Synthesizers.com: nuovi cabinet per il formato 5U

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Come per le master keyboard MIDI negli Anni 90, anche i cabinet per i sistemi modulari soffrono di quella sindrome da “acquisto ingiustificabile” che ne rende difficile la commercializzazione; di solito, il musicista è concentrato sull’acquisizione (più o meno forzosa) di oggetti che suonano, fino a quando non si rende conto che sono necessari tanti apparecchi secondari, che non producono suono, ma che facilitano la gestione del tutto. I cabinet del sintetizzatore modulare rientrano a pieno titolo nella categoria e, come tutti gli oggetti di questa categoria, sono da sempre sottovalutati. Tanto dagli utenti quanto – orrore! – dai produttori.

Di Enrico Cosimi

Per questo motivo, quando Roger Arrick di Synthesizers.com ha presentato la sua nuova linea di piccoli cabinet portatili Desktop Box 11, il cuore di molti musicisti in formato 5U ha saltato un colpo.

Prima di tutto: cosa è il formato 5U? E’ quello che, in gergo, viene chiamato formato Moog, con riferimento al primo fabbricante di modulari che ne ha stabilito le misure (così come Doepfer è il papà del modulare Euro Rack…). Nel 5U, i moduli sono alti cinque unità rack, hanno una spaziatura verticale calibrata per unità ben precise (il modulo Multiples è da una unità, il sequencer a step è da otto unità…) e – quasi sempre – sono compatibili dal punto di vista elettrico.

I diversi fabbricanti 5U – citiamo velocemente COTK, Synthesizers.com, Mod-Lab, MOTM, MoonModular, STG, Marienberg, Cynthia, Fonoelettra…- si sono più o meno standardizzati sul doppio fronte +/-12V o +/-15V (con eccezione di Marenberg che, stando a quanto dichiarato all’ultimo MusikMesse, perseguirà una strada proprietaria), ma almeno sulla parte meccanica sono d’accordo tra loro – a parte una piccola variazione “di passo” per MOTM, facilmente risolvibile con un minimo di buona volontà; ecco perchè il neonato Desktop Box 11 potrebbe effettvamente “fare il botto” a livello commerciale.

Con buona pace dei diversi produttori, nostrani o meno, che da anni inutilmente cerchiamo di sensibilizzare sul problema dei cabinet… 😛

Desktop Box 11

Con una vaga somiglianza alle famigerate boat di Buchla, le componenti principali del sistema Desktop Box sono le scatole metalliche da 4 unità che permettono l’alloggiamento di undici “unità Moog”: un sequencer 960, un sequential switch 962, un sequencer interface 961 e un quantizer 171 riempiono perfettamente un box (8+1+1+1=11 unità verticali) perchè – attenzione…- l’alimentazione e i multipli sono gestiti direttamente a livello strutturale.

Dopo aver asciugato lo spumane che, nei concitati brindisi, si è rovesciato per terra, passiamo ad analizzare il sistema…

Il Box 11 Cabinet possiede un power harness interno (cioè il sistema di distribuzione della tensione richiesta per i moduli) dotato di 11 connettori indipendenti – uno per ogni possibile modulo – e un ingresso per l’alimentatore esterno in formato DIN/Dot.Com (ulteriori particolari in seguito). Assai interessante, e vincente dal punto di vista dell’ingegnerizzazione, è la presenza di due multipli 4x indipendenti posizionati sulla cornice inferiore del box; in questo modo, si può fare a meno – con un minimo di progettazione – di sprecare una unità modulo per ospitare il Multiple 124. Sempre sulla cornice bassa, trovano posto i tre led che visualizzano l’operatività delle tensioni +12, -12, +5 volt. Centocinquanta dollari e passa la paura.

Angolari in legno

Il box singolo, o più box messi in stack, possono essere rinforzati da una serie di fianchi in legno QCB11-SA-W e QCB11-SS-W, predisposti per il posizionamento tabletop orizzontale, inclinato, verticale e configurati in modo da poter assemblare struttura a 2, 3, 4 o più piani in elevazione. Con un meccanismo di flange metalliche – dritte o angolate a 90° – il sistema può essere fissato a parete, su una superficie piana e montato in posizione.

E se 11 unità non bastano? 

Qui scatta l’applauso… perchè, tramite flangia QCB11-CB, due boat metalliche, due cabinet insomma, possono essere agganciati uno di fianco all’altro, raggiungendo la disponibilità di 22 unità affiancate; pari quindi a quanto contenibile in uno standard studio walnut cabinet Moog da 22 unità. Con in più quattro multipli residenti e tutta l’alimentazione già risolta al priore (come diceva Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno De Curtis di Bisanzio Gagliardi, più noto come Antonio De Curti, in arte Totò).

Alimentazione

Come viene convertita la tensione di rete 110 o 220 V nelle tre tensioni DC richieste dal sistema? Attraverso uno o più QPS4 Power Supply Box… semplici alimentatori esterni predisposti per il collegamento al cavo di corrente IEC – quello delle tastiere, per intenderci – e terminanti con il connettore DIN richiesto dai cabinet Dot.Com. La tensione generata è +/-15 V @ 250 mA e +5V @ 750 mA.

Insomma, non ci sono più scuse per non ammucchiare montagne di sistemi modulari. Budget a parte, ovviamente… :-)

 

 

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Comments (4)

  • Alessandro

    |

    Si ok bello il cabinet, ma quando si decideranno ad ampliare il parco moduli con qualcosa di sfizioso?

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    • Enrico Cosimi

      |

      questa la vedo più dura… calcola che per avere il quantizzatore programmabile, hanno aspettato quasi sette anni

      comunque, con i cabinet 5U puoi montare anche moduli di altri produttori 😉

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  • Queb

    |

    A questo proposito, perchè non fare una bella mini guida che chiarisca le differenze tra sistemi 5U ed Eurorack (e altri), magari elencandone i pro e contro? Ad esempio non ho mai capito se i sistemi siano totalmente alieni o se sia possibile farli comunicare in qualche modo…

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    • Enrico Cosimi

      |

      è un’ottima idea, anche se – come puoi immaginare – di LUNGA realizzazione…

      (mi ci metto sopra e, sperando nell’agosto di relativa calma, magari riesco a venirne a capo per le prime pioggie – con o senza “i”? – )

      comunque, da un punto di vista di mera compatibilità tra 5U e EuroRack, il ragionamento deve essere portato avanti su tre binari separati:

      a) compatibilità meccanica: è necessario costruire attorno al modulo EuroRack una flangia metallica che lo porti agli standard di altezza richiesti in 5U per poterlo avvitare nel cabinet; rimane aperto il problema della larghezza, che è calcolata su passi di non garantita compatibilità… magari, per ospitare un EuroRack occorre sprecare una marea di spazio che potrebbe essere riempito con multipli, ma sempre a costo di diversi “salti mortali hardware”

      b) compatibilità elettrica: oltre alle tensioni richieste (+/-12, +/-15, eccetera), quasi sicuramente il connettore di alimentazione non è compatibile e richiede una serie di convertitori che possono o non possono essere disponibili; ad esempio, si può convertire da DotCom a MOTM e viceversa (esistono gli hardware), alcuni produttori prevedono la doppia alimentazione DotCom/COTK, ma altri sono assolutamente “proprietari e non compatibili”; quindi, nello stesso cabinet, corri il rischio di avere DUE alimentatori indipendenti

      c) il trasferimento dei segnali audio e controllo deve passare da formato 1/4″ a 1/8″ (minijack), con tutte le noie che questo comporta: o ti fai una manciata di cavi customizzati, o perdi soldi e spazio per ospitare moduli passivi di “conversione formato”.

      insomma, mischiare gli standard è una bella rottura di scatole :-)
      meglio adottarne uno in bene e in male…

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