Apogee Ensemble Thunderbolt Interface

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Recording

Più veloce, più stabile, più potente. Il protocollo Thunderbolt, che potrebbe mandare in soffitta il beneamato standard FireWire, ha scosso dalle fondamenta la comunità dei produttori di musica elettronica e – più in generale – quanti abbiano legato la propria attività professionale alla tecnologia affidabile. Come è facile immaginare, dopo un periodo di tentennamento iniziale, anche i grossi calibri si sono mossi in questa direzione, per mettere a catalogo unità di gestione audio finalmente Thunderbolt equipped. Apogee Ensemble Thunderbolt è, appunto, una gran bell’interfaccia audio dotata di tutto piacere

Di Enrico Cosimi

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Diciamo subito che l’amarezza arriva al momento di acquistare un cavo Thunderbolt: siamo andati sulla Luna, ma ancora non riusciamo a far pagare un cavo di questo tipo meno di un hard disk da qualche tera; la cosa può dare fastidio a qualcuno. A qualcun altro potrebbe dare fastidio che, nella confezione della Apogee Ensemble Thundebolt, il cavo non ci sia. Di fatto, se volete salire sul nuovo treno high speed dell’audio digitale, dovrete mandare giù questa amara medicina… dopo, avrete ampie ricompense e soddisfazioni.

Saint Louis: 40 anni suonati bene

Written by Redazione Audio Central Magazine on . Posted in Tutorial

Riceviamo e pubblichiamo volentieri. Il Saint Louis, nel cuore di Roma, avvia il quarantesimo anno accademico. Un successo dietro l’altro per la storica scuola di musica moderna romana, ormai al vertice di rapporti internazionali di grande rilievo. E’ infatti la prima e unica Istituzione privata di Alta Formazione Artistica in Italia autorizzata dal Ministero del’Istruzione e dell’Università a rilasciare titoli accademici di primo e secondo livello, quindi laurea triennale e specialistica, uunicum in Italia
A cura della Redazione  di Audio Central Magazine
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Un primato che ha destato grande interesse in tutti i Conservatori europei tanto che in soli 2 anni il Saint Louis ha stipulato ben 40 relazioni bilaterali stabili con 40 diversi Conservatori in Europa per progetti Erasmus, progetti di scambio di allievi, docenti musicisti in visita nelle rispettive Istituzioni per seminari e workshop, concorsi internazionali ideati e promossi dal Saint Louis e veicolati nei più svariati Paesi europei.
Recentissima la notizia che il Saint Louis, con il proprio progetto “Italian Jazz on the road“,  è fra i 9 vincitori del bando straordinario per il Jazz del Ministero per i Beni culturali, su un totale di oltre 100 domande presentate da Enti di tutta Italia, un progetto innovativo che porterà 50 musicisti giovani talenti italiani e la loro musica originale in tutta Europa, coinvolgendo attivamente anche musicisti e studenti europei.
Lo sviluppo del Saint Louis negli anni è stato straordinario. Fondato nel 1976, ha ospitato artisti del calibro di Pat Metheny, Jack Dejohnette, Jim Hall, Joe Pass, Dominic Miller, John Patitucci, Enrico Pieranunzi, Stef Burns, Paolo Fresu, Niccolò Fabi  e centinaia di altri grandi personaggi.  Si è sviluppato fino alla fine degli anni ’90 con una sola sede a Roma che contava 7 aule e circa un centinaio di allievi ogni anno, una realtà di nicchia ma di alta qualità nel Rione Monti di Roma.
Poi, negli ultimi 18 anni, sotto l’impulso della nuova direzione del M° Stefano Mastruzzi, divenuto direttore appunto alla fine del 1998, l’attività è stata rivoluzionata e portata a livelli di eccellenza e avanguardia mai conosciuti prima, sviluppando non solo il Jazz ma aprendo nuovi dipartimenti di Popular Music, Musica per Film, Musica eletttronica e Sound engineering.
Oggi, nel 2015, il Saint Louis ha un corpo stabile di 110 docenti, solo negli ultimi 5 anni sono stati creati altri 24 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato e ospita ogni anno 1.600 allievi provenienti da tutta Italia e da molti Paesi europei ed extra-europei, con un trend di crescita del 6% annuo, incremento costante negli ultimi 8 anni, persino nel periodo di piena crisi internazionale.
Un chiaro segnale che le famiglie italiane credono ancora nella Cultura come migliore forma di investimento per il futuro dei propri figli e non rinunciano pur nelle difficoltà a una formazione di alto livello che possa offrire opportunità lavorative in Italia e all’estero.
Il Saint Louis dispone di 48 aule, 3 studi di registrazione, 3 collane discografiche, una collana editoriale didattica, un’agenzia di Management e produzione, un Centro studi e ricerca all’avanguardia.
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Ora, alla soglia dei 40 anni il Saint Louis apre la quarta sede su Roma, sempre nel rione Monti che verrà inaugurata il prossimo 24 settembre 2015; altri spazi, altri orizzonti, altri 800 metri quadri costruiti sopra una domus di epoca romana visibile e visitabile, con studi di registrazione, aule e sale prova a testimonianza di un fermento culturale e artistico in continua ebollizione che per generazioni di ragazzi rappresenta il luogo dove coltivare la propria arte e costruire il proprio futuro, dalla formazione alla produzione fino all’inserimento nel circuito lavorativo.
Guardando al futuro.
Il Saint Louis ha definito gli obiettivi dei prossimi 3 anni, con progetti ambiziosi:
  • aprire un dipartimento dedicato alla musicoterapia, sia come formazione di operatori che come vero e proprio centro per la terapia, che possa portare giovamento nella cura di particolari disabilità e ritardi. Un investimento importante da parte del Saint Louis per una finalità sociale di grande importanza.
  • potenziare Radio Saint Louis per portarla a 3 canali, uno già attivo dedicato al Jazz, uno dedicato alla popular music e un canale interamente concepito per la musica elettronica.
  • internazionalizzare ulteriormente la propria attività, portando 50 giovani talenti in tour per l’Europa e tutto il proprio corpo docente a tenere saggi, concerti e lectio magistralis nei Conservatori di tutta Europa.
  • creare 30 nuovi posti di lavoro per i propri diplomati.
  • supportare 3 orchestre stabili oltre alle formazioni residenti già esistenti.
  • potenziare il dipartimento JUNIOR dedicato ai giovanissimi allievi, parliamo della fascia dai 5 ai 16 anni, attualmente a numero chiuso per soli 100 iscritti, portandola a 300 posti disponibili ogni anno.

La sezione junior del Saint Louis sviluppa già dai 4-5 anni le potenzialità e le attitudini musicali dei bambini con metodologie moderne e attraverso un attento equilibrio fra musica classica e musica jazz-pop, tra studio e divertimento, favorendo in particolar modo da subito il concetto di musica di gruppo, in piccoli Ensemble di giovanissimi musicisti in erba, ensemble che si esibiscono in club e festival, nonostante la tenera età e che sono stati anche ospitati recentemente in note trasmissioni Rai.

Qui, per ulteriori informazioni.

 

AION Modular Euro Rack Modules

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Frutto degli sforzi congiunti di Kazike (mastermind di Club Of The Knobs) e di Ruben Costa (di TEIA Synthesizers), il team AION Modular si è concentrata sulla fedele riproduzione di classici circuiti COTK/Moog in formato Euro Rack.

Di Enrico Cosimi

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Abbandonate le dimensioni, e gli oneri, del formato 5U, i tre moduli per ora in catalogo (ma all’ultimo MusikMesse c’era anche qualche altra coserella che, probabilmente, sarà aggiunta presto al catalogo ufficiale) garantiscono compatibilità meccanica ed elettrica con lo standard concepito da Dieter Doepfer per il popolare sistema di sintesi hardware.  Per ora, ci sono tre circuiti a catalogo…

Me & My Modular 05. I Formati – Terza parte

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Si parla di sintetizzatori modulari e, ovviamente, si finisce sempre per parlare di Buchla… il più costoso, controverso, desiderato e odiato sistema di sintesi attualmente disponibile per i musicisti più avventurosi. E facoltosi.

Di Enrico Cosimi

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Archiviate velocemente le polemiche sulla tenuta societaria (BEMI ≠ Buchla & Associtates ≠ Donald Buchla…) e ancora più velocemente archiviate le contestazioni sulla scarsa qualità costruttiva (cfr. S.O.S. e altre recenti fonti d’informazione), si rimane di fronte ad un modo di interpretare la sintesi analogica che si compiace della sua incompatibilità con il resto del mondo o – se si preferisce – che afferma con orgoglio la propria assoluta auto sufficienza dal punto di vista strutturale, funzionale e musicale. Se scegli Buchla, vuol dire che ti serve solo quello.

Mackie FreePlay

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È un sistema di amplificazione personale facilmente trasportabile, alimentato a batteria,  in grado di fornire un suono potente e sull’intero spettro audio sempre e ovunque. Capace di ricevere musica in streaming via Bluetooth, dotato di un mixer digitale completo a quattro canali e di una potente App di controllo per dispositivi iOS e Android, il FreePlay è una soluzione di amplificazione in stereo, subito pronta per un incredibile intervallo di applicazioni.

A cura della Redazione di Audio Central Magazine

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Sistema di amplificazione stereo completo sull’intero spettro, il FreePlay dispone di un woofer potenza elevata da 8”,  permette il collegamento di microfoni, sorgenti a livello di linea o strumentale e dispone di un mixer digitale a quattro canali per il controllo dei livelli, dell’equalizzazione e di tanti altri aspetti dell’esecuzione. FreePlay è in grado di ricevere musica in streaming da qualsiasi smartphone, tablet o dispositivo dotato di Bluetooth.

 

Altre quattro chiacchiere sul sintetizzatore

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Dunque dicevamo: cosa occorre tenere presente prima di entrare nel negozio (reale o virtuale)? Di sicuro, occorre sapere con certezza ciò di cui si ha bisogno…

Di Enrico Cosimi

 

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Comportamenti timbrici dedicati

Comprare un sintetizzatore per fare groove di batteria significa volersi del male, a meno di non scegliere dei sintetizzatori appositamente concepiti per questo scopo. DSI Tempest, Elektron A4 e tanti altri sono dei sintetizzatori, ma sono concepiti per ottimizzare la produzione di timbriche ad andamento percussivo.

Quattro chiacchiere sul sintetizzatore

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Scegliere un sintetizzatore per usarlo, professionalmente o meno, è un’operazione complessa, tale da far tremare gli utenti meno coraggiosi. Oltre alle naturali conseguenze di carattere economico, occorre tenere presente diverse considerazioni che – nell’interezza – rendono la scelta molto meditata e ben poco istintiva.

Di Enrico Cosimi

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Da questo punto di vista, un buon metodo per ottenere risultati interessanti consiste nel circoscrivere il problema spuntando, caso dopo caso, le necessità e i requisiti ritenuti indispensabili. Insomma, una sana sequenza di domande può tornare utile…

QuBit Electronix Nano Rand

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Nel rutilante panorama Euro Rack, è sempre più forte la scuola di pensiero che privilegia la densità di controlli e comportamenti in poco spazio; in un’epoca di skiff super portatili, dove le compagnie aeree low cost sembrano disposte a valutare anche la densità del tessuto usato per le nostre mutande, meglio avere tante funzioni in poco spazio. Da questo punto di vista, Nano Rand targato QuBit è perfetto.

Di Enrico Cosimi

Nano Rand

In 4 HP di spazio, con assorbimento pari a 60 mA per il +12 e 17 mA per il -12, con profondità skiff friendly, questo piccolo modulo riunisce diverse funzioni separate, ma afferenti alla generazione di valori imprevedibili.

Nano Rand

Nano Rand offre quattro algoritmi diversi di generazione casuale, selezionabili da pannello o a distanza e confermati dal codice colore adottato per il regolare di velocità/densità di navigazione; la struttura prevede tanto la generazione interna di clock (sempre utile per il resto del sintetizzatore) quanto la subordinazione ad un treno d’impulsi ricevuti dall’esterno ed eventualmente filtrabili come densità/probabilità; il segnale generato può essere limitato ai valoir unipolari positivi o lasciato espandere indifferentemente lungo tutto l’arco di comportamento bipolare. Come è facile immaginare, il Digital Noise e il Sample & Hold sono ovviamente inclusi nelle prestazioni di bordo. Andiamo per ordine.

Electro Harmonix 22550 Dual Stereo Looper

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Come diceva un tristo spot pubblicitario di molti anni orsono, due è meglio di uno… Questo devono aver pensato in Electro Harmonix quando, per la Summer NAMM 2015, hanno svelato l’esistenza del modello 22500.

Di Enrico Cosimi

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Si tratta di un dual looper caricato di interessanti funzioni e dotato di connettività che lo rende adatto ai geetaristi, ai tastieristi e ai musicisti elettronici. Doppio ingresso Left/Right in formato ¼”, porta XLR per segnale microfonico in ingresso (con tanto di Phantom Power), uscita Left/Right in formato ¼” con gestione intelligente della mono auralità o della stereofonia.

ME & MY MODULAR 04. I Formati – seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Siamo ancora nelle fasi preliminari del nostro viaggio all’interno della galassia modulare; per la precisione, ci stiamo occupando di capire in che modo sia possibile realizzare meccanicamente un sistema di moduli aderendo ad uno standard piuttosto che ad un altro. Il problema dei formati, appunto… Ancora qualche parola sul formato 5U, prima di passare ad altro argomento.

Di Enrico Cosimi

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Dicevamo: le ultime quisquilie e pinzillacchere relative al 5U… Anche se MOTM è alto 5U, non può essere installato a cuor leggero dentro un sistema che già sia stato configurato per lavorare con Moon Modular, COTK e DotCom: la cadenza delle forature di pannello e le larghezze dei moduli finiscono per lasciare una serie di spazi morti inutilizzabili all’interno del cabinet. Intendiamoci, tutto è possibile, ma se l’occhio vuole la sua parte, bisogna prendere decisioni anche basandosi su queste minuzie.

E, ora, passiamo al Frac Rack

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