Era da mesi che se ne parlava: il nuovo MS-20, targato mini, sembrava destinato a far dimenticare i pregi vintage del vecchio sintetizzatore – che, su certi mercati second hand, aveva raggiunto quotazioni prossime ai 1800 euro… Poi, sembra che il nuovo fosse un fake clamoroso, più un semplice controller che un sint vero e proprio; poi ancora, tutto era stato nuovamente smentito e, nella ridda di voci, non si capiva più chi avesse ragione e chi torto. Per fortuna, complice la solerte disponibilità di EKO, l’importatore italiano del marchio KORG e – nello specifico – di Simone Giacchetti e Giovanni Matarazzo, siamo riusciti a mettere le mani su uno dei nuovi MS-20mini. Di seguito, il risultato del confronto A/B tra le due apparecchiature, vintage e nuova.
Di Enrico Cosimi
Perchè tanto clamore attorno ad un semplice sint monofonico, neppure tanto ricco di circuiti perlomeno per gli standard attuali? Perchè, da sempre, il KORG MS-20 incarna un certo tipo di suono – del tutto alternativo al testosterone statunitense – che ha fatto buona parte della produzione elettronica degli ultimi decenni; perchè il modello MS-20 possiede, nella sua impostazione con pochi fronzoli, alcuni circuiti destinati a non passare inosservati (ad esempio, la tossica interazione tra high pass e low pass o la capacità di processare segnali esterni attraverso la sezione ESP); infine perchè, forse in maniera infantile, ogni volta che un costruttore si accinge a realizzare una riedizione, tutti sognano il riscontro 1 ad 1 con modelli e prestazioni storiche, quasi a voler fermare il tempo.
Di seguito, un resoconto (speriamo) sufficientemente dettagliato, che organizzeremo in diverse puntate; a questo proposito, vi invitiamo a recuperare i vecchi articoli. già apparsi su ACM, che hanno avuto per oggetto il prestigioso monofonico nipponico vintage.