Darklight IIx – il Fairlight CMI di UVI- Seconda parte

Written by Antonio Antetomaso on . Posted in Software

Riprendiamo il discorso relativamente ad UVI Darklight IIx. Se non sono riuscito perlomeno ad incuriosirvi con la prima puntata, cercherò di rimediare con questo secondo e ultimo appuntamento, nel quale parleremo degli aspetti che rendono a mio avviso questo prodotto particolare.

Di Antonio Antetomaso

COPERTINA

Piccolo riassunto della prima puntata: si sono descritte le caratteristiche della libreria evidenziandone lo scopo principale, ovverosia la fruizione di timbriche tratte dalle macchine Fairlight CMI in un ambiente decisamente più moderno rispetto a quello offerto al musicista “eigthy” e si è approfondita la prima delle tre sezioni in cui è organizzato il prodotto, ovverosia la pagina P, il sintetizzatore.

Spostiamo decisamente la lente d’ingrandimento sulla seconda delle pagine, la pagina B…ovverosia la drum machine.

FIGURA1

Tale sezione è ispirata alla “Page R” presente sul Fairlight originale che era un sequencer “pattern based” a tutti gli effetti e dove era possibile programmare un intero brano (song) assegnando a ciascuna delle 8 tracce disponibili il proprio strumento e il proprio canale.

FIGURA2

Nel Darklight IIx si è richiamata l’impostazione della pagina R allo scopo di creare in realtà un modulo semplificato con il quale creare delle linee ritmiche/percussive utilizzando un unico pattern lungo 4 misure (16 battute)….multitimbrico “a metà”.

Scusa che vuol dire? Si ha la multitimbricità o no? Altrimenti che me ne faccio? Dipende dai punti di vista: al paese mio dire che uno strumento è multitimbrico a n parti (8, 16, 32 ecc.) significa dire che esso è capace di riprodurre simultaneamente n timbriche differenti con la possibilità di assegnare a ciascuna di esse un canale distinto.

Nella Page B del prodotto si hanno 8 timbriche differenti per altrettante tracce, ma:

  1. Il canale è sempre lo stesso. Le varie tracce vengono richiamate in base alle note suonate dal musicista e a ciascuna traccia corrisponde una porzione di tastiera. Il tutto perfettamente in linea con quanto si fa per un drum kit all’interno di un sintetizzatore general midi, con la differenza che in questo caso ad ogni tasto corrisponde un componente percussivo;
  2. Non è possibile assegnare qualsivoglia strumento a qualsivoglia traccia ma si possono utilizzare solo timbriche percussive e di basso nella seguente modalità impostata e non modificabile: tracce 1 e 2 – basso/rullante/clap/rim shot, 3 e 4 – HiHat/piatti, 5 e 6 – Toms, 7 e 8 – Percussions.

Lo schema seguente illustra le funzionalità offerte all’utente e le modalità di fruizione di esse:

FIGURA3

Vale un’organizzazione dei controlli analoga a quanto osservato per la pagina P, con quelli principali organizzati nella sezione dell’interfaccia diciamo così “a fosfori verdi” (eheheh) e con quelli secondari raggruppati di lato.

Nel dettaglio, con un’ impostazione fortissimamente ispirata alla Page R originale, al centro dello schermo dominano le 8 tracce percussive per ciascuna delle quali (da sinistra verso destra) è possibile:

  1. visionare mediante un indicatore luminoso se si stanno ricevendo dati midi, ovverosia se si sta pigiando una nota della sezione della tastiera dedicata alla traccia stessa;
  2. assegnare un preset rispettando lo schema di cui sopra;
  3. regolare il volume;
  4. abilitare/disabilitare la riproduzione (tasto MUTE);
  5. regolare il panning;
  6. regolare l’intonazione;
  7. inserire le note mediante click del mouse: con un primo click si inserisce una nota a metà dinamica mentre con un secondo click, una nota a dinamica piena.

In alto, una toolbar con cui è possibile comandare globalmente lo step sequencer. Sempre da sinistra verso destra:

  1. Possibilità di richiamare un preset globale, che si traduce nelle timbriche assegnate alle tracce, ai settaggi dei vari potenziometri e ad una configurazione di note inserite, il tutto a produrre una ritmica particolare. Le ritmiche preconfezionate sono centinaia e tutte assolutamente credibili ed in perfetto stile “eighty”;
  2. Play/Stop per avviare/fermare la riproduzione;
  3. Tasto “Clear” per cancellare simultaneamente tutte le note inserite.
  4. Alla destra, sul bordo del monitor virtuale 8 faders, uno per ogni traccia, con cui innescare un’azione di filtraggio passa basso (a sinistra) o passa alto (sulla destra).

Efficace, efficiente ed immediato….non trovate?

Passiamo ora all’ultima delle pagine offerte che di fatto costituisce, diciamo così, una vera e propria licenza poetica rispetto alla macchina originale essendo una ulteriore rivisitazione della pagina R in chiave moderna. Signori, permettetemi di presentarvi la pagina U.

 

FIGURA4

Trattasi di un multi phraser dotato di ben tre step sequencer indipendenti in ciascuno dei quali caricare uno qualunque dei timbri forniti con la libreria, allo scopo di creare sequenze ritmiche tutt’altro che banali.

Senza azzardare troppo, si potrebbe dire che la pagina R del Fairlight CMI ha ispirato la creazione tanto della pagina B quanto della pagina U, allo scopo di fornire all’utente del Darklight IIx un kit completo per poter creare arrangiamenti complessi, ricordando il metodo di lavoro della macchina originale.

Analizziamo un po’ più da vicino quest’ultima sezione.

FIGURA5

L’impostazione è simile a quella delle altre tracce: sezione principale al centro e controlli ausiliari a lato del monitor virtuale.

Per ogni traccia si ha uno step sequencer a 16 passi, per ciascuno dei quali è possibile impostare il volume, il pitch e la possibilità di ereditare i settaggi di volume dallo step precedente. In alto ad ogni traccia abbiamo i seguenti controlli, da sinistra verso destra:

  • Selettore di timbro;
  • Volume;
  • Panning;
  • Durata degli steps (per multipli di 1/16)
  • Durata “fine” degli steps (da 0 a RES);
  • Numero degli steps;
  • Prossimo step;
  • Registrazione;
  • Intonazione (da -2 a +2 ottave).

In alto, alla stregua delle altre pagine, viene offerta la possibilità di richiamare delle configurazioni belle e pronte. Ce ne sono un bel po’, prima di annoiarvi con esse passerà diverso tempo.

I controlli a lato consentono per ogni traccia di dosare un delay ed un riverbero e di applicare un’azione di filtraggio passa basso / passa alto, alla stregua di come si fa con la pagina B.

Se per caso doveste pensare che sia tutto qui vi sbagliereste di grosso perchè il già nutrito insieme di suoni e di caratteristiche offerte dal Darklight IIx può essere ulteriormente condito con le possibilità offerte dal software UVI Workstation. Ad esempio quello che si può fare è:

 

MIDI LEARNING

Il software offre la possibilità di mappare qualsiasi potenziometro, slider o pulsante che sia di una libreria caricata al suo interno con un qualsivoglia controllo di una superficie MIDI in grado di inviare messaggi di CC.

FIGURA6 

 

EFFETTI AGGIUNTIVI

Se non dovessero bastarvi gli effetti di Darklight IIx potete godere dell’arsenale messo a disposizione nativamente dal software organizzato come meglio credete… e credetemi se vi dico che c’è davvero da sbizzarrirsi.

FIGURA7 

 

ARPEGGIATORE

UVI Workstation offre integrato un arpeggiatore da utilizzare a proprio piacimento con i suoni caricati. Inutile dirvi che in Darklight IIx se ne fa pesante uso per la realizzazione della pagina U…ma se non dovesse bastarvi….

 

FIGURA8 

LAYERING E SPLITTING DI TIMBRICHE

Questa forse è la “feature” più interessante a mio avviso: la possibilità di combinare timbriche in stack tra loro o di programmare dei multi timbri spalmati su diverse zone della tastiera. Questa possibilità, combinata con i preset del Fairlight spalanca le porte verso nuovi orizzonti timbrici che non mi risultano essere disponibili sull’hardware originale. Avendo fatto qualche prova mi sono reso conto che QUEI suoni, alcuni dei quali oggettivamente leggendari, altri dei quali magari meno attuali, vestiti con questa possibilità acquistano decisamente una nuova luce.

 

FIGURA9 

AL DUNQUE

Partiamo subito con il mio voto: 9 e mezzo…..e andiamo a spiegarne i motivi.

Iniziamo dalla qualità audio: fenomenale ragazzi. I timbri, coadiuvati sicuramente dalla qualità UVI, suonano da Dio con una presenza nel mix davvero eccellente. C’è inoltre da dire che i programmatori della UVI hanno speso parecchio tempo per ricreare le “imprecisioni” date dalla codifica ad 8 bit del Fairlight CMI originale, come l’aliasing….perfettamente avvertibile anche con il Darklight IIx.

Altro punto a favore è l’efficacia con la quale sono state programmate le maschere relative alle tre pagine: i controlli sono immediati, chiari e tutti facilmente accessibili, complice anche la validità del software campionatore stesso. La scelta dei colori e della grafica…inutile dirlo…è poi la chicca che contribuisce a rendere il prodotto pressochè irresistibile.

La scelta di cosa offrire e di come reinterpretare l’impostazione Fairlight, tenendo presente che siamo all’interno di un ambiente più limitato della macchina originale (dedicata allo scopo) credo sia pressochè geniale: viene offerta la possibilità di suonare le timbriche e di processarle con strumenti moderni, viene offerta una beat box efficace e divertente da programmare, viene offerto un multi phraser assolutamente degno di nota capace di regalare veramente belle soddisfazioni….e il tutto viene corredato con strumenti e possibilità aggiuntive che, ripeto, portano una nuova luce allo strumento originale.

Dimensioni e pesantezza non sono poi un problema: i campioni si caricano velocemente e durante l’esecuzione non ho notato rallentamenti o problemi, anche scegliendo di costruire timbriche più complesse che fanno uso di layering. E la mia workstation è del 2009..

Non mi sono sentito di assegnare il voto pieno per due motivi: il primo fa riferimento alla scelta di NON fornire tutto l’arsenale timbrico del Fairlight originale. Voglio dire….andiamo ragazzi…ci sta tutto su di un iPad….non venitemi a raccontare che sarebbe stata una fatica non sostenibile riprendere almeno tutte le 500 e passa timbriche della serie II del Fairlight CMI.

Il secondo motivo fa riferimento al prezzo, in relazione proprio a quanto detto poc’anzi: 177 euro più tasse che si traduce in 190 euro scarsi non sono pochi. Meno male che non obbligano più ad acquistare il dongle iLok perchè altrimenti sarebbero stati altri 40 euro.

Sapendo poi, appunto, che non si possono agguantare TUTTI i suoni della collezione originale i puristi potrebbero storcere un po’ il naso.

Il tutto è però facilmente superabile ricordando che la libreria è ISPIRATA al mondo Fairlight e che le timbriche iconiche di questo strumento ci sono decisamente tutte.

Insomma, a conti fatti, la risposta è assolutamente si: ne vale la pena. Magari, considerato che la UVI Sound Source pratica parecchi sconti specie in occasione di festività, eventi e ricorrenze, conviene iscriversi alla newsletter ed approfittare.

Non ne rimarrete delusi, credete a me.

Se volete toccare più da vicino con mano il prodotto vi suggerisco questi due ottimi video su Youtube:

Uno.

E due.

Alla prossima!

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