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Moog Claravox Centennial

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Moog Claravox Centennial è un theremin di fascia alta che integra al suo interno decenni di esperienza accumulati da Moog nella produzione degli stupefacenti eterofoni. Lo strumento prende ovviamente nome da Clara Rockmore, la più grande thereminista dello scorso secolo ed offre caratteristiche particolarmente interessanti.

Di Enrico Cosimi

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L’elettronica si basa su quella impiegata all’interno dell’Etherwave Pro; è possibile modificare la risposta del circuito impostandola in base alle esigenze del musicista; i comandi Wave e Filter sono desunti dal modello Etherwave Pro e offrono un’ampia gamma timbrica operativa.

La generazione sonora può essere alternata a discrezione dell’utente scegliendo il comportamento Traditional (con l’oscillatore analogico che lavora per battimento) o Modern (con il lettore di tabelle incorporato); è possibile attivare la quantizzazione della Pitch Antenna per intervalli discreti o lasciarla non quantizzata come nello strumento antico. Il delay incorporato può essere programmato per tempo di ritardo e numero delle ribattute.

Endorphines Running Order

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Running Order è il Trigger Sequencer da 6HP EuroRack  che si aggiunge al già sfizioso catalogo Endorphines. Il modulo offre due tracce di generazione Trigger utilizzzabile come master clock generator o come gestore/elaboratore di clock ricevuto dall’esterno; può funzionare come sub-sequencer/divider.

Di Enrico Cosimi

 

run 1

Le caratteristiche tecniche recitano: 6HP, profondità pari a 30 mm compreso il ribbon cable installato; richiede 30mA sul ramo +12V e 10mA sul ramo -12V. La generazione di clock è low jitter; il funzionamento è in stile SH-1×1 con ingresso predisposto a ricevere i sedicesimi (Step/Rest) con quantità dei trigger repeats regolabile manualmente o attraverso CV esterno.

ARP 2600 FS: quattro chiacchiere

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Un video discorsivo sulle funzioni principali dell’ARP 2600 FS targato Korg (e dentro la tastiera 3620).
ACM ringrazia Gabriele Brisinello di Your Music e – ovviamente – i Foroni Bros., che hanno cortesemente reso disponibili le riprese. Buona visione.

Di Enrico Cosimi

Arturia PolyBrute Analog Polyphonic Synthesizer

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Ora che finalmente abbiamo il permesso di parlare del nuovo polifonico Arturiapossiamo anticipare che – a stretto giro – grazie al fattivo interessamento dell’importatore italiano Midiware,  avremo un esemplare a disposizione per poter fare video e approfondimenti verticali.

Di Enrico Cosimi

polyb

Nell’attesa, sarà comodo riassumere velocemente le funzioni più importanti del nuovo apparecchio:

  • tastiera a cinque ottave, sensibili alla dinamica e all’aftertouch;
  • ribbon controller configurabile con o senza value latch e zero fisso;
  • mod e bend wheel configurabili in escursione e destinazione;
  • Morphée a tre assi (X, Y e Z-pressione) indirizzabile su matrice o su destinazioni predefinite;
  • polifonia a 6 voci con gestione bitimbrica in split e layer;
  • split regolabile;
  • distribuzione delle 6 voci in configurazione 1:5, 2:4, 3:3, 4:2, 5:1;
  • morph timbrico A/B all’interno della stessa patch; lo spostamento morph è destinazione di modulazione;
  • Motion Recorder per automatizzare qualsiasi operazione fatta sul pannello frontale;
  • Motion Playing fino a /8 o 8x la velocità originale, loop o one-shot;
  • Matrice di modulazione 12 sorgenti su 32 destinazioni completamente indirizzabili dall’utente;
  • Matrice impiegata per le patches, le sequenze, le modulazioni, i morph;
  • doppio display con innumerevoli funzioni Settings di personalizzazione;
  • canale di voce con due oscillatori (hard sync, pwm, metalizer, subosc) e noise;
  • doppio filtro Steiner a quattro modi e Ladder lowpass, distorsori e Brute Factor;
  • tre inviluppi che possono andare in loop;
  • tre LFO syncabili; il terzo è “in stile Buchla”;
  • effetti digitali per short modulation, delay e reverb (algoritmi personalizzabili);
  • arpeggiatore polifonico;
  • step sequencer polifonico caricabile real time o step; estese funzioni di sincronizzazione;
  • matrix arpeggiator con ampie funzioni di personalizzazione per iterazione, permutazione e organizzazione;
  • gambe in legno;
  • uscita stereo 1/4;
  • sync analogico in/out configurabile;
  • MIDI In/Out/Thru;
  • USB;
  • editor gratuito per la gestione timbrica e di sequenza/arpeggio.

Prossimamente su questi schermi.

 

 

ARTURIA Keystep 37 Controller & Sequencer

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Dopo l’affermazione planetaria del modello Keystep e la conferma potenziata con la versione Keystep Pro, in Arturia hanno pensato bene di sfruttare la keybed espansa a tre ottave rinforzando quelle che da sempre erano le (poche) lacune del modello Keystep di base: mancanza di un riscontro grafico per il BPM e assenza di controller di pannello dedicabili. Ora, con la Keystep 37, ad un prezzo inevitabilmente più alto e con un ingombro più significativo, è possibile lavorare in comodità e completezza.

Di Enrico Cosimi

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L’apparecchio viene fornito con cavo USB standard Type A/B (quello “grosso” per intenderci) e con un isolatore galvanico anti-ground loop dotato di triplice connessione power-pc-keyboard; come al solito, il manuale deve essere scaricato e stampato. Nella confezione, c’è anche un coupon per scaricare legalmente Ableton Live Lite.

Arturia MicroFreak Vocoder Edition

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Arturia presenta il MicroFreak VE ovvero Vocoder Edition. La nuova versione del MicroFreak sfrutta un nuovo, efficace, algoritmo di Vocoder che permette al musicista di scegliere con relativa facilità la qualità del segnale Carrier interno (prodotto con la consueta dotazione di forme d’onda virtualizzate), in monofonia o in polifonia, per poter fornire materiale su cui trasferire il contenuto armonico e la distribuzione energetica estratti dal segnale Modulator ottenuto via microfono a collo di cigno fornito in dotazione.

Di Enrico Cosimi

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Il microfono, fornito in dotazione viene collegato alla presa cuffia attraverso un connettore 1/8″ multiplo (per l’esattezza, il formato TRRS usato anche da altri costruttori) che permette tanto l’impiego della cuffia normale, grazie alla porta di ascolto thru presente sullo zoccolo stesso del microfono, quanto l’acquisizione del segnale modulante / speech indispensabile al buon funzionamento del Vocoder.

Arturia OB-XA V

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Commercializzato per un breve periodo in stand-alone, e successivamente inserito nella ultima incarnazione della V-Collection, la riedizione virtualizzata del potente OB-Xa Oberheim arricchisce in modo significativo le capacità già dimostrate da Arturia.

Di Enrico Cosimi

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Lo strumento originale incarna la fase di transizione dai vecchi design con componentistica discreta (tutta la serie SEM, poi OB-1, poi OB-X) verso le più performanti – ma timbricamente diverse – realizzazioni con circuiti integrati (OB-Xa, OB-8, Xpander, eccetera). Come sempre per Arturia, si è preso il meglio dello strumento originale, estraendo qualche caratteristica irrinunciabile presente nei modelli precedenti e condendo il tutto con quel blocco di funzioni che oggi sono considerate – giustamente – indispensabili per un uso moderno durante la produzione musicale. Il risultato è un software in grado di dare la stessa essenziale funzionalità dello strumento hardware, con una facile integrazione nei più diffusi formati plug-in attualmente in circolazione. Non è la macchina con la quale fare ricerca e sound design “di dettaglio” (all’intero della V-Collection, non mancano apparecchi ben più esoterici…), ma è il polisynth no frills cui rivolgersi per coprire al volo una parte strumentale con energia e solidità timbrica.

Un manuale per la Elektron Model:Cycles

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Come tutti i prodotti Elektron, la Model:Cycles condensa in poco spazio una quantità spaventosa di funzioni che, spesso indirizzate e etichettate in modi non convenzionali, finiscono per confondere gli utenti meno esperti.

Di Enrico Cosimi

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Qui, trovate una proposta di manuale che – auspicabilmente – potrebbe chiarire le cose.
Buona lettura.

Arturia OB-XA V

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L’ultima aggiunta nella V-Collection, ma sembra ci sarà un periodo di possibile acquisto indipendente – è il seminale polifonico analogico commercializzato nel 1980 da Tom Oberheim. Lo strumento, uno dei primi veri polifonici analogici moderni, segna il cambio di direzione nella Oberheim Eletronics che dalle prime realizzazioni S.E.M. a 2, 4 e 8 voci con componentistica discreta, inaugurerà la stagione degli integrati CEM-Curtis Electro Music, culminante con gli ambiziosi modelli Xpander e Matrix-12.

Di Enrico Cosimi

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E’ con un OB-Xa che Edward Van Halen registra le parti synth di Jump, nell’album “1984” (pubblicato nel 1983) gettando le basi di quel Synth Rock che avrà numerosi proseliti negli anni a seguire.

Lo strumento segue il classico dual oscillator design, con doppio inviluppo, ma si distacca dalla concorrenza – principalmente dal Prophet 5, per una serie di interessanti soluzioni. La struttura a voci separate (può essere acquistato a 4, 6 o 8 voci) e la diversa architettura di indirizzo permettono l’impiego dello Split Mode, con due suoni simultaneamente Upper e Lower (ascoltare la intro 1984 di E.V.H. per capire di costa stiamo parlando); grazie agli integrati Curtis, è più facile disporre il filtro in comportamento 2 o 4 poli – ci si allontana dal classico suono Oberheim, ma si conquista una maggior modernità sonora. Rispetto al precedente modello OB-X, le memorie passano da 32 a 120, con gestione dello Split e inserimento della PWM sotto controllo del Filter Envelope Generator.

Dopo, il modello OB-8 inaugurerà un ulteriore cambiamento nella routine di auto-tune (da sempre considerata “troppo perfetta” dallo stesso Tom Oberheim), portando i polifonici del marchio verso quella caratteristica timbrica comune a tutti gli altri strumenti successivi.

Moog Subharmonicon

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Il Moog Subharmonicon appartiene a quella categoria di apparecchi (Werkstatt, BFAM, DFAM, Spectravox…) originalmente concepiti per essere realizzati durante le settimane dei MoogFest dai partecipanti all’evento e – in alcuni casi – successivamente commercializzati per dare seguito a una soverchiante domanda.

Di Enrico Cosimi

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Subharmonicon è un sintetizzatore analogico semi modulare poliritmico che si aggiunge alla famiglia già composta da Mother-32 e DFAM (non contando gli altri apparecchi, appunto, realizzati solo all’interno del circuito MoogFest).

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