Sintesi modulare 04 – Le sorgenti “primarie” Make Noise

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

In precedenza, ci eravamo occupati di Mark Verbos, evidenziando come le originali scelte Buchla fossero state mediate e filtrate attraverso l’esperienza e le necessità del (ri)costruttore per offrire un prodotto versatile e non privo di spunti creativi. Ora, è la volta di un altro grande classico della rivisitazione West Coast: Make Noise.

Di Enrico Cosimi

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Il marchio, creatura di Anthony Rolando, si è fatto velocemente spazio tra i produttori Euro Rack della seconda generazione con una serie di moduli che, ampiamente imparentati con logiche Buchla e Serge, offrono un funzionale approccio alla sintesi, privilegiando il rapporto prestazioni/dimensioni in maniera molto conveniente per il musicista.

Pur non raggiungendo le esasperazioni grafiche di Endorphines, i primi moduli Make Noise erano caratterizzati da una grafica a-grafica che privilegiava, nel labeling dei comandi, linee cinetiche, fumetti e altri disegni che, se da un lato confondevano l’utenza più tradizionale, dall’altra gli conquistavano la benevolenza degli utenti più estremi. Non è un caso che, un certo tipo di musicista elettronico (lo si riconosce dal look, dai locali frequentati, dalla tendenza gentrificante) reputi indispensabile il possesso dei moduli MakeNoise. Sia come sia, i circuiti di Tony Rolando suonano, suonano bene, costano il giusto, sono costruiti con qualità superiore ai modelli originali di riferimento (OK, avere una costruzione elettromeccanica migliore di Buchla è molto semplice…) e hanno un piacevole mix di originalità, repechage e conferme.

Non rimane che iniziare il nostro tour; questa volta, la maggior disponibilità di moduli ci obbligherà a fare qualche sforzo in più, specie nella fase di approccio preliminare.

 

Una prima divisione funzionale

Come al solito, per capire chi abbiamo davanti, è necessario suddividere – anche grossolanamente – i moduli MakeNoise per comportamenti principalil (inutile dire che un oscillatore audio può essere usato anche come controller e un sequencer può essere usato anche come oscillatore…). Ci rifacciamo alla tradizionale divisione in sorgenti sonore, modificatori di segnale, sorgenti di controllo (ed eventuali modificatori di controllo) per facilitare la navigazione.

 

Sorgenti Sonore

  • DPO-Dual Primary Oscillator:  (più oscillatore di questo… per di più, in configurazione doppia perfettamente in stile Buchla.
  • Function: sarebbe un generatore di funzioni programmabile, ma può essere fatto girare in banda audio e, in casi estremi, può fornire audio da processare.
  • Maths: anche lui, sarebbe un generatore di funzione multiplo, ma può essere fatto girare in banda audio.
  • Morphagene: legge – e modifica – file audio a discrezione dell’utente.
  • Mysteron: ha bisogno di un eccitatore esterno, ma produce segnali riconducibili al classico algoritmo di Karplus e Strong.
  • Phonogene: legge – e modifica – file audio a discrezione dell’utente.
  • René: è un sequencer cartesiano, ma se lo clockate a velocità audio, i suoi sedici valori possono descrivere una traiettoria di forma d’onda.
  • STO Sub Timbral Oscillator: è un oscillatore semplificato, che non deve essere sottovalutato.
  • Telharmonic:produce segnali di particolare valore storico. Ulteriori particolari in seguito.
  • Wogglebug: produce segnali randomici.

 

Trattamenti

  • Echophon: applica al segnale passanteraffinati comportamenti di delay e pitch transposer .
  • Erbe-Verb: rivverberatore (e non solo) controllabile in voltaggio.
  • Function: come accennato in precedenza, dovrebbe essere un generatore di funzioni, ma può lavorare in banda audio e anche processare l’eventuale segnale passante.
  • FXD: è un fixed filter bank per il trattamento del segnale.
  • LXD: è doppio lopass gate molto influenzato dalla visione Buchla, con tutto il liquido comportamento del Vactrol.
  • Maths: come accennato in precedenza, è il jolly del catalogo Make Noise, buono per molti compiti.
  • MMG: è un filtro vactrol con caratteristiche timbriche del vecchio QMMG, oggi fuori produzione.
  • modDemix: è un versatile modulo di AM, RM, signal multiplier, frequency mixing, eccetera.
  • Morphagene: scrive, legge e ricombina audio in maniera concreta.
  • Optomix: è un doppio filtro lopass gate. Enough said.
  • Phonogene: legge, ricombina, modifica il suono scritto sulla SD Card.
  • Rosie: è il modulo di uscita Make Noise, con funzioni di CUE/pre ascolto, send/return e tante altre comodità che rendono più semplice la performance live col modulare.
  • RXMX: è un mixer, ma non è un mixer; è un sistema a sei ingressi con vactrol e lopass gate incorporato, utile per processare diversi segnali simultaneamente.
  • Wogglebug: può essere usato come ring modulator.

 

Controlli

  • Brains: facilita il collegamento di molteplici Pressure Points (vedi sotto).
  • DPO: rallenta la frequenza di un oscillatore audio e otterrai un Low Pfrequency Oscillator…
  • Function: permette la progettazione di una traiettoria/funzione di controllo.
  • Maths: generatore multiplo di controlli programmabili (inviluppi e lfo…).
  • Pressure Points: superfici capacitive di controllo, utili per realizzare “tastiere” o per emettere tensioni precedentemente regolate attraverso potenziometri.
  • Multiple: appunto…
  • Renè: è il sequencer cartesiano 4×4.
  • Teleplexer: permette la combinazione bipolare di tre possibili sorgenti di controllo attraverso contattiera momentanea.
  • Tempi: genera, o elabora, flussi di impulsi necessari alla sincronizzazione degli eventi prodotti nella struttura di sintesi.
  • Wogglebug: produce, segnali randomici.

 

Qualche considerazione preliminare

Semplicemente leggendo la descrizione sommaria dei moduli disponibili, è facile rendersi conto di come alcuni di essi siano dei veri e propri jolly, in grado di svolgere comportamenti diversi a seconda di come sono programmati dal musicista. E’ una filosofia molto Serge Modular (il modello di riferimento è sempre il delizioso DSG-Dual Slope Generator), che richiede, da parte del musicista, un livello di progettazione superiore a quanto richiesto – ad esempio – con le classiche strutture East Coast di “stile Moog”.

Allo stesso modo, è evidente come talune soluzioni classiche, siano volutamente evitate dal costruttore: niente inviluppi ADSR, niente filtri Low Pass 24 dB/Oct… una precisa scelta di campo.

 

Sorgenti sonore “ufficiali” – generatori

Per semplicità, riuniamo qui i moduli che nascono principalmente per tirare fuori segnale audio. Il lettore accorto potrà divertirsi a paragonare talune caratteristiche Make Noise a quanto già scritto in proposito degli analoghi moduli Verbos.

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DPO

Buchla considerava preferenziale una configurazione con il Complex Oscillator pirncipale, messo sotto controllo di un Modulation Oscillator secondario (ovviamente, dotato di un minor corredo di funzioni). Nel DPO, tutte e due le unità di generazione sonora sono potenti e potenzialmente autonome.

L’oscillatore Modulator (quello di sinistra – Osc A) genera triangolare, Sawtooth e Sine; può essere regolato in frequenza Coarse/Fine, prevede un ingresso 1V/Oct non attenuato e due ingressi FM Lin/Exp con attenuatore. Il suo comportamento può essere commutato in: indipendenza assoluta, Phase Lock con Osc B di destra, Hard Sync sotto controllo di Osc B e Low Frequency Mode. In base al valore di Follow, la frequenza dell’Osc A di sinistra può tracciare con esattezza quella dell’OSC B (da sperimentare sotto controllo sequencer, per ottenere andamenti improvvisamente “non corretti” e timbricamente affascinanti)

L’oscillatore  Complex (quello di destra – Osc B) produce sinusoide, quadra e “Final”, processando il segnale attraverso la sezione di trattamenti Shape, Angle e Fold presente nel DPO. Anche in questo caso, è possibile controllare la frequenza Coarse/Fine di pannello e utilizzare 1V/Oct o i due ingressi FM Lin/Exp con attenuatore. E’ previsto un ingresso per segnale esterno di soft sync  eXternal LOCK.

Regolando l’attenuverter nella sezione FM Bus (in assenza di collegmenti esterni sulle porte di FM), si incrementa la modulazione incrociata Sine A verso Osc B e Sine B verso Osc A; il comportamento è controllabile in tensione.

Il Mod Bus permette di usare la sinusoide generata in A per controllare i comportamenti di Shape, Angle e Fold applicati al segnale dell’oscillatore B.

Sono disponibili comportamenti di SHAPE (per convertire progressivamente la sinusoide in Spike – ricca di armoniche acute – e poi in Glitched Triangle), Angle (per alterare la pendenza della forma d’onda – il risultato cambia parecchio in base al segnale di partenza) e Fold (ripiegamento della forma d’onda con creazione di armoniche aggiuntive). Un impulso collegato all’ingresso Strike porta velocemente il Fold al massimo e produce timbriche armonicamente percussive.

Oltre a produrre due intonazioni indipendenti – ma ricordiamo che la filosofia non è propriamente quella di generare strutture adatte all’esecuzione delle “Invenzioni a due voci” – il modulo brilla per le possibilità di modulazione, incrociata o meno, tra le due componenti; con in più la sezione di trattamento che interviene sul timbro FINAL. 

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Mysteron

L’algoritmo di Karplus e Strong usa un segnale percussivo “di eccitazione” per mandare in auto oscillazione una linea di ritardo dotata, sul percorso di feedback, di un filtro passa basso. Il timbro che ne risulta ricorda molto, in condizioni blande, una corda pizzicata regolabile in intonazione (la lunghezza della linea di ritardo), damping sulle acute (intervento nello stadio lowpass sul percorso di feedback) e durata (quantità di feedback).

Per far suonare il modulo, è necessario collegare almeno un impulso a uno dei due ingressi EXCITE e, successivamente, regolare Pitch, Depth, Type (per il tipo di comportamento), Impulse e Generation. Le due linee di ritardo interagiscono tra loro e, con comportamento tipicamente Make Noise, possono produrre risultati imprevedibili se si collega una tensione di Gate all’ingresso marcato !! (due punti esclamativi).

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STO

E’ un oscillatore più semplice del precedente, con un circuito triangle core dedicato alla produzione di sinusoide, sub ottava per divisione di frequenza e onda “variabile” ottenuta per ripiegamento della triangolare. La frequenza è regolabile con il consueto meccanismo Coarse/Fine e può essere controllata a distanza alle porte 1V/Oct, FM Lin con attenuatore dedicato, FM Exp senza attenuazione.

Il profilo dell’onda Variable è controllabile a distanza attraverso comando Shape o tensione esterna alla porta corrispondente. L’oscillatore può essere portato in Sync mode; la componente Sub può essere bloccata con un Gate esterno.

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Telharmonic

Non è un modulo facile: incorpora diversi algoritmi di sintesi che portano il risultato audio ottenibile verso direzioni estreme per complessità e distanza. Sviluppato in collaborazione con Tom Erbe (il padre, tra l’altro, di Erbe-Verb ed Echophone), offre tre motori di sintesi additiva (Harmonic Synthesis, ricondotta al modello storico del Telharmonium di Cahill, Noise Synthesis di Tenney e Phase Modulation Synthesis). Il musicista definisce Tonic, Interval e Degree del segnale generato, per poi passare a impostare Centroid, Flux e Harmonic Lock. I tre motori di sintesi hanno uscite audio separate.

La Harmonic Synthesis genera tre voci regolabili in root/Tonic, Interval (per la distanza relativa – triade con inversioni quinte, unisono o ottava) e Degree (per la quantizzazione degli intervalli); con il comando Flux, si sposta il livello delle armoniche identificate col comando Centroid. Ogni voce lavora con 24 armoniche

La Noise Synthesis sfrutta due flussi di rumore controllabile in centro tonale (Flux) e ampiezza di banda.

La Phase Synthesis usa le stesse tre generazioni audio simultanee per lavorare in algoritmo (due modulanti e un portante) controllabili dall’utente con indice di modulazione attraverso comando Centroid. Anche in questo caso, è possibile modificare le armoniche degli operatori.

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Wogglebug

Si possono portare in banda audio le uscite Stepped e Smoothed per sfruttare flussi di segnale grezzo da processare con altri moduli.

 

La prossima volta, prenderemo in esame le sorgenti di segnale “secondarie”, cioè i lettori/gestori di file audio.

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