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Primi passi con Reaktor – Seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software, Tutorial

Prima di lanciarci nel reverse engineering di una classica ensemble realizzata con Reaktor, sarà il caso di stringere qualche vite sui concetti indispensabili all’assemblaggio dei diversi moduli primari con cui costruire le nostre strutture. Come è facile immaginare, la prima cosa da fare è lanciare il programma e ammirare l’area di lavoro vuota…

Di Enrico Cosimi

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Superato lo shock iniziale, useremo il comando File/New Ensemble per far capire al programma che è nostra intenzioni iniziare a costruire qualcosa di nuovo.

Primi passi con Reaktor – prima parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software, Tutorial

Reaktor è un feroce linguaggio di programmazione object oriented che, dal lontano 1993 – passando per diverse incarnazioni – mette a disposizione dei musicisti più coraggiosi funzionalità pressochè illimitate. A patto di saper accettare le inevitabili complessità del mezzo e i compromessi di tipo prestazione/immediatezza operativa. In questa serie, auspicabilmente contenuta, di appuntamenti, vedremo le funzionalità di base del programma; quelle, cioè, che permettono a chiunque di affrontarne il comportamento in maniera prima semplice e, progressivamente, più approfondita a seconda delle necessità.

Di Enrico Cosimi

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In origine, il programma si chiamava Generator e – nelle pie intenzioni degli autori – si sarebbe dovuto affiancare ai diversi linguaggi con cui pilotare una DSP Farm contenente la potenza bruta di elaborazione; successivamente, venne messa in opera una migrazione di funzionamento, tesa a sfruttare il processore PC/Mac rendendo – di fatto – il linguaggio completamente indipendente da hardware che non fossero i semplici controller e i convertitori AD/DA.

Un brano in stile Krautrock – Parte terza

Written by Attilio De Simone on . Posted in Tutorial

L’ultima parte dell’articolo sul Krautrock è incentrato sulla realizzazione delle sonorità su cui articoleremo il nostro solo, assolutamente vintage.

Di Attilio De Simone

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Nella seconda puntata dell’articolo abbiamo analizzato il modo in cui strutturare una sequenza elettronica grazie all’impiego di uno step sequencer. Adesso faremo delle riflessioni sull’opportunità o meno di inserire un solo proprio durante alcune fasi della sequenza.

Di Attilio De Simone

Va detto innanzitutto che la space musik esce completamente dai canoni tradizionali della musica rock e pop, e quindi la presenza di un solo non va ritenuta in alcun modo obbligatoria. Bisogna considerare, pertanto, di volta in volta l’opportunità di integrare o meno un solo all’interno dell’architettura di un brano a cui stiamo lavorando. Nel caso in cui dovessimo ritenere che un solo “è proprio la morte sua” allora dovremo fare ulteriori considerazioni. Il lavoro di sound design si fa quindi fondamentale.

Laboratorio di sintesi – Synth Bass

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

La timbrica synth bass può essere realizzata in tantissimi modi – praticamente, un modo per ciascun genere musicale – ma, proprio per questo motivo, è necessario diffidare di chiunque abbia ricette pronte in stile slot machine per generare con pochi trucchi il basso giusto al momento giusto.

Come in molte altre manifestazioni dell’attività umana, anche la programmazione di un suono non può prescindere da un minimo di impegno e di approfondimento; intendiamoci: è legittimo far compiere tutto il lavoro sporco a Garage Band, senza prendere alcuna decisione… ma è molto più soddisfacente capire perché certe cose funzionano e certe altre funzionano meno.

Per questo motivo, abbiamo deciso di partire dal synth bass e verificare la tenuta (o meno) di certe linee guida ormai facilmente identificabili.

Di Enrico Cosimi

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Le righe che seguono sono applicabili, nella loro teoria, a qualsiasi piattaforma di sintesi (hardware o software) si abbia a disposizione; per comodità e per motivi contingenti, useremo principalmente il plug-in Analog disponibile in Ableton Live.

Ableton Live!…looping – Prima parte

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Tutorial

Popolo di musicisti/musicanti/musicofili, ben ritrovato. Tema di questo nuovo appuntamento è un argomento che mi sta acchiappando come una calamita da qualche mese a questa parte, il live looping. …chi è costui?

Di Antonio Antetomaso

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Inizio a rispondervi con una domanda, vi è mai capitato tra le mani un arranger? O meglio, nella vostra meravigliosa carriera musicale c’è stato un periodo in cui avete schiacciato pulsanti come “start”, “stop”, “fill” e con la mano sinistra avete comandato simultaneamente un pattern di basso, batteria, archi e via dicendo? Insomma, sto pianobar alla vecchia maniera lo avete fatto si o no?

La FM lineare secondo Ableton Operator – terza parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software, Tutorial

Giunti al terzo e ultimo appuntamento con Operator, è il momento di affrontare le caratteristiche di filtraggio, modulazione ciclica a bassa frequenza e pitch envelope. Sono comportamenti già disponibili in altre strutture FM lineare (il pitch env e il modulo LFO facevano parte della dotazione prevista nella DX-7 MkI) e successivamente confermate da incarnazioni software (basterebbe pensare a FM-7 e FM-8, di Native Instruments).

Di Enrico Cosimi

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Abbiamo avuto modo di verificare come buona parte dell’espressività propria della sintesi in FM lineare giaccia nella capacità di produrre ampie quantità di armoniche in maniera relativamente controllabile.  Le cose diventano interessanti (ancora più interessanti…) quando si acquisisce la possibilità di sottrarre parte del timbro ricorrendo alla classica, vecchia e sana, tecnica di filtraggio; per questo motivo, il modulo Filter ed il suo inviluppo programmabile sono di sicuro richiamo.

La FM Lineare secondo Ableton Operator – Seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Ableton II

Dopo aver fatto conoscenza con gli algoritmi e le funzioni globali, è il caso i concentrare la nostra attenzione sulle potenzialità offerte dai quattro oscillatori A – D presenti dentro Ableton Operator. Ricordiamo, per chi si fosse messo ora in collegamento, che sulle loro spalle pesa la complessa interazione di ruolo modulante/portante con cui Operator genera timbriche complesse e interessanti.

Di Enrico Cosimi

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A differenza della FM tradizionale (propria delle prime incarnazioni commerciali), l’implementazione di Operator prevede la possibilità di scegliere forme d’onda diverse dalla sinusoide canonica e di disegnarne di personali dosando i livelli desiderati per le prime 64 armoniche.

Non si parlerà di sintesi additiva vera e propria perché manca la possibilità di regolare intonazione, livello e fase di ciascuna armonica: in Operator, la frequenza delle armoniche è quella (appunto) armonica e la fase non è regolabile; il musicista può solo gestire il livello audio di ciascuna componente. 

La FM Lineare secondo Ableton Operator – Prima parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software, Tutorial

Come Analog è concentrato sulle timbriche analogiche, così Operator basa la sua espressività sull’impiego – potenziato – della FM lineare diffusa planetariamente da Yamaha con la vecchia DX Series. Frutto degli sforzi di Robert Henke, Operator riprende buona parte delle funzionalità proprie del DX-9 (quattro operatori, corredo di algoritmi numericamente limitato) e li spinge in avanti grazie alla disponibilità di forme d’onda diverse dalla semplice sinusoide, con filtraggio indirizzabile e diverse altre ottimizzazioni di funzionamento. Il risultato è potente, dinamico, espressivo.

Di Enrico Cosimi

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Per chi si fosse sintonizzato solo ora, ricordiamo che la Modulazione di Frequenza Lineare basa la propria espressività nell’ìnterazione tra due oscillatori (originariamente, solo sinusoidi) collegati tra loro in regime di modulazione; chi riceve il controllo è il portante, chi modula è il modulante. In base al rapporto di frequenza tra i due oscillatori, all’intensità della modulazione, alle forme d’onda di partenza, si otterranno dei contenuti armonici complessi, cangianti, ricchi, di sicuro impatto timbrico. Come è facile immaginare, automatizzando (cioè, rendendo dinamico il passaggio del segnale modulante), ad esempio con un amplificatore controllato da inviluppo, si potranno generare timbriche percussive o letargiche o a lenta evoluzione che si staccano di molto dalle semplici sinusoidi di partenza.

Un brano in stile Krautrock – Seconda parte

Written by Attilio De Simone on . Posted in Software, Tutorial

Continuiamo la realizzazione del nostro brano in stile Krautrock utilizzando vari plug-in VST di sviluppatori poco noti, ma molto interessanti. La seconda parte di questa serie di articoli è dedicata alla realizzazione di una sequenza sintetica, utilizzando la tipica struttura operativa degli step sequencer.

Di Attilio De Simone

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Nell’ambito della Kosmische Musik, l’obiettivo di questi passaggi era quello di creare un contesto ipnotico all’interno del quale l’ascoltatore potesse perdersi. Un trucco per “imbrigliare” la mente dell’ascoltatore consiste nel ridurre progressivamente sia il numero di step (e di conseguenza il numero di note eseguite) che il valore delle note dei singoli step (cioè la durata della nota) in modo da coinvolgere il pubblico nel trip ipnotico.

Case Study: rimodellare il Davolisint – seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Continuiamo la nostra sequenza di interventi finalizzati alla (ri)modellazione del vecchio Davolisint, l’unico sintetizzatore vintage sulla faccia della terra a non possedere un filtro, un inviluppo, un ring mod…

Di Enrico Cosimi

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Prima di entrare nel merito, è comunque il caso di ringraziare Filippo Corradin per aver inconsapevolmente prestato la fotografia del suo strumento; a lui, tutta la nostra gratitudine.

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