Gli inviluppi di MASSIVE

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software, Tutorial

Un “inviluppo” (terrificante neologismo che italianizza il termine envelope) è un circuito con cui programmare una traiettoria di valori espressa nel tempo e nell’ampiezza. In pratica, programmare un inviluppo è come stabilire, sulla carta geografica, il viaggio che si vuole compiere e la velocità che si ritiene necessaria per coprire le diverse tappe: parto da Roma, arriverò a Firenze a 100 kmh; poi mi sposterò a Bologna viaggiando a 70 kmh; poi scenderò a Pescara a 130 kmh; poi arriverò fino a Bari a 80 kmh e, finalmente, mi godrò una settimana di vacanza.

Di Enrico Cosimi

apertura

Fino a qui, è tutto facile; i problemi nascono quando – nelle diverse piattaforme operative – il costruttore decide di implementare inviluppi particolarmente complessi, sofisticati e performanti; nel caso di N.I. MASSIVE, le cose sono (a seconda dei punti di vista) molto gustose o molto impegnative.

Una tazza di tè in compagnia della KORG Wavestation A/D

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Ci sono sintetizzatori che giocano brutti scherzi. Magari sono concettualmente semplici, eh? Eppure – com’è come non è – finiscono in quattro e quattr’otto per disegnare paesaggi sonori degni di Lewis Carroll, alternando bianconigli, cappellai matti e leprotti bisestili. Prendiamo un evergreen come la Wavestation A/D di mamma Korg: dietro le mentite spoglie di un innocuo sintetizzatore in formato rack si cela un motore sonoro fatto di vettori, wavesequences, effetti.

Di Jacopo Mordenti

mad hatter

Capite bene che un povero utente indifeso – alle prese con joystick, crossfade, ecc. – dopo qualche timido tentativo di programmazione si ritroverà verosimilmente a metà strada fra lo stordito e l’affascinato, finendo per sedersi ad una tavola immaginaria con i bislacchi personaggi di cui sopra, davanti ad una buona tazza di tè.

La voce del filtro

Written by Jacopo Mordenti on . Posted in Tutorial

Direttamente da Il manuale del piccolo smanettone, Vol. I (“La sintesi sottrattiva”), Tomo II (“I filtri”), capitolo V (“Mirabilia”):

Dicesi auto-oscillazione del filtro passabasso la curiosa situazione che si viene a creare nel momento in cui si regolano taglio e risonanza del filtro medesimo su valori rispettivamente minimi e massimi; più ancora che il segnale filtrato, ciò che verrà percepito sarà una sinusoide di frequenza equivalente a quella di taglio. 

Di Jacopo Mordenti

vecchio tomo

 

Ovvero: una volta portato in auto-oscillazione un LPF, l’altezza del timbro risultante si troverà di fatto ad essere demandata al cutoff. Ne consegue che modulando il cutoff si modulerà l’altezza, vi pare?

LFO a briglia sciolta: una modulazione strategica

Written by Jacopo Mordenti on . Posted in Gear, Tutorial

Avete mai a che fare con una linea di basso sintetico? Io sì, e ogni volta rischiano di essere dolori: il timbro programmato con tanta cura magari è bello, incisivo… ma piatto.

di Jacopo Mordenti

bassman

Alla prova del nove (tradotto: ascoltando e riascoltando il pezzo nel suo complesso) i nodi vengono al pettine: tanto più se pilotato da un arpeggiatore o da una sequenza prestabilita, nell’arco di poche battute il basso mi finisce per risultare noioso, stancamente ripetitivo, musicalmente inefficace.

I filtri di MASSIVE

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Sino dalla sua comparsa – nel lontano 2006 – MASSIVE si è velocemente creato la duplice fama di applicativo timbricamente pesante e naturalmente candidabile alla produzione di sonorità dubstep, ovvero intessute di modulazioni cicliche complesse.

Di Enrico Cosimi

Mass TOTAL

 

Uno dei (numerosi) punti di forza del programma è la ricchezza delle logiche di filtraggio disponibili e la flessibile complessità dei percorsi di segnale al suo interno.

KORG MS-20 Pitch To Voltage Converter

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Da quando Paolo Tofani faceva ululare i propri AKS controllandoli con la tastiera del Gibson LesPaul, i comuni mortali si sono sempre chiesti come fosse possibile ottenere un cotal miracolo elettrico… La risposta è nel circuito di Pitch To Voltage Converter, cioè nella conversione – più o meno immediata – di un segnale audio rigorosamente monofonico in un’informazione elettrica, una tensione, adatta al controllo di frequenza per uno o più oscillatori audio.

Di Enrico Cosimi

Schermata 03-2456363 alle 18.35.32

In base alla potenza del circuito, all’accuratezza dell’esecuzione sullo strumento acustico e alla correttezza delle regolazioni, gli oscillatori analogici del sintetizzatore saranno in grado di tracciare l’intonazione estratta/analizzata dal segnale audio. Allo stesso modo, sempre attraverso analisi, il circuito produrrà informazioni per l’articolazione degli inviluppi (Gate On/Off) e per le modulazioni di ampiezza e/o di frequenza di taglio (Envelope Follower).

BOTPF: Step Sequencer – Terza parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Senza cambiare cartellone, procediamo per la tombola, chiudiamo il discorso e vediamo come risolvere i problemi rimasti aperti nella programmazione dello step sequencer “perfetto”, ovvero della struttura che in maniera più indolore possibile è integrabile all’interno ( a fianco) di un percorso di sintesi.

Di Enrico Cosimi

CHADABE 03

A stretto giro, l’obiettivo principale da raggiungere è la possibilità di suonare il sintetizzatore sia con la tastiera sia con lo step sequencer. Come al solito, il problema principale si divide in due problemi secondari: gestione del CV e gestione del Gate.

BOTPF: Step Sequencer – Seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Ci eravamo lasciati dibattendoci nell’angoscia: come evitare che, ogni volta che si suona una nota sulla tastiera, la tensione di Gate On/Off distrugga la densità ritmica dei Trigger che lo step sequencer invia al generatore d’inviluppo? …essò probblemi, dicono nei quartieri periferici della Capitale…

 

Di Enrico Cosimi

CHADABE 02

Il meccanismo da adottare, se non si vuole faticare troppo, è semplice e immediato: nel modulo EnvADSR, c’è un tastino KB che, di default è selezionato – la selezione operativa è evidenziata da un acceso color verde smeraldo.

BOTPF: Step Sequencer – Prima parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Che significa BOTPF? Con il massimo rispetto per Don Henley, l’acronimo deve sciogliersi come: Building Of The Perfect Beast, in questo caso la ricerca del meccanismo più cattivo, più complesso, più performante che possa essere assimilato alla categoria degli Step Sequencer. Nel corso di questi appuntamenti, cercheremo di capire come e perchè talune apparecchiature che rientrano in questa categoria possano o non possano funzionare secondo i desideri del musicista e – peggio ancora – perchè vengano prese talune decisioni al momento del loro progetto.

Di Enrico Cosimi

CHADABE

Come dicevamo tempo addietro, a proposito dello splendido ARP Step Sequencer, un sequencer analogico è un apparecchio che permette la memorizzazione “analogica” di un ristretto numero di valori con cui controllare parametri ritenuti significativi all’interno della catena di sintesi; se la sequenza di 8, 12, 16 o più valori è inviata all’intonazione dell’oscillatore, diventerà una sequenza di note; se è inviata al guadagno di un amplificatore, diventerà una sequenza di accenti e così via.

Lo scomodo ruolo del Synth Bass: qualche spunto di riflessione

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Con buona pace dei White Stripes e dei Bud Spencer Blues Explosion, il basso svolge un ruolo fondamentale in qualsiasi tipo di produzione musicale – sia essa acustica, elettro acustica o squisitmente elettronica. Per questo motivo, nel ridotto orticello degli strumenti elettronici, le timbriche ascrivibili al ruolo di “Synth Bass” hanno, da sempre, rivestito notevole importanza e sono, da sempre, oggetto di numerose discussioni.

Di Enrico Cosimi

Schermata 02-2456345 alle 13.17.04

Come dire: è meglio fare un synth bass con 10 oscillatori rollanti e rombanti, o è meglio lavorare con una gommosa sinusoide? Ha più senso squassare la cassa toracica di un ascoltatore, evocando le infernali potenze del subwoofer, o può risultare utile andare a mangiare anche nel patrimonio delle frequenze medio acute?

Caso per caso, strumento per strumento, ci si rende conto che non esiste una ricetta magica e che, come al solito, il buono è in diverse parti.

In queste righe, cercheremo di fare ordine tra le cognizioni afferenti all’argomento; probabilmente, non uscirà fuori nulla di nuovo, ma almeno avremo sott’occhio una situazione meno caotica e più facilmente navigabile.

ga('send', 'pageview');