legato a filo doppio ai King Crimson di Robert Fripp, band fortemente incentrata sul tecnicismo degli strumentisti e dalla sperimentazione sonora, sempre aggiornata alle ultime novità tecnologiche. Basti ricordare il ring modulator sapientemente utilizzato sulla chitarra, il suono di chitarra filtrato dal VCS3 sui primi dischi, il frippertronics ideato dallo stesso Fripp e i primi guitar synth che hanno costruito i colori sonori dei dischi dei King Crimson dalla fine degli anni ‘70 (tra i primi artisti ad utilizzare questi nuovi strumenti). Questo preambolo per comprendere la propensione di Belew all’innovazione e alla ricerca finalizzate al raggiungimento di un obiettivo creativo concreto.

Dave Smith annuncia OS 1.4 per la Tempest

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Software

DSI ha rilasciato un nuovo sistema operativo per la batteria analogica Tempest, sviluppata in collaborazione tra i due guru Dave Smith (MIDI, Prophet 5, eccetera…) e Roger Linn (LinnDrum, Adrenalin, eccetera…). OS 1.4 aggiunge diverse funzioni interessanti al già potente apparecchio.

Di Enrico Cosimi

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Oltre alle modifiche software, la 1.4 è fornita con un corredo di nuove timbriche, pattern e progetti (nella terminologia DSI, Sounds, Beats e Projects). L’aggiornamento, che è disponibile online sul sito DSI per tutti i proprietari Tempest, è caricato – di serie – nelle nuove apparecchiature spedite dalla fabbrica in tutto il mondo. Qui, potete trovare il download del nuovo sistema operativo e qui potete trovare il download del nuovo sound set.

La produzione musicale con Logic Pro X

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Bookshelf

Quando esce un buon libro sulla musica elettronica, sulla tecnologia o sulla produzione, bisogna festeggiare. L’ultima fatica editoriale di Alessandro Magri (già attivo columnist di Strumenti Musicali) è interamente dedicata all’impiego di Logic Pro X come ambiente “privilegiato” per la produzione elettronica e non solo. Come dire: dall’ago al cannone.

Di Enrico Cosimi

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Per chi fosse tornato solo ora dai bastioni in fiamme alle porte di Tannhauser, ricordiamo che Logic Pro (prima) e Logic Pro X sono, di fatto, uno degli standard più solidamente accreditati nel mondo Apple per la produzione Audio/MIDI. Originariamente costosissimo e, per questo motivo, limitato all’utenza più professionalmente facoltosa, oggi Logic Pro X offre una suite completa di strumenti, effetti, ambienti di programmazione, arrangiamento, editoria musicale, mix, mastering, eccetera che ha veramente pochi rivali. Come è facile immaginare, da sempre, il programma ha richiesto ore di studio e di paziente learning curve nei confronti di cotanta complessità. Fino ad oggi.

C’è polifonico e polifonico: qualche esempio

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Ieri, parlavamo delle differenze “interne” al funzionamento di un sint polifonico rispetto al sistema monofonico. A questo punto, sarà meglio ragionare su cosa non c’è nel sistema polifonico, facendo riferimento ai rutilanti Anni 80 dello scorso secolo.

Di Enrico Cosimi

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Come direbbe un ben noto parlamentare: con la crana, si aggiusta tutto… E’ ovvio che, potendo pagare, si può pretendere una struttura di sintesi polifonica tanto densa di moduli e comportamenti da far impallidire il monofonico “tipo”… E’ altrettanto ovvio che il polifonico di fascia alta risulterà costoso, difficile da gestire, difficile da progettare e impaginare sul pannello comandi; una vera medaglia a due facce.

Vediamo di fare qualche esempio banale. Ci limiteremo a tre casi, ma l’esperienza (e la curiosità) individuale porterà il lettore a facili collegamenti mentali.

Perchè un polifonico suona diverso da un monofonico

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Tanti anni orsono, quando ancora i dinosauri regnavano sulla terra, chi scrive tornava orgogliosamente a casa portando un Polymoog nuovo di pacca da affiancare al Minimoog Model D che già, da tempo, faceva parte del personale armamentario. Nei sogni del periodo, le possibilità millantate del Polymoog lasciavano sperare di poter replicare “n” volte la potenza timbrica offerta dal monofonico, con la stessa dinamica, la stessa articolazione, la stessa espressiva e devastante potenza timbrica. Non era così.

Di Enrico Cosimi

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Sarebbe bastato un ascolto approfondito di Brain Salad Surgery – e, in special modo, della suite Karn Evil Nine – per capire che gli accordi presi da Emo sui prototipali Lyra & Apollo (antesignani del Polymoog) erano timbricamente molto lontani dalle densità armoniche raggiunge in single voice mode dal Modular 3C e dal Minimoog… ma, all’epoca si era molto ingenui e la constatazione, semplicemente, passò in secondo piano. Quello che non passò fu la delusione di scoprire, nel Polymoog una sorta di glorificata tastiera archi, appena più potente dal punto di vista dei risuonatori degli inviluppo di (pseudo)articolazione e della gestione dinamica di tastiera. Il discorso era un altro: fatti salvi determinati accorgimenti – e, certe volte, neppure con quelli, un synth polifonico non può suonare come un synth monofonico. Punto.

Moog torna ai modulari?

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Dopo l’exploit invero fortunato della Keith Emerson Edition (dieci modulari fatti tali e quali quello di Emo, compresi i fischietti e i campanelli…), Moog Music ha segnalato – in maniera invero laconica – la messa in commercio di una quantità limitata di System 15System 35System 55 realizzati con componenti N.O.S., in maniera del tutto fedele agli originali.

Di Enrico Cosimi

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Ovviamente, si parla di strumenti non economici – ma neppure dal prezzo proibitivo come la K.E. Edition – destinati ad un ristretto numero di fortunati. Le (scarse) notizie in nostro possesso, cortesemente fornite da Midiware, importatore italiano del nobile marchio, parlano chiaro: la disponibilità numerica è contingentata (il Model 35 sembra, ad esempio, già completamente Sold Out), i prezzi sono allineati con quelli dei listini originali – fatte salve le differenze di svalutazione. Pertanto, il System 55 costerà approssimativamente 35.000 dollari, il System 35 costerà approssimativamente 22.000 dollari, il sistem 15 costerà approssimativamente 9500 dollari.

Acidlab Drumatix TR-606

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Dopo aver magistralmente clonato la TR-808 (cogliendone in pieno l’anima analogica) e la TB-303 Bassline, Acidlab procede inesorabilmente offrendo la propria versione della storica TR-606. Anche in questo caso sono rispettate le funzioni di generazione sonora originale – ma con in più diverse sorpresine – e le possibilità offerte dal pattern/track sequencer di bordo.

Di Enrico Cosimi

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La Drumatix by Acidlab è l’insieme di due unità operative separate: la scheda di generazione analogica vera e propria e lo step/pattern/track sequencer che permette l’organizzazione ritmica delle timbriche di bordo.

TempoRubato Historic Harpsychord su iOS

Written by Redazione Audio Central Magazine on . Posted in Software

TempoRubato è una microbirreria software di Francoforte. Fondata da Rolf Wöhrmann, ha messo in cantiere la linea di sintetizzatori NLog per Mac OsX e iOS; poi, dopo aver collaborato con Waldorf per il potente Nave, sta ora sviluppando una serie di app dedicate alla restituzione timbrica di strumenti storici su iPad. Il primo di questa serie è il clavicembalo Historic Harpsichord Ruckers 1628.

A cura della Redazione di Audio Central Magazine

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Il prezioso clavicembalo, costruito da Andreas Ruckers il vecchio nel 1628, è stato campionato in tutte le sue sfumature, con possibilità di controllare i due manuali su canali MIDI indipendenti, con key velocity mappata sul delay on delle note innescate. I campionamenti sono organizzati con le accordature Vallotti, Kirnberger, per toni interi, eccetera. Il main tune è liberamente allineabile a qualsiasi frequenza di riferimento, non solo con le intonazioni storiche.

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