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Electrosound – Storia ed estetica della musica elettronica

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Bookshelf

Quando viene pubblicato un libro che parla di Musica Elettronica ed Elettroacustica (si noti l’uso indistinto delle maiuscole), è una festa. Quando il libro pubblicato è in italiano, la festa diventa evento. E’ il caso della fatica letteraria di Giacomo Fronzi, filosofo nonché musicologo, che si è cimentato con il complesso argomento offrendo una visione non convenzionale e coraggiosamente diversificata; il lavoro è targato 2013, ma ha senso parlarne anche nel 2015 per la scarsità di lavori sull’argomento e per la validità dell’opera.

Di Enrico Cosimi

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Electrosound. Storia ed estetica della musica elettroacustica è la visione globale del secolo elettrico appena passato, affrontato con rispetto – si potrebbe notare il parziale tributo a Joel Chadabe già nel titolo del lavoro… – per la storiografia tradizionale (e le sue divisioni in macro aree storiche) e per altri pionieristici lavori che non possono mancare nella biblioteca del cultore della materia (basterebbe citare l’ubiquo Prieberg).

How to make a noise – Analog Synthesis

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Bookshelf

Nel mio approccio ai sintetizzatori di mercato, sia hardware che software, ho sempre avuto due problemi relativamente alla programmazione di patches: 1) Essere a corto di idee; 2) Finire per procedere “a naso”.

Di Antonio Antetomaso

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Capiamoci, la teoria penso di conoscerla a sufficienza e in merito al punto 2…beh, non è che sia sempre un male, specie quando ci si vuole spingere verso “terreni inesplorati”.  Quello di cui in realtà ho iniziato a sentire il bisogno è una sorta di prontuario dallo stampo nettamente pratico che, posti gli assiomi alla base delle varie tecniche di sintesi (sottrattiva, FM, additiva, ecc..), fornisse dei casi concreti di programmazione da utilizzare all’occorrenza come base per dare vita alle proprie idee e una serie di “principi pratici” che sarebbe bene rispettare quando si programmano le proprie timbriche per non rischiare di incappare in errori banali capaci, al limite, di invalidare parte del nostro lavoro o tutto.

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