Quando il mondo era più giovane, e i dinosauri regnavano sulla terra, configurare il proprio sistema modulare era semplice: gli oscillatori oscillavano, i filtri filtravano e – fatte salve le solite differenze tra californiani e newyorkesi, ogni cosa andava facilmente al proprio posto. Poi, dopo una glaciazione particolarmente funesta, piombarono sulla terra i fabbricanti Euro Rack, e la pace finì…
Di Enrico Cosimi

Le cose hanno iniziato a diventare sempre più confuse quando, attirati dall’ampiezza del bacino d’utenza, sempre più costruttori hanno fagocitato e rigurgitato concetti eterogenei sulla costruzione modulare, mischiando ogni cosa in un calderone tanto entusiasmante quanto potenzialmente portatore di confusione: specie se l’utente ha poca esperienza, specie se si avvicina per la prima volta alla sintesi modulare con la testa piena di discorsi lurkati sui classici luoghi di aggregazione sociali, è facile cadere nelle trappole tecnologiche disseminate nel catalogo analogico.
In questi incontri, con cadenza volutamente non regolare, cercheremo di mettere a fuoco alcuni problemi della sintesi e della configurazione, prendendo a spunto le condizioni virtuali di configurazione monotematica o, se preferite, di configurazione mono marca. Immaginate un mondo nel quale esista, come nel 1995, un unico fabbricante Euro Rack e, all’interno del suo catalogo, immaginate di dover spremere tutto il possibile dall’offerta dei suoi moduli.
Il primo cliente è Verbos Electronic, creatura di Mark Verbos.