Nord Electro 3: Sampling Tutorial – seconda parte

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Tutorial

In questa seconda puntata entreremo nel vivo del tutorial, prenderemo in mano i ferri del mestiere e proveremo a campionare un suono per trasferirlo alla tastiera. Iniziamo dalla scelta del tipo di suono, cosa questa che condizionerà pesantemente il tipo di campionamento effettuato. Il NE3 ha pianoforti acustici superbi, Rhodes da urlo, un Hammond da rimanere senza fiato e per di più a modelli fisici, Clavinet, Wurli ecc…vale la pena addentrarsi nel campionamento di un’altro di questi strumenti? A mio avviso no…  cimentiamoci quindi con un suono sintetico. Quale scegliere?

di Antonio Antetomaso

Proviamo un PAD, che forse è la categoria che meglio si presta per questo tipo di attività: massimo rendimento con minimo sforzo, con in più, la possibilità di provare il looping di segnale (una delle cose più difficili nel campionamento). Come sorgente, utilizzeremo uno dei migliori tappeti disponibili in ambito virtual instruments.

Piano Comping & Voicing in pillole – Terza parte

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Tutorial

Benvenuti all’ultima puntata di questa mini serie dedicata al tema “voicing” e “comping”. Dopo esserci lasciati con i voicing e le posizioni da utilizzare in situazioni di piano solo o duo, oggi ci concentriamo sugli accorgimenti da utilizzare, per lo meno a mio avviso, quando si suona in band o, comunque, quando si ha a disposizione un (contrab)bassista pronto a riempire le nostre armonie.  Dando per scontati i concetti di armonizzazione, intervalli, circolo delle quinte ecc., in quest’ultima puntata, dato che la “ciccia” è davvero tanta, procederemo più speditamente verso il pratico.

di Antonio Antetomaso

Da che cominciamo? Beh, direi dalla considerazione più ovvia: ABBIAMO IL BASSO! OK, bella scoperta, quindi? Come “quindi”, sapete tutto!! Se il basso suona la tonica, perché mai dovremmo suonarla pure noi? Magari anziché la tonica potremmo utilizzare, a parità di dita, soluzioni che prevedano più estensioni e che arricchiscano il contesto armonico in cui si muovono i nostri bravi solisti.

Yamaha DX-7: riparliamo di FM e non solo – seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial, Vintage

Grazie al fortuito incontro con una Yamaha DX7 Mk1, casualmente capitata sotto le nostre grinfie, abbiamo l’occasione che aspettavamo per rispolverare la vecchia timbrica FM e verificare, con orecchie targate 2012, se il suono dello strumento in modulazione di frequenza linea fosse veramente – a quasi trent’anni di distanza – così spaventosamente rivoluzionario come sembrava all’epoca.

 

Di Enrico Cosimi

Questa è anche l’occasione per rimettere le mani su un’instant vintage che, prima o poi, finirà per valere una barca di quattrini. Un’occasione ghiotta, insomma…

The GAIA Project – Synth Pad?

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Cosa c’è sotto alla linea melodica? Cosa tiene insieme – come un vero e proprio collante sonoro – la ritmica, il solista e le parti di contorno? La risposta, specie nella produzione musicale in forma song, è una sola: il pad. Dietro questo termine si cela un’intera famiglia timbrica che ha caratteristiche ricorrenti: scarso ingombro armonico, facilità d’inserimento nel mixaggio, assenza di picchi ritmico/dinamici tali che possano distogliere l’attenzione dal protagonista principale dell’arrangiamento. In poche parole: un suono che si nota solo quando è finito…

di Enrico Cosimi

Volendo generalizzare, il pad perfetto è proprio quello che si nota meno, che non da fastidio in alcun modo; ovvio che, se si esagera con la definizione di “non dare fastidio”, si finisce per atterrare sulle onde sinusoidi – ritenute, a torto o a ragione, le meno intrusive – ma qui si cela uno dei tanti pericoli del pad: le sinusoidi pure, specie se eseguite per pallettoni, cioè per note lunghe, diventano rapidamente insostenibili per l’orecchio… la loro estrema staticità mette a dura prova l’orecchio e l’interesse dell’ascoltatore. Meglio, a quel punto, innescare un qualche regime di micro variazione che possa tenere più viva l’attenzione. In questa sessione, ci occuperemo della parte teorica, per poi – la prossima volta – scendere sulla terra e verificare con mano la fattibilità delle varie opzioni di programmazione.

Audio digitale: l’ascolto (è) consapevole?

Written by Luigi Agostini on . Posted in Recording, Tutorial

Sono un convinto relativista, ben poche verità sono assolute secondo me. Molti di voi leggendo queste parole penseranno “ fatti tuoi”, altri perderanno interesse nell’articolo, ma se state continuando a leggere per favore tenete la mia dichiarazione in debita considerazione. Questo perché mi appresto a confutare in parte quanto ho detto nell’articolo precedente. Articolo che, se lo avete letto con attenzione, già denunciava un’ambiguità sostanziale nel suo contenuto. Se l’ascolto naturale è sempre 3D, perché utilizzare qualcosa di più di un singolo diffusore per ascoltare l’audio registrato?

 

di Luigi Agostini

Il concetto che utilizzerò per ribaltare in parte quanto avevamo apparentemente stabilito è quello di “riproduzione digitale” di un evento, tanto caro a Benjamin. Cercherò, in pratica, di portare la vostra attenzione sul fatto che stiamo parlando di mero materiale registrato. La realtà intesa come esperienza sensibile, secondo me, può essere superata soltanto dalla pura fantasia, mai da un costrutto umano più o meno tecnologico. Quindi ogni tentativo di simulare o riprodurre un evento passato è destinato a fallire miseramente se paragonato alla possibilità di vivere personalmente l’evento stesso. Ma che valore ha il materiale che abbiamo creato, cercando utopisticamente d’imprigionare un frammento della nostra esistenza?

Yamaha DX-7: riparliamo di FM e non solo – prima parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial, Vintage

Quando, all’inizio degli Anni 80, la Yamaha commercializzò la prima versione della Yamaha DX-7, lo shock culturale fu enorme e travolse indifferenziatamente gli ambienti accademici e le fasce più estreme del mondo elettronico: per una significativa serie di motivi, lo strumento incarnava tali e tante innovazioni da rappresentare – come in effetti è stato – una vera e propria pietra miliare nell’evoluzione del suono elettronico.

di Enrico Cosimi

Cosa aveva di così incredibile il nuovo strumento? Oltre alle caratteristiche endogene, utilizzava una serie di soluzioni operative che risultarono – in breve – del tutto rivoluzionarie. Andiamo per ordine.

Chiediamolo al Dottor K: differenza tra Shelving e Peaking EQ

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Chiediamolo al Dottor K, Tutorial

Ancora una volta, i lettori del più importante mensile nazionale di tecnica chitarristica, potranno trarre giovamento dagli approfondimenti che il Dottor K elargisce dal suo atrio muschioso, circondato con regolamentari fori cadenti. 

Questa volta, parliamo delle sottili – ma non troppo, anzi diciamo anche evidenti – differenze esistenti tra equalizzazione Shelving e Peaking. Come dire: alle origini dei controlli Bass, Mid e Treble.

di Enrico Cosimi

Tutto è nato con la prova della Mesa/Boogie M6 Carbine, una testata ibrida (valvole/MOSFET) che sfrutta il consueto design d’equalizzazione bassi, medi, acuti, arricchendolo con un controllo Voice centrale di preset eq. Come funziona un equalizzatore a tre tagli? Il suo comportamento è ripetibile con i filtri normalmente a disposizione in un sintetizzatore (appunto) normale? La risposta più corretta è: dipende…

Audio tridimensionale: cos’è e cosa non è..

Written by Luigi Agostini on . Posted in Recording, Tutorial

Nessuno ha inventato l’audio 3D. L’ascolto tridimensionale è semplicemente quello che sperimentiamo naturalmente ogni giorno della nostra vita. Forse l’unico momento in cui non ascoltiamo in 3D è quando ci mettiamo in testa una cuffia professionale vanificando di conseguenza la funzionalità delle pinne delle nostre orecchie, del torso e degli spostamenti della testa, fondamentali per l’apprezzamento dell’altezza di un suono per qualsiasi essere umano.

di Luigi Agostini

The GAIA Project – Synth Bass seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Nell’appuntamento precedente, ci siamo occupati delle procedure basic per la costruzione della classica timbrica di synth bass: questa volta, è il caso di mettere al fuoco altre funzionalità che apparentemente sono considerabili come secondarie. Attraverso il loro impiego, è possibile personalizzare il suono e ampliare significativamente il raggio d’azione dello strumento. Ancora una volta, ci baseremo sul classico funzionamento virtual analog offerto da Roland SH-01 GAIA, confermando – se ce ne fosse bisogno – l’assoluta portatilità su altre macchine delle caratteristiche illustrate.

 

di Enrico Cosimi

Il synth bass che si rispetti è costruito con un solo oscillatore, sparato a tutta manetta dentro al filtro low pass per sfruttare fino in fondo la dinamica e la totale assenza di interferenze distruttive/costruttive, tipiche nelle strutture analogiche con più oscillatori aperti simultaneamente; ma più oscillatori, possono dare maggior peso al suono, a patto che si sappia a cosa rinunciare.

Andiamo per ordine.

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