KONTAKT SCRIPTING TUTORIAL – TERZA PARTE

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Tutorial

Proseguiamo la nostra chiacchierata sulla programmazione in ambiente Kontakt. Nelle prime due puntate abbiamo analizzato come è strutturato uno script Kontakt, l’ambiente di sviluppo/editing, le funzioni di callback principali e alcuni esempi tanto per condire bene il tutto e fissare i concetti principali. In questo terzo appuntamento parleremo di un argomento molto importante, le variabili. 

Di Antonio Antetomaso

Se ricordate, negli esempi visionati nella seconda puntata sono comparsi dei “geroglifici” in aramaico antico che assomigliavano a $ENGINE_PAR_EFFECT_BYPASS oppure $NOTE_EVENT e così via. Quando li abbiamo affrontati ci siamo accontentati di definirli variabili standard offerte da Kontakt spiegando che una variabile è una zona di memoria riservata al nostro script dall’interprete e atta a contenere uno (o più) valori di un certo tipo.

Creare un Barber’s Pole Booleano (!!!)

Written by Roland Kuit on . Posted in Tutorial

All’interno delle iniziative di Audio Central Magazine c’è – come dovrebbe ormai apparire evidente – la divulgazione della cultura sintetica, cioè del come e perchè un sintetizzatore, hardware o software che sia, funzioni in un certo modo. A questo proposito, oltre a ospitare un fenomenale seminario di Roland Kuit (cortesia della Sonus Factory di Roma, il tutto avverrà a Gennaio 2013…), abbiamo chiesto a Roland Kuit un assaggio delle sue indiscusse capacità operative.

E’ quindi con soddisfazione (e onore) che ACM ospita questa pagina firmata da Roland, sulla costruzione del classico suono paradossale Barber’s Pole all’interno della piattaforma Clavia Nord Modular G2.

di Roland Kuit

Premessa: Per far suonare le patches contenute nell’articolo, è necessaria la versione Demo di Clavia NMG2, che è reperibile a questo link:, riportato per comodità: http://www.clavia.se/products/nordmodular/demo.htm

Attenzione! Se state leggendo queste pagine con Opera o con Chrome (o con Firefox), cliccando sulle immagini, si innesca il download delle patches all’interno del NMG2 Demo; il meccanismo automatico non funziona in Safari, pertanto, se state leggendo in Safari, cliccando sulle immagini, trasferirete le patches all’interno della cartella Downloads.

Moog Analog Delay in formato 500 Lunch Box

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Il formato Lunch Box 500 API è uno standard meccanico (ed elettrico) con cui si possono ospitare moduli di outboard per il recording ed il PA; le dimensioni del cabinet – comprendente anche l’alimentazione e i terminali di connessione audio – ricordano quelle del “cestino della merenda” appartenente alla cultura scolastica statunitense (Charlie Brown insegna…). Già in passato, Moog aveva convertito il potente Low Pass Filter Moogerfooger MF-101 in una unità API 500; ora, è il turno del 104M, Analog Delay, nuovamente inscatolato per fornire 800 millisecondi di delay time BBD nella comodità del formato API.

Di Enrico Cosimi

Non sono tutte rose e fiori, nel senso che il formato API prevede connettività sul pannello posteriore in formato XLR bilanciato o riportati su Multi-D Connector (cui agganciare il classico snake per i cablaggi); in tutti i casi, non si tratta di strutture previste per l’integrazione diretta nel keyboard rack generico… diciamo che l’operazione di conversione API 500 è specificamente mirata al mondo della registrazione pro e semi pro, come anche al mondo del PA creativo. I musicisti “normali” potranno continuare ad utilizzare il delay analogico disponibile nel catalogo dei floor processor Moogerfooger.

KONTAKT SCRIPTING TUTORIAL – SECONDA PARTE

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Software, Tutorial

Ben ritrovati. In questa seconda puntata inizieremo a realizzare qualcosa di un po’ più serio con il nostro ambiente di scripting Kontakt e, precisamente, realizzeremo uno script che consente di attivare/inibire uno o più effetti opportunamente inseriti all’interno del nostro strumento rispettivamente alla pressione e al rilascio di un tasto. Tale esempio è studiato per spiegare altri aspetti della programmazione Kontatk naturalmente e verrà, come di consueto, reso disponibile per il download.

Di Antonio Antetomaso

Iniziamo da un concetto alla base di qualunque linguaggio di programmazione, le istruzioni. Esse istruiscono Kontakt sulle azioni da intraprendere al verificarsi di determinati eventi. Nella scorsa puntata avevamo visto un primo esempio, costituito dall’istruzione “message()” che provoca la stampa di un messaggio nella barra di stato del campionatore.

Case Study – Moog Minimoog Model D – Quinta parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Finita la parte relativa al percorso audio e alle modifiche qualitative sul segnale generato, è il momento di approfondire il funzionamento dei (relativamente) pochi moduli che producono il controllo sullo strumento – tastiera, inviluppi, pitch bend, modulazioni – e che permettono di alterare il funzionamento delle modulazioni.

Di Enrico Cosimi

Alla fine di tutto questo, passeremo a ricostruire il circuito utilizzando i linguaggi di programmazione a nostra disposizione. Inutile dire che quanto accumulato finora è tranquillamente esportabile all’interno di una qualsiasi altra piattaforma di programmazione. Come dire: non si butta nulla…

The 4 Element Synth

Written by Redazione Audio Central Magazine on . Posted in Software

Dopo anni di lavoro, finalmente Rob Papen porta alla luce il suo super tutorial per la programmazione dei sintetizzatori; come orgogliosamente recita il sottotitolo The secrets of subtractive synthesis, il video-manuale è concentrato sulle classiche funzionalità di generazione e modifica del segnale basate su vco-vcf-vca, tanto analogici quanto virtuali.

A cura della Redazione di Audio Central Magazine

Rob Papen non ha bisogno di presentazione: da anni, i suoi Albino (giunto alla terza edizione), Predator, Blue, eccetera, hanno schiarito gli orizzonti timbrici di quanti si accingano alla produzione di musica elettronica con plug-in e sistemi host DAW.

Case Study – Moog Minimoog Model D – Quarta parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Il punto di forza del Minimoog Model D, perlomeno uno dei punti di forza…, è il suo filtro low pass transistor ladder; vero cuore timbrico dell’apparecchio, permette di alterare in maniera assai drastica, ma mai sgradevole, il comportamento sonoro prodotto dai tre oscillatori, dal noise generator e dall’eventuale segnale esterno reso disponibile per il filtraggio.

Di Enrico Cosimi

Capire il funzionamento del filtro non è difficile, basta ruotare a sinistra la manopola e il timbro si scurisce, mentre ruotandola in senso orario, il segnale torna chiaro come la luce del sole; eppure…

Buona lettura.

n-Lab Monolite K

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software

Lo scorso anno, la soft house italiana n- Lab presentava una ghiotta ensemble per Reaktor 5.x (non per Reaktor Player, si badi bene…) in grado di realizzare, con minimo sforzo e massimo rendimento, timbriche adattissime all’estetica drone minimale. In questo modo, il primo Monolite si è creato un solido riscontro all’interno di un’agguerrita comunità. Oggi, è il turno di Monolite K, versione potenziata e, per molti versi, irresistibile (specie se valutata alla luce dei 10 euro di donazione richiesti).

Di Enrico Cosimi

Le caratteristiche funzionali sono assai interessanti: struttura monofonica, articolata con tone cut filter e grainer unit (per la granulazione di segnale), inviluppo di ampiezza ADSR dotato di key velocity e glide; struttura effetti con 17 algoritmi residenti selezionabili dal musicista e automatizzabili tramite XY pad vettoriale.

C’era una volta il campionatore – L’appetito vien mangiando

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Software, Tutorial

Dove eravamo rimasti? Ah, si: cosa tirare fuori dal nostro campionatore – un E4XT Ultra di E-MU – una volta che gli abbiamo dato in pasto tre forme d’onda semplici semplici. Alcune idee che più espresse non si può.

Di Jacopo Mordenti

Prendiamo il multisample dell’onda quadra e processiamolo con uno dei filtri passabasso a disposizione: perché non con quello con pendenza pari a 36 db per ottava, per dire? Regoliamo il cutoff su valori molto modesti per poi fiondarci sulla matrice di modulazione: da una parte facciamo sì che il cutoff sia modulato dall’apposito inviluppo, dall’altra che la  risonanza risponda alla modulation wheel. Portiamoci poi nella pagina di editing del suddetto inviluppo per mettere mano agli stadi di esso e definire così la traiettoria del cutoff: attacco inesistente, decadimento rapido, sustain discreto… e il nostro synthbass si direbbe pronto.

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