Studio Electronics Boomstar: dal progetto ai primi esemplari

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Iniziano a trapelare, sulla rete, le prime immagini dei prototipi hardware Boomstar pazientemente messi a punto da Greg St.Regis e gli altri guru di Studio Electronics.  Come già anticipato nel lontano Aprile 2012, il progetto Boomstar saccheggia a piene mani il know-how SE per fornire una voce monofonica costruita attorno ad uno dei quattro classici filtri analogici clonati e, a suo tempo, resi già disponibili per i potenti modelli ATC.

di Enrico Cosimi

Vermona Fourmulator

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Il Fourmulator è un modulo Euro Rack che offre interessanti funzionalità di modulazione. Quattro canali, tra loro identici, di slow speed cyclic modulation – una maniera antipatica per dire LFO… – con diverse possibilità d’interazione.

Di Enrico Cosimi

Ciascuno dei quattro canali offre: selezione della forma d’onda (rampa, dente di sega, quadra, triangolare, sinusoide, sample & hold), con visualizzazione LED della frequenza, regolazione di velocità e selezione di comportamento Speed/Phase. Ciascuna delle quattro sezioni di modulazione può essere messa sotto controllo di un motore Tempo Tap interno (o, di un segnale clock ricevuto dall’esterno) e il controllo dI Speed viene riciclato come regolazione di Phase 0°-180°, con cui costruire interessanti incastri ritmici (pensate a quello che si può fare con quattro denti di sega sfalsate di 45° e applicate alla frequenza di taglio del filtro…).

Moog Minitaur Rev 2

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Software

Dopo aver riscritto le regole del synth bass, il Minitaur si rifà il look aggiungendo alle già entusiasmanti prestazioni una carrettata di interessanti novità che lo rendono ancora più desiderabile. L’apparecchio, che come botta è quello che più si avvicina ai picchi dinamici raggiungibili con il vecchio Model D, è ora in grado di memorizzare patches e dialoga con un editor nuovo di pacca.

Di Enrico Cosimi

La memorizzazione dei preset avviene previo trasferimento dei medesimi dall’editor (nuovo nuovo…) all’hardware; tenendo premuto il tastone Glide, si scrolla in avanti (con il tasto VCO 1) o all’indietro (con il tasto VCO 2) fino a raggiungere la timbrica desiderata; per uscire dalla modalità di scroll e riportare in linea l’intero pannello comandi, basta premere simultaneamente VCO 1 + 2 sempre con Glide abbassato.

Negli oscuri meandri del campionatore

Written by Jacopo Mordenti on . Posted in Gear, Recording, Tutorial

Pare proprio che ci siamo: nel nostro computer ci sono non uno ma trentatre piccoli file .wav che fremono dalla voglia di essere letti dal nostro campionatore. Pronti, partenza, via? Macché: l’operazione di traghettamento – triste ma vero – potrebbe non essere troppo agevole, e questo sulla base della macchina di cui si dispone. Quali filesystem digerisce?

di Jacopo Mordenti

Quali formati supporta? Entusiasti avvisati: ci vuole un attimo per ritrovarsi impantanati nella palude delle conversioni, dell’interfacciamento SCSI, del sample dump.

Make Noise Brains

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Sembra appena ieri che parlavamo di Pressure Points (e, in effetti, era solo 24 ore orsono, quindi l’impressione era più che veritiera…). Ora, è il momento di capire come incrementare le funzionalit del modulo rendendolo simile ad un piccolo step sequencer, ma anche (per gradire) simile almeno alle funzioni principali dello storico TKB targato Serge Modular.

di Enrico Cosimi

Dicevamo che un Pressure Points fornisce quattro Touch Pad sensibili al tocco (cioè alla quantità di superficie coperta dal polpastrello), con generazione di Gate On/Off e di Pressure CV; in aggiunta, ogni colonna verticale sopra alla Touch Pad alloggia tre potenziometri con cui si possono regolare i livelli X, Y e Z prelevabili dalle uscite di fila orizzontale, cioè sul margine destro del modulo.

Make Noise Pressure Points

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

In principio, era la Serge TKB: una tastiera composta da sedici piazzole sensibili al contatto con i polpastrelli e in grado di interagire con il vicino sequencer 16 x4; poi, a breve distanza, arrivarono i controller Buchla (anche se, dal punto di vista puramente cronologico, ci sarebbe da discutere…), la Keyboard Synthesizer targata EMS… fino ai prototipi mai commercializzati di Doepfer e a quelli appena annunciati di Ken Macbeth. Da qualche tempo, i Pressure Points di Tony Rolando (a.k.a. Make Noise) hanno riconciliato i musicisti con le superfici a sfioramento, in stile Buchla, ma con una strizzata d’occhio a tutto gli altri grandi classici della musica elettronica.

Di Enrico Cosimi

Quando, come di consueto grazie alla liberalità di Mario Bianco, ci è stato concesso un giro sul potente modulare Euro Rack, la nostra curiosità si è concentrata sul funzionamento dei Pressure Points e sull’interazione con il modulo di controllo Brains; le funzioni ottenibili con due Points e un Brains corrispondono a (buona parte di) quelle ottenibili con un classico step sequencer 8 x 3 di analogica memoria, con qualcosa in meno e qualcosa in più. Il divertimento non manca.

ACIDLAB.de Bassline: una Bassline a portata di mano – Seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Continuiamo con la nostra cavalcata basslinistica e incontriamo – a volo d’uccello – le caratteristiche funzionali del sequencer implementato da Acidlab.de per la loro Bassline, il clone analogico che meglio di molti altri incarna, oggi, lo spirito originale della TB-303 made in Roland.

di Enrico Cosimi

La scorsa volta, ci eravamo fermati alle funzionalità analogiche di sintesi – invero ridotte, ma efficaci; ora, è il momento di passare allo step sequencer.

ACIDLAB.de: una Bassline a portata di mano – prima parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Nonostante il target orginariamente economico, la Roland TB-303 Bassline ha vissuto una seconda giovinezza che, dalla fine degli Anni 90 ad oggi, ha contribuito a rinvigorirne il valore commerciale e – in determinati contesti di produzione – l’indispensabilità timbrico/funzionale. Per dirla in maniera meno complessa, della Bassline non si può fare a meno se si cerca una groove machine che tiri fuori naturalmente giri di basso acidi.

Di Enrico Cosimi

E’ facile immaginare come, nel corso dei decenni, generazioni di progettisti si siano buttati a pesce sulla circuitazione originale targata Roland, per produrre decine e decine e decine di cloni, più o meno fedeli all’originale, impostati sul doppio filone della timbrica caratteristica e della programmazione. ACIDLAB è tra le realizzazioni più vicine all’originale; per certi versi, timbricamente indistinguibile; per altri versi, funzionalmente più pratica (del resto, gli anni non passano invano). Inutile dire come, complice la consueta disponibilità di Alex Cecconi from NewGroove, sia risultata irresistibile l’occasione di mettere le mani su una Bassline targata ACIDLAB, per toccare con mano la qualità della nuova riedizione.

C’era una volta il campionatore – Il necessaire del campionarolo

Written by Jacopo Mordenti on . Posted in Gear, Software, Tutorial

Fissiamo un obiettivo: dare in pasto al nostro campionatore delle forme d’onda semplici semplici, ovvero niente più delle canoniche dente di sega, quadra, triangolare pronte all’uso. Per fare ciò, come prima cosa acquisiremo dei campioni molto brevi in numero di due per ottava (DO e FA#), da C1 a C6; in secondo luogo tratteremo tali campioni per renderli quanto più funzionali possibile allo scopo; infine li assembleremo in tre multisamples direttamente all’interno del nostro campionatore.

di Jacopo Mordenti

La condicio sine qua non affinché la giostra si metta in moto è un oscillatore che ci fornisca il materiale di partenza: se è vero che di oscillatori (hardware o software) è pieno il mondo, è vero anche che non vogliamo fare la fine dell’asino di Buridano, perciò ci rivolgiamo baldanzosi a un prodotto software gratuito come Charlatan. Trattandosi di un VSTi, Charlatan richiede un programma che possa ospitarlo e – giustappunto – campionarlo: orientiamoci su VSTHost, che – bontà sua –  è a sua volta gratuito, non richiede istallazione e può fungere di fatto da recorder audio.

Apriamo Charlatan all’interno di VSTHost e programmiamolo in modo da far lavorare solo e soltanto OSC 2: nessun’altra generazione, nessun filtro, nessuna modulazione. Limitiamoci a scegliere la forma d’onda da cui partire (ad esempio la quadra) e a regolare il volume MASTER in modo che l’ampiezza del segnale prodotto da Charlatan non raggiunga lo 0.0 dB. A questo punto non dobbiamo fare altro che attivare il recorder audio di VSTHost (configurato magari per ottenere file mono) e suonare in punta di mouse, uno dietro l’altro, i DO e i FA# da C1 a C6: un’operazione che volendo si può automatizzare facendo riprodurre a VSTHost un apposito file MIDI precedentemente creato (ad esempio con VSTSeq).

Apriamo il file audio appena creato con un editor, ad esempio Wavosaur (magari in versione portable): il colpo d’occhio ci restituisce le undici note campionate, che dobbiamo separare fra loro in altrettanti file. Menù Tools > Slicing/Region > Auto slice region: non resta che selezionare una alla volta le varie aree (con un doppio clic al loro interno) e copiare & incollare in un nuovo file (che chiameremo, ad esempio, SQUARE C1, SQUARE F#1, SQUARE C2, ecc. ecc.).

Bene: undici file, undici campioni… ventidue punti di loop da trovare. Semplifichiamoci la vita e appoggiamoci a Endless Wav, avendo cura di intervenire su ogni campione con:

  • DC Filter e DC Offset, all’interno della voce Tools.
  • Normalizzazione, all’interno della voce Tools.
  • Ricerca automatica dei punti di loop, attraverso la funzione Adjust S+E (con algoritmo extra large) in Helper Search…. Da notare come tale ricerca non prescinda da un iniziale posizionamento manuale dei punti di Start e End all’interno del campione. Non solo: se l’algoritmo extra large non portasse a buoni risultati, nulla vieta di riposizionare Start e End e affidarsi a un altro algoritmo (dynamic piuttosto che short, ad esempio).
  • Specificazione della Root-Key (C1 corrisponde a 36, F#1 a 42, C2 a 48, e così via).
  • Specificazione della funzione Truncate at end.

Salvati di volta in volta gli undici file (prego notare la dimensione irrisoria che possono vantare a fine trattamento!), non ci resta che ripetere le operazioni fin qui descritte per le altre forme d’onda di Charlatan: dente di sega e triangolare. Una volta che avremo allestito il nostro bel gruzzoletto di campioni, sarà il momento di predisporre il loro traghettamento all’interno del nostro campionatore.

Quando il gioco si fa duro…

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