Moog One

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Dopo una lunga gestazione – se vi dicessimo da quanto va avanti il progetto One, compreso il survey preliminare sulle caratteristiche di funzionamento ritenute necessarie, probabilmente rimarreste molto stupiti… – è finalmente disponibile il definitivo polifonico analogico targato Asheville. Nell’attesa di poter mettere le mani su un esemplare da poter passare ai raggi X, divulghiamo le informazioni ufficiali finalmente desecretate. Buona lettura.

Di Enrico Cosimi

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Moog One è un sintetizzatore analogico polifonico tri-timbrico; dopo quasi trenta anni, dal Memorymoog insomma, il marchio Moog torna a gestire polifonia analogica senza compromessi, confermando il proprio heritage e rendendo di colpo ridicole tutte le chiacchiere fatte (specie in questi ultimi due anni) da chi, semplicemente, era persona disinformata dei fatti.

L’apparecchio è disponibile in configurazione a 8 e a 16 voci (per ora, non è prevista la possibilità di upgradare la polifonia di bordo, quindi la macchina acquistata a 8 voci rimane tale; forse, in un prossimo futuro…).

Ciascuna voce di Moog One offre tre oscillatori analogici di nuovo design, due filtri analogici, una doppia sorgente di analog noise, un mixer con external input, quattro oscillatori a bassa frequenza, tre generatori d’inviluppo. Ogni sezione timbrica, delle tre disponibili (Synt 1, Synth 2 e Synth 3) può essere gestita da tastiera in modo split o layer, sfruttando le cinque ottave sensibili a dinamica e ad aftertouch; ogni sezione timbrica ha il proprio arpeggiatore e il proprio sequencer. Grazie a una joint venture tutta stelle e strisce, Moog One ospita una sezione effetti Eventide.

Il cabinet è in legno di frassino, con linee che ricordano parecchio (incredibile dictu…) il venerando Memorymoog; il pannello è in alluminio spazzolato e ospita 73 potenziometri e 144 interruttori, per il controllo diretto dei parametri più significativi. In aggiunta, ciascun modulo operativo è dotato di un interruttore “More” con il quale sintonizzare il display full color sui menu di parametri aggiuntivi.

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Oscillatori Triangle Core

Nel dominio analogico, ci sono diversi modi per generare i segnali audio attraverso oscillatori; i più comuni sono quello definito a rilassamento, che usa il ciclo di carica/scarica del condensatore per generare la rampa di partenza e quelli definiti triangle core, che partono da un’onda triangolare successivamente processata fino a raggiungere le altre forme d’onda. Moog One usa oscillatori Triangle Core. È interessante ricordare come, nel vecchio Memorymoog, fossero impiegati i classici oscillatori CEM 3340 che possono essere considerati triangle core…).

L’uscita di ciascun oscillatore di Moog One può essere miscelata nelle sue componenti triangolare e dente di sega, più una componente di onda impulsiva a simmetria variabile. Ben oltre i classici design analogici, la simmetria (cioè il rapporto salita/discesa) nell’onda triangolare e il ciclo di reset nell’onda dente di sega possono essere modulate in tempo reale per creare timbriche complesse e cangianti; la somma audio di tri/saw più pulse permette di rinforzare la fondamentale (nelle condizioni più semplici) o di creare suoni molto complessi difficilmente raggiungibili attraverso il classico design poly analogico. È disponibile la hard sync per forzare l’intonazione degli oscillatori 2 e 3 su quella del master oscillator 1; la sezione Ring Modulator può combinare i segnali di osc 1-2 o osc 2-3. Sono attivati tre bus di Wave Modulation, Frequency Modulation e Pitch Modulation (lin ≠ exp).

 

Dual Source Noise Generator

Ciascuna voce Moog One include una sezione di noise a doppia generazione, per miscelare due diversi contenuti energetici articolabili attraverso generatore d’inviluppo dedicato AD/AR. In questo modo, diventa possibile costruire timbriche con attacchi percussivi o turbolenze progressive.

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Mixer

Il mixer analogico diventa un potente tool di scultura timbrica se usato volutamente in saturazione. Riceve i segnali dei tre oscillatori, della sezione noise (o dell’eventuale external input collegato all’apparecchio) e del ring modulator. Ciascuna sorgente può essere indirizzata verso uno o tutti e due i filtri analogici disponibili.

 

Ladder e State Variable Filter

Ci sono due filtri analogici disponibili in ciascuna voce di Moog One. Il primo è un multi-modo State Variable 12dB/Oct ben noto agli appassionati, che offre comportamento low-band-high-notch. Il secondo è l’altrettanto classico transistor ladder Moog, configurabile in 1-2-3-4 poli e tipologia low-high. I due filtri possono essere collegati in serie o in parallelo, possono essere bilanciati in livello di uscita, prefedono controlli dedicati di Cutoff e Resonance, con Link per la semplificazione del controllo simultaneo.

Sono abilitati tre bus di modulazione per LFO 2 Amt, EG Amt, FM Amt con abilitazione indipendente SVF/Ladder.

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Low Frequency Oscillators

Quattro oscillatori a bassa frequenza con ampia escursione. Possono essere assegnati a tutte le possibili destinazioni di modulazione, prevedono la sincronizzazione sul clock MIDI, con divisioni di clock, start delay, numero delle ripetizioni e tempo di fade in/fade out liberamente programmabili per LFO.

 

Envelopes

Tre generatori d’inviluppo indirizzabili: hanno configurazione Delay-Attack-Hold-Decay-Sustain-Release. Possono essere sincronizzati al clock esterno o aventi decisi dal musicista, supportano il Loop Mode per la ripetizione condizionata o incondizionata, hanno time e level scaling sotto modulazione e offrono curve log-lin-exp selezionabili indipendentemente per ciascuno stadio.

 Detail 3

Percorso di modulazione

Moog One gestisce le modulazioni col classico sistema sorgente-amount-destinazione in matrice display; per i collegamenti più veloci, è possibile lavorare direttamente sul pannello comandi attraverso tasti selezione sorgente e selezione destinazione.

 

Effetti

Moog One prevede tre livelli diversi di trattamento audio: Synth Effect (ci sono tre unità timbriche Synth indipendenti nella macchina), Master Bus Effect e Eventide Reverb.

Gli algoritmi disponibili comprendono: chorus, delay, phaser, bit reduction, vocoder, Eventide Reverbs (Black Hole, Shimmer, Plate, Room, Hall).
Gli effetti possono essere applicati come Synth Effect o come Master Bus Effect: nel primo caso, lavorano sulle singole unità timbriche programmate in Synth 1, Synth 2, Synth 3; nel secondo caso, agiscono collettivamente su tutti e tre i possibili sintetizzatori. Il percorso audio del segnale rimane analogico e la sola sezione effetti prevede conversione AD/DA; quando l’effetto è disinserito, il suono è interamente nel dominio analogico.

 

Tritimbricità e Unison Mode

La tritimbricità permette di gestire split, layer e stack fino a 48 oscillatori analogici.
Ciascun sintetizzatore è dotato del proprio arpeggiatore, step sequencer e processore effetti.
Il pannello comandi di Moog One può essere sintonizzato sull’unità timbrica desiderata (synth focus) attraverso tre tasti dedicati; se necessario, si può agire simultaneamente su due o tre sezioni timbriche dallo stesso comando di pannello (ad esempio, per aprire o chiudere il filtro di tutti e tre i suoni).

 

Keyboard e Pad X/Y

La tastiera sfrutta la meccanica Fatar TP-8S a 61 note (cinque ottave) con sensibilità alla dinamica e al channel aftertouch. Le wheel pitch e modulation sono di alluminio fresato e, al loro fianco, trova posto una Pad X/P sensibile al tocco.

Detail 2

I tasti More

Praticamente ogni modulo di pannello è dotato di un tasto triangolare More localizzato nell’angolo in alto a destra; premendolo, si sintonizza il display sui parametri di ciascun modulo che non trovano posto sul pannello comandi.

 

Preset e Performance Set

Il Preset salva i dati di tutti e tre i possibili layer timbrici, con i rispettivi dati di arpeggio, sequenza, effetti e modulazioni. L’apparecchio può memorizzare decine di migliaia di preset facilmente catecorizzabili e annotabili; i preset possono essere condivisi attraverso porta USB.

Fino a 64 Preset possono essere organizzati in un blocco Performance Set instantaneamente richiamabile attraverso configurazione di tasti Bank/Preset.

 

User Spaces

Lo User Space tiene conto non solo del Preset, ma anche delle configurazioni globali, del MIDI, delle configurazioni per i pedali e le porte analogiche di collegamento, il comportamento dei comandi di pannello, la luminosità dei LED, eccetera. È possibile salvare configurazioni multiple richiamabili a piacere e trasferibili su penna USB.

 

Snapshot

Premendo il tasto Snapshot, si cattura la configurazione timbrica elaborata al momento, senza ulteriori livelli di complessità operativa.

 

Connessioni analogiche e digitali

Sul pannello posteriore trovano posto 2 coppie di uscite audio assegnabili, 4 connessioni insert assegnabili, 2 ingressi per audio esterno con supporto XLR e ¼”. Le connessioni MIDI comprendono In, Out e Thru; è presente la connessione USB Type B per il MIDI e il trasferimento dati. Inoltre, sono disponibili 9 connessioni CV In e Out configurabili (per pedali, controlli e tensioni ricevute dall’esterno).

 

Configurazioni

L’apparecchio è disponibile in versione 8 o 16 voci. Ad oggi, non è prevista la possibilità di uprgrade retrofit per passare da 8 a 16 (quindi, pensateci bene…).

Detail 1

Caratteristiche tecniche in breve

Di seguito, un elenco per punti:

 

  • Polifonia a 8 o 16 voci
  • 3 VCO per ciascuna voce con waveshape mixing triangle/saw + pulse e display OLED per la visualizzazione della forma d’onda risultante
  • Unison Mode per lavorare con 48 oscillatori simultaneamente (nel modello a 16 voci)
  • 2 filtri per voce con mix/balance (2 State Variable Filters multimode configurabili in unica unità e 1 Transistor Ladder)
  • 3 generatori d’inviluppo DAHDSR con curve selezionabili per ciascuno stadio
  • Multitimbricità a 3 parti
  • Sequencer e arpeggiatore indipendenti per ciascun timbro
  • Shord memory
  • Doppio noise generator con generatore d’inviluppo AD/AR dedicato
  • Mixer con ingresso audio esterno e routing indipendente per ciascuna sorgente
  • Ring modulator con sorgenti selezionabili
  • Oscillator FM e Hard Sync con routing selezionabile
  • 4 LFO assegnabili
  • Meccanica Fatar 61 note TP-8s con dinamica e aftertouch
  • Pad X/Y assegnabile, sensibile alla pressione
  • Digital Effects indipendenti per Synth 1-2-3 e Master Buss
  • Eventide Reverbs
  • Glide type selezionabili
  • USB e DIN MIDI
  • Preset salvabili, categorizzabili e organizzabili in decine di migliaia
  • Creazione di Performance Set da 64 preset per la gestione facilitata
  • 2 uscite per l’ascolto in cuffia
  • 2 coppie di uscite audio assegnabili ¼” con supporto jack TRS e TS
  • 4 ingressi ¼” Insert TRS assegnabili
  • 1 ingresso audio ¼” per segnale esterno di linea
  • 1 ingresso audio XLR+1/4” Combo per segnale esterno con regolatore di livello
  • 9 ingressi/uscite CV/Gate assegnabili (cinque ingressi e quattro uscite)
  • Supporto USB per espansioni di sistema e backup dati
  • Porta LAN per espansioni future
  • Peso: 20.4 chilogrammi
  • Dimensioni: 107 x 51 x 18 centimetri

 

Il prezzo annunciato si attesta sui 6000 dollari per la versione 8 voci e 8000 dollari per quella a 16 voci.

L’attesa è stata lunga, ma ne è valsa la pena.

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Comments (48)

  • Gianni Ghilardi

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    Un Sogno…..come dire…vorrei comprare la casa al mare…. :-)

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    • Paolo Conti

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      Il problema è sempre il solito; se ho disponibilità me lo compro se invece non è così cosa posso usare come alternativa soddisfacente?

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  • Enrico Cosimi

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    un qualsiasi polifonico analogico commerciale, con due oscillatori e due inviluppi… è già tanto

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  • Un tizio

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    Adoro le timbriche moog ma con gli stessi soldi ci si costruisce un modulare con elementi che permettono di creare sonorità che un compatto neanche arriva a sognare. Uno dei punti caldi invece è avere l’eventide space già integrato che trasforma tutto in qualcosa di stellare.
    Il fatto è che se lo prendi a parte e lo abbini a un altro synth a caso incredibilmente risparmi…
    Certo è un compatto “bello pieno”, un progetto ingegneristico che magari vale quello che costa ma ha troppo per chi cerca tra i compatti.
    Morale della favola spendere così tanto per un compatto ti rende in automatico: un fanatico, un riccone o un non pensante.

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    • Enrico Cosimi

      |

      sul “non pensante” ho qualche dubbio…

      rimanendo al solo dominio hardware, per generare una voce di Moog One, devi far convivere dentro un cabinet alimentato (che devi pagare):

      – tre oscillatori doppi (e non vanno bene i vari DPO o similari, perché la loro deriva non ti permette il tipo di controllo previsto)
      – due noise generator con crossfader, amplificatore e inviluppo dedicato
      – un mixer a sei ingressi
      – due ring modulator
      – un external input con regolazioni di preamplificazione
      – un filtro stato variabile
      – un filtro transistor ladder
      – un amplificatore
      – tre generatori d’inviluppo con loop, sync, reset e configurazione DAHDSR
      – quattro lfo syncabili

      tutto questo (e, nonostante doepfer, già sei salito a un 2000 euro, tenendomi basso) lo devi moltiplicare per 8 (16000 euro) o per 16 (32000 euro)

      Poi, devi comprare:
      – un modulo di master clock che riceva su midi e usb
      – tre arpeggiatori
      – tre step sequencer polifonici a 64 step

      e già, se li trovi, ti parte un altro botto da 2000 euro (quindi sei o a 18000 o a 34000 euro, a scelta)

      – poi, devi comprare un processore eventide (magari lo trovi usato a 250 euro… 18250 o 34250 euro, a scelta)
      – ti serve un vocoder (vedi tu… quello doepfer non si trova più, ma costava 900 euro… 19150 o 35150 a scelta
      – ti servono tre processori effetti di parte timbrica (ah, devi prendere tre mixer aggiuntivi per convogliare le tre sezioni timbriche)… diciamo altri 300 euro perché prendi doepfer
      – ti serve un processore master, diciamo altre 200 euro

      Sei arrivato a 19650 e 35650 a scelta

      Devi ancora risolvere l’acquisto dei cavi necessari per collegare il tutto, devi comprare ALMENO otto cabinet alimentati per alloggiare il tutto (un cabinet doepfer 9P a tre piani, ormai costa sopra i 500 euro, diciamo che lo trovi usato a 400) e quindi arrivi a 22850 e 38850 a seconda dei casi

      ovviamente, non hai le memorie e non hai la matrice di modulazione.

      concludo ricordando che la tecnologia analogica polifonica, se realizzata a certi livelli, è SEMPRE costata un botto di soldi: miei colleghi pagarono il Prophet 10 quasi 30.000.000 di lire, l’equivalente NON INDICIZZATO di 15000 euro attuali

      che vogliamo fare?

      Reply

      • abc

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        Voto 10 alla risposta del prof. Cosimi rivolta al “tizio” di turno che vomita sentenze senza avere la più pallida idea di ciò di cui sta parlando.
        La concentrazione di lamenti, lagne, latrati a cui si è assistito in questi giorni riguardo alla discutibilità del prezzo o delle specifiche tecniche di questo Moog One è seconda solo alla discutibilità delle menti di chi le partorisce.

        Reply

        • CBA

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          E tu sei il solito tizio “adulatore facilone” di turno. Facile denigrare i modulari che hanno una potenza infinita. 8K di pessima risposta a behringer. Ma poi certe recensioni fatte da chi TRAE un profitto della vendita, sono davvero OGGETTIVE? chiedo eh… a parte che non è stato MAI chiarito quanto fosse analogico. Riprovaci Moog. dai dai rispondimi, guadagnati lo stipendio con coerenza e etica giornalistica.

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          • Enrico Cosimi

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            dalla vendita del moog one in italia traggono profitto, nell’ordine:
            – moog music (il costruttore)
            – midiware (il distributore)
            – il negoziante che ha concluso la vendita

            ti risulta altro?

            sulla struttura di voce e sui domini analogico e digitale, si è discusso ampiamente e altrettanto ampiamente è riportato OVUNQUE in rete, è il caso di fare un veloce ripassino?

            – la struttura di voce oscillatore-filtro-amplificatore-modulo di uscita è analogica
            – gli effetti di parte synth 1,2,3 e i due effetti master sono digitali (compresa la licenza Eventide)
            – i quattro lfo, i tre inviluppi, i tre arpeggiatori, i tre sequencer sono digitali

            eviterei sproloqui su “stipendio e coerenza etica e giornalistica” che, sinceramente hanno poco senso

            li eviterei ancora più accuratamente se non c’è neanche il coraggio di firmare pubblicamente con il proprio nome (ed assumersene le conseguenze in sede penale)

            Reply

  • Gianni Ghilardi

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    E il manuale cartaceo firmato ancora dal ns mitico Maestro Cosimi !!!!!

    Reply

  • NICOLA

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    Finalmente ci siamo caro Professore, sono anni che lo aspettavo. Uno dei miei sogni.
    Gli altri due spero siano in arrivo molto presto, se il “Vecchio progettista” si da una svegliata……..
    Facendo due conti come già Lei ha postato la spesa è notevole, ma se si prevede di fare una spesa abbastanza consistente, basta mettere da parte 5/7 euro al giorno per 4 anni nel salvadanaio, e quando arriva il momento, rompi tutto e corri a comprare il tanto sospirato sogno.

    Dopo questa premessa vorrei sapere cosa vuol dire CHORD MEMORY, elencato nelle caratteristiche.

    Grazie

    Reply

  • Enrico Cosimi

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    in soldoni, vuol dire: prendi un accordo sulla tastiera, congelalo nella chord memory e poi, semplicemente suonando le toniche, fai eseguire lo stesso accordo su qualsiasi grado della scala eseguirai…

    Reply

    • NICOLA

      |

      Cosi come Jordan Rudess con Oasys in questo concerto?
      https://www.youtube.com/watch?v=6pUpbLvbQ7A

      solo che anziché le note lui suona i PAD del Korg,
      Correto? ho capito bene?

      In ogni caso, é già in coda per la spedizione….
      Ordinato appena due ore fa.
      Versione 16
      X il manuale quando arriverà il synth c’e la possibilità di un pdf in Italiano?
      naturalmente dopo la avvenuta registrazione presso MidiWare
      Grazie
      Buona serata

      Reply

      • Enrico Cosimi

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        sicuramente, dopo la registrazione del prodotto dovrebbe arrivarti il link per scaricare il manuale tradotto
        ora, non ho banda per guardare il video, poi controllo

        Reply

      • Enrico Cosimi

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        complimenti per l’acquisto! ho praticamente terminato la traduzione della manualistica in mio possesso e non dovrebbero esserci problemi con la consueta procedura di registrazione numero seriale presso l’importatore e conseguente invio del link dal quale scaricare il manuale tradotto…

        Reply

  • paoloconti

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    Bisogna fare attenzione ad un esasperato onanismo tecnololico quando alla fine conta l’idea musicale ovvero le capacità compositive. Avere il massimo e riuscire a domarlo dopo 10 anni ha poco senso e con la pletora di VST a disposizione un buon controller midi (ho l’Akai MPK49) ci si può divertire oggi un sacco, o no?

    Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    nella polifonia analogica, c’è poco di esasperato onanismo tecnologico: alla fin fine, è un sistema che esiste commercialmente dalla fine degli Anni 70…

    come è facile immaginare, ciascuno di noi trova lo strumento giusto per le proprie esigenze

    citando un mio mai abbastanza ringraziato professore universitario: il mezzo è poco importante, l’importante è avere qualcosa da dire 😉

    Reply

  • Ale

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    Ciao Enrico, a quando un tuo video tutorial sul Moog One? Aspettiamo che finisci di tradurre il manuale? … non vedo l’ora …

    Reply

  • Enrico Cosimi

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    appena riesco a trovarne uno incustodito…
    per il manuale, sono arrivato a pagina 100 di 135… 😀

    Reply

    • Michele

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      Speriamo che abbia un costo decente.

      Reply

      • Enrico Cosimi

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        parlavano di 6000 per la versione a 8 voci e 8000 per quella a 16 voci, ma potrebbero esserci variazioni in base al cambio dollaro/euro

        Reply

  • Alex

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    Buon pomeriggio Prof…mi permetta una domanda, questo One, ha un suo OS? C’è la possibilità che poi vengano rilasciati upgrade di OS in futuro? Chiedo perché non vorrei trovarmi una macchina da aggiornare dopo due mesi, se dovesse presentare dei bug. Quindi potrei pensare di non acquistarla adesso, ma tra qualche tempo….
    Grazie, mi scusi la domanda strana…
    Buona musica a tutti

    Reply

    • Enrico Cosimi

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      tutti gli oggetti elettronici ad alta tecnologia hanno un sistema operativo interno che periodicamente viene aggiornato – per correggere errori o per aggiungere nuove prestazioni originalmente non previste; moog one non fa eccezione.

      ovviamente, con le porte USB e Ethernet sul pannello posteriore, sono convinto che il suo eventuale aggiornamento si riduca, veramente, a una semplice questione di scaricare un file dati, trasferirlo su una penna USB, collegare la penna USB al retro dell’apparecchio e far partire l’aggiornamento stesso… 😉

      sinceramente, non mi preoccuperei troppo

      Reply

  • frank

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    ….a me sembra una meraviglia ….un capolavoro della moog…

    Reply

  • paolo

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    qual’è la vera differenza tra 8 voci e 16 voci?

    Reply

    • Enrico Cosimi

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      il sedici voci ha una polifonia doppia; al suo interno, ci sono 16 voci monofoniche mentre nella versione a 8 voci ce ne sono solo 8.

      ora, dal momento che nessuno di noi ha 16 dita, i vantaggi sono altri:

      a) con 16 voci, quando si lavora simultaneamente in tritimbricità (Synth A, Synth B e Synth C con tre suoni diversi), ci sono 5+5+6 voci disponibili e si può prendere un accordo a cinque note sentendo tre suoni diversi contemporaneamente. La versione a 8 voci offre 2+2+3, cosa ben diversa…

      b) quando si lavora in unison e unison spread, un conto è sentire 16×3=48 oscillatori analogici detunati, altro conto è sentirne 8×3=24…

      ovviamente, ciascuno di noi deve decidere in autonomia e serenità se i due vantaggi elencati valgono DUEMILA euro in più sul costo di acquisto

      Reply

  • Alex

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    Grazie infinite per la sua disponibilità Prof. Con tutti gli impegni che ha, trova anche il tempo per rispondere… Davvero una persona speciale, Grazie ancora!

    Reply

  • carlo starita

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    Maestro , ora che l’ha provato, ci dica come suona.
    Dai alcuni video su YouTube in alcune patches mi sembra di ascoltare un suono che ricorda molto l’andromeda, in altri invece sembra essere più corposo e deciso tipo vecchia scuola. Ci illumini

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      santità!
      lo strumento suona MOLTO bene, non c’entra niente con andromeda e, anzi. è dotato di una personalità propria “molto moog” diversa da quella degli altri storici polifonici anni 80. da un certo punto di vista, il riferimento al memory è assai solido, con in più tutte le funzioni aggiuntive. non ho ancora autorizzazione (e neppure il tempo) per pubblicare video, ma domani parte il demo tour (roma, milano, torino, napoli, bari), quindi non mancherà occasione di vederlo e sentirlo live…

      Reply

      • carlo starita

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        Grazie mille!
        Ottima notizia, il suo parere è sicuramente una fonte autorevole.
        Dove possiamo sapere qualcosa di più preciso sul demo tour?

        Reply

        • carlo starita

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          Trovato grazie

          Reply

  • Enrico Cosimi

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    2 Novembre Play Music Store – Roma – ore 16
    4 Novembre Lucky Music – Milano – ore 16
    4 Novembre SoundMit – Torino – ore 20.30
    16 Novembre NUT Academy – Napoli – ore 16
    14 Dicembre ProMusic – Bari – ore 16

    Reply

  • Maurizio

    |

    Ciao Enrico,
    ma quel è il “componente/i” che determinato la polifonia di uno strumento? Mi spiego meglio: ci sono dei componenti che se sostituiti singolarmente vanno a modificare tale parametro oppure occorre riprogettare l’intero hardware per estendere la polifonia perché i componenti interessati influenzano l’intero circuito?

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      la scelta tecnologica più utilizzata oggi in ambito analogico consiste nel prendere un certo numero di schede – ciascuna delle quali sviluppa UN SINGOLO sintetizzatore monofonico – e chiuderle dentro uno strumento, mettendole tutte sotto il controllo dell’unico pannello comandi; in questo modo, per dire, nel Prophet 6 ci sono sei sintetizzatori monofonici indipendenti, ciascuno alloggiato in una schedina lunga poco più di dieci centimetri, che sono infilate in altrettanti slot della scheda componenti principale

      allo stesso modo, non l’ho aperto e non ho intenzione di farlo, nel moog one ci saranno 16 schede che producono ciascuna un sintetizzatore monofonico completo

      Reply

      • Maurizio

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        È normale che ora ho più dubbi e domande di prima, ma va bene così.
        Grazie Enrico.

        Reply

    • Roberto Della Corte

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      ho qualche curiosità:
      è semplice da programmare?
      tutto quel che c’è è quello che si vede o ci sono miriadi di sottomenù?
      dove sarà possibile provarlo, solo a Roma (vivo a Livorno)?

      Reply

      • Enrico Cosimi

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        è relativamente semplice da programmare – basta leggersi il manuale, che è tradotto in italiano, o fare pratica sul pannello e sul display

        sul display ci sono i parametri che non trovano posto nel pannello comandi; nulla che non sia risolvibile con un minimo di pazienza

        per ora, che io sappia, ne sono stati venduti esemplari a negozi di milano, roma, napoli… ovviamente, bisogna controllare i tempi di consegna

        Reply

  • Francesco

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    …buonasera Enrico…per la tua “solita e qualificata” prova su strada, che attendiamo penso tutti, si dovrà aspettare la fine del Demo Tour: dal 15 dicembre (Bari) in poi…Grazie: Francesco.

    Reply

  • Francesco

    |

    …buonasera Enrico, vorrei porti questa questione sul Moog One, ed avere una tua conferma nel caso. Dunque: ti risulta, dopo le tue presentazioni e prove su strada, che almeno su questi prodotti fin ora, ci siano una marea di Bug nel software tra cui il più sconcertante quello della manopola (potenziometro) del volume. Per essere più precisi, stando a chi lo ha provato, che suddetta manopola portandola da 0 a 4 non senti nulla; da 4/7 si incomincia ad ascoltare qualcosa; da 7 a 10 satura di brutto…nel senso che gracchia schifosamente in tutti i Moog One!!! Che mi sai dire a proposito? Grazie e a risentirci: Francesco.

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      da quello che mi risulta, il potenziometro di volume ha avuto una mappatura errata con il penultimo firmware (di solito, il firmware è sempre l’ultima parte di uno strumento che raggiunge la completezza operativa…) ed è già sotto correzione nella futura release; tra l’altro, non è un problema di tutti gli One, ma di quelli che sono stati spediti con la penultima revisione e, quindi, dovrebbe andare facilmente a posto una volta ristabiliti i corretti valori della curva di funzionamento

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  • alex

    |

    ahh… come soffro… come soffro… ma è un dolore che passa con 8.700 lelluri.

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  • Francesco

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    …buongiorno Enrico, sai…prima di sborsare tanti euro per quello che dovrebbe essere un synth al top della gamma Moog, hai una risposta su questa questione: mi sono arrivate voci e vari forum ne hanno dato certezza, che nel momento che finisci di suonare il Moog One, si presenta un fastidioso fruscio di fondo (pensa quando si usa un ampli con parecchie centinaia di Watt di potenza). Hai qualcosa da dire? Grazie e rimango in attesa: Francesco.

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  • Francesco

    |

    …Rettifico in parte ciò che ho scritto prima: questo fastidioso fruscio di fondo non c’è solo quando smetti di suonare, c’è proprio sempre e anche prima che inizi a suonare…e se poi usi gli effetti interni…ancora peggio!!! Ma…..!

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    • Enrico Cosimi

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      ad oggi (rev 1.0.6) il rumore di fondo che proviene dagli effetti vegetali (eh eh eh eh) è tenuto sotto controllo con un apposito noise reductor regolabile dall’utente.

      invece, c’è un problema di comunicazione più frequente che colpisce gli utenti moog one – cioè un problema di MANCANZA di comunicazione: gli stadi di uscita di ciascun synth A.B.C. possono pompare il segnale in maniera significativa e, per di più, il comando MASTER VOLUME in alto a destra ha un’escursione che raggiunge i +22dB se messo in posizione completamente oraria. Nessuna elettronica analogica risulterebbe quieta come una tomba se messa a +40 prima e +22 dB dopo. posso garantire.

      Per lavorare correttamente con Moog One, il livello di uscita deve essere messo a 0 dB, cioè occorre mettere il pomello “a ore 12”, cosa che non fa nessuno e che, nelle prime comunicazioni per l’utente non era sufficientemente enfatizzata…

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