Arturia OB-XA V

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software

Commercializzato per un breve periodo in stand-alone, e successivamente inserito nella ultima incarnazione della V-Collection, la riedizione virtualizzata del potente OB-Xa Oberheim arricchisce in modo significativo le capacità già dimostrate da Arturia.

Di Enrico Cosimi

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Lo strumento originale incarna la fase di transizione dai vecchi design con componentistica discreta (tutta la serie SEM, poi OB-1, poi OB-X) verso le più performanti – ma timbricamente diverse – realizzazioni con circuiti integrati (OB-Xa, OB-8, Xpander, eccetera). Come sempre per Arturia, si è preso il meglio dello strumento originale, estraendo qualche caratteristica irrinunciabile presente nei modelli precedenti e condendo il tutto con quel blocco di funzioni che oggi sono considerate – giustamente – indispensabili per un uso moderno durante la produzione musicale. Il risultato è un software in grado di dare la stessa essenziale funzionalità dello strumento hardware, con una facile integrazione nei più diffusi formati plug-in attualmente in circolazione. Non è la macchina con la quale fare ricerca e sound design “di dettaglio” (all’intero della V-Collection, non mancano apparecchi ben più esoterici…), ma è il polisynth no frills cui rivolgersi per coprire al volo una parte strumentale con energia e solidità timbrica.

Qualche informazione indispensabile

Il polifonico Oberheim OB-Xa venne commercializzato nel 1980 come perfezionamento del precedente modello OB-X; più leggero (ma non meno ingombrante) e più economico da costruire, abbandonava il classico filtro Oberheim a componenti discreti per adottare la componentistica CEM-Curtis Electro Music pressoché universalmente impiegata in tutti i polifonici dell’epoca; le conseguenze timbriche erano importanti: da una parte, si perdeva l’unicità Oberheim che alle alte posizioni di Resonance non perdeva botta sulle basse frequenze, dall’altra si aderiva ad un format timbrico destinato a diventare standard incontrastato per quasi un decennio.

Nel nuovo strumento, era possibile alternare lo slope – cioè la pendenza con la quale la banda di transizione del filtro perdeva livello – tra 4 poli e 2 poli; nel primo caso, il suono diventava solido e cupo (e più simile a quanto ottenibile con la concorrenza), nel secondo era possibile ottenere timbriche più atmosferiche o graffianti.  Rispetto al modello precedente, veniva eliminata la possibilità di modulare in frequenza il segnale di un oscillatore col segnale audio prodotto dall’altro oscillatore, ma entrava a regime la Pulse Width Modulation, con la quale diventava semplice creare timbriche animate.

Significativo, nei confronti di quanto ottenibile col precedente modello OB-X, l’incremento delle funzionalità operative: OB-Xa poteva lavorare in split mode attivando due diverse timbriche simultaneamente che venivano disposte ai lati di un key split di separazione. L’adozione di Chord Mode per la memorizzazione e l’esecuzione veloce di intervalli pre programmati, e la capacità di scrivere fino a 120 timbriche diverse nelle memorie di bordo rendevano il nuovo OB-Xa uno strumento pressoché indispensabile nella dotazione del tastierista professionista dell’epoca. Segnaliamo che i concorrenti Sequential Prophet 5 (monotimbrico a 5 voci) quanto il Roland Jupiter 8 (bitimbrico a 8 voci) sono presenti nella V-Collection e offrono un piacevole livello di autenticità timbrica.

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Organizzazione Arturia OB-Xa V

Come per tutti gli altri strumenti della V-Collection, l’uso di OB-Xa è articolato in diversi step operativi di facile gestione: si ottimizza il funzionamento dello strumento dal punto di vista Audio/Midi, si dimensiona l’interfaccia grafica, si prende pratica con la libreria di patches e con l’eventuale automazione MIDI dei parametri di pannello.

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Queste funzioni, una volta imparate, sono tranquillamente applicabili ed esportabili all’interno di qualsiasi altro sintetizzatore software Arturia (un vantaggio non trascurabile). Poi, si lavora nello specifico dello strumento, dividendo le funzioni tra quello che c’è nella macchina originale (anche se, vedremo, in questo caso si è recuperato qualcosa anche dalle versioni precedenti) e quello che è stato creato da Arturia per rendere più moderno l’insieme. Come tradizione, le cose “originali” sono raggiungibili dalla grafica zoomabile di pannello, le cose in più sono organizzate dietro pannelli a scomparsa o in sezioni grafiche che si possono aprire a discrezione. Il tutto, articolato in modo semplice ed elegante; se non avete pazienza, potete iniziare da subito a produrre con OB-Xa V senza leggere il manuale.

L’impiego della Upper Toolbar per la navigazione, il Main Panel per la programmazione e la Lower Toolbar per la personalizzazione polifonica non richiede spiegazioni.

Struttura di sintesi – Main Panel

Il sintetizzatore vero e proprio è disposto nel pannello principale; da sinistra verso destra, sono raggiungibili i moduli Master, Voices, Modulation, Oscillators, Filter, Envelopes e, nella fascia bassa, Arpeggiator, Portamento e Vibrato. Altre cose compaiono a richiesta attivando alcune scorciatoie “extra hardware”. A sinistra delle cinque ottave, trovano posto le due Lever Bend & Modulation, con i comandi di personalizzazione Amount (da 1 semitono a 2 ottave) e Osc 2 Only.

Per gli standard attuali, OB-Xa V è uno strumento molto semplice da padroneggiare.

Master

Permette la regolazione del Master Volume, l’attivazione dei comandi di Hold (per congelare la durate delle note eseguite), di Chord e Chord Selection (per catturare un accordo/intervallo da eseguire semplicemente fraseggiando le toniche) e di Master Tune. La programmazione dell’accordo avviene su un’ottava di tastiera miniaturizzata.

Voices

L’impostazione ottimizzata del pannello comandi originale prevede la possibilità di scordare il secondo oscillatore rispetto al primo – mentre il primo rimane invariabilmente accordato sulla regolazione nominale; è una tecnica che ritroviamo nel Synthex e in tante altre macchine dell’epoca (ma che, a ben vedere, era già concepita nel Minimoog Model D, con il secondo e terzo oscillatore più “libero” rispetto al primo). Il modulo Voices permette, appunto, di scordare il secondo oscillatore di ogni voce polifonica rispetto al primo, o di impilare in Unison le voci desiderate, con possibilità di disallineare in Spread la percezione delle voci. Nella toolbar inferiore, si decide quante voci sono attivate nel modo Unison e, con i due tasti Spread e Pan, si attiva il disallineamento per il solo valore di panpot o per l’intero percorso oscillatore-filtro. In quest’ultimo caso, cortesia di Arturia, quando si attiva Unison è come se ci fossero diverse istanze del plug-in che corrono parallelamente durante l’esecuzione. Tanto i valori di Pan quanto le regolazioni di LFO, OSC, FILTER, AMT, RATE delle voci sono alterabili agendo sui trimmer nascosti sotto al pannello frontale. Il sistema di personalizzazione/deviazione è stato adottato anche in altri software virtual analog di riferimento e non è privo di efficacia e semplicità per l’utente. Ricordiamo che i panpot individuali erano fisicamente implementati anche nei modelli hardware Oberheim.

Modulation

Sempre per la filosofia ottimizzata, non tutto è raggiungibile a livello di percorso di modulazione: sono forniti i collegamenti indispensabili e questi sono realizzati con destinazione selezionabile e semplice amount regolabile. Per la ricerca timbrica, siete pregati di citofonare a Matrix-12 V. 

La struttura è semplice: c’è un oscillatore a bassa frequenza, regolabile in Rate, sincronizzabile al MIDI Clock e subordinabile al Key Sync, in grado di generare le forme d’onda sine, triangle, saw, ramp, square, s&h smooth e s&h stepped. Il segnale modulante viaggia su due bus di modulazione indipendenti, regolati con Mod Depth 1 e Mod Depth 2, che raggiungono rispettivamente: Osc 1 Freq, Osc 2 Freq, Filter Freq; Osc 1 PWM, Osc 2 PWM, Volume; le destinazioni sono cumulabili. Ovviamente, se si vuole fare qualcosa di più completo, occorrerà scendere sotto al cofano di OB-Xa V e entrare nelle aggiunte originali Arturia.

Oscillators

I due oscillatori producono onder rampa, quadra e triangolare, possono essere accordati per semitoni e (il solo Osc 2) per detune. Il secondo oscillatore è sincronizzabile hard al primo e il primo può essere sottoposto a “cross modulation” da parte del secondo (tecnicamente, è una FM exponential in banda audio prodotta dal secondo oscillatore modulante ai danni del primo oscillatore portante). La simmetria delle onde impulsive è regolabile da pannello e modulabile a distanza. La possibilità di controllare la frequenza di Osc 2 attraverso Filter Envelope (indispensabile quando questo è sottoposto ad Hard Sync) è, nella versione Arturia, stata fatta migrare all’interno delle funzioni aggiuntive  raggruppate nell’Advance Mode.

Filter

Incorpora un semplice mixer audio a tre canali Osc 1, Osc 2 e Noise; può essere personalizzato in comportamento 2/4 poli. É possibile attivare On/Off il Keyboard Tracking e regolare Cutoff, Resonance e Env Amount attraverso comandi dedicati.

Envelopes

Sono due ADSR dedicati rispettivamente a filtro e amplificatore. Facile facile facile.

Vibrato

Contiene un oscillatore a bassa frequenza dedicato alla produzione del vibrato sotto controllo del Lever 2/Modulation wheel. Può essere indirizzato indipendentemente sui due oscillatori (è fondamentale per le condizioni di Hard Sync…), si può scalare la massima escursione raggiungibile – pari a 3 semitoni, si può scegliere la forma d’onda modulante (triangolare, dente di sega, quadra unipolare). Come al solito, per trattamenti più particolari è meglio accedere all’Advanced Mode (ad esempio per scalare l’indice di modulazione/vibrato attraverso Lever 2).

Portamento

Può essere regolato in velocità di transizione e quantizzazione per semitoni.

Arpeggiator

Dopo l’attivazione, il musicista regola la velocità di arpeggio e l’eventuale sincronizzazione al MIDI Clock. È possibile scegliere pattern Up, Down, U & D con e senza ripetizione delle note terminali, Random, As Played.

Funzioni Advanced

Come tradizione Arturia, tutto quello che non esisteva all’epoca dello strumento originale, e che oggi viene considerato quasi indispensabile, trova posto nel modo Advanced. Dopo aver aperto il pannello ausiliario, sono visibili la Modulation Matrix, le traiettorie di modulazione grafica e la pagina degli effetti.

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Modulation Matrix

Permette di collegare sorgenti come Key Velocity, Key Number, Aftertouch, Mod Wheel, Filter Envelope a diverse destinazioni liberamente selezionabili. L’indice di modulazione è compreso tra -1.000 e +1.000; l’elenco delle destinazioni è imponente (praticamente, tutto, compresi i parametri significativi degli effetti e della struttura di modulazione grafica multipla).

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Se necessario, si disattiva il collegamento sorgente-modulazione facendo doppio click sul campo numerico di intersezione.

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Modulazioni grafiche

Ci sono quattro traiettorie/inviluppo indipendenti, programmabili in una lunghezza compresa tra 4 battute e 1/32, assegnabili allo stesso – enorme – elenco di possibili destinazioni. Il musicista, con una serie di vincoli non eliminabili (ad esempio: si parte da valore zero e si torna a valore zero), può costruire la propria traiettoria grafica di breakpoint (fino ad un massimo di 9 nodi) e curve liberamente regolabili exp-lin-log per poi decidere le subordinazioni Key Trig (la traiettoria si resetta quando si preme il tasto), Loop (ripetizione incondizionata: da Env a LFO), Poly (indipendenza della traiettoria di modulazione voce per voce), MIDI Sync.

É possibile salvare preset grafici da recuperare in un secondo momento e sono disponibili 20 preset di traiettoria (dalle forme d’onda classiche ai ratchet più intricati) velocemente richiamabili e – comunque – editabili a discrezione del musicista.

Le traiettorie, una volta compilate, possono essere attivate o messe in standby individualmente.

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Effetti

Ci sono tre slot effetti che possono ospitare ciascuno un trattamento scelto all’interno della lista comune di algoritmi (Reverb, Delay, Chorus, Flanger, Phaser, Overdrive, Compresso, BitCrusher, Multimode Filter). I tre slot possono essere compilati/collegati in serie (A dentro B e poi dentro C) o in parallelo.  Senza annegare nelle specifiche, ogni algoritmo ha il proprio corredo di parametri (ovviamente, è possibile sincronizzare il Delay al MIDI Clock specificando valori puntati o terzinati, con o senza l’articolazione Ping-Pong).

Conclusioni

Arturia OB-Xa V suona solido, fermo, con la stessa personalità dello strumento hardware. Non è lecito attendersi le raffinate personalizzazioni timbriche dei modelli più complessi (ad esempio, con il Matrix-12 V) o le bordate ottenibili da Prophet-5 V, eccetera. Lo spirito degli Anni 80 è catturato con correttezza e il software rappresenta una elegante aggiunta alla già potente e raccomandabile V-Collection.
Usatelo con fiducia.

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Comments (4)

  • paoloconti

    |

    Recensione magistralmente redatta senza che ci sia una virgola da aeccepire rappresenta il miglior tributo ad un synth da portarsi nell’aldilà! Fra i brani che lo celebrano 1999 di Prince.

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    • Pulce

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      Se non ti dispiace, io me lo suono nell’al di qua.

      Reply

  • Orio

    |

    Enrico Cosimi… che piacere ritrovarti su pagine scritte (ancorché in bit) dopo… 35 anni?…eh più o meno siamo lì… quando io ero un ventenne amante dei synth e con ambizioni musicali, e leggevo i tuoi articoli e recensioni su (mi pare, correggimi se sbaglio)…Strumenti Musicali?
    Mamma mia quanto tempo è passato… io ho appena tirato fuori dal garage i miei vecchi strumenti… li ho rimontati dopo 30 anni che stavano là… ho deciso di ricominciare a strimpellare per divertimento prima di tirare le cuoia…mi mancavano certe emozioni dal mio OB-8, dal Prophet VS…Non ci siamo mai conosciuti ma mi sembra di ritrovare un vecchio amico. Un saluto e mi raccomando sempre in gamba!

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