Moog torna ai modulari?

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Dopo l’exploit invero fortunato della Keith Emerson Edition (dieci modulari fatti tali e quali quello di Emo, compresi i fischietti e i campanelli…), Moog Music ha segnalato – in maniera invero laconica – la messa in commercio di una quantità limitata di System 15System 35System 55 realizzati con componenti N.O.S., in maniera del tutto fedele agli originali.

Di Enrico Cosimi

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Ovviamente, si parla di strumenti non economici – ma neppure dal prezzo proibitivo come la K.E. Edition – destinati ad un ristretto numero di fortunati. Le (scarse) notizie in nostro possesso, cortesemente fornite da Midiware, importatore italiano del nobile marchio, parlano chiaro: la disponibilità numerica è contingentata (il Model 35 sembra, ad esempio, già completamente Sold Out), i prezzi sono allineati con quelli dei listini originali – fatte salve le differenze di svalutazione. Pertanto, il System 55 costerà approssimativamente 35.000 dollari, il System 35 costerà approssimativamente 22.000 dollari, il sistem 15 costerà approssimativamente 9500 dollari.

Vediamo nel dettaglio le tre configurazioni. Le illustrazioni che corredano questo testo sono prese dalla documentazione leaflet dell’epoca, che Moog Music sta utilizzando in maniera ufficiale per le sue comunicazioni odierne.

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System 15

Composto da un singolo cabinet portatile, rivestito in tolex, con maniglie per il trasporto. Non presenta hand wiring dietro al pannello frontale (tutti i moduli sono, pertanto, indipendenti e agganciati al classico harness Moog multiconnessione), fatta eccezione per il singolo 921A e la coppia di 921B.

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I moduli compresi nella configurazione sono: 902 x 2 VCA; 904A VC LowPass Filter; 907A Fixed Filter Bank (la versione standard è realizzata in componentistica discreta, a richiesta e con un costo aggiuntivo, è possibile ottenere la circuitazione originale con le induttanze); 911 x 2 Envelope Generator; 921 Full Range Oscillator; 921A Oscillator Driver; 921B x 2 Voltage Controlled Oscillator; 923 Random Noise/Filter; 995 Attenuators; CP15 Console Panel. Non c’è tastiera.

 

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System 35

Composto da un singolo cabinet “slanted”, cioè dal profilo laterale inclinato, realizzato in noce massello americano. L’hand wiring dei moduli riguarda la coppia di 921A e le coppie di 921B ad essi attinenti; il modulo di Console S-Trigger 1 agganciato agli switch di smistamento CP4A e ai tre inviluppi 911; gli interruttori di smistamento CP4A per la gestione delle uscite d’inviluppo 911 sui tre VCA 902; le tensioni di controllo CV 1, CV2, CV2 dai due Consolle Panel CP3A ai rispettivi 921A Oscillator Driver; le stesse tensioni di controllo al CP4A collegato al modulo LowPass Filter 904A.

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Il sistema completo comprende: 902 x 2 VCA; 904A LowPass Filter; 904B HighPass Filter; 907A Fixed Filter Bank; 911 x 3 Envelope; 921 Full Range Oscillator, 921A x 2 Oscillator Driver; 921B x 4 Voltage Controlled Filter; 923 Random Noise/Filter; CP8A Console Panel; 951 Keyboard; CP3A x 2 Consolle Panel; CP35 Consolle Panel; Blank Panel.

 

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System 55

Composto da due cabinet, il Main slanted e l’upper da 22 unità. L’hard wiring riguarda gli accoppiamenti tra i due 921A Oscillator Driver ed i sei 921B Oscillator; gli S-Trig di Consolle 1 e 2 al routine switch del modulo 993 e, da questo ai tre inviluppi di destra 911; con le uscite dei 911 2 e 3 ruotate al Trigger Delay 911A; i collegamenti tra inviluppi e amplificatori 902; le tensioni di controllo CV1, CV2, CV3 sui tre Consolle Panel CP3A, uno per ciascun 921A Driver e per il full range 921; le tre tensioni di controllo CV1, CV2 e CV3 sul 992 di smistamento al filtro.

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Il sistema completo comprende: 902 x 5 VCA; 903A Random Noise Generator; 904A LowPass Filter; 904B HighPass Filter; 911 x 5 Envelope Generator; 911A Dual Trigger Delay; 914 Fixed Filter Bank; 921 VCO Full Range; 921A x 2 Oscillator Driver; 921B x 6 Voltage Controlled Oscillator; 960 Sequencer; 961 Interface; 962 Sequential Switch; 992 CV Panel, 993 Trigger & Envelope Routing; 994 Dual Multiple; CP2 Consolle Panel, CP3A x 3 Consolle Panel, CP8 Consolle Panel. La tastiera è opzionale.

 

In aggiunta, è previsto un Expansion Cabinet in formato “22 unit” (come quello superiore presente nel sistema 55, per intenderci) che potrà ospitare le sequencer expansion con cui potenziare il System 15 e il System 35. Di questo cabinet aggiuntivo ancora non è stato comunicato il prezzo.

 

Come accennato in precedenza, sembra che la fornitura dei System 35 sia già stata completamente venduta, mentre rimangono disponibili pochi System 55 per l’Italia e ancora meno System 15 per il mondo…

Fate i vostri conti e mettetevi in gioco.

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Comments (10)

  • Alessandro Gaffuri

    |

    Peccato per il prezzo davvero proibitivo se non per pochi pochissimi, quasi da vintage praticamente.
    Non conosco i reali prezzi di produzione ma così a occhio mi sembrano un tantino fuori dal comune.
    La notizia del ritorno dei sistemi modulari Moog fa comunque molto piacere, sperando sempre in un futuro più economicamente abbordabile.

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    • Attilio De Simone

      |

      Io credo che si paghi il giusto valore, vista la componentistica utilizzata. Alla fine il marchio moog inciderà un poco sul prezzo, ma resta la componentistica impiegata. ci sarà una differenza tra una ferrari e una 500 che giustifica la differenza di prezzo, no? Lo stesso ragionamento si può fare valutando la differenza di prezzo tra il moog voyager e il sub37. Le prestazioni del sub37 sono superiori a quelle del voyager ma quest’ultimo costa di più. come mai? il sub37 demanda al software interno parte delle funzioni di controllo e questo fa scendere il costo. dalla sua parte, il voyager è fatto con componentistica di alta qualità, partendo dai rivestimenti in legno e passando per la tastiera finendo con l’elettronica. Sarà interessante vedere tra una trentina d’anni quanti voyager e quanti sub37 sopravviveranno al trascorrere del tempo. alla fine, se si vuole un modulare c’è il sistema eurorack che consente di accedere al mondo dei modulari a costi relativamente contenuti, scegliendo i moduli giusti si può accedere alle sonorità e alle funzionalità dei modulari moog. ma a fare la differenza è sempre la componentistica impiegata. d’altra parte se hanno già quasi esaurito le disponibilità poco dopo aver annunciato la produzione vuol dire che la politica moog ha ragione e che il prezzo è adeguato a quello che viene offerto. d’altra parte se il clone del moog di Emerson ha trovato acquirenti ad un prezzo da sceicchi (150.000$) vuol dire che Moog sa quale fascia di clientela vuole colpire con determinati prodotti. Esattamente come la Ferrari sa quali persone sono disposte a pagare il giusto prezzo per le proprie automobili.

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    • frabb

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      Ehm, se questi ti sembrano costosi, prova a vedere quanto costa un Buchla Skylab :)
      Il prezzo di questi arnesi, come giustamente afferma anche attilio, è giustificato per lo piu dalla qualità costruttiva e dalla componentistica utilizzata… è vero che nel mondo della musica (come dappertutto) si paga ANCHE il marchio (almeno un po’) ma devo dire che nel mondo dei sintetizzatori questo fenomeno è assai contenuto rispetto, per esempio, al mondo delle chitarre elettriche dove si corre il rischio di prendere strumentacci da quattro soldi pagandoli l’ira di dio solo per avere un certo marchio stampato sulla paletta (qualcuno ha detto Fender?)
      Ciao!

      ciao

      Reply

      • Attilio De Simone

        |

        anche i muri di synthesizer.com che si ispirano al mondo moog, costano non poco, ma il prezzo è giustificato al 100% dalla qualità di quanto fornito. D’altra parte al giorno d’oggi è possibile avere un modulare virtuale ben fatto addirittura senza pagare niente (ci sono dei freeware in giro molto interessanti), così come si può lavorare con il formato eurorack. Insomma ci sono prodotti per tutte le tasche e bisogna anche entrare nell’ottica dell’idea che certi strumenti sono per i professionisti che fanno certi acquisti contando sul rientro economico che un determinato strumento di lavoro gli darà. Chi affronta la musica a livello hobbystico trova ampia soddisfazione e ottiene risultati comunque professionali partendo dai software e arrivando anche ai modulari eurorack, senza considerare il fatto che sotto i 2.000€ è possibile accedere a synth monofonici (moog sub37 e dsi pro2) che offrono così tante opzioni di modulazione che il confine tra modulare e synth in sottrattiva si sta assottigliando sempre di più.

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        • Attilio De Simone

          |

          comunque tra i modulari più costosi c’è il folktek impossible box,

          http://folktek.com/instruments/electrocoustic/impossible-box

          che si poteva portare a casa per la modica cifra di 1 milione di dollari, almeno quando era commercializzato, ora non c’è più il prezzo di riferimento. E chissà a quanto ammonterebbe il valore di questo megamodulare.

          http://www.synthtopia.com/wp-content/uploads/2007/02/tontos-expanding-head-band.jpg

          Non ricordo nemmeno quanti EMS VCS SynthiA sono integrati nel sistema.
          D’altra parte era un’altra epoca e chi aveva messo in piedi quel sistema ha avuto ampio ritorno dall’investimento. Intere pagine della storia della musica sono state realizzate all’interno di quello studio e Stevie Wonder per qualche annetto si può dire ci abbia vissutto realizzando i 4 album di maggiore successo della sua carriera. Altri tempi….

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    • Enrico Cosimi

      |

      beh, con cifre molto più elevate prendi i modulari buchla che – in tutta onestà – saranno anche più sperimentali ed estremi nelle prestazioni, ma sono costruiti veramente male… 😉

      Reply

  • francè

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    trovo tutto ciò magnifico. beato chi se lo può permettere. qualcuno di voi ha mai messo mano ai cloni di Club of the Knobs? Che ne pensate?

    PS. Auguri a tutti

    Reply

    • Enrico Cosimi

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      Club Of The Knobs construisce MOLTO BENE. Passato un periodo relativamente oscuro, nel quale gli oscillatori erano realizzati con gli integrati CEM – [ricordo ancora con ilarità un patetico collezionista Moog addicted che, come dicono a Roma, ha imboccato con tutte le scarpe facendo la propria valutazione di “the real moog sound” basandosi su oscillatori che, appunto, al loro interno avevano un bel CEM scintillante] – Kazike ha coraggiosamente intrapreso una serie di progetti originali da affiancare alle clonazioni Moog che lo pongono oggi ai vertici della classifica per qualità costruttiva, accuratezza timbrica e bellezza dei propri prodotti. Per dire, il suo Bode Frequency Shifter è un autentico capolavoro di artigianato elettronico…

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  • roberto

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    …ragazzi, ricordo in tema cloni Moog anche mos-lab e synth-werk, di cui ho alcuni moduli davvero magnifici e che per quanto posso giudicare sono elettronicamente fedeli al 100% oltre che magnificamente costruiti; mi manca purtroppo il confronto diretto con un modulare Moog originale e nel caso di mos-lab sono tempi biblici per la consegna, ma date un occhio (e un orecchio)…

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    • Enrico Cosimi

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      il problema di mos-lab è che ha pochissimi tipi di modulo in catalogo e poi continua a voler fare quel benedetto mixer audio enorme e ingombrante… 😉

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