Creiamo un brano chill-out con Logic: seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Nello scorso appuntamento ci siamo lasciati con la nostra struttura di base bella e pronta: un pattern di piano, un loop di batteria sintetica, un synth bass percussivo e un pad avvolgente. In questa seconda e ultima puntata useremo questa struttura per dare vita alla nostra composizione. Per fare questo utilizzeremo l’approccio descritto nel primo articolo, non come ferrea regola di composizione, sia ben chiaro, ma solo per descrivere un possibile modo di procedere step by step.

Di Antonio Antetomaso

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Personalmente trovo tale approccio molto efficace per questo tipo di musica perchè non obbliga a pensare a TUTTO SUBITO, ma invoglia a sperimentare sempre di più, un passettino alla volta dando sfogo alla propria creatività e al proprio gusto. Si ma, scusa, così non c’è il rischio di non finire mai? Obiezione accolta, avvocato….

Case Study – L’oscillatore Moog multiwave 2001

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

A cavallo tra il 2000 e il 2001, Robert Moog si rimette al lavoro per ultimare il progetto Minimoog Voyager (il nome arriverà a breve) e tornare saldamente in sella alle classifiche analogiche del pianeta… Non siamo qui per parlare del successo raggiunto con il nuovo apparecchio, quanto per concentrare la nostra attenzione su un caratteristico circuito che, appositamente sviluppato per l’apparecchio, è stato poi utilizzato nelle successive realizzazioni Little Phatty, Slim Phatty, Sub Phatty: l’oscillatore multiwave.

Di Enrico Cosimi

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Caratteristica peculiare di questo raffinato circuito è la possibilità di offrire con continuità il passaggio graduale dalla semplice onda triangolare alla dente di sega e, da questa, all’onda quadra prima con simmetria 50% e poi con simmetria variabile; il tutto senza click, bumps o altri transienti indesiderati e senza obbligare l’utente a selezionare opzioni diverse attraverso attuatori meccanici: un semplice controllo, denominato Wave, rende disponibili lungo la sua corsa, tutte le variazioni timbriche previste dal circuito di generazione sonora.

Non è il primo esempio di comportamento con continuità, ma – nel panorama degli strumenti commerciali – è sicuramente una delle sue incarnazioni più eleganti.

Questa volta, cercheremo di emulare lo stesso comportamento – peculiarmente, in Clavia Nord Modular G2, ma il ragionamento è applicabile a qualsiasi linguaggio di programmazione o struttura modulare sufficientemente flessibile.

Creiamo un brano chill-out con Logic: prima parte

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Tutorial

“Musica introspettiva e dal beat lento, rigorosamente realizzata con sonorità elettroniche, una sorta di new age che oggi si sposa bene anche con altri suoni come la Lounge o l’Ethno age ”. (Wikipedia)

“Chill-out music (sometimes also chillout, chill out, or simply chill) is an umbrella term for several styles of electronic music characterized by their mellow style and mid-tempo beats — “chill” being derived from a slang injunction to “relax.” (En_Wikipedia)

di Antonio Antetomaso

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Spero vorrete perdonare questa apertura poliglotta, ma mi sono sembrati due concetti molto interessanti con cui sintetizzare le caratteristiche salienti di questo genere musicale che “tanto mi aggrada” e che vede giorno dopo giorno aumentare sempre più il numero di “seguaci”.

MOOG Sub Phatty – Under The Hood

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Il punto di forza del nuovo monofonico Sub Phatty è la disponibilità immediata, da pannello, di tutti i parametri indispensabili alla configurazione timbrica dell’apparecchio. Come una volta, ogni funzione ha il proprio controllo pronto per essere grabbato e smanettato a discrezione dell’utente… Ma è proprio vero? Siamo sicuri che, sotto al cofano, non ci siano nascoste altre opzioni in grado di arricchire il già interessante arsenale timbrico dell’apparecchio? Leggete e scopriamolo insieme.

Di Enrico Cosimi

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Quando, con un misto di panico e divertimento, abbiamo scoperto di dover maneggiare per primi in Europa – nonchè in Italia – il neonato Sub Phatty per il Keyboard Synth Expo veronese, ci siamo resi conto che (inquietante sensazione già vissuta in diverse occasioni di beta testing e demoing…) l’apparecchio è lungi dall’essere innocuo come sembra e – seppur nei precisi limiti di mercato cui è indirizzato – offre diverse sorprese.

Delay Time Modulation: divertirsi con MF-104M

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Il Moogerfooger MF-104M è la versione aggiornata e MIDI equipaggiata del prestigioso (e assai costoso…) analog delay targato Moog. Realizzato in tecnologia BBD, con componentistica il cui reperimento inizia a divenire difficoltoso, il modello MF-104M può essere utilizzato in maniera convenzionale, cioè come semplice macchina per generare ribattuti facilmente sincronizzabili, o in modo meno convenzionale, giocando con le peculiarità di funzionamento proprie della delay line BBD based. Complice un’oziosa domenica mattina – quando il mondo sembra più buono e i clangori sanremesi si sono finalmente acquietati… – ci siamo divertiti a mettere sotto osservazione proprio queste caratteristiche peculiari.

Di Enrico Cosimi

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Cosa succede quando un analog delay si impadronisce di un segnale proveniente dal mondo esterno? Lo converte in energia elettrica che viene passata attraverso una lunga catena di celle in cui può essere immagazzinato; maggiore è il numero delle celle (da 64 a 4096, tanto per citare quantità ricorrenti), più lungo risulterà il delay time accumulato tra ingresso del segnale e uscita del medesimo dal circuito. In maniera simmetrica, la frequenza di clock che gestisce la velocità di spostamento da una cella all’altra influenzerà (con la sua crescita o decrescita) l’elongazione o la contrazione del delay time.

Musica Elettronica e Sound Design 2

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Bookshelf, Tutorial

 

E’ finalmente arrivato in libreria il secondo volume dell’ampia opera firmata a quattro mani da Alessandro Cipriani e Maurizio Giri, dedicata alla progettazione sonora e alla costruzione timbrica per la musica elettronica. Come per il precedente volume – l’intera opera dovrebbe articolarsi su tre volumi (ma un quarto potrebbe comparire a sorpresa…) – anche in questo caso rimane la lucida organizzazione della materia.

Di Enrico Cosimi

volume 2

Scrivere un manuale sulla tecnica di programmazione applicata alla Musica Elettronica non è un lavoro facile: occorre condensare in un unico prodotto editoriale le competenze teoriche, la loro incarnazione all’interno della piattaforma hardware o software scelta per le esperienze pratica e  – specialmente  – saper bilanciare teoria, applicazione pratica e fruibilità per il lettore.

A proposito di struttura monofonica: Roland SH-1

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Esiste una quantità spropositata di sintetizzatori targati Roland che, prima del successo planetario segnato dalla Jupiter Series, sono apparsi ad intervalli regolari sul mercato e che solo raramente hanno oggi il giusto riscontro storico che avrebbero meritato. Il monofonico SH-1 è uno dei tre possibili modelli (SH-1, SH-5 e SH-7, citati non in ordine cronologico) che potrebbero essere presi a modello dell’evoluzione concettuale del canale di voce monofonico.

Di Enrico Cosimi

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Niente di meglio, quindi, che sottoporli ad un’analisi particolareggiata, suffragata – con un normale giro sui motori di ricerca – dalla lettura del manuale utente e del manuale di servizio; un minimo di fotografie reperibili in qualsiasi asta online faciliterà le operazioni. Perché approfondire il funzionamento di macchine così antiche e – tutto sommato – così poco diffuse? Perchè, in questo modo, è possibile capire da dove escano fuori certe buone idee che il mercato ripropone periodicamente e – last but not least – perchè è sempre un ottimo allenamento cercare di ricostruire attraverso linguaggi di programmazione, o strutture modulari, il funzionamento di un sistema apparentemente semplice… ma che proprio tanto semplice non era.

L’imbuto e la cornucopia – Terza parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Ed eccoci giunti alla cosiddetta prova del fuoco: funzionerà, tutto questo circo che abbiamo imbastito dando fondo alla nostra scorta di analgesici? Giudicate voi stessi.

di Jacopo Mordenti

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Con un minimo di attenzione, distinguere le componenti di questo piccolo esperimento non è difficile: c’è un loop ritmico, variamente doppiato – se così si può dire – dalla sua controparte vocoderizzata chez V -Synth XT; ci sono dei cori sintetici prodotti da Absynth, tagliuzzati a colpi di sedicesimi dai pattern e dai filtri del MidiMurf; c’è un ossessivo fraseggio di flauto dal sapore Mellotron prodotto dalla PC3 e virtualmente amplificato & effettato dai modelli fisici del Pod HD Pro. C’è tutto questo e anche qualcos’altro: c’è un suggerimento, soprattutto.

L’imbuto e la cornucopia (seconda parte)

Written by Jacopo Mordenti on . Posted in Recording, Tutorial

Passiamo dall’universale al particulare: per scompaginare le carte del routing del segnale ci appoggiamo alla combinazione fra 1616m di E-MU e Cubase LE di Steinberg. La prima, ancorché fuori produzione, è una scheda audio che si fa forte non solo e non tanto di un nutrito parco di input e output, quanto soprattutto di un programma di controllo piuttosto flessibile: Patchmix DSP, un vero e proprio mixer virtuale modulare.

Di Jacopo Mordenti

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Il secondo, ancorché privo di molte features dei fratelli maggiori, risulta essere a tutt’oggi una DAW completa e capace di lavorare agevolmente su più bus di uscita (fino a 4, per l’esattezza).

Fare FM con modulatori poco convenzionali…

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Di solito, quando si parla di FM – Frequency Modulation – intesa come tecnica di sintesi, ci si limita a ragionare in termini di sinusoidi modulate da altre sinusoidi in banda audio. In realtà, il discorso può essere molto più complesso e variegato, a patto di voler/saper andare oltre le regole e di avere sufficiente curiosità per seguire strade (anche apparentemente) meno battute. Intendiamoci: non stiamo dicendo che in questo testo riveleremo verità chissà come nascoste; ci limiteremo a documentare un simpatico esperimento tenuto in precedenza per approfondire le funzionalità dei sistemi A-111.

Di Enrico Cosimi

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Un ripassino veloce veloce: la modulazione di frequenza produce coppie di armoniche originariamente non presenti nel segnale portante, cioè nel circuito che riceve la modulazione, la cui frequenza è calcolata simmetricamente attorno al valore di frequenza del portante stesso. Il calcolo è relativamente semplice (Cf+Mf, Cf-Mf elaborato per tutti i valori n applicati alla frequenza M-odulator); in pratica, se un portante a 100 Hz è sottoposto a FM con un modulante a 50 Hz, si otterrà 100+50, 100-50, poi 100+(2×50), 100-(2×50), 100+(3×50), 100-(3×50), eccetera. Le frequenze di segno negativo risultano di fase invertita.

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