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Access Virus TI (2) Black Snow…

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Vero o falso? Edizione celebrativa o fake appositamente creato per smuovere interesse attorno a uno strumento forse ingiustamente poco rappresentato ai giorni nostri? Solo il futuro potrà darci una risposta certa; di sicuro, c’è solo che per poche ore, sul sito Access, è comparso un annuncio in cui si lanciava l’edizione Black Snow del compatto tabletop Total Integration. L’annuncio è scomparso, le chiacchiere rimangono. Speriamo si avverino presto…

Di Enrico Cosimi

Cosa è il Virus TI? è una famiglia di sintetizzatori Virtual Analog messa su strada da Access che riunisce, all’interno di un unico package, un motore di sintesi assai potente, con sedici parti timbriche indipendenti, estesi livelli di polifonia, trattamento effetti indipendenti, vocoding, e – attenzione… – funzionalità di interfacciamento audio/midi USB 2.0 con 2 in e 6 out, il tutto in densità dati 24 bit/96 kHz. Inutile dire che, nella sua categoria, il TI è tra i virtual analog che suonano più convicente, denso, potente.

Soundbeam Version 1.5

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software

La divertente app per iPhone acquisisce le funzioni di audio recorder, con possibilità di registrare fino a 15 secondi di segnale e renderizzarlo in file A/V tranquillamente condivisibili con chiunque.

A cura della Redazione di Audio Central Magazine

Soundbeam è, lo ricordiamo, un oscilloscopio virtuale che fornisce anche funzioni di spectrum analyzer; può funzionare tanto attraverso il microfono incorporato dell’iPhone – con tutti i limiti che questo logicamente può comportare – o attraverso un qualsiasi device audio iPhone compliant.

Grp A4 Synthesizer Tutorial – Come agganciare sequencer e sintetizzatore

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Il Grp A4 Analog Synthesizer è sicuramente tra i più interessanti strumenti analogici prodotti nell’ultimo quinquennio. Punti di forza dell’apparecchio, oltre all’origine tutta italiana del progetto, sono la timbrica di prima qualità, la completezza della struttura di sintesi e lo step sequencer incorporato che – senza false modestie – ha diverse particolarità che lo rendono al di sopra dello standard. Il problema, come al solito, è affrontare vittoriosamente la complessità del pannello comandi e far funzionare il tutto senza troppi problemi.

Di Enrico Cosimi

In questo tutorial, ci occuperemo delle procedure – passo passo – necessarie per far vedere lo step sequencer al sintetizzatore e utilizzare i due blocchi circuitali in un unico sistema di performance.

Club Of The Knobs C 958 Dual Quantizer

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Quantizzare” un segnale, perlomeno nel dominio delle tecniche di sintesi, significa arrotondarne più o meno drasticamente il valore facendolo coincidere con una griglia di possibili grandezze ritenute adatte dall’utilizzatore. Detto in maniera meno antipatica, un segnale quantizzato, ad esempio la tensione di controllo che definisce l’intonazione di un oscillatore, può essere forzato con esattezza sul dodicesimo di volt che garantisce la perfetta tenuta dei semitoni all’interno del meccanismo 1V/Oct messo in piedi da Bob Moog. Come dire che, dopo la quantizzazione, tra Do e Do Diesis non c’è nulla

Di Enrico Cosimi

Ovvio che, nel mondo della sintesi analogica, modulare o meno, la possibilità di quantizzare i propri valori di controllo risulti assai appetibile, specie se messa a confronto con la tradizionale difficoltà – ad esempio – di centrare la nota voluta con i potenziometri dello step sequencer di turno. Per questo motivo, diversi fabbricanti, negli Anni 70 come oggi, hanno devoluto energie e mezzi alla produzione di quantizer modules con cui tenere sotto controllo il funzionamento dei loro apparecchi. Allo stato attuale, quasi ogni standard elettro meccanico di apparecchiature modulari offre un discreto numero di moduli, prodotti da ditte differenti, adatti a questo scopo. Oggetto di questa prova è il modulo Club Of The Knobs C958 Dual Quantizer, prodotto a Lisbona dal valente team di ricercatori analogici capeggiato da Kazike, mastermind del marchio COTK.

Moog Analog Delay in formato 500 Lunch Box

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Il formato Lunch Box 500 API è uno standard meccanico (ed elettrico) con cui si possono ospitare moduli di outboard per il recording ed il PA; le dimensioni del cabinet – comprendente anche l’alimentazione e i terminali di connessione audio – ricordano quelle del “cestino della merenda” appartenente alla cultura scolastica statunitense (Charlie Brown insegna…). Già in passato, Moog aveva convertito il potente Low Pass Filter Moogerfooger MF-101 in una unità API 500; ora, è il turno del 104M, Analog Delay, nuovamente inscatolato per fornire 800 millisecondi di delay time BBD nella comodità del formato API.

Di Enrico Cosimi

Non sono tutte rose e fiori, nel senso che il formato API prevede connettività sul pannello posteriore in formato XLR bilanciato o riportati su Multi-D Connector (cui agganciare il classico snake per i cablaggi); in tutti i casi, non si tratta di strutture previste per l’integrazione diretta nel keyboard rack generico… diciamo che l’operazione di conversione API 500 è specificamente mirata al mondo della registrazione pro e semi pro, come anche al mondo del PA creativo. I musicisti “normali” potranno continuare ad utilizzare il delay analogico disponibile nel catalogo dei floor processor Moogerfooger.

Case Study – Moog Minimoog Model D – Quinta parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Finita la parte relativa al percorso audio e alle modifiche qualitative sul segnale generato, è il momento di approfondire il funzionamento dei (relativamente) pochi moduli che producono il controllo sullo strumento – tastiera, inviluppi, pitch bend, modulazioni – e che permettono di alterare il funzionamento delle modulazioni.

Di Enrico Cosimi

Alla fine di tutto questo, passeremo a ricostruire il circuito utilizzando i linguaggi di programmazione a nostra disposizione. Inutile dire che quanto accumulato finora è tranquillamente esportabile all’interno di una qualsiasi altra piattaforma di programmazione. Come dire: non si butta nulla…

Case Study – Moog Minimoog Model D – Quarta parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Il punto di forza del Minimoog Model D, perlomeno uno dei punti di forza…, è il suo filtro low pass transistor ladder; vero cuore timbrico dell’apparecchio, permette di alterare in maniera assai drastica, ma mai sgradevole, il comportamento sonoro prodotto dai tre oscillatori, dal noise generator e dall’eventuale segnale esterno reso disponibile per il filtraggio.

Di Enrico Cosimi

Capire il funzionamento del filtro non è difficile, basta ruotare a sinistra la manopola e il timbro si scurisce, mentre ruotandola in senso orario, il segnale torna chiaro come la luce del sole; eppure…

Buona lettura.

n-Lab Monolite K

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software

Lo scorso anno, la soft house italiana n- Lab presentava una ghiotta ensemble per Reaktor 5.x (non per Reaktor Player, si badi bene…) in grado di realizzare, con minimo sforzo e massimo rendimento, timbriche adattissime all’estetica drone minimale. In questo modo, il primo Monolite si è creato un solido riscontro all’interno di un’agguerrita comunità. Oggi, è il turno di Monolite K, versione potenziata e, per molti versi, irresistibile (specie se valutata alla luce dei 10 euro di donazione richiesti).

Di Enrico Cosimi

Le caratteristiche funzionali sono assai interessanti: struttura monofonica, articolata con tone cut filter e grainer unit (per la granulazione di segnale), inviluppo di ampiezza ADSR dotato di key velocity e glide; struttura effetti con 17 algoritmi residenti selezionabili dal musicista e automatizzabili tramite XY pad vettoriale.

C’era una volta il campionatore – L’appetito vien mangiando

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Software, Tutorial

Dove eravamo rimasti? Ah, si: cosa tirare fuori dal nostro campionatore – un E4XT Ultra di E-MU – una volta che gli abbiamo dato in pasto tre forme d’onda semplici semplici. Alcune idee che più espresse non si può.

Di Jacopo Mordenti

Prendiamo il multisample dell’onda quadra e processiamolo con uno dei filtri passabasso a disposizione: perché non con quello con pendenza pari a 36 db per ottava, per dire? Regoliamo il cutoff su valori molto modesti per poi fiondarci sulla matrice di modulazione: da una parte facciamo sì che il cutoff sia modulato dall’apposito inviluppo, dall’altra che la  risonanza risponda alla modulation wheel. Portiamoci poi nella pagina di editing del suddetto inviluppo per mettere mano agli stadi di esso e definire così la traiettoria del cutoff: attacco inesistente, decadimento rapido, sustain discreto… e il nostro synthbass si direbbe pronto.

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