Se un bel dì incontrassi per caso il genio della lampada pronto a realizzare 10 desideri a tema “strumenti musicali desiderati”, sicuramente un desiderio lo spenderei per avere una di queste meravigliose macchine. Le string machines sono infatti tra le macchine vintage che più mi affascinano, se non altro perchè, nate con l’intento di emulare una ensemble di archi mediante lo standard tecnologico dell’epoca (la divisione di frequenza), sono finite ben lungi dal diventare macchine di emulazione, trasformandosi in strumenti elettronici dotati di una ben precisa identità timbrica, ancora oggi assai ricercata ed apprezzata nonchè ispiratrice di artisti del calibro dei Pink Floyd, Jean Michelle Jarre, Vangelis e via discorrendo.
Di Antonio Antetomaso
Lungi da me dal rubare la poltrona al buon Attilio De Simone che ha trattato l’argomento in modo assai esaustivo, ragion per cui mi permetto di rimandare a quanto da lui scritto e visionabile qui, qui e qui.
Quello che invece vorrei fare è parlarvi di una delle emulazioni di queste macchine presenti sul mercato ormai da un po’: String Machines di UVI Sound Source.