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Nord Drum 2. Parliamo di Snare

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Continuiamo con la nostra panoramica dei suoni di base e delle tecniche utilizzabili nella Nord Drum 2 per realizzare timbriche percussive personalizzabili. Questa volta, è il turno dello Snare Drum.

Di Enrico Cosimi

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Da quando l’uomo ha inventato il cavallo (cit.), il suono del rullante è composto – analogicamente parlando – da tre componenti indipendenti tra loro:

  • il tono del tamburo vero e proprio, la nota ottenibile accordando le pelli con tensione scelta dal batterista e personalizzata in base alla dimensione, altezza, diametro e materiale del fusto stesso;
  • il rumore prodotto dalla cordiera, cioè l’esplosione con attacco rapido e veloce decadimento che si genera – ad ampiezze variabili – ogni volta che il rullante viene percosso;
  • il click transiente “non-pitchato” che si produce quando la bacchetta entra in contatto con la pelle.

Le tre componenti sono fuse in un unico evento e – all’interno di una struttura di sintesi raffinata come quella proposta da Nord Drum 2 – devono essere affrontate con cautela.

Attenzione! Il corredo iconografico relativo agli schemi di funzionamento è identico a quello già pubblicato nella puntata dedicata alla Kick Drum; per questo motivo, non lo replichiamo in questa sede. 

Nord Drum 2. Parliamo di Kick Drum

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Il primo di questi appuntamenti è dedicato alla gestione/trattamento/personalizzazione dei suoni base in ogni drumkit. Partiamo dalla kick drum factory programmed per verificare quali punti modificare e che tipo di conseguenze timbriche si possono ottenere alterando i valori parametrici di base.

di Enrico Cosimi

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La Nord Drum 2, per chi si fosse sintonizzato solo ora, è un raffinato meccanismo di multi sintesi dedicato alla produzione simultanea di sei timbriche percussive, ampiamente personalizzabili e gestibili in tempo reale attraverso una solida implementazione MIDI.

ME & MY MODULAR 09 – Navigare tra i comportamenti

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Il titolo apparentemente sibillino cela una domanda angosciosa: ho veramente bisogno di tutto quello che il progettista si affanna ad infilare nel proprio circuito? Come faccio a isolare, nella massa di modelli offerti dal mercato, il tipo di modulo – cioè di comportamento – che mi serve?

Di Enrico Cosimi

MM 09 MakeNoise STO

La domanda non è delle più facili e, se sottovalutata, può portare a spese folli, talida azzerare velocemente il budget più generoso. E’ vero che, per certi musicisti, la disponibilità funzionale diventa un motore irresistibile per la creazione e la composizione (come dire: compongo in un certo modo perché posso fare certe cose), ma è anche vero che maggior consapevolezza porta a maggior controllo sul risultato finale.

Per questo motivo, inizieremo ad interrogarci sulle funzioni più generiche dei circuiti più indispensabili, verificando – caso per caso – le possibili variazioni sul tema, le loro conseguenze sull’operatività e (ove applicabile) le condizioni ottimali di utilizzo. Tanto per non sbagliare, inizieremo dall’oscillatore.

ME & MY MODULAR 08 – Configurazioni pre definite

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

La volta scorsa, avevamo verificato le opzioni di generazione e trattamento del suono presenti all’interno della struttura Foundation 3.1 elaborata da Pittsburgh Modular. Ora, è il momento di concentrarci sulle sorgenti di controllo.

Di Enrico Cosimi

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Ovviamente, partiamo dal MIDI 3, cioè dall’interfaccia MIDI che è in grado di convertire i dati digitali in comportamenti CV/Gate monofonici o bifonici. Come è facile immaginare, il MIDI non deve essere visto come un nemico dell’analogico, ma come una comoda sorgente di Gate per innescare “in battuta” gli inviluppi (basta una traccia di note MIDI accuratamente programmata) o come un sistema per automatizzare comportamenti melodici. In tutti i casi, rappresenta la vostra porta di comunicazione con il PC.

ME & MY MODULAR 03 – I Formati (prima parte)

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Continuiamo con le tappe di avvicinamento forzato e cautelato al mondo della sintesi modulare hardware. Prima ancora, o parallelamente, alle decisioni su quale strada percorrere come configurazione, è necessario decidere che tipo di formato hardware si preferisce utilizzare. La scelta non è solo “di ingombro”, ma ha delle conseguenze importanti.

Di Enrico Cosimi

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In questa come in altre fasi della nostra procedura di sopravvivenza al modulare, la nostra Bibbia sarà il prezioso sito www.modulargrid.net, dove confrontare in velocità e scioltezza le informazioni indispensabili (che poi approfondiremo sui siti web dei diversi costruttori).

Dicevamo: occorre prendere una decisione sul formato da adottare…

MIDI RPN & NRPN – Capiamoci qualcosa

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Tutorial

Dopo una serie di appuntamenti di carattere prettamente recensivo, vorrei “rompere un po’ le righe” proponendovi una chiacchierata dal sapore più squisitamente didattico (mamma mia che parolona…) incentrata su di un tema che abbiamo già affrontato in passato, ovvero il protocollo MIDI.
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Di Antonio Antetomaso

Nel dettaglio, durante lo scorso appuntamento, si è discusso brevemente della storia e delle caratteristiche del protocollo MIDI e si è spostato decisamente il focus sullo standard GENERAL MIDI, che ha provato a fare un po’ di ordine nell’universo delle possibili implementazioni della specifica da parte dei costruttori di strumenti musicali.

Sintesi granulare 3 – Facciamo un po’ di rumore 

Written by Francesco Bernardini on . Posted in Tutorial

Nelle precedenti puntate dedicate alla grainsynth abbiamo avuto modo di compiere un breve excursus storico/tecnico di questa particolare forma di sintesi, partendo dalle origini delle teorie di Dannis Gabor per poi passare al lato pratico della faccenda, e programmando un essenziale pitch-shifter, basato per l’appunto sulla granulazione audio, con il quale eravamo già in grado di modificare durata e frequenza di un campione mantenendo indipendenti tra loro questi due parametri (ovvero modificando l’uno senza variare l’altro).

Di Francesco Bernardini

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Questa volta cercheremo di mettere in pratica quanto finora esposto nel tentativo di estrapolarne una qualche forma di musicalità, e tentando dunque di utilizzare la sintesi granulare come un vero e proprio “strumento” invece che come mero “effetto speciale audio”.

Brutemachine! – Come trasformare il MicroBrute in una drum-machine 

Written by Francesco Bernardini on . Posted in Gear, Tutorial

Microbrute è un piccolo sintetizzatore monofonico prodotto da Arturia che sta incassando un discreto successo sia per la fascia di prezzo in cui si colloca che per il fatto di possedere, nonostante tutte le limitazioni del caso, una sua personalità vera e propria in grado di farlo “saltare fuori” dal solito sound. Credo che questo sia in larga misura merito del comparto di filtraggio, che suona “diverso” dal solito fin dalle prime pernacchie che si tirano fuori dallo strumento.

Di Francesco Bernardini

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Un’altra caratteristica saliente è la presenza di un essenziale – quanto efficace – sequencer interno. La possibilità di registrare pattern di note e (importantissimo) di pause ci consente da subito di giocare a fare Moroder a Berlino; un knob è dedicato al rate (velocità) del sequencer e tutti i controlli di segnale (inviluppo, frequenza del filtro etc.) sono sincronizzabili con il rate del sequencer stesso e/o con l’LFO (tramite selettore sull’LFO stesso + matrice CV), il quale  ci fornisce le tre classiche forme d’onda: pulse, saw e triangle.

La produzione musicale con Logic Pro X

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Bookshelf

Quando esce un buon libro sulla musica elettronica, sulla tecnologia o sulla produzione, bisogna festeggiare. L’ultima fatica editoriale di Alessandro Magri (già attivo columnist di Strumenti Musicali) è interamente dedicata all’impiego di Logic Pro X come ambiente “privilegiato” per la produzione elettronica e non solo. Come dire: dall’ago al cannone.

Di Enrico Cosimi

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Per chi fosse tornato solo ora dai bastioni in fiamme alle porte di Tannhauser, ricordiamo che Logic Pro (prima) e Logic Pro X sono, di fatto, uno degli standard più solidamente accreditati nel mondo Apple per la produzione Audio/MIDI. Originariamente costosissimo e, per questo motivo, limitato all’utenza più professionalmente facoltosa, oggi Logic Pro X offre una suite completa di strumenti, effetti, ambienti di programmazione, arrangiamento, editoria musicale, mix, mastering, eccetera che ha veramente pochi rivali. Come è facile immaginare, da sempre, il programma ha richiesto ore di studio e di paziente learning curve nei confronti di cotanta complessità. Fino ad oggi.

Ma il mixer analogico serve ancora?

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Recording, Tutorial

Sottotitolo: quando si ha una scheda audio? Il dubbio è meno peregrino di quanto si possa pensare e, prima o poi, assale chiunque produca musica elettronica principalmente attraverso un’interfaccia audio multicanale (ma non troppo) collegata al proprio PC. Come al solito, la risposta più corretta è: dipende…

Di Enrico Cosimi

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Dipende da tante cose: il tipo di interfaccia audio e il numero di canali simultaneamente disponibili in ingresso/uscita, il tipo di produzione che si vuole mettere in piedi (con o senza strumenti musicali esterni), il tipo di mixer analogico che si vuole collegare all’interfaccia. Anticamente, quando i dinosauri analogici regnavano sulla terra, il mixer era già oggetto di discussione per la differenza fondamentale tra le sue due possibili configurazioni: mixer recording e mixer da live. Il primo tipo era quello più adatto per gestire la registrazione multitraccia e, ancora oggi, risulta quello più comodo per indirizzare i segnali verso le diverse porte d’ingresso presenti nell’interfaccia audio; il secondo tipo era (ed è) quello più semplice, più economico e più diffuso sul pianeta. Per questo motivo, oggi, occorre imparare a fare i salti mortali adattando la propria metodologia di lavoro al limite del mixer live.

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