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Me & My Modular . I Formati – Quarta Parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Nel 1996, il mondo era più buono: la comunità dei musicisti elettronici viveva sospesa nel protocollo MIDI, le DAW erano ancora un concetto relativamente fumoso, le grosse ditte nipponiche dominavano il pianeta con strumenti digitali infarciti di Linear Arithmetics, Advanced Wave Management e altre meraviglie… In quel di Ditzingen, Dieter Doepfer intraprendeva un piccolo passo per l’uomo, ma un grande balzo per i musicisti elettronici, riconfigurando parte dei circuiti analogici che aveva sviluppato in precedenza per adattarli meccanicamente ai cabinet rack da 3 + 3 unità di altezza. Era nato il formato Euro Rack.

Di Enrico Cosimi

euro 1

Oggi, sembra impossibile pensare ad un mondo modulare senza Euro Rack, ma per l’epoca il nuovo standard meccanico ed elettrico passava in secondo piano, rispetto alla disponibilità di moduli analogici con i quali configurare, nuovamente, un sistema di sintesi personalizzato. Non dimentichiamo che – per l’epoca – la sintesi modulare sembrava un hobby snob per musicisti con tanto tempo libero e scarse necessità professionali (niente memorie, niente polifonia, comportamenti semplici, eccetera).

AION Modular Euro Rack Modules

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Frutto degli sforzi congiunti di Kazike (mastermind di Club Of The Knobs) e di Ruben Costa (di TEIA Synthesizers), il team AION Modular si è concentrata sulla fedele riproduzione di classici circuiti COTK/Moog in formato Euro Rack.

Di Enrico Cosimi

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Abbandonate le dimensioni, e gli oneri, del formato 5U, i tre moduli per ora in catalogo (ma all’ultimo MusikMesse c’era anche qualche altra coserella che, probabilmente, sarà aggiunta presto al catalogo ufficiale) garantiscono compatibilità meccanica ed elettrica con lo standard concepito da Dieter Doepfer per il popolare sistema di sintesi hardware.  Per ora, ci sono tre circuiti a catalogo…

QuBit Electronix Nano Rand

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Nel rutilante panorama Euro Rack, è sempre più forte la scuola di pensiero che privilegia la densità di controlli e comportamenti in poco spazio; in un’epoca di skiff super portatili, dove le compagnie aeree low cost sembrano disposte a valutare anche la densità del tessuto usato per le nostre mutande, meglio avere tante funzioni in poco spazio. Da questo punto di vista, Nano Rand targato QuBit è perfetto.

Di Enrico Cosimi

Nano Rand

In 4 HP di spazio, con assorbimento pari a 60 mA per il +12 e 17 mA per il -12, con profondità skiff friendly, questo piccolo modulo riunisce diverse funzioni separate, ma afferenti alla generazione di valori imprevedibili.

Nano Rand

Nano Rand offre quattro algoritmi diversi di generazione casuale, selezionabili da pannello o a distanza e confermati dal codice colore adottato per il regolare di velocità/densità di navigazione; la struttura prevede tanto la generazione interna di clock (sempre utile per il resto del sintetizzatore) quanto la subordinazione ad un treno d’impulsi ricevuti dall’esterno ed eventualmente filtrabili come densità/probabilità; il segnale generato può essere limitato ai valoir unipolari positivi o lasciato espandere indifferentemente lungo tutto l’arco di comportamento bipolare. Come è facile immaginare, il Digital Noise e il Sample & Hold sono ovviamente inclusi nelle prestazioni di bordo. Andiamo per ordine.

Roland System 500: un primo sguardo

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In occasione dell’ultimo MusikMesse, Roland ha gettato nel panico tutti i produttori Euro Rack entrando trionfalmente nell’agone a colpi di System 500: cinque (per ora) moduli ispirati pesantemente alle caratteristiche operative dello storico System 100m e realizzati con un occhio alle grafiche del vecchio System 700. La crema della crema, insomma.

Di Enrico Cosimi

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Se a questo si aggiunge che, per l’intera operazione (svolta sotto l’autorevole benedizione di Dieter Doepfer), hanno scomodato non solo i progettisti originali del 100m ma anche quel geniaccio dell’elettronica Euro Rack che risponde al nome commerciale di Malekko, è chiaro che le cose finiranno per divenire molto interessanti.

Dicevamo, in apertura, che i moduli diventeranno 10; per ora, sono solo 5 e già molto interessanti, recuperando le strutture tipiche della configurazione base del 100m. Ovvero…

ME & MY MODULAR -01- Perché un sintetizzatore modulare

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Premessa. In origine, negli Anni 60 del secolo scorso, i sintetizzatori erano solo modulari, costuiti cioè da circuiti meccanicamente indipendenti, alloggiati nello stesso contenitore (il cabinet) che forniva loro alimentazione; all’interno dello strumento, il musicista costruiva fisicamente le connessioni ritenute necessarie alla realizzazione del circuito desiderato. In assenza di collegamenti (con cavi schermati patch cords, spinotti patch pins o altri sistemi proprietari), semplicemente, il sintetizzatore modulare non suonava.

Di Enrico Cosimi

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La struttura modulare era la più semplice da gestire dal punto di vista del costruttore (circuiti di ridotte dimensioni, facili da ingegnerizzare e produrre con sufficiente costanza qualitativa, economia di scala relativamente favorevole, eccetera) che del musicista (possibilità di configurare – consapevolmente – il proprio strumento in base alle necessità, privilegiando i circuiti/comportamenti ritenuti più importanti, elevato impatto visivo tanto durante le fasi di progettazione timbrica quanto di produzione sonora); solo in un secondo momento, la diffusione su larga scala dello strumento elettronico impose, commercialmente, l’esistenza di strutture semi integrate e semi modulari (con seriazioni e ricadute diversificate per mercati e ambienti culturali).

XAOC Ostakino

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Il modulo XAOC Ostakino è un sequencer aid concepito per lavorare con due sequencer Moskwa (ce ne siamo occupati mesi orsono…). I due sequencer collegati a Ostakino possono lavorare in maniera indipendente o essere linkati per produrre sequenze da 16 note indipendenti. Durante la performance, il primo o il secondo sequencer può essere disabilitato a discrezione attraverso intervento manuale sul pannello comandi o inviando tensioni di controllo.

Di Enrico Cosimi

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In aggiunta, Ostakino fornisce CV Input per gli step, adatti a definire – a distanza – lo step di partenza per le sequenze. Le uscite di clock indipendente e le uscite Gate/Trigger individuali per ciascuno dei 16 step permettono raffinate combinazioni tra le strutture Euro Rack.

Verbos Multi-Envelope

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 Un inviluppo è – per sommi capi – una traiettoria programmabile che si dipana tra tempi e livelli; può essere paragonato all’itinerario di una gita che, opportunamente progettata, parta dalla città A, raggiunga la citta B alla velocità scelta dal musicista/pilota, poi tocchi la città C, muovendosi con velocità ancora diversa e così via fino a raggiungere la destinazione finale. Come è facile immaginare, tanto la gita città per città, quanto l’inviluppo vero e proprio, assumono un senso molto diverso in base al contesto nel quale sono applicati. Un conto (per dire) è fare una gita per paesini di montagna, altro discorso è cercare di raggiungere oasi isolate all’interno di una distesa sahariana; allo stesso modo, un conto è progettare l’inviluppo che apre il filtro del nostro sintetizzatore, altro discorso è definire la traiettoria vettorializzata di spostamento lungo l’arco stereofonico.  Insomma, occorre un minimo di concentrazione.

Di Enrico Cosimi

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Nell’evoluzione degli strumenti musicali elettronici – e, in particolarmodo, nell’evoluzione dei sintetizzatori – ci sono stati dei generatori d’inviluppo che, per facilità d’uso, per logica estrema, per eccellenza dell’idea originale, sono diventati dei veri e propri punti di riferimento per la comunità dei musicisti (basterebbe citare l’ADSR di Moog-Ussachevsky o l’AD/AR loopable di Buchla). All’interno di questo panorama, Mark Verbos ha fornito il suo personale, e sfiziosissimo, contributo con il modulo Multi-Envelope.

Verbos Electronics Voltage Multistage

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Mark Verbos ha da tempo raggiunto una maturità costruttiva che, all’interno del panorama Euro Rack, ne rende sempre vantaggioso l’acquisto dei prodotti. A fronte di una chiara ispirazione Buchla, ci sono realizzazioni mediate attraverso il filtro di un’originalità di grande fascino operativo. Nel catalogo Verbos, trova posto ormai un discreto numero di circuiti in grado di essere configurati per realizzare un buon sistema di generazione e controllo in completa autonomia.

Di Enrico Cosimi

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Come dicevamo in apertura, per certi moduli l’ispirazione System 100 è palese, ma la solidità originale è altrettanto percepibile. E’ il caso del Voltage Multistage oggetto di questa prova. Il modulo può funzionare come step sequencer 8 x 2, o può essere configurato come generatore di tensioni transienti (LFO e inviluppo) profondamente personalizzabili; è chiaro che chi avesse bisogno di un veloce ADSR facilmente programmabile, troverà infinite altre varianti nell’enorme catalogo Euro Rack. Ma chi, invece, volesse spremere il risultato al confine tra sequenza, inviluppo, LFO e struttura di voltaggio programmabile, sarà ben felice – dopo essersi ripreso dal costo richiesto (con il dollaro così come è ora, stiamo parlando di 600 euro, more or less) – di consumare il Voltage Multistage.

Synovatron CVGT1 Euro to Buchla Converter

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Quando si entra nella palude Euro Rack, il rischio di trovarsi a combattere con i formati elettrici più disparati è sempre in agguato, specie se nel proprio studio si trovano a circolare bestie strane come Buchla e Serge. Ovviamente, qualcuno potrebbe dire che è bello avere un certo tipo di problemi…

Di Enrico Cosimi

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Ironia a parte, il modulo CVGT1, di non recente realizzazione, è una delle risposte più efficienti al problema della compatibilità elettrica tra mondo Euro Rack generalizzato e formato Buchla che – come è ben noto – non rispetta lo standard 1V/Oct, preferendo assegnare, d’ufficio, 1/10 di Volt per ogni semitono (arrivando, quindi, a 1.2 V/Oct).

Verbos Touchplate Keyboard

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Una tastiera capacitiva è un meccanismo che, senza parti mobili, suddivide la superficie di un circuito stampato in diverse piazzole sensibili al contatto con le dita del musicista. In questo modo, da Buchla in poi, passando per EMS, Serge, Doepfer, Macbeth e altri, è possibile interpretare i punti di contatto come note cromatiche o, in maniera più ampia, come tensioni indirizzabili al controllo desiderato. In aggiunta, si può estrarre dalla pronuncia del contatto il tipo di Gate utilizzato e, successivamente, interpretare il fronte positivo del Gate come Trig. Una fase ulteriore della valutazione di lettura può convertire l’area coperta dal polpastrello in “pressione” o controllo dinamico. Tutto questo, con l’impressione di suonare sopra un disegno

Di Enrico Cosimi

verbos touchplate

La Verbos Touchplate Keyboard è la più recente addizione al mercato delle tastiere capacitive, non doppio formato come la Buchla di cui abbiamo parlato nella scorsa settimana, ma interamente dedicata alla gestione del formato Euro Rack. Come è facile immaginare, da apparecchi del genere non ci si devono aspettare prestazioni in linea con la miglior meccanica Steinway/Renner, quanto la possibilità di approcciare in maniera immediata, ma non convenzionale, la gestione di intonazione e articolazione nel proprio sistema modulare.

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