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Oldies but Goldies: Roland System 100m

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Vintage

Nel panorama dei sintetizzatori analogici modulari, il Roland System 100m occupa un posto speciale: la sua elevata diffusione iniziale, la buona scelta di moduli, l’eredità di conoscenze accumulate da Roland nello stesso settore e – in epoche più recenti – l’adozione del 100m da parte di musicisti nell’occhio del ciclone, hanno reso i verdi moduli un must per parecchie produzioni musicali. Cosa di meglio che ripercorrere le sue funzioni principali?

Di Enrico Cosimi

Roland RE-301 Chorus Echo: l’eco analogica

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Vintage

Nel lontano 1979, il modo più diffuso per avere un delay di qualità consisteva nell’affidare le proprie fortune al nastro magnetico contenuto all’interno delle costose tape echo machines prodotte da Roland; tra queste, il modello RE-301 riassumeva il know how precedentemente sperimentato non solo sulle ribattute, ma anche sul chorus analogico e sulla riverberazione a molle. Insomma, RE-301 – oggi apparecchio dall’enorme fascino vintage – era uno strumento dedicato alle fasce d’utenza più esigenti della lontana era analogica.

Di Enrico Cosimi

RE-301 rappresenta la naturale evoluzione del progetto “tape echo” Roland; produce simultaneamente tre trattamenti indipendenti di Analog Chorus, Tape Delay e Spring Reverb, regolabili indipendentemente e istanziati parallelamente sul segnale in ingresso. Gli ultimi due trattamenti erano già stati sperimentati nel più piccolo modello RE-201, mentre il chorus analogico (reso disponibile standalone nella macchina DC-50, che non era digitale…), rappresenta un’interessante potenziamento timbrico. A parte le successive evoluzioni 501 e 555, rispettivamente caratterizzate da connessioni bilanciate + noise gate e montaggio a rack, la 301 riunisce la summa delle possibilità timbriche della sua categoria.

Case study: Tape Delay

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial, Vintage

Da che i musicisti suonano, c’è sempre stato qualcuno attratto dalla magia delle ribattute naturalmente prodotte dalla eco; Andrea Gabrieli con i doppi cori in San Marco, o Claudio Monteverdi con le risposte d’orchestra al di fuori della sala principale non facevano altro che sperimentare macro strutture di ribattuto realizzate con i mezzi che avevano a disposizione. In epoche più recenti, e tecnologicamente più facili, i musicisti hanno iniziato a sperimentare le delizie ottenibili con i primi – rudimentali, per gli standard attuali, sistemi di immagazzinamento e ritenzione sonora dilazionata nel tempo. Un modo complicato (e antipatico) per fare riferimento alle funzionalità di tape delay o tape echo. Benvenuti nel mondo delle ribattute-te-te-te.

di Enrico Cosimi

In questa serie di case study, cercheremo – nei limiti delle energie disponibili – di tracciare una sorta di filo rosso per collegare le diverse modalità con cui realizzare un delay musicalmente utile e, successivamente, vedremo cosa fare e come fare per rendere proficuo, dal punto di vista dell’ascoltatore, l’insieme di strumento più linea/linee di ritardo.

The GAIA Project: Synth Lead – Prima parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Da quando Emo, insieme ai The Nice, ha eseguito il primo fraseggio sulla tastiera del suo Moog Synthesizer Model 1C, la storia del Rock non è più stata la stessa: di colpo, oltre alle consuete sparate del chitarrista, è stato possibile avere un altro protagonista – monofonico quanto si vuole, ma timbricamente irresistibile – per gli assoli sparati a tutta manetta. La nascita del synth hero e, più ampiamente, del synth lead ha alterato gli equilibri degli arrangiamenti in maniera trasversale a tutti i generi musicali basati sull’interazione e sull’improvvisazione. Il sintetizzatore, di fatto, è divenuto uno strumento musicale espressivo, dinamico, in grado di trasmettere emozioni, lasciandosi alle spalle il periodo di puro sensazionalismo timbrico. Per questo motivo, nel nostro percorso di programmazione entry level è impossibile non occuparsi delle timbriche synth lead, con tutto ciò che le circonda.

di Enrico Cosimi

The GAIA Project: Synth Pad in pratica

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Bando alle ciarle: ascoltiamo qualcosa di tappetoso generato con il Roland GAIA. Come dicevamo la volta scorsa, la costruzione della timbrica Synth Pad procede attraverso una serie di passi più o meno obbligatori, riprodotti nel video che correda questo articolo. Andiamo per ordine.

di Enrico Cosimi

Per prima cosa l’inviluppo: non troppo percussivo, non troppo lento e rilassato… insomma, che sia giusto per tenere gli accordi e coprire, con un minimo di release, il passaggio da una triade all’altra. Se siete in possesso di tecnica pianistico/organistica tale da sorreggere l’esecuzione polifonica, allenatevi – con l’occasione – a seguire le diverse parti interne: non si va in galera per le quinte e le ottave parallele, ma ci si può divertire a rendere meno banale i passaggi La min, Sol, Fa (tanto per citarne qualcuno di veramente famoso).

The GAIA Project – Synth Pad?

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Cosa c’è sotto alla linea melodica? Cosa tiene insieme – come un vero e proprio collante sonoro – la ritmica, il solista e le parti di contorno? La risposta, specie nella produzione musicale in forma song, è una sola: il pad. Dietro questo termine si cela un’intera famiglia timbrica che ha caratteristiche ricorrenti: scarso ingombro armonico, facilità d’inserimento nel mixaggio, assenza di picchi ritmico/dinamici tali che possano distogliere l’attenzione dal protagonista principale dell’arrangiamento. In poche parole: un suono che si nota solo quando è finito…

di Enrico Cosimi

Volendo generalizzare, il pad perfetto è proprio quello che si nota meno, che non da fastidio in alcun modo; ovvio che, se si esagera con la definizione di “non dare fastidio”, si finisce per atterrare sulle onde sinusoidi – ritenute, a torto o a ragione, le meno intrusive – ma qui si cela uno dei tanti pericoli del pad: le sinusoidi pure, specie se eseguite per pallettoni, cioè per note lunghe, diventano rapidamente insostenibili per l’orecchio… la loro estrema staticità mette a dura prova l’orecchio e l’interesse dell’ascoltatore. Meglio, a quel punto, innescare un qualche regime di micro variazione che possa tenere più viva l’attenzione. In questa sessione, ci occuperemo della parte teorica, per poi – la prossima volta – scendere sulla terra e verificare con mano la fattibilità delle varie opzioni di programmazione.

Roland Jupiter 50 e TDF-30KV al Musikmesse

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Events, Frankfurt MusikMesse 2012, Gear

In epoche non lontane, ci siamo occupati del Jupiter 80 targato Roland, una “workstation senza sequencer” che, forte dell’esperienza maturata con il piccolo GAIA, forniva un approccio nuovo – e, per certi versi, non privo di spunti polemici – all’idea di sintetizzatore/stage keyboard. In occasione dell’ultimo Musikmesse, totalmente inaspettata, è giunta la versione slimmed down che, sempre marcata Jupiter, offre una serie di modifiche (anche al prezzo) apportate al progetto originale. Eccoci dunque a una sorta di sneak preview, sulla base delle prime – frammentarie – informazioni reperite per il fratellino Jupiter 50.

di Enrico Cosimi

The GAIA Project – Synth Bass seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Nell’appuntamento precedente, ci siamo occupati delle procedure basic per la costruzione della classica timbrica di synth bass: questa volta, è il caso di mettere al fuoco altre funzionalità che apparentemente sono considerabili come secondarie. Attraverso il loro impiego, è possibile personalizzare il suono e ampliare significativamente il raggio d’azione dello strumento. Ancora una volta, ci baseremo sul classico funzionamento virtual analog offerto da Roland SH-01 GAIA, confermando – se ce ne fosse bisogno – l’assoluta portatilità su altre macchine delle caratteristiche illustrate.

 

di Enrico Cosimi

Il synth bass che si rispetti è costruito con un solo oscillatore, sparato a tutta manetta dentro al filtro low pass per sfruttare fino in fondo la dinamica e la totale assenza di interferenze distruttive/costruttive, tipiche nelle strutture analogiche con più oscillatori aperti simultaneamente; ma più oscillatori, possono dare maggior peso al suono, a patto che si sappia a cosa rinunciare.

Andiamo per ordine.

The GAIA Project – Programmare un Synth Bass

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Tra le tante timbriche che è possibile programmare con un sintetizzatore analogico standard, quella di basso è tra le più immediate, se non altro per la grande varietà di modelli cui fare riferimento; questo significa che, a fronte di una relativa velocità nel raggiungere un buon risultato, il musicista si trova poi di fronte a tantissime possibilità di variazione e personalizzazione tra cui scegliere.

 

di Enrico Cosimi

Non è questa la sede per scegliere al posto degli altri, ci limiteremo a tracciare la sequenza di passi necessari al raggiungimento di una sonorità di synth bass “plain vanilla”; buona un poco per tutto, verificando e identificando, da quel punto in poi, le possibili vie di approfondimento e caratterizzazione timbrica.

The GAIA Project – Basic Synth Tutorial con Roland SH-01 GAIA

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Parte 01 – Introduzione

Fin dalla sua apparizione nel 2010, il Roland SH-01 GAIA ha suscitato notevole interesse presso gli appassionati ed i professionisti per il suo approccio amichevole alle più intricate operazioni di creazione sonora: grazie all’impostazione molto grafica, GAIA può essere utilizzato da subito per creare sonorità complesse senza annegare nel mare dei parametri da regolare.

di Enrico Cosimi

 

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