Bill Evans – Un’occasione per parlare di vita, musica e arte

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Events, Tutorial

Trattare in  due articoli uno dei capisaldi del pianismo Jazz quale è stato Bill Evans, pensando di dire tutto su di lui senza rischiare di cadere nel semplicismo più assoluto è un’impresa che rasenta l’impossibilità e, a mio avviso, costituisce quasi un’offesa nei confronti dell’operato di questo artista che tanto ha donato e continua a donare a legioni di pianisti. Per questi motivi, dopo aver chiesto perdono a coloro che hanno trattato in vere e proprie opere letterarie l’artista in tutti i suoi aspetti, vi do il benvenuto a questa piccola discussione il cui scopo è quello di far venire la voglia di avvicinarsi a questo pianista cercando di far capire perché è stato così speciale.

Di Antonio Antetomaso

Per fare questo, vorrei dividere la chiacchierata in due puntate, la prima (questa) dedicata un po’ a tutti in cui vorrei raccontarvi brevemente della vita e dell’attività artistica del pianista suggerendovi anche alcuni tra i dischi più famosi. La seconda, maggiormente dedicata ai musicisti, dedicata ai patterns, ai voicings e ai licks tipici dell’artista con accento sui contributi più importanti dati al jazz da egli. Nella seconda parte più che mai tratterò solo alcuni tra gli aspetti più importanti della tecnica di Evans, per ovvie ragioni di spazio e tempo.

Suono elettronico: ipotesi per un criterio di valutazione

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Chiediamolo al Dottor K

Molto spesso, nella pratica elettronica quotidiana – tanto basata sull’hardware che sul software – si discute attorno alla bontà del suono elettronico, cioè alla presunta superiorità di un sistema di generazione nei confronti di un altro o alla validità di una filosofia costruttiva in rapporto all’uso che se ne deve fare. Fatta la tara al vizio nazionale (qualcuno ci ha argutamente definiti “una nazione di commissari tecnici”…), ci punge vaghezza – in questa giornata piovosa – di squadernare qualche spunto di riflessione, cercando di arrivare a capire perché  un determinato suono elettronico sia da considerarsi migliore di altri. Inutile dire che mettersi alla ricerca della pietra filosofale sarebbe stato meno impegnativo…

Di Enrico Cosimi

La preparazione per un Noise Event – cronache di un caos annunciato

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Anche se, dall’esterno, può non sembrare, non è che la Capitale brilli per eccessiva densità di eventi elettronici; per questo motivo, quando un amico – nonchè compagno di precedenti avventure elettroniche – si appresta a festeggiare il compleanno aprendo il palco (e, auspicabilmente ma responsabilmente, anche il bar…) alle sessioni di noise elettronico, l’occasione da ghiotta diventa pressochè irresistibile.
Il problema, come al solito, consiste nel conciliare una minima struttura performativa con i rigorosi limiti di trasporto imposti dal mezzo a due ruote…

Di Enrico Cosimi

L’unica alternativa percorribile è affidarsi a uno strumento che – di base – preveda l’interazione con il control panel e garantisca la possibilità di costruire simultaneamente diversi percorsi timbriche da utilizzare in momenti separati della “performance”… ehr, d’accordo: in momenti separati del noise più o meno organizzato che sarà propinato agli (sfortunati) avventori.

Da questo punto di vista, un sintetizzatore come il venerando EMS Synthy AKS può tranquillamente risultare comodo.

I motori di sintesi di KRONOS. HD-1 – Seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Proseguiamo nella nostra cavalcata lungo i motori di sintesi implementati all’interno della potente workstation KORG KRONOS; è la volta di affrontare “il resto” della struttura di sintesi, con particolare riferimento a filtri, amplificatori, effetti e sorgenti di modulazione. Perlomeno, quelle più convenzionali, perchè  – con macchine di questa complessità – le cose non sono mai come sembrano ad un primo esame.

Di Enrico Cosimi

Ancora una volta, le immagini che corredano il testo sono estratte dalla manualistica originale e/o desunte dal free Editor che è caldamente consigliato scaricarsi e utilizzare per rendere meno oscure le procedure di programmazione. Musicista avvisato…

I motori di sintesi di KRONOS. HD-1 – Prima parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Per diversi motivi, KRONOS racchiude la summa della tecnologia KORG nel campo della tecnica di sintesi ad impatto commerciale – con l’esclusione degli algoritmi MOSS adottati per lo Z1 (coperti da diverso copyright), all’interno dell’ammiraglia nipponica, sono incarnati diversi motori di sintesi che possono convivere all’interno della stessa Combination. A fronte di una Parameter Guide che supera le 1000 pagine, è quasi inevitabile approfondire individualmente le diverse funzionalità, o – meglio ancora – le caratteristiche peculiari di ciascun motore di sintesi.

Di Enrico Cosimi

 

Per questo motivo, partiremo dal funzionamento HD-1 (High Definition – 1) che prende l’avvio dalla heritage precentemente incarnata nelle M e T Series, per arrivare ai giorni nostri.

Wavetable: la sintesi del camaleonte

Written by Jacopo Mordenti on . Posted in Tutorial

In principio era la forma d’onda, dannatamente statica. Sì, certo: il contenuto armonico di essa poteva essere filtrato, così da alterarne – magari dinamicamente – il profilo, ma ciò non toglie come – per dire – una dente di sega rimanesse di fatto una dente di sega, pure data in pasto al più bieco passa basso modulato dal più bieco inviluppo.

di Jacopo Mordenti

Poi, la luce: nel 1978 Wolfgang Palm, la mente di PPG, rilascia il Wave Computer 360, con il quale si affaccia sul mercato il concetto di wavetable. L’unico oscillatore della macchina non produce una forma d’onda, bensì legge una tabella che ne ospita, una dietro l’altra, un certo numero: in prospettiva, modulare tale lettura spalanca le porte a timbri nuovi, cangianti, evolutivi. Roba da camaleonti.

 

SYSTEM EXCLUSIVE: quando il pannello non basta più – Seconda parte

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Tutorial

Dopo la panoramica sull’argomento e il ripasso dell’esadecimale effettuati nella prima puntata, riprendiamo senza indugio ulteriore la nostra analisi dei messaggi di system exclusive, partendo proprio dall’esempio visionato la volta scorsa.

Di Antonio Antetomaso

[1]  [2]  [3]  [4]  [5]  [6]      [7]  [8]  [9]

F0   41   10   42   12   40007F   00   41   F7

Analizziamo la struttura del messaggio per poi entrare nel dettaglio di ogni singola parte. Piccola precisazione introduttiva: l’esempio in esame fa riferimento ad un messaggio costruito per un equipment Roland ma i concetti che analizzeremo possono essere facilmente generalizzati per cavarsi d’impaccio con altre apparecchiature; tutto ciò di cui abbiamo bisogno oltre alla teoria è ovviamente il manuale dell’apparecchiatura che abbiamo sottomano, sezione relativa all’implementazione del protocollo MIDI.

SYSTEM EXCLUSIVE: QUANDO IL PANNELLO NON BASTA PIU’ – PRIMA PARTE

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Tutorial

Oggetto di questo articolo è un argomento non proprio facile facile ma che, se usato correttamente, può costituire un valido strumento per sfruttare al meglio tutte (e sottolineo tutte) le risorse del vostro sintetizzatore consentendovi di spremerlo come un limone accedendo a parti di esso non direttamente/facilmente accessibili mediante la plancia di programmazione.

 Di Antonio Antetomaso

Chi ha letto il mio precedente articolo sullo standard General MIDI avrà notato (spero) tra le righe una sorta di promessa di parlare dell’argomento; orbene, ferie finite, è ora di mantenere quella promessa. Cercherò anche di rendere la materia meno ostica possibile anche se, ormai lo abbiamo capito tutti, quanto più uno strumento è potente tanto più è difficile da imparare perché tanto più numerose sono le variabili da governare.

CASE STUDY – Roland Juno 60 – Terza Parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial


Come promesso la volta scorsa, è il momento di affrontare la struttura di filtraggio dell’ensemble Junatik e, successivamente, procedere nel percorso audio fino a raggiungere l’uscita. Il compito è impegnativo – sicuramente difficile per un neofita di Reaktor – ma, vista la qualità e l’arditezza di alcune soluzioni adottate da Holzamer (il padre della ensemble in questione), vale la pena di stringere i denti e andare avanti con l’impegnativa corvè.


di Enrico Cosimi

Macro VCF

Il motore di filtraggio vero e proprio è racchiuso nella sub Macro Filter, tutto il resto del circuito visibile nell’immagine è relativo alla gestioine dei percorsi di controllo sulla frequenza di taglio.

CASE STUDY – Roland Juno 60 – Seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Come annunciato nella puntata precedente, dopo aver rinfrescato il funzionamento dello strumento originale, è il momento di lanciarsi nel reverse engineering; questa volta, contrariamente al solito, faremo un passo ambizioso stendendo sul tavolo operatorio un virtuosistico esempio di programmazione firmato Jörg Holzamer, programmatore N.I. che ha contribuito fattivamente alla Ensemble Library della storica Version 4 di Reaktor. In questa programmazione, ci sono diverse scelte che possono sembrare discutibili, costose o semplicemente personali: è il bello della programmazione object oriented, dove ciascuno può trovare maniere nuove, diverse e interessanti per ottenere risultati conosciuti. Inutile dire che lo studio approfondito di una (bella) programmazione professionale può risultare molto utile durante la normale procedura di apprendimento.
Ultima raccomandazione: tutto il contenuto dell’ensemble Junatik – normalmente disponibile nel pacchetto Reaktor – è stato “riarrangiato graficamente” cercando di ottimizzare il flusso grafico dei dati da sinistra verso destra; è solo un artificio cosmetico; il valore della programmazione è quello originale e solo l’aspetto visivo dei singoli contenuti risulterà differente dallo standard.

Junatik si ispira al funzionamento del vecchio Roland Juno 6/60, con l’aggiunta di una nutrita sezione effetti (incorporata per quello che riguarda chorus, distorsione, equalizzazione ed esterna per l’Instrument dedicato allo stereo delay). Il suo pannello comandi è piacevolmente chiaro nella disposizione adottata.

A titolo d’informazione, facciamo notare come, agendo nella Ensemble Structure Window, sia possibile inibire selettivamente la visualizzazione del logo Reaktor Library (oggetto Badge), della grafica differenziata per i diversi blocchi funzionali (oggetto Picture), dei crediti (oggetto Credits).

di Enrico Cosimi

ga('send', 'pageview');