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Moog MAVIS – Moog Analog Synthesizer Voice

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

In principio era il Werkstatt, l’apparecchio concepito per essere assemblato da musicisti volenterosi, ma privi di saldatore: l’apparecchio originale univa la classica struttura oscillatore-filtro-amplificatore con un LFO e un envelope semplificato, più un’ottava di tastiera a bottoni che poteva essere utilizzata per tentare esecuzioni melodiche.

Di Enrico Cosimi

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Lo strumento, predisposto per l’hot rodding interno e la riconfigurazione attraverso tiny wires su multiconnettore dedicato, divenne in breve un must nella galassia dei produttori Ambient/Drone e – grazie anche ad un’espansione Eurorack – ancora oggi ha schiere di estimatori appassionati.

Oggi, Moog Music presenta l’erede del Werkstatt (anche se, come vedremo, per certi versi sarebbe più corretto parlare di un Mother-32 semplificato): il nuovo MAVIS – Moog Analog Synthesizer Voice è uno strumento in scatola di montaggio, che può – ancora una volta – essere assemblato con un semplice cacciavite e che produce timbriche di levatura e controllo tranquillamente adattabili in un contesto di produzione musicale seria.

SOUNDFREAK & Electronic Music Studios (Cornwall)

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Nella comunità dei musicisti elettronici, come in analoghe realtà sociali, esistono riferimenti, feticci, totem, sacri Graal che negli anni diventano sempre più irrinunciabili. All’interno di questo panorama, marchi come Buchla e EMS sono precisi riferimenti di enorme personalità timbrica e comportamentale, ma mentre diversi operatori di settore hanno generosamente attinto ai progetti originali di Don Buchla, restituendoli nei più diversi standard elettromeccanici della sintesi modulare, la severa politica di protezione e tutela messa in atto da Robin Wood (il signor EMS – ininterrottamente attivo all’interno della stessa ditta dagli Anni 70 ad oggi) ha sempre frenato clonazioni, tributi e riedizioni, contribuendo – se necessario – ancora più allo status di icona rarissima che ogni apparecchio targato EMS ha oggi raggiunto (per non parlare delle quotazioni più che collezionistiche).

Di Enrico Cosimi

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Per questo motivo, l’operazione felicemente portata a compimento da SOUNDFREAK – la boutique elettronica messa in attività dalla vulcanica Alina Kalancea (raffinata musicista elettronica e scrupolosa tecnica analogica) è ancora più importante e merita tutto il possibile riscontro: nessuno finora era mai riuscito nella ri-configurazione elettromeccanica dei circuiti originali EMS (oscillatori audio, oscillatori a bassa frequenza, filtri, generatori trapezoidi e generatori noise) portandoli in formato Buchla 4U – con la sostituzione della pin matrix in favore dei connettori misti Banana e 1/8” Tip-Sleeve; nessuno era mai riuscito a fare tutto questo con l’autorizzazione e la collaborazione piena di Electronic Music Studios EMS.  Insomma: se avete un modulare Buchla 200e o 100 (beati voi…), se avete un Easel o un Commander (ancora, beati voi…) e se volete aggiungere al vostro sistema le peculiarità timbriche e performative tipiche degli apparecchi EMS classici (VCS-3, Synthi A, Synthi AKS) con la certezza di poter alloggiare i moduli all’interno delle diverse boat Buchla, questo è il momento giusto.

Non a caso, il sistema SOUNDFREAK & Electronic Music Studios è risultato la sensazione dell’ultima edizione 2022 SuperBooth berlinese; come è facile immaginare, la costruzione boutique  ha standard elevati e costi corrispondenti: la lista di attesa per le macchine attualmente in preorder (si parla di una quarantina di esemplari in lavorazione) si sta via via popolando e le cifre richieste per ciascun modulo, o per il sistema completo, è di poco inferiore ai 6000 euro.

Per frenare le grida disperate del lettore, ricordiamo che con la stessa cifra si compra – in casa Buchla – una manciata di moduli in formato 200 o, tasse comprese, un Music Easel con  tastiera capacitiva; in casa EMS, le quotazioni possono raggiungere un fattore di crescita fino a 10*.

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Il sistema: considerazioni generali

Il sistema SOUNDFREAK è composto da tre moduli (acquistabili ed utilizzabili separatamente) che contengono Triple VCO Bank, Dual Filter/Oscillator e Envelope Generator/Noise Generator. Ciascun modulo, rispetta gli standard elettro meccanici Buchla per quello che riguarda dimensioni, installazione nel cabinet e alimentazione attraverso connettore posteriore.

I circuiti originali EMS rispettano uno standard misto per l’intonazione degli oscillatori, che lavorano a 0.32V/Oct per i due oscillatori audio e 0.24V/Oct per l’oscillatore a bassa frequenza; nei circuiti SOUNDFREAK, l’intonazione è controllata con 1.2V/Oct – cioè, ogni semitono richiede un decimo di Volt, come nei sintetizzatori Buchla.  La tensione di Gate minima richiesta è +4V.

Per controllare gli oscillatori con un sistema EuroRack, occorre moltiplicare 1.2* la tensione di controllo, espandendola fino a raggiungere il valore desiderato – a fronte di diversi moduli dedicati a questo specifico compito, non è impossibile raggiungere per semplice moltiplicazione il valore richiesto.

Le connessioni audio e di controllo viaggiano sul doppio formato Banana plug (con le native capacità di interconnessione e stacking multiplo che rendono superflua la presenza dei multiples) e audio 1/8” Tip-Sleeve. Come è tradizione Buchla, il puntale del connettore 1/8” rispetta il profilo Switchcraft e non è completamente compatibile con il normale mondo EuroRack: è possibile entrare nell’elettronica SOUNDFREAK con tensioni provenienti da apparecchi EuroRack, è possibile ricevere tensioni elaborate da SOUNDFREAK, ma usare cavi patch audio Buchla (ad avercene…) con i materiali EuroRack standard non è mai una buona idea dal semplice punto di vista meccanico.

I tre moduli sono ospitati in una boat originale SOUNDFREAK, con regolari bianchetti in legno di generoso spessore, predisposta per il montaggio in cabinet più grande. Sul pannello posteriore, trovano posto i collegamenti per l’alimentatore esterno (fornito in dotazione) e per la massa di pannello su connettore Banana (non necessaria nelle normali procedure d’impiego). Due asole ricavate sul pannello posteriore e sul fondo della boat garantiscono il passaggio di eventuali flat cable e cavi multicore per il dialogo con altre apparecchiature esterne.  La costruzione è robusta, di alto livello, i pomelli sono quelli originali usati anche da EMS, con il classico codice colore (blu: frequenza, verde: shape, rosso: tempi, argento: tutto il resto).

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TRIPLE VCO

Il modulo contiene i tre oscillatori EMS nella classica configurazione VCO 1 /VCO 2 audio e VCO 3 Audio/Sub Audio. Come sempre, quando si tratta di EMS, le regole possono essere riscritte in modo comodo e nessuno obbliga il musicista ad usare i primi due oscillatori per l’audio e il terzo per le modulazioni: in aggiunta, la struttura a doppia connessione Banana/Audio offre una flessibilità operativa pari o, in certi casi, superiore a quella garantita dalla classica matrice 16 * 16.

VCO 1

Produce onda sinusoide e onda dente di sega; la sinusoide è regolabile in simmetria con il comando SHAPE; il parametro può essere modulato a distanza attraverso connessione Banana non attenuata. Secondo gli standard EMS, i livelli di uscita delle due onde Sine e Sawtooth sono indipendenti. L’implementazione SOUNDFREAK offre la doppia connessione audio 1/8”parallelata con la presa Banana: in questo modo, è possibile usare un generatore simultaneamente come segnale audio e come sorgente di controllo.

La frequenza dell’oscillatore è regolabile localmente attraverso vernier multigiro tra 1Hz e 10 kHz; è previsto un ingresso Banana non attenuato per il controllo a distanza (come sempre, la mancanza di attenuverter è conseguente alla generosa presenza di regolazioni Out Level lungo i punti critici dei circuiti EMS); in aggiunta, si può dosare un segnale audio (su connettore 1/8”) esterno per fare F.M. Exponential; il comando di pannello F.M. regola l’intensità del trattamento.

Direttamente desunto dallo storico repertorio di customizzazioni EMS introdotte da Robin Wood, è possibile dosare l’energia della SYNC desiderata per passare, con fluidità, dal comportamento libero a quello con ilc semplice riallineamento del pilo di forma d’onda (Soft Sync), fino alla più energica Hard Sync con generazione di armoniche estranee al timbro originale.  Come è facile immaginare, facendo interagire SYNC su posizioni intermedie con F.M. in banda audio attraverso altri oscillatori – magari, facendo a scambio di favori in True Cross Modulation – diventa possibile raggiungere timbriche diaboliche.

VCO 2

La dotazione dei controlli è identica a quella del VCO 1, ma il circuito prevede la generazione indipendente e simultanea di forme d’onda Saw-Triangle-Ramp e Pulse-Square con simmetria regolabile attraverso unico controllo SHAPE. Valgono le numerose opzioni di impiego simultaneo dei segnali audio e di modulazione Banana/Audio sui punti critici del circuito (Frequenza full range, F.M., SYNC, SHAPE).

VCO 3

Strutturalmente, l’oscillatore 3 è identico all’oscillatore 2, ma il circuito può lavorare ad una velocità molto più bassa, generando cicli che al massimo raggiungono i 500 Hz. Per tradizione, il VCO 3 svolge i compiti relativi alle modulazioni a bassa frequenza indirizzate alla F.M. o alla SHAPE Modulation degli altri due componenti: come è facile immaginare, nella filosofia EMS/SOUNDFREAKS, nessuna decisione è irrevocabile.

Con l’interruttore LFO/VCO, è possibile modificare il comportamento del terzo oscillatore spostando la sua intonazione tra i due range 1/1000 Hz o 0.5/500 Hz. Tutto il resto è simile a quanto incontrato nel VCO 2.

Considerazioni

Il TRIPLE VCO è una sorgente di comportamenti imprevedibili: può essere impiegato come normale sorgente sonora – a patto di mandargli CV in formato 1.2V/Oct – per compiere ruoli melodici, ma letteralmente brilla quando il musicista inizia a collegare i tre oscillatori in modo da distribuire in maniera incrociata la F.M. Exp, (meglio ancora se con percentuali contenute di SYNC) la SHAPE Modulation e la Pitch Modulation più classica. La disponibilità dei connettori nel doppio formato Banana e 1/8” ampia enormemente le possibilità operative.

Il suono prodotto è completamente sovrapponibile a quello di un EMS classico: per le prove, abbiamo usato in confronto A/B il nostro EMS Synthi AKS acquistato nel lontano 1988 da Robin Wood e abbiamo potuto verificare la completa autenticità della tipica sinusoide deformata (e modificabile in simmetria), la presenza pungente della triangolare/impulsiva modulabili, la voce robusta della denti di sega/rampa.

La costruzione è portata avanti senza badare a spese: potenziometri, pomelli, vernier multi giro sono quelli giusti e l’utente EMS li riconoscerà sotto alle dita; il musicista neofita ne apprezzerà la solida resistenza dove serve e la imprevedibile variabilità dove meno te lo aspetti; le serigrafie verdi su fondo bianco avorio sono ben leggibili; la laconica comunicazione delle label, in perfetto stile britannico, è più che sufficiente per guidare il musicista nelle fasi di patching.

Ricordiamo, per i nostalgici ortodossi, che il circuito originale EMS usa uno standard 0.32V/Oct sul tracciamento dei VCO 1 e 2; per metterli sotto controllo di una tastiera analogica “normale”, basterà scalare a 0.3 la tensione di controllo.

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DUAL FILTER/OSCILLATOR

Un filtro è un filtro è un filtro. Ma se il circuito viene portato in auto oscillazione, produce un’onda sinusoide, di frequenza pari al valore di Cutoff, che può essere usata come sorgente sonora addizionale. Da questa duplice natura trattamento/generazione, la doppia intestazione del modulo DUAL FILTER/OSCILLATOR che contiene due circuiti di filtraggio identici tra loro, ciascuno in grado di erogare trattamento Low Pass Filter  selezionabile -24dB/-18dB a discrezione dell’utente.

Come per il modulo precednte, anche n questo caso la doppia connettività sulle modulazioni amplia in modo significativo le possibilità d’impiego del modulo.  La descrizione dei comportamenti e dei comandi è ovviamente applicabile alle due sezioni del modulo.

FILTER 1 (e FILTER 2)

Di base, un circuito di filtraggio deve offrire ingresso e uscite audio, ingressi di controllo sui parametri significativi, comandi di pannello per la gestione – appunto – dei parametri significativi. L’implementazione SOUNDFREAKS si spinge un pochino oltre.

Sono presenti due ingressi audio parallelati su connettori 1/8” e una uscita audio su identico formato; la pendenza del filtraggio viene deciso con l’interruttore DB che permette la selezione tra  -24dB/Oct e -18dB/Oct. In questo modo, è possibile passare dal suono caratteristico delle macchine EMS più antiche (grosso modo, prima del 1973/74) dotate di comportamento nativo a -18dB/Oct con possibilità di irrigidimento a -24dB/Oct sulle posizioni più elevate di Resonance (per questo, il controllo prende nome RESPONCE) o – a discrezione – lavorare con la configurazione -24dB/Oct tipica delle strutture EMS più recenti. Cambiando il filtro, varia il timbro e varia la caratteristica della Resonance: sperimentare con le due posizioni è altamente consigliato.

I due comandi principali, FREQUENCY e RESPONSE, sono posizionati alle estremità sinistra e destra di ciascun sotto modulo; controllano rispettivamente la Cutoff Frequency e il valore di Resonance messo in ricircolo.

La frequenza di taglio può essere modulata applicando una tensione esterna al connettore FREQUENCY in formato Banana e dosando il voltaggio con il sottostante controllo rotativo; parallelamente, è possibile applicare una seconda modulazione attraverso  segnale audio su formato 1/8” collegato alla porta F.M. e regolato con l’omonimo potenziometro. La somma dei tre valori (FREQUENCY, FREQUENCY Mod e F.M.) definisce il punto di Cutoff del circuito.  In aggiunta, con l’interruttore SLEW, si inserisce una sensibile integrazione che smussa le transizioni brusche all’interno dei segnali di controllo collegati alla porta FREQUENCY: una lenta onda quadra applicata alla frequenza di taglio, con SLEW attivato, si trasforma in una trapezoide non lineare.

Anche la RESPONSE/Resonance può essere controllata a distanza applicando un segnale di controllo dosabile con potenziometro dedicato; i connettori disponibili sono in doppio formato Banana e 1/8” permettendo complessi comportamenti sotto modulazione CV (ingresso Banana) e audio (ingresso 1/8”). La non banalità del circuito permette comportamenti raffinati tanto durante le normali procedure di filtraggio sui segnali esterni quanto nelle condizioni ove il filtro viene portato ad auto-oscillare e, sotto modulazione, l’utente può definire ampiezza e distribuzione del contenuto armonico generato.

 

Considerazioni

Suono liquido e puro quando serve, aggressivo e caratterizzato sotto modulazione estrema. La doppia implementazione di modulazione sulla frequenza di taglio e il controllo a distanza sulla RESPONSE aprono mondi timbricamente meno convenzionali. Anche in questo caso, la filosofia timbrica EMS c’è tutta e i due circuiti hanno tanto da offrire al musicista.

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ENVELOPE SHAPER & NOISE GENERATOR

Il modulo contiene due circuiti indipendenti che riproducono il sistema Envelope Generator + Amplifier nella parte superiore e il Noise Generator vero e proprio nella parte inferiore.

ENVELOPE GENERATOR

Come accennato in precedenza, la sezione ospita il circuito di controllo Envelope Generator e il Voltage Controlled Amplifier posto sotto il suo comando. Da sempre uno dei punti più caratteristici del vecchio sistema EMS, il generatore trapezoide permette di progettare traiettorie di articolazione composte da quattro timer indipendenti:

  • ATTACK. Il tempo necessario per collegare il valore minimo di inizio con il massimo valore di picco raggiungibile dal circuito. Valori ridotti corrispondono ad attacchi pressoché immediati, valori più generosi rallentano progressivamente il transiente di attacco.  Anche se ATTACK lavora come un contatore, il suo funzionamento viene portato a compimento solo se la tensione di Gate persiste, cioè se è sufficientemente prolungata; se il circuito viene innescato da un semplice impulso di Trigger, l’Attack Time potrebbe risultare abortito.  
  • ON. Il tempo con il quale prolungare il valore massimo precedentemente raggiunto a fine Attack (in altri generatori, lo stesso comportamento è indicato come Hold). La durata espressa in valori assoluti viene scavalcata dalla persistenza del Gate che – di fatto – definisce con la sua la fine l’innesco dell’intervallo di tempo ON e  al suo termine –  l’inizio della transizione successiva. Come nel circuito originale EMS, la durata del Decay Time è controllabile a distanza attraverso tensione di controllo non attenuata.
  • DECAY. Il tempo necessario all’Envelope Generator per scendere a zero dopo che il segmento ON è stato completamente eseguito. Il termine trapezoide è – appunto – riferito alla condizione pressoché abituale di Attack e Decay diversi dallo “zero verticale” e ON prolungato significativamente al massimo del valore assoluto.
  • OFF. Il comando permette di attivare/disattivare la ripetizione incondizionata dell’intero ciclo di articolazione. Se OFF è al massimo del valore (posizione completamente oraria), farà raggiungere  il comportamento MANUAL dell’Envelope, cioè renderà transiente il segnale modulante privandolo della ripetizione automatica. Se OFF è posizionato su qualunque valore diverso dal massimo, verrà interpretato come un quarto contatore di tempo passato il quale si riattiverà la sequenza ATTACK  – ON – DECAY.

 

Differenza tra comportamento transiente e ciclico

Se il Trapezoid Generator ripete il proprio ciclo, è possibile ottenere una velocità/frequenza che è il risultato della somma delle quattro durate Attack Time + On Time + Decay Time + Off Time. Come è facile immaginare, valori molto ridotti permettono di ottenere frequenze più acute – che non raggiungeranno mai l’estensione ottenibile con VCO 1 e VCO 2, ma che possono comunque rappresentare un interessante comportamento generativo degno di approfondimenti.

Se invece il parametro OFF viene posto al massimo, cioè in posizione MANUAL, una tensione di Gate ricevuta all’ingresso Banana privo di labeling attiva il contatore ATTACK, il massimo valore fino al Gate Off e, a quel punto, attiva i due contatori ON e DECAY.

L’uscita del segnale di controllo è disponibile alla porta Banana di colore azzurro posta in basso a sinistra, la sua escursione viene scalata unipolarmente con il potenziometro TRAPEZOID. Come nel circuito originale EMS, in base alla consistenza e alla persistenza del segnale di innesco (Gate o Trigger) possono verificarsi cambiamenti anche significativi nella tensione d’uscita. La sperimentazione è fortemente consigliata.

In tutti e due i casi, l’attivazione del circuito Envelope Generator (e le sue eventuali ripetizioni) trova riscontro visivo nel LED rosso di segnalazione.

Amplifier

In maniera “trasparente” per il musicista, c’è anche un Voltage Controlled Amplifier che moltiplica il segnale audio presente in ingresso per il valore di controllo programmato nel Trapezoid Envelope Generator.   

Il circuito prevede quattro ingressi audio parallelati tra loro (connettori 1/8”) che confluiscono nell’amplificatore vero e proprio. L’Envelope Amount è il controllo SHAPER e il volume di uscita dell’intero circuito risponde al comando SIGNAL; l’uscita è disponibile tanto in formato Banana che 1/8” audio.

Noise Generator

Produce rumore il cui colore è regolabile con continuità tra Pink (uguale energia per ottava) e White (uguale energia per unità di banda); è possibile modificare a distanza il valore del parametro COLOR applicando una tensione di controllo all’ingresso Banana.

Il volume di uscita è regolabile con il comando LEVEL; il segnale viene reso disponibile alla porta audio 1/8”.

Considerazioni

Il Trapezoid Generator non è il circuito giusto per emulare comportamenti banalmente percussivi: la sua struttura permette di variare i transienti di attacco ed estinzione, ma non garantisce la possibilità di creare un picco energetico differenziato dalla persistenza di Sustain vero e proprio. Una volta chiarito questo limite, il circuito permette di raggiungere con comodità gli storici comportamenti di articolazione/amplitude modulation tipici della produzione discografica Seventies più legata al filone dello sperimentalismo nord europeo; sarebbe inutile fare nomi, ma basterà segnalare come anche in questo caso l’hardware SOUNDFREAK soddisfi in pieno le aspettative del “tipico” utente EMS.

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Conclusioni

Prezzo richiesto e tempi di realizzazione filtrano in modo significativo il numero dei potenziali clienti; detto nel modo più semplice possibile: se potete permettervi spesa e attesa, procedete con sicurezza perché l’oggetto ha molta musica dentro.
Ovviamente, come per qualsiasi hardware Buchla e EMS, non è lecito aspettarsi precisione degna di uno strumento di laboratorio: il sistema composto dai tre moduli SOUNDFREAK è uno strumento musicale, che fornisce emozioni anche in base alla sottile non linearità del proprio comportamento. Del resto, se siete rimasti stregati dai due marchi di riferimento, è molto probabile che queste cose le sappiate già.
Da questo punto di vista, un semplice Music Easel o un Commander affiancati al SOUNDFREAK creano un sistema sonoro veramente notevole.
Consigliato.

Open Day del Master in Ingegneria del Suono e dello Spettacolo

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Events

Il team di docenti è lieto di invitare i lettori di ACM all’Open Day del Master in Ingegneria del Suono e dello Spettacolo che si terrà Martedì 30 Novembre alle ore 15:00 presso l’Aula Convegni della Macroarea di Ingegneria. Il programma prevede i saluti di apertura del Professor Marco Re che introdurrà gli ospiti della giornata.
La tavola rotonda  “Synth and acoustical instruments” sarà  partecipata dal Dott.  Enrico Cosimi, dal Maestro Maurizio Massarelli (Conservatorio Santa Cecilia) e dal Prof. Marco Re (Dipartimento di Ingegneria Elettronica).
A cura della Redazione di Audio Central Magazine
Locandina2fronte
La presentazione del programma del Master per l’ a.a. 2021/2022 sarà condotta dal Dott. Vittorio Colombo che aprirà la discussione finale.

ARP 2600 M Semi-Modular Synthesizer

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Dopo il successo della versione 2600 FS (Full Scale), era nell’aria da tempo una versione ristretta – di prezzo più contenuto e le cui dimensioni meglio si adattano alla compatibilità EuroRack in studio e alla realtà dei trasporti: il nuovo ARP 2600 M, frutto della strategica decisione KORG di ri-finanziare il progetto originale, offre tutto quello che è necessario per gustare a pieno il suono ARP in configurazione semi modulare, con soluzioni e accoppiamenti che, considerando il rapporto Q/P sfiorano l’irresistibilità.

Di Enrico Cosimi

ARP 2600M hero 2

Quali sono le differenze con il modello ARP 2600 FS? É presto detto: a parte le dimensioni più ridotte (il pannello comandi è ora largo 53 centimetri, praticamente, sporge di poco da un cabinet Doepfer tradizionale…), manca la tastiera mono/bifonica dedicata, sostituita da una KORG microKey 37 USB e, come vedremo dopo, c’è qualche piccola differenza nella dotazione di connettività sul pannello del main unit.

ARP 2600M 2

La struttura è interamente metallica: manca il box in legno tolexato con coperchio, angolari e maniglia; lo strumento ha peso (sei chilogrammi) e dimensioni (520 * 129 * 311 millimetri) ben diverse dalle edizioni precedenti.  I cursori sono morbidissimi e solidi: una gioia sotto le dita.
Il trattamento prodotto dalla molla del riverbero è caldo e avvolgente.

Un amore che dura da molto tempo…

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Bookshelf, Gear, no-categoria, Tutorial, Vintage

Cinquanta anni orsono, Moog Music consegnava un MiniMoog Model D a Keith Emerson; l’evento è stato ricordato dalla ditta in un post recentemente comparso su un social .  La cosa, unita allo sviscerato amore che ci lega allo strumento (e al musicista…), ha innescato una serie di ricordi e – prepotentemente – è tornato alla luce un numero quasi monografico della vecchia, per molti versi storica, rivista cartacea Rec’N’Play, poi confluita nella controversa esperienza di Audio, successivamente incarnate nelle pagine virtuali di Audio Central Magazine dedicata al prestigioso MiniMoog e alla sua importanza per i due iconici tastieristi italo-Prog Flavio Premoli Toni Pagliuca.

Di Enrico Cosimi

emo & mini

Nel vecchio numero di Rec’N’Play, pubblicato la bellezza di diciannove anni orsono – era il Gennaio del 2002 e ancora si usavano i doppi prezzi in Lira/Euro – snocciolavamo nell’ordine:

  • un’intervista esclusiva a Bob Moog, affrontando le peculiarità del Moog Design applicato all’iconica macchina monofonica,
  • un’intervista esclusiva a Toni Pagliuca e al suo rapporto con il MiniMoog visto come main axe tastieristica,
  • un’intervista esclusiva a Flavio Premoli, ovviamente parlando del suono di Impressioni di Settembre,
  • una panoramica sul funzionamento dell’apparecchio, modulo per modulo, circuito per circuito,
  • una panoramica storica sull’evoluzione che collega Model A, Model B, Model C e – finalmente – Model D.

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In aggiunta, c’era anche un articolo che illustrava le mirabolanti capacità del neonato Moog Minimoog Voyager… il resto è divenuto storia.

Arturia MicroFreak Rev 4.0

Written by Enrico Cosimi on . Posted in no-categoria

La nuova revisione software 4.0, squisitamente gratuita, arricchisce le già significative funzioni presenti nel MicroFreak (sia nella versione semplice che in quella bianca nativamente dotata di Vocoder residente).

Di Enrico Cosimi

microf

Basta lanciare il MIDI Control Center di Arturia, farlo aggiornare automaticamente e, successivamente, collegare al PC/Mac lo strumento che deve essere aggiornato. La procedura, finalmente fluida e a prova di errore, trasferisce il nuovo firmware all’interno dell’apparecchiatura che riceve – a discrezione del musicista – un banco Factory 3.0 con nuove timbriche. Si consiglia, preventivamente, di salvare il contenuto dello strumento per trasferirlo successivamente nelle locazioni di memoria rimaste libere.

Korg Modwave Editor/Librarian e Sample Builder

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Software

Puntuali come la minaccia di rivedere le rendite catastali, ecco i due applicativi KORG per velocizzare la compilazione del banco audio (fino a 4 Gb di suoni liberamente mappati, loopati e disposti nell’ordine desiderato) e la programmazione a schermo delle timbriche Performance/Layer.

Di Enrico Cosimi

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I due programmi Editor/Librarian e Sample Builder per Modwave recuperano tante soluzioni già messe a punto per gli analoghi pacchetti attivi sul precedente modello Wavestate (ironicamente, le aggiunte 2.x del Wavestate sono in toto le caratteristiche innovative del più recente Modwave… come dire: le buone idee circolano liberamente in casa KORG).

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Disponibili per Mac e PC, sono liberamente scaricabili a questo link.  La pagina si carica con una certa lentezza, quindi occorre essere certi che tutte le procedure siano state portate a termine prima di scrollare verso il basso e scegliere il download desiderato.

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Abbiamo già affrontato, dentro ACM e nelle dirette video YT in collaborazione con Synth Cafè, le proprietà più entusiasmanti dei due programmi – riferiti, in quel caso, al Wavestate: rimandiamo a quei file il recupero delle informazioni più stringenti.

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Arturia MiniFuse

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Recording

Arturia presenta la nuova gamma di interfacce audio portatili e compatte MiniFuse che si va ad affiancare alla pluripremiata serie AudioFuse; la nuova gamma MiniFuse è costituita da tre modelli accessibili a tutti e con caratteristiche di tutto rispetto. La nuova gamma MiniFuse, costituita dai tre modelli MiniFuse 1, MiniFuse 2 e MiniFuse 4 disponibili in doppia colorazione bianca e nera, deriva dalla serie di interfacce audio Arturia AudioFuse e include molte delle funzionalità della serie ‘maggiore’, con anche nuove implementazioni uniche e molto interessanti.

A cura della Redazione di Audio Central Magazine

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Tutte le interfacce sono Class Compliant & Bus Powered, il che significa che è possibile collegarle e iniziare subito a lavorare, senza dover utilizzare un alimentatore esterno.

Arturia MiniFuse 1 prevede un ingresso e due uscite audio.

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Arturia MiniFuse 2 introduce anche le connessioni MIDI e integra due ingressi e due uscite audio.

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Arturia MiniFuse 4 prevede connessioni MIDI e quatto ingressi e quattro uscite audio.

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Le nuove soluzioni della casa francese sono perfette per registrare la voce, la chitarra, i podcast e per produrre tracce con la massima qualità, con anche un pacchetto software ricco e completo.

ASM Hydrasynth Deluxer & Explorer

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Dopo il grande successo planetario di Hydrasynth nella versione quattro ottave e desktop, ASM bissa presentando due nuovi modelli a 76 note bitimbrico e a tre ottave di passo medio. Tutti e due i modelli hanno la stessa esaltante tastiera con aftertouch polifonico, tutti e due i modelli condividono il potente motore di sintesi wavetable/virtual analog che ha decretato il successo della linea.

Di Enrico Cosimi

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Il modello Hydrasynth Deluxe costa 1749 euro, offre un doppio synth engine in grado di generare sedici voci simultaneamente, in modo Single o Multi; nel secondo caso, ci possono essere 8 voci + 8 voci con due timbri diversi contemporaneamente. I due suoni possono uscire sulle due coppie stereo Main e Aux (o essere convogliati sulla sola uscita Main stereofonica).

É presente tutta la dotazione di collegamenti CV/Gate analogici In e Out per tutti i segnali già disponibili nei modelli precedenti. Lo strumento è completamente compatibile con le vecchie Patches, che possono qui essere caricate in uno dei due slot timbrici. L’organizzazione degli slot prevede comportamenti split e layer con ampie sovrapposizioni orizzontali e verticali di crossfade completamente editabili sugli otto display grafici.

KORG Wavestate Editor Librarian & Sample Builder

Written by Enrico Cosimi on . Posted in no-categoria

Dopo il successo di Wavestate, che ha recuperato in forma ben più solida e appetibile i comportamenti timbrici inaugurati col vecchio Wavestation/AD, la comunità internazionale degli utenti aspettava con ansia un modo alternativo di programmazione timbrica che sfruttasse la comodità innegabile del controllo su schermo.

Finalmente scaduto l’embargo imposto dagli sviluppatori, è il momento di parlare dei due programmi che possono essere utilizzati – appunto – per facilitare le operazioni di gestione timbrica del potente Wavestate; rullo di tamburi, entrano Wavestate Editor Librarian e Sample Builder.

Di Enrico Cosimi

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I due programmi, gratuiti e liberamente scaricabili attraverso i canali ufficiali sul web, permettono rispettivamente la costruzione timbrica per i quattro Layer e Performance, l’organizzazione bidirezionale dei dati di bordo (Editor Librarian) e la configurazione dei singoli campionamenti audio in Multisample organizzato (Sample Builder), pronto per essere trasferito all’interno dello strumento.

Non abbiamo avuto comunicazioni ufficiali, quindi le tre righe di testo che seguono sono frutto esclusivamente delle nostre elucubrazioni, ma c’è un buon margine di probabilità che il Sample Builder – privo di caratterizzazioni per il Wavestate – possa essere utilizzato (ripetiamo: p o s s a    e s s  e r e…) anche per il prossimo KORG Modwave. Solo la storia potrà darci ragione.

Intanto, ci godiamo i due programmi sul Wavestate iniziando a fare la loro conoscenza.

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