Una luce in fondo al tunnel – 03

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Ogni promessa è debito, ma prima di approfondire il curioso meccanismo del Local On/Off – come promesso – è il caso di perdere ancora qualche minuto sull’inquietante interrogativo MIDI: come mi conviene collegare le cose? In modo “stellare” o usando la catena di Thru? La questione è scottante, specie se il budget non è dei più pingui e sono già stati fatti degli acquisti non troppo ponderati.

Di Enrico Cosimi

Tunnel with lightspot

Tunnel with lightspot

Un collegamento tra due apparecchi MIDI è la norma prevista da Dave Smith fin dal lontano 1983; un terzo apparecchio MIDI può essere collegato ai primi due (li chiameremo, rispettivamente, A, B e C) usando la porta Thru del Synth B. In ogni caso, qualsiasi apparecchio collegato in catena introduce un ritardo minimo ma percepibile nella ricezione dei dati. Se la catena diventa molto lunga, più di cinque apparecchi, il musicista può percepire un flam significativo tra segnali ad elevato valore ritmico. Che fare?

Ci sono due modi (a questo punto, Richard Benson avrebbe alzato tre dita della mano destra, ma noi faremo finta di nulla…) per collegare tra loro tante macchine MIDI:

  • collegamento in catena di Thru, in maniera economica e non particolarmente performante;
  • collegamento stellare, usando uno hub centrale di distribuzione, che ovviamente non si trova sugli alberi e costa diversi soldi.

Andiamo per ordine.

Catena Thru 2

Collegamento in catena

Il computer, il sequencer, l’unità centrale di elaborazione, insomma, emette il flusso di dati MIDI complessivo (tutte le tracce da 1 a 16, con le diverse parti musicali che dovranno essere eseguite dai diversi strumenti); la sua uscita MIDI è collegata al MIDI Input del primo sintetizzatore (chiamiamolo A).

Perché il primo sintetizzatore A suona solo la parte che gli è stata assegnata e ignora le altre? Semplice: il musicista ha precedentemente “sintonizzato” il Synth A sul canale MIDI 1 (per dire) e questo autorizza l’apparecchio ad ignorare tutti gli altri dati MIDI che arrivano sui canali da 2 a 16. Ovviamente, il MIDI Clock, essendo un Real Time Message, non ha canale MIDI e quindi viene ricevuto da tutti gli apparecchi, ma questo è un altro discorso.

Dal Synth A, la connessione MIDI Thru è collegata al MIDI In del secondo Synth B. In questo modo, anche il Synth B riceve l’intera massa di dati MIDI trasmessa dal sequencer – compresi quelli su Ch 1 che, appena un attimo prima, sono stati presi in considerazione ed eseguiti dal Synth A – ma, essendo sintonizzato su Ch 2, eseguirà solo i dati di traccia che gli competono.

L’intero blocco di dati appena ricevuto dal Synth B passa, paro paro, alla sua connessione MIDI Thru, pronti per essere portati al MIDI In del Synth C. Anche in questo apparecchio, precedentemente sintonizzato sul canale MIDI 3, saranno presi in considerazione i dati afferenti mentre gli altri verranno giocondamente ignorati.

Il blocco dei dati MIDI continua, quindi, a rimbalzare da un apparecchio all’altro “in toto”; ciascun apparecchio estrae dalla trasmissione solo i dati che gli interessano come sintonizzazione di canale. 

Un classico esempio degli Anni 80 era il seguente: l’atmosfera che circonda la palazzina residenziale da 16 appartamenti è satura di trasmissioni televisive che sono erogate, simultaneamente, da tutte le emittenti attive nel territorio. Negli appartamenti, ciascun televisore è sintonizzato su un preciso canale di ricezione e, mentre visualizzerà Tele Porcello Libero, ignorerà il resto degli altri canali televisivi comunque ricevuti dalla sua antenna. Commovente, vero?

Dal terzo Synth A, finalmente, i dati escono dalla connessione MIDI Thru e raggiungono il quarto apparecchio  Synth D – magari, potrebbe essere una drum machine… – dove verranno analizzati e – come al solito – previa sintonizzazione di canale, si otterrà l’effetto desiderato.

 

Considerazioni

Il pacchetto di dati MIDI in transito è sempre lo stesso, denso, comprendente quattro o più canali indipendenti; ciascuna macchina estrae quello che gli serve, ma la trasmissione dati seriale è sempre appesantita e tassata in termini di velocità di trasmissione/ricezione/rigenerazione dei dati.

Ogni apparecchio MIDI collegato in catena introduce, inevitabilmente, un preciso ritardo tra ricezione e ri-trasmissione all’esterno; l’ultimo della catena (come nei pranzi dove girano le zuppiere tra i convitati…) corre il rischio di mangiare poco e in ritardo.

Se l’ultimo apparecchio della catena è una Drum Machine (magari perché, costando 100 euro, è priva di MIDI Thru e non può essere posizionata in altro punto all’interno della catena), le cose diventeranno ancora più tristi: la vocazione ritmica dell’apparecchio sarà frustrata dal trovarsi in coda alla catena (quindi, accumulando ritardo A, più ritardo B, più ritardo C, più il proprio ritardo di interpretazione).

Da un certo punto di vista, le batterie elettroniche hardware prive di Thru non dovrebbero essere acquistate, anche se costano solo 100 euro…

 

Chi trasmette i dati?

Il computer, lo abbiamo detto in precedenza: immaginatelo come un’entità centrale che spara fuori simultaneamente – nei limiti della natura seriale prevista per il protocollo MIDI – tutti i canali MIDI possibili.

 

thru box no master 2

Chi dice al computer cosa fare? Con cosa scriviamo i dati?

Qui la cosa si fa complessa: lasciando per un attimo da parte la tastiera alfanumerica e l’inserimento dati grafico direttamente nel Piano Roll, è chiaro che deve esserci, da qualche parte, una master keyboard collegata al computer con la quale suonare – una alla volta – tutte le parti musicali ritenute necessarie.

Ovviamente, una master keyboard costa, porta via spazio, non suona da sola (e questo la rende, da sempre, antipatica all’acquirente con pochi soldi)… Di sicuro, risolve molti problemi, ma il musicista preferirebbe acquistare altre cose, per lavorare con maggior disponibilità timbrica.

La soluzione c’è, e consiste nell’utilizzare – ad esempio –  il primo sintetizzatore della catena non solo come generatore, ma anche come trasmettitore di dati MIDI. Ricordatevi di questa possibilità, memorizzate lo schema grafico, perché questa ipotesi ci obbligherà a fare i conti con il già citato Local On/Off.

thru box 2

Collegamento con Thru Box

Anche il Thru Box non suona e ha un prezzo (leggi: esce dal fianco del musicista con pochi soldi), ma permette di ottimizzare il funzionamento dell’intero sistema MIDI a disposizione. Una struttura di gestione centrata attorno al Thru Box permette di fornire a tutti i sintetizzatori dati MIDI con il minimo ritardo strutturale di una sola ri-generazione: per quanti sintetizzatori possano essere presenti, ciascuno avrà le stesse possibilità dei suoi colleghi.

Dal computer, i dati – l’intero pacchetto – transitano nella Thru Box e da questa, ciascuna uscita disponibile è collegata ai MIDI In dei diversi sintetizzatori. Sul mercato, esistono Thru Box di dimensioni variabilii: da quattro a otto, fino a a 25 possibili collegamenti (citofonare Kenton); ovviamente, se si è intenzionati ad allargare il proprio parco maccchine, conviene pensare in grande e prendere una Thru Box con qualche ingresso in più.

Prima o poi, potranno tornare utili.

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Comments (8)

  • emilio

    |

    ciao prof. , io al momento mi accontento del ROLAND SBX-1 che non è malaccio , ora hanno anche abbassato il prezzo quasi del 45% , ma una cosa mi innervosisce in tutta questa faccenda : ho notato che ROLAND rispetto a KORG non ha filtri MIDI ! succede che quando metto in SLAVE macchine synth della ROLAND e cambio i PRESET , influiscono anche sulle macchine MASTER nonostante i filtri applicati . questa è una storia odiosa tranne se non metto la scatoletta sbx-1 . devo provare a prendere KENTON a stella … ti farò sapere , grazie !!!

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      di solito, per non avere il cambio di preset indesiderato, devi disabilitare il program change in ricezione; controlla che, sulle diverse macchine, si trovi in modo OFF

      Reply

      • emilio

        |

        proverò come hai detto tu prof. , grazie sempre per le tue perle preziose 😉

        Reply

  • Raffaele

    |

    Anche io ultimamente sono molto tentato dalla roland sbx-1 , dato che ho due “apparecchi” solo con dinsync, 3u eurorack e un volca fm.
    Qualcuno puó confermarmi la bontà di questa syncbox? O devo cercare altre soluzioni?

    Reply

  • Andrea

    |

    buon giorno Enrico,
    avrei bisogno di un tuo consiglio su come collegare l’hardware che posseggo.
    Si tratta di una Wolf Rhytm, un piccolo synth modulare, un arpeggiatore (che può creare arpeggi/linee di basso), un controller (collegabile solo via usb) e un Ultranova.
    Vorrei controllare il clock dalla Wolf e quindi avrei pensato di collegare:
    • Wolf- midi out al midi in di una thrubox (ad esempio la Kenton MIDI Thru 5);
    • midi out della box ai midi in del modulare e dell’arpeggiatore ;
    • midi out dell’arpeggiatore al midi in dell’Ultranova;
    • midi out del modulare al controller (con un cavo midi-usb, per poterlo “suonare”).
    Se invece volessi usare l’arpeggiatore per comandare i due synth (ad esempio per avere un arpeggio con il modulare e una linea di basso con l’Ultranova):
    • Wolf midi out al midi in dell’arpeggiatore;
    • midi out dell’arpeggiatore al midi in della thrubox ;
    • midi out della box ai midi in del modulare e dell’ultranova.
    Corretto?
    Grazie sempre per gli articoli che scrivi e per la disponibilità.
    Andrea

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      caro Andrea,
      forse, più che un thru box semplice, che ti costringerebbe a cambiare fisicamente i collegamenti in base alle necessità, ti converrebbe cercare un MIDI Switcher simile ai vecchi LEMI 9X9 o Roland 8×8… in modo da poter cambiare configurazione “al volo”… (Ammesso che esistano ancora cose del genere)

      Reply

  • Andrea

    |

    Grazie Enrico, provo a vedere se e cosa si può trovare. Anche se essendo un puro e semplice dilettante posso tranquillamente cambiare la configurazione a mano con tanto tempo a disposizione.

    Reply

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