Il marchio Strymon si è conquistato una solida credibilità tanto nella comunità dei chitarrieri quanto nella ben più difficile congerie dei tastieristi e dei musicisti elettronici: un suono particolare, piacevolente non trasparente, costruzione a prova di bomba, connettività “stereo-minded”, algoritmi interessanti rendono i prodotti Strymon un’alternativa più che valida ai consueti nomi del floor processing. Pochi giorni orsono, Strymon ha presentato il nuovo Dig Dual Digital Delay.
Di Enrico Cosimi
…e, ovviamente, visto il livello di accuratezza raggiunto con i precedenti modelli (basterebbe ricordare El Capistan e Brigadier), non potevamo che cedere all’accensione degli special, concendrando buona parte della nostra attenzione sul nuovo arrivato. Vogliate gradire, signore e signori, una sneak preview, un’anteprima, un antipasto insomma, di quello che si può fare con il nuovo doppio delay digitale colorato in un fenomenale rosa shocking. Di base, la struttura è in grado di offrire due linee di ritardo organizzabili tra loro con sofisticati meccanismi di interconnessione. Il voicing prescelto, questa volta, non è quello del Tape Delay (rivolgetevi a El Capistan) o delle unità analogiche BBD (rivolgerevi a Bridadeer), bensì le algide, rumorose, personalissime timbriche dei rack processor che hanno fatto il suono degli Anni 80.
Questo non significa che Strymon lavori male o sia rumoroso: tutti i trattamenti audio sono ottenuti spremendo un DSP SHARK e facendolo lavorare a 24 bit / 96 kHz di conversion, con 115 dB di rapporto S/N, analog dry path per la latenza zero sul segnale diretto, risposta 20-20000 Hz e calcoli a 32 bit con virgola mobile. Non mancano il true bypass e il trail mode selezionabile per gestire al meglio la caduta delle ribattute al bypass.