TC Electronic Ditto X2Looper: ancora qualche parola

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Prima o poi, il drone performer che si rispetti finisce per avere bisogno di un looper con cui catturare e eternalizzare l’ambiente sonoro che ha creato. Dopo il riscontro ottenuto con il piccolissimo Ditto Looper, TC bissa il successo ampliando le funzionalità dell’apparecchio in maniera tale da renderlo potabile anche per i tastieristi. Ne avevamo parlato qualche mese orsono, mentre le notizie erano ancora frammentarie e prive di conferme; oggi, è possibile scendere un pochino più nei particolari, aspettando – con ansia – il momento nel quale avremo un esemplare per le prove di rito.

Di Enrico Cosimi

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Ditto X2 Looper fornisce cinque minuti di loop organizzati in infinite tracce sovrapponibili. A differenza del precedente modello, la struttura di base è stata potenziata con una dotazione di controlli – seppure ancora spartani – che facilita l’integrazione e l’interazione durante l’esecuzione dal vivo.

M-Audio BX6 e BX8 Carbon Studio Monitor

Written by Emiliano Girolami on . Posted in Gear, Recording

Quattro scatoloni di dimensioni rilevanti ci accolgono nel magazzino della redazione. All’interno altrettanti monitor da studio si rendono disponibili ad essere provati e misurati in coppia. Le casse fanno parte della nuova linea di monitor per home e project studio proposta da M-Audio che comprende modelli di varie dimensioni e caratteristiche. Si va dalle piccole Studiophile AV 30 con woofer da 3” alle M3-8 che, come si evince dalla sigla, sono a tre vie con woofer da 8”.

di Emiliano Girolami

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L’apertura degli scatoloni ci fa scoprire una coppia di BX6 Carbon e una di BX8 Carbon. I due modelli sono esteticamente molto simili, diremmo uguali se si prescinde dalle dimensioni, ma di caratteristiche tecniche diverse. Approfondiamo…

 

BX6 Carbon

È caratterizzato da un woofer da 6” in Kevlar e tweeter a cupola in seta da 1,25”. Gli amplificatori sono due e in classe A/B, forniscono 70W sulle basse e 60W nel registro acuto. La frequenza di cross-over è 2,5 Khz. Il sistema garantisce una risposta in frequenza che va da 45Hz a 22KHz.

Il pannello frontale è sagomato in modo da costituire una guida d’onda che allinea l’emissione dei due speaker per la massima coerenza in fase. Un LED azzurro ha la doppia funzione di segnalare l’accensione del sistema e di indicare la migliore posizione per l’ascolto (basta individuare il punto di maggiore luminosità). Un modo semplice ma ingegnoso di allineare il triangolo composto dai due speaker e la testa dell’ascoltatore. Nessun problema quindi ad individuare lo sweet spot. Il contenitore è realizzato in MDF.

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La porta di accordo per le basse frequenze è sul pannello posteriore nel quale troviamo anche gli ingressi bilanciati (TRS e XLR), un selettore a tre posizioni (Acustic Space) per regolare la risposta in basso e una manopola per il volume.

Interruttore e presa IEC per la tensione di rete (con cambio tensione per adattarsi alle varie nazioni) completano la dotazione.

 

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BX8 Carbon

Questo diffusore è di dimensioni più generose ed ha un woofer da 8”. Stesso tweeter e stessi amplificatori con una frequenza di taglio del cross-over che scende a 2,2KHz. Ovviamente la risposta in frequenza è più estesa sulle basse, si va da 38Hz a 22KHz. Le altre caratteristiche sono del tutto simili a quelle del modello più piccolo.

 

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La prova

Iniziamo il test con il modello da 6”. Dopo l’installazione diamo in pasto alle casse un rumore rosa per qualche ora in modo da stabilizzare i componenti. Ascoltiamo vari pezzi già mixati e tracce singole. Notiamo subito un ottimo dettaglio sulle alte che consente di mettere a fuoco i particolari nascosti del suono. Le medie son ben rappresentate mentre, per le basse e le medio-basse notiamo una certa mancanza di profondità. La qualità dell’ascolto è comunque più che sufficiente per portare a termine le operazioni di mix senza problemi. Ci sembra che le BX6 si trovino a proprio agio nel pop, nel rock classico e nel jazz. A causa della risposta sul registro grave non le consiglieremmo per Disco e generi collegati per i quali la precisione sotto i 150Hz è cruciale per determinare la riuscita del pezzo. Forse un accoppiamento con un soob woofer (tenendo d’occhio l’acustica della sala) è consigliabile se lavorate con sample, Drum&Bass e simili. Considerando il prezzo, però, le prestazioni sono più che adeguata. Una coppia di BX6 Carbon si porta a casa con meno di 300€ (street price).

Installiamo le BX8 e procediamo allo stesso trattamento con rumore rosa. Appena passiamo alla musica notiamo subito un notevole miglioramento rispetto alle BX6. Tutta la gamma audio è rappresentata correttamente, il suono è equilibrato e il dettaglio è garantito. La tridimensionalità è buona è non è difficile seguire i diversi piani sonori del pezzo sul quale si sta lavorando. Nessun problema con cassa, basso, contrabbasso o suoni sintetici. Facile gestire le voci e le chitarre in gamma media. Ottima e mai fastidiosa la risposta in alto per gestire al meglio, ad esempio, i piatti della batteria. Le BX8 ci convincono su tutta la linea. Non ci sono generi musicali sui quali non si possa lavorare con tranquillità, l’ascolto non è mai faticoso (e questo succede anche con le sorelle minori) probabilmente in virtù del tweeter a cupola di seta. L’acquisto di una coppia di BX8 richiede più di 300€ (street) ma, per la fascia di prezzo, le prestazioni sono ottime.

Conclusioni

L’acquisto dei monitor deve essere ponderato accuratamente perché tutta la musica che produciamo passa attraverso di essi. I progressi e i miglioramenti delle tecnologie di produzione rendono però possibile coniugare buone prestazioni con prezzi molto ragionevoli.

M-Audio è da sempre paladina di questa filosofia e le nuove BX6 e BX8 ne sono un esempio. Obbligati alla scelta propenderemmo, senza dubbio, sulle più grandi.

 

Genelec AcoustiTape: come trovare al volo la posizione giusta dei monitor

Written by Emiliano Girolami on . Posted in Gear, Recording

L’acustica degli ambienti chiusi è una disciplina complessa che rende non banale la individuazione della corretta posizione dei monitor in una stanza. Il problema dipende sostanzialmente dal fatto che le onde sonore emesse dalle sorgenti (le casse) si riflettono sulle superfici (muri, vetri, ecc). La combinazione delle onde dirette e riflesse crea problemi alla risposta in frequenza del sistema che, in virtù di questo fenomeno, risulta tutt’altro che omogenea.

di Emiliano Girolami 

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Il fenomeno può essere limitato con una corretta progettazione degli ambienti e con l’introduzione di oggetti di forma e consistenza particolari (bass trap, diffusori, superfici assorbenti, ecc) che, introdotti in punti strategici, servono a limitare le disuniformità della risposta in frequenza.

KORG Volca Sampler – qualche anticipazione

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Il successo ottenuto dai tre modelli Volca Keys, Drums e Bass ha confermato un filone che KORG sembra intenzionato a proseguire a tutta velocità. Questa volta, è il turno del Volca Sampler, un apparecchio dedicato alla manipolazione in tempo reale dei campioni, ma non (come vedremo) alla loro acquisizione, per la produzione e la performance.

Di Enrico Cosimi

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Come al solito, lo scollamento tra i tempi di annuncio di un prodotto e la sua effettiva disponibilità sul mercato ci obbligano ad una semplice panoramica introduttiva, speriamo di poter presto confermare e approfondire quanto desumibile finora.

Descubriendo Moog 37

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Come promesso ieri, ascoltiamo e vediamo due simpatici videozzi che, senza pretesa alcuna, passano in rassegna (sarebbe corretto dire “spolverano”) le funzionalità del Moog Sub 37.

Di Enrico Cosimi

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Come al solito, un sentito ringraziamento va alla Midiware, importatore italiano del marchio Moog, che ha cortesemente messo a disposizione la sua Demo Room e un raro esemplare dell’apparecchio. Buona visione.

Moog Sub 37 – L’appetito vien mangiando…

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Sin dal momento della sua presentazione (Winter Namm 2014 prima, e Frankfurt MusikMesse 2014 poi), il Moog Sub 37 ha gettato nella compulsione d’acquisto più spietata molti musicisti sparsi per il pianeta. Finalmente, in pieno backorder e in crisi di approvvigionamento, è stato possibile metterci sopra le mani per una giornata di prove ospitate nell’accogliente Demo Room Midiware.  I risultati sono stati più che lusinghieri.

Di Enrico Cosimi

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Intendiamoci: non basta una giornata di smanettamento per apprezzare fino in fondo tutte le funzionalità che il nuovo apparecchio profonde a piene mani sulla già nota struttura Sub Phatty; ma, quantomeno, si è capito tutto il lavoro aggiuntivo che gli ingegneri Moog hanno messo su strada per raggiungere un insieme funzionale praticamente irresistibile. Come al solito, specie con i sintetizzatori, al meglio non c’è mai fine (basta aggiungere un osclllatore qui e un sequencer li…), ma occorre chiudere un progetto tenendolo all’interno dei target economici prefissati, altrimenti non se ne esce vivi. Detto questo, in queste paginette virtuali, elencheremo più o meno alla rinfusa i punti di forza dell’apparecchio, le cose che lo differenziano dalla concorrenza e dai precedenti modelli Moog; le cose, insomma, che dovrete tener d’occhio, dopo aver indossato le cuffie, quando proverete lo strumento dal vostro negoziante di fiducia.

TouellSkouarn Jedonian Converter

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Sotto questo spaventoso nome si cela un simpatico convertitore Hz/V – V/Oct bidirezionale, realizzato in formato Euro Rack dal marchio TouellSskouarn. Il nome del modulo è in bretone: i lettori più curiosi saranno felici di fare ricerche sul suo significato. Il modulo, largo dieci unità Euro Rack e dotato di pannello in resina acrilica, offre trattamento bidirezionale per la tensione di controllo sugli oscillatori e il gate di articolazione degli inviluppi.

Di Enrico Cosimi

Jedonian

Come sapranno tutti i possessori di KORG MS-20 (nelle sue varianti vintage, e recenti), esistono diversi formati di interfacciamento elettrico CV/Gate che sono grosso modo spalmati sull’intera produzione planetaria di sintetizzatori; di questi, solo due hanno raggiunto un’ampia diffusione: il formato 1V/Oct pionierizzato da Bob Moog e adottato pressoché universalmente, ed il formato Hz/V previsto da KORG e Yamaha sulle antiche macchine Anni 70.

Roland SBX-1 Sync Box: il ritorno degli SBX

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Dopo la fiammata della serie AIRA, Roland ha tirato fuori dal cilindro l’apparecchio fugacemente anticipato a Francoforte: il nuovo sincronizzatore multi funzione USB, DIN, MIDI e CV/Gate con il quale far marciare d’amore e d’accordo tutte le varie apparecchiature analogiche – e non solo – che stanno popolando questo interessante squarcio di millennio.

Di Enrico Cosimi

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Per i meno giovani, la sigla Sync Box farà tornare alla mente lunghe sessioni di sala, accompagnati dall’interminabile streaming del codice SMPTE longitudinale sulla traccia 24 del registratore. Oggi, per fortuna, le cose sono molto più semplici. Il nuovo SBX-1 non gestisce SMPTE (non ce n’è più bisogno), ma concentra le proprie funzionalità sulla conversione simultanea tra i formati di sincronizzazione MIDI Clock, DIN Sync TTL, USB/MIDI, con in più la gestione CV/Gate in uscita.

Decisamente, non male.

Il grande gioco di fine Estate – Risultati finali

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Come con il Mercante in fiera, quando rimangono poche carte da accoppiare, per un verso è meglio – alcuni dubbi sono stati chiariti – per altri versi è peggio – cosa conterrà l’ultimo enigma?

Ora, è il momento di capire con quali strumenti sono state registrare le tracce numerate progressivamente da 09 fino a 16.

Di Enrico Cosimi

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Come dicevamo ieri, il compito non è facile e, probabilmente, anche facendo caso a tutti i dettgli più minuti, ci si trova di fronte a difficoltà oggettivamente elevate. Una volta per tutte, fatti salvi i casi più eclatanti, sarebbe ora di finirla con il rimasticare luoghi comuni legati alle famiglie timbriche di appartenenza. Quantomeno, diciamo che – se si vuole – tutti i sintetizzatori possono condividere ampie famiglie timbriche, lasciando ai margini quelle che sono le vere peculiarità espressive di ciascun sistema. Procediamo.

Il grande gioco di fine Estate – Sveliamo i primi otto strumenti…

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

L’idea era apparentemente innocua: registrare un fraseggio qualsiasi con sedici sintetizzatori diversi, realizzare altrettanti file wav indipendenti, privi di indentificativo, e vedere se – elenco dei sintetizzatori alla mano – fosse così difficile risalire, facendo i giusti accoppiamenti, agli strumenti utllizzati caso per caso. La delusione era dietro l’angolo.

Di Enrico Cosimi

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Prima di svelare gli altarini, iniziamo subito dalle conclusioni:

  • una prova del genere è difficilissima, perché se chi programma la timbrica non utilizza qualche caratteristica peculiare dello strumento (tetracordi nel MonoPoly KORG, per dire), alla fine, tutte queste macchine hanno un 80 o 90% di comportamento sonoro tranquillamente sovrapponibile. E’ chiaro, ci sono le eccezioni eclatanti, ma nella sintesi sottrattiva, molto spesso gli attori in gioco sono sempre quelli.
  • sedici contendenti sono tanti da valutare: nell’evoluzione della Musica Elettronica, ogni volta che si è ricorsi ai blind test per valutare un’apparecchio, si è capito come già una comparazione A/B sia sufficiente a mandare in crisi anche gli ascoltatori più esperti. Niente paura se il panico sale.
  • il sottoscritto, che ha fisicamente realizzato i file, riesce solo parzialmente a riconoscere all’ascolto – dopo una nottata di sonno – gli strumenti utilizzati; fatte salve alcune caratteristiche facilmente riconoscibili (più facilmente riconoscibili in quanto diretto esecutore), la difficoltà c’è tutta.

E le conclusioni? Eccole…

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