Moog Minimoog Model D old vs new

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Chi ci conosce sa bene con quanto ritegno ci siamo tenuti fuori dalle classiche discussioni “è meglio il nuovo riedizione o il vecchio sbidonato”… il paragone tra oggetto antico vintage e sua riedizione o clonazione o rimodellazione è, da sempre, uno dei topic più caldi che qualsiasi gruppo sociale possa mettere in campo per astiose discussioni. Tanto in ambiente hammondistico – per carità! – quanto in quello più sintetico, si sprecano pareri, opinioni e punti di interpretazione molto spesso viziati da un problema di fondo: l’impossibilità fisica, per la maggior parte delle persone di mettere insieme – nello stesso ambiente – due versioni dello stesso, pregiato, oggetto. Nuovo e vecchio.

Di Enrico Cosimi

asd

Per questo motivo, complice la squisita cortesia di Midiware, finalmente, siamo riusciti a fare una prova A/B tra il nostro vecchio Minimoog Model D SN 1845E (approssimativamente 1971-72… non chiedeteci di svitare il blocchetto delle wheel per andare a controllare esattamente la data) con il nuovo Minimoog Model D SN 007 orgogliosamente rimesso in produzione da Moog Music nel 2016. I risultati, come ampiamente prevedibile, sono assolutamente lusinghieri nei confronti del nuovo esemplare. Tra i due, c’è la stessa differenza riscontrabile tra due macchine vintage; una differenza, insomma, fisologica qua

ndo si parla di due sintetizzatori analogici non realizzati in tecnologia SMD.

Di seguito, qualche video e qualche considerazione riassuntiva.

Una luce in fondo al tunnel – 04

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Finalmente, affrontiamo il misterioso problema del MIDI OVERFLOW, i tragici momenti nei quali il Sub 37 sembra esplodere, gli strumenti smettono di suonare o – peggio – agganciano una nota che rimane ininterrotta fino al giorno dopo.

Di Enrico Cosimi

Tunnel with lightspot

Tunnel with lightspot

La causa di tutto è un feedback di dati che si innesca tra sintetizzatore e computer, tra computer e sintetizzatore… un gorgo infinito che congela l’intero sistema. Per evitarlo, già dall’anno zero, si è fatto ricorso al Local On/Off.

Una luce in fondo al tunnel – 03

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Ogni promessa è debito, ma prima di approfondire il curioso meccanismo del Local On/Off – come promesso – è il caso di perdere ancora qualche minuto sull’inquietante interrogativo MIDI: come mi conviene collegare le cose? In modo “stellare” o usando la catena di Thru? La questione è scottante, specie se il budget non è dei più pingui e sono già stati fatti degli acquisti non troppo ponderati.

Di Enrico Cosimi

Tunnel with lightspot

Tunnel with lightspot

Un collegamento tra due apparecchi MIDI è la norma prevista da Dave Smith fin dal lontano 1983; un terzo apparecchio MIDI può essere collegato ai primi due (li chiameremo, rispettivamente, A, B e C) usando la porta Thru del Synth B. In ogni caso, qualsiasi apparecchio collegato in catena introduce un ritardo minimo ma percepibile nella ricezione dei dati. Se la catena diventa molto lunga, più di cinque apparecchi, il musicista può percepire un flam significativo tra segnali ad elevato valore ritmico. Che fare?

Una luce in fondo al tunnel – 02

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

In un mondo perfetto, si entra nell’elegante personal studio, si accendono le macchine, si arma la traccia nella DAW e, mentre le idee fluiscono copiose, si stende una traccia appresso all’altra, scrivendo capolavori immortali che ci assicurano fama, immortalità, fortuna.

Poi, uno si sveglia tutto sudato tra le lenzuola stropicciate.

Di Enrico Cosimi

Tunnel with lightspot

 

La vita reale definisce una delle più crudeli verità: la tecnologia crea problemi. La tecnologia non ci aiuta.

Accendi le cose, e non funziona niente: il Sub 37 si impalla appena armi la traccia MIDI, il KORG MS2000 sembra suonare dentro un flanger, la polifonia sparisce, le note MIDI rimangono agganciate e non finiscono più, tutto sembra non avere senso, come i soldi che sono finiti fuori dalla finestra.

La colpa è di un mostro mitologico che, periodicamente, emerge dalle nebbie del tempo per fare danni: stiamo parlando del terribile transito di dati MIDI.

Una luce in fondo al tunnel – 01

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Oppure no. Complice una convalescenza più fastidiosa del previsto, eccoci ad affrontare il normale e benvenuto question time grafico che, da epoche immemori, è alla base di qualsiasi rapporto di reciproca crescita. Di solito, da che rivista tecnologica è rivista tecnologica, chi risponde tende e a cogliere – nella massa delle richieste – veri e propri filoni ricorrenti, storicizzati, contestualizzati o meno, che rispecchiano i punti critici delle diverse tecnologie mano mano che esse appaiono come novità, diventano irresistibili, si ergono a standard, sono superate da nuove addizioni, diventano heritage e, successivamente, assurgono al livello di esperienza storica. Sia come sia, ci sono problemi ricorrenti e problemi più rari, ma sempre c’è un livello minimo di competenza che, laddove non rispettato, finisce solo per rendere più complicate le cose a chi, dall’altra parte dello schermo, del telefono o della pagina manoscritta, si trova nel difficile compito di dover aiutare.
Di Enrico Cosimi

Tunnel with lightspot

 

Come dire: aiutami ad aiutarti, perché altrimenti non si capisce niente e certi dialoghi finiscono per diventare autentici capolavori nonsense. In queste righe, e nei prossimi – viscerali – appuntamenti, cercheremo di chiarire quali sono quei concetti indispensabili, basilari, irrinunciabili alla base di qualsiasi procedura operativa che possa avere a che fare con la tecnologia musicale. E’ chiaramente un inferno. Non è garantito alcun successo all’iniziativa.

Modellare il Roland Juno 106 – Quinta parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Chiudiamo l’anno concludendo le parti ancora mancanti della ri-programmazione applicata al Roland Juno 106. Eravamo rimasti alla struttura timbrica quasi completa; ora, è il momento di inserire il meccanismo High Pass e il doppio Chorus selezionabile. Dovremo fare qualche acrobazia…

Di Enrico Cosimi

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Il problema più grosso, per ciò che riguarda la sezione HPF, è la sua natura squisitamente monofonica; cioè, un unico filtro passa alto che influenza simultaneamente tutte e sei le voci di polifonia. Per questo motivo, sarà necessario installare i moduli di filtraggio (e anche quelli di Chorus) nella sezione del NMG2 naturalmente dedicata alla monofonia, ovvero la FX Area.

Modellare il Roland Juno 106 – seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Dopo aver passato rapidamente in rassegna le caratteristiche operative del Roland Juno-106, siamo pronti per iniziare la ri-modellazione.

Di Enrico Cosimi

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Ovviamente, partiremo dalla generazione sonora. L’oscillatore DCO produce quattro segnali simultaneamente: onda rampa, onda impulsiva a simmetria variabile, onda quadra in suboscillazione all’ottava inferiore, rumore bianco.

Modellare il Roland Juno 106 – Prima parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Ogni tanto, è necessario fare esercizio di programmazione prendendo uno strumento qualsiasi e provando a riprogrammarlo nelle sue funzioni principali. Questa volta, è il turno del classico Roland Juno 106, sintetizzatore polifonico (in origine) di fascia medio bassa, oggi assurto a notevole valore commerciale.

Attenzione! Quando diciamo “riprogrammare” una struttura di sintesi, intendiamo “costruire una struttura di sintesi che sia in grado di fare le stesse cose del modello preso in esame”; nulla garantisce che il nuovo strumento suonerà tale e quale all’apparecchio vintage; per questo genere di equivalenze, è sempre necessario procedere ad una fase successiva di confronto A/B.

Di Enrico Cosimi

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Come è ormai tradizione, useremo per questo esercizio di ri-programmazione il classico dei classici Clavia Nord Modular G2 (si sarebbe potuto utilizzare anche Reaktor 6.x, ma da un certo punto di vista le cose sarebbero state meno divertenti).

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