Le string machines dall’analogico al virtuale – seconda parte

Written by Attilio De Simone on . Posted in Gear, Software

Continuiamo nel nostro viaggio alla (ri)scoperta delle string machine e di tutto quel mondo tastieristico cresciuto all’ombra delle prime richieste di polifonia evase attraverso divisione di frequenza. La volta scorsa, abbiamo tracciato una panoramica che identificava le macchine storiche, il passato indimenticabile, insomma…   E oggi?

Di Attilio De Simone

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Bisogna dire che la tecnologia basata sui divisori di frequenza è stata abbandonata dagli anni ‘80 in poi e riprenderla oggi avrebbe dei costi proibitivi, però le tecnologie digitali hanno dato vita a molteplici opportunità sonore in grado di sostituire le vecchie string machine con pad dalle caratteristiche più vitali e accattivanti.

Però la “fame” di quelle sonorità è rimasta e allora ci viene in aiuto la sintesi virtuale e la piattaforma vst, che ci restituisce o dei veri e propri cloni delle string machine d’epoca o degli strumenti nuovi che cercano di offrire l’emulazione di quella tecnologia senza però ispirarsi ad uno strumento particolare.

Tralasciando i vst basati su campionamenti come la ricchissima Virtual String Machine di Gforce  o lo Stringer di Sonicprojects, che non ci interessano perché non si rifanno alla tecnologia dei divisori di frequenza, ma campionano semplicemente macchine del passato, sul fronte cloni troviamo degli strumenti molto interessanti:

1) Esline String, della Elektrostudio  che replica in modo abbastanza fedele l’Arp Solina (abbiamo riscontrato delle differenze solo nella gestione dell’inviluppo il cui triggering non è stato replicato in modo fedele, oltre all’aggiunta di un Phaser e di un Delay stereo che nell’apparecchio originale non sono presenti).

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2) Da G-Strom abbiamo invece due cloni molto fedeli di strumenti ricercati, lo String Concerto II che emula il Logan String Melody II e il VSP330 che clona il bellissimo Roland VP330 (suoni orchestrali e corali). In questo caso gli strumenti sono clonati perfettamente

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Mentre sul fronte macchine ispirate alle string machine d’epoca che offrono all’utente funzioni molto più variegate troviamo:

1) Loomer String, che fornisce una doppia string machine dove possiamo personalizzare tutto.

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2) Cromina e la sua versione light Estrima di WOK  che pur non replicando uno strumento in particolare ci restituiscono un suono molto vintage e spaziale.

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3) Strings Dream Synthesizer dell’italiana NUsofting

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che si ispira chiaramente ad una serie di macchine vintage come Solina, Elka, Crumar e Roland riuscendo a tirare fuori uno strumento ricco di sonorità storiche. Tra tutti, il vst  NUsofting è sembrato quello dotato di maggiore calore sonore e musicalità garantendo un suono di forte ispirazione.

La struttura è quella tipica delle string machine analogiche: su un banco mixer possiamo regolare i volumi delle sei sonorità disponibili: brass, violino, viola, horn, c.bass e cello. Pur offrendo la forma d’onda a dente di sega irregolare tipica delle string machine, per avere una palette sonora differente possiamo anche selezionare una forma d’onda a dente di sega tradizionale o una forma d’onda quadra. Gli oscillatori più acuti sono esclusivamente polifonici mentre possiamo rendere monofonici i due oscillatori dai piedaggi più bassi (c.bass e cello) selezionando anche il punto di split replicando in questo le funzione del Solina. I controlli di Brightness, filtro passa alti (HPF) ci danno l’opportuità di colorare il suono, mentre il controllo Phase ci consente di spostare la fase dell’oscillatore violin determinando un interessantissimo effetto di combo filter quando il suono del violin viene miscelato a quello degli altri strumenti. Sul fronte inviluppi troviamo due modalità: una classica ADSR (modalità Full) che lavora come sugli strumenti moderni, cioè per ogni singola nota l’inviluppo lavora indipendentemente, e una modalità vintage (switchando verso il passo il pulsante ADSR) che ci restituisce l’effetto “parafonico” cioè se manteniamo premuta una nota appena suonata e successivamente suoniamo un’altra nota, l’inviluppo della seconda nota suonata non sarà indipendente ma si atterrà allo stato di escursione dell’inviluppo della prima nota. Questo è l’andamento tipico delle string machine d’epoca.

Sul fronte effetti troviamo:

  • Effetto Ensemble, una sorta di chorus che movimenta il suono e lo spazializza creando un’immagine stereo. Ciò avviene modulando tramite un LFO a velocità differenti una duplice linea di ritardo, che ispessiscono il suono aggiungendosi al suono puro iniziale.
  • Effetto Phaser a più stadi che restituisce il classico suono, i cui comandi standard sono ideali per creare delle sweeppate calde.
  • Effetto riverbero a molla che dona un ambiente al suono.

 

Infine vale la pena citare altri strumenti vst che pur non rientrando nella famiglia delle string machine, ci offrono delle sonorità molto vicine:

1) Datura Jericho 4

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è un synth basato su 4 oscillatori che sembra uscito direttamente dai combo organ – string machine più esoterici come lo Yamaha Electone (non sembri riduttivo chiamare string machine un vero e proprio sint polifonico “in fieri”…)

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vista la ricchezza sonora e la tendenza alle sonorità orchestrali ricche di brass potenti e string ben strutturate. Uno strumento sicuramente da provare che farà parte della propria collezione di vst imperdibili

 

2) La coppia ComboV e ComboF  che clonano in modo molto realistico il Farfisa Combo e il Vox Continentale. Visto che abbiamo parlato di organi combo, questa segnalazione non poteva mancare. Sicuramente sono degli strumenti ben fatti, dal suono credibilissimo e che servono anche ai fini didattici nel momento in cui vogliamo studiare la struttura degli strumenti basati sui divisori di frequenza.

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Ultima annotazione: molti dei vsti citati sono freeware, altri sono venduti ad un ottimo prezzo, correte a scaricarli…..

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Comments (7)

  • Antonio Antetomaso

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    Ciao Attilio,

    al solito complimenti per l’esaustività. Debbo dire che la metà dei plugins che hai citato non li conoscevo. Purtroppo sono solo per Windows, l’unico per OSX è lo Strings Dream Synthesizer che proverò di certo. Una domanda, come mai non hai parlato del V+ di Xils-Lab? Anche quello mi è sembrato molto valido tralasciando qualche piccolo bug di gioventù?
    Grazie.

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  • Antonio Antetomaso

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    Tra l’altro quelli di Xils-Lab offrono una demo assai generosa: l’unica cosa che non puoi fare è salvare i presets….ma su una String Machine…;-)

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  • Attilio De Simone

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    Ciao Antonio, dei plugin vst penso di essere un ottimo conoscitore. E’ da tanti anni che me li studio quasi ad uno ad uno e col tempo ho messo su una mia banca dati molto dettagliata. Lo Xils-Lab non l’ho citato perchè ne sono venuto a conoscenza quando l’articolo era già stato scritto e fare un’integrazione senza conoscere bene lo strumento non mi è sembrato giusto. Comunque dovrebbe essere prevista una terza parte dell’articolo e forse un’integrazione, dopo essermelo studiato, ce la faccio.

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      • Antonio Antetomaso

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        Post Scriptum: ho provato il plugin Strings Dream Synthesizer ma sotto Mavericks non ne vuole sapere. Provato sia sotto Logic 9 che sotto Logic pro X. Non lo rileva proprio. Peccato…

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        • Attilio De Simone

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          Ma un PC con Windows (anche economico, ormai con 600-700 € ci si porta a casa una macchinetta niente male) gli amanti della mela non lo prendono mai in considerazione? Non dico di usare la macchina su PC come elemento principale del proprio studio, ma perchè privarsi di tantissimi bei plugin (spesso freeware) che offre la piattaforma PC? Ormai Windows è una piattaforma sicura e stabile, non sarà performante come un Apple però tutti quei plugin non fanno gola?

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          • Antonio Antetomaso

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            Mah, ti dirò, solo per curiosità perché il panorama OSX offre talmente tante alternative che si ha l’imbarazzo della scelta. E poi, con la tecnologia di oggi, alle brutte metto su una macchinetta virtuale con XP e provo quello che voglio. Il fatto è che, personalmente, avendo impostato tutto il mio setup musicale su questo ambiente, mi riesce più “fastidioso” che altro avere un setup parallelo in ambiente Windows. Nulla contro, per carità, ce l’ho avuto per tanti anni senza problemi. Solo una questione prettamente logistica. E poi, personalmente, avendo avuto entrambi e avendo apprezzato la maggiore stabilità del mondo OSx in ambito musicale, credo che difficilmente tornerò indietro. Al solito, de gustibus, questa è solo la mia opinione. Grazie ancora del bellissimo articolo e del piacevole scambio. A presto.

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