Per una storia dell’audio – Ultima parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Recording, Tutorial

Ovviamente, ci fermiamo qualche minuto prima della contemporaneità. Ricordiamo che non c’è alcuna pretesa di originalità o completezza nella serie di dati inseriti all’interno della timeline.

Di Enrico Cosimi

vhs

Eravamo rimasti al Compact Disc. Poi, tutto di un tratto…

 

  • 1981 – Sony introduce il floppy disk da 3.5”, il dischetto ospitato in una custodia rigida con sportellino che si apre automaticamente; la capacità di storaggio iniziale è pari a 400 Kb.
  • 1981 – Dave Smith inizia ad elaborare il protocollo di interfacciamento MIDI. La versione 1.0 del protocollo viene presentata ufficialmente nel 1983.
  • 1983 – Sony introduce il formato BetaHiFi per il videoregistratore.
  • 1984 – Sempre Sony introduce il formato 8-mm video; lo stesso anno il gruppo VHS, capitanato dalla JVC, presenta il VHS-C, su cassetta compatta che dura solo 20 minuti.
  • 1984  – Apple introduce il modello Macintosh, con quattro Mb di RAM, schermo B/N da 9”.               Il mondo dei computer non sarà più lo stesso.
  • 1985 – Sony e Philips sviluppano lo standard per il CD-ROM, Compact Disc Read Only Memory, utilizzando la stessa tecnologia laser del CD audio.
  • 1985 – MOTU presenta Performer, il primo sequencer MIDI professionale per Apple                           Macintosh.
  • 1986 – Viene introdotto il formato R-DAT (Rotary Digital Audio Tape), in grado di registrare audio stereofonico in formato 16 bit lineare non compresso; per le resistenze opposte dall’industria discografica, il DAT viene volontariamente limitato nella sua diffusione commerciale, rimanendo un medium professionale molto costoso. Nasce il codice SCSM antipirateria…
  • 1989 – Sony introduce il Super VHS, che offre le stesse capacità del formato 8-mm per la parte video, ma non per la parte audio. Lo stesso anno, viene presentato il formato Hi8 video.
  • 1989 – Steinberg lancia la versione Atari del programma che diventerà famoso come                          CUBASE.
  • 1989 – Digidesign presenta Sound Tools, sistema di registrazione stereofonico su hard disk.
  • 1990 – Sony e Philips, ancora una volta insieme, producono il primo CD-ROM registrabile, lo standar CD-RW viene pubblicato nell’Orange Book. MOTU lancia la versione integrata audio/video del popolare sequencer Performer che,  per l’occasione viene ribattezzato Digital Performer.
  • 1991 – L’americana Alesis presenta il formato ADAT (Alesis Digital Audio Tape) che permette la registrazione simultanea di otto tracce audio digitali sul normale supporto nastro VHS mediante meccanica con testina rotante elicoidale. Il sistema prevede un approccio modulare alla registrazione, permettendo la connessione di più macchine simultaneamente. Fino al 1998, verranno venduti più di 80.000 registratori multitraccia ADAT, rivoluzionando il mondo della registrazione musicale.
  • 1992 – Sony presente il formato MiniDisc, un disco magneto-ottico che offre 74 minuti di audio digitale su formato più compatto del CD. Per ottenere questo risultato, l’audio viene sottoposto ad un severo algoritmo di compressione ATRAC che, nonostante le successive e costanti revisioni, guadagnano al formato MiniDisc la fama di sistema qualitativamente poco affidabile.
  • 1993 – Lo stesso anno, IBM e Toshiba sviluppano il nuovo formato di supporto magnetico chiamato Flash Memory.
  • 1994 – La Tascam produce il multitraccia digitale DA-88, il primo otto piste digitale a lavorare sulla meccanica e sul nastro video Hi-8 sviluppato nel 1989 da Sony, facilmente sincronizzabile con le apparecchiature video.
  • 1995 – Sony e Toshiba sviluppano lo standard DVD (Digital Video Disc/Digital Versatile Disc, a seconda dei gusti…); nei successivi dieci anni, verranno venduti più di 20.000.000 di unità in grado di gestire i DVD.
  • 1996 – Viene fondata la MP3.com; il nuovo formato di compressione sviluppato da Michael Robertson, consulente Macintosh, teorizza diversi livelli di compressione – in scala progressiva più efficienti, fino a 1/12 delle dimensioni originali – in grado di rendere sempre meno pesanti i file audio da trasferire via Internet.
  • 2001 – Apple presente il modello iPod, portable music player.
  • 2002 – Digidesign presenta la prima MBox, interfaccia audio con componentistica                               Focusrite per Macintosh.
  • 2005 – La Sony introduce il modello PCM-D1, digital stereo recorder portatile.
  • 2006   Digidesign supporta i nuovi processori MacIntel con la versione 7.2 di Pro Tools.

:-)

 

 

 

Tags: , ,

Trackback from your site.

Comments (10)

  • Giovanni

    |

    A proposito di registrazione vorrei ricordare la Roland VS 880 del 1997, primo registratore digitale a 8 tracce con mixer e multieffetto integrato. Con i modelli successivi, più evoluti, si raggiunsero le 24 tracce e la possibilità di masterizzazione integrata.
    Credo che sia un esempio di apparecchio stand-alone che ha avuto piuttosto fortuna negli anni, anche se oggi superato.
    Lo trovi coerente con il discorso che fai, Enrico?

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      è uno dei tanti apparecchi agganciati al fenomeno degli HDR hardware… ad un certo punto, sono diventati una caterva!!! :-)

      Reply

  • Paolo Cocco

    |

    Nel 1984 Apple Macintosh aveva 128KB di RAM, il suo successore, sembre lo stesso anno, arrivava a 512KB. Ad arrivare ai 4MB di serie mi sembra sia stato il modello Quadra di inizio anni ’90. Dico “mi sembra” perchè all’epoca non seguivo più professionalmente Apple.

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      no, io ho comprato un Macintosh con 4 Mb di Ram “di serie” e ci lavoravo professionalmente con Performer, Composer e tutta la serie dei programmi Opcode

      il Quadra (bel cassone!!!) è successivo…

      Reply

  • Alessandro Torielli

    |

    mp3 andrebbe attribuito ad un gruppo di ricerca internazionale finanziato dalla Comunità Europea. Per approfondire:
    http://it.wikipedia.org/wiki/MP3
    Complimenti per la bella compilation di invenzioni!

    Reply

  • Manolo

    |

    Ciao, molto interessante il tutorial! ;))
    Peccato non è stato citato il Programma 101 della Olivetti, fu il primo pc, dieci anni prima della Apple.
    La mia piccola critica è che si tende ad assecondare la tecnologia nostrana, dal secondo conflitto mondiale in poi.
    Anche da un punto di vista musicale gli italiani hanno dovuto mimetizzarsi con l’estero per i soliti equilibri storico politici.
    Per esempio la grande storia della musica elettronica italiana, di fatto importante per le sonorità wave ’80 e per la produzione di musica programmata; un esempio le produzioni di Giorgio Moroder, prima di lui le incursioni elettroniche jazz di Piero Umiliani e tanti altri prima, compreso Fetus di Battiato nel 72.
    Un altro esempio di musica elettronica italiana, apri pista per l’Italo-Disco, genere che influenzerà molta produzione musicale nel mondo, fu Automat nel 77/78 grazie al supporto di Mario Maggi con la sua creatura MCS 70, synth progettato e dedicato per la produzione dell’LP..
    https://www.youtube.com/watch?v=goZzn2fI5wM
    Non la faccio troppo lunga ma non dovremmo dimenticare chi siamo e come abbiamo contribuito nelle sonorità e nella tecnologia. ;))
    Saluti!!!

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      mi sembrava di aver chiaramente identificato, in testa all’articolo di apertura, come non ci fosse ALCUNA PRETESA di completezza nell’elenco di fatti e date riportate

      Reply

  • Paolo Cocco

    |

    Enrico, avevi un Mac (il cubetto) del 1984 con 4MB? Apple non lo vendeva a listino, al tempo io lavoravo part-time per un rivenditore della Mela, e non mi ricordo di possibili espansioni a 4MB, snche se la macchina le poteva indirizzare senza problemi. Un kit di terze parti? 30 anni che mi hanno fatto dimenticare?

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      pagato dieci milioni di lire, dalla midiware dell’epoca… dovrei avere ancora le fatture da qualche parte

      Reply

  • Paolo Cocco

    |

    Figurati, ci credo. Immagino, a questo punto, che i 4MB fossero installati da Midiware. E che il bundle costasse dieci milioni, non mi stupisce più di tanto. All’epoca l’unità di misura più comune per le memorie era il KB :)

    Reply

Leave a comment

Inserisci il numero mancante: *

ga('send', 'pageview');