Moog Moogerfooger MF-104M Analog Delay

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Finalmente, dopo averlo visto di nascosto tra le mani di Mike Adams in quel del MusikMesse Frankfurt (a proposito: grazie ancora a Francesco Borsotti e a tutta la posse Midiware…), dopo averlo annunciato sul web praticamente in simultanea alla casa madre, finalmente – dicevamo – ne abbiamo un esemplare in carne e ossa (in lamiera e componenti) pronto per la prova. Il risultato è affascinante, a tratti irresistibile: un delay analogico, come di consueto, dovrebbe limitarsi a fare ribattute più o meno a tempo, più o meno cupe, sul segnale in ingresso… MF-104M fa tutto questo, ma rovescia proditorariamente sul tavolo da gioco una manciata di funzionalità accessorie che lo rendono praticamente irresistibile non solo ai musicisti “normali” (sia detto senza intento denigratorio), ma anche a tutti gli sperimentatori che amano torturare il proprio segnale facendolo lavorare al limite delle possibilità tecniche. Se a questo si aggiunge che l’apparecchio è realizzato in contingente numericamente limitato, la GAS rischia di salire a livelli impensabili. Brrrrr….

Di Enrico Cosimi

Partiamo subito dai punti di forza dell’apparecchio; a differenza dei precedenti modelli MF-104 (tanto quello standard, quanto quello espanso e marcato MF-104Z), la versione MF-104M ha una serie di assi nella manica che elenchiamo qui sotto.

  • implementazione MIDI completa (come tutti i Moogerfooger che hanno la “M” nella sigla…), con controllo di tutti i parametri di pannello e di altri parametri non presenti nell’interfaccia utente;
  • disponibilità del già noto LFO multiwave introdotto a proposito del Minimoog Voyager XL e poi confermato nel precedente ClusterFlux MF-108M;
  • implementazione di un meccanismo di Tempo Tap con il quale è possibile controllare on the fly la velocità delle ribattute e la velocità del LFO modulante;
  • disponibilità di default del comportamento di spillover: mettendo in bypass il pedale, si può decidere se silenziare del tutto l’uscita del delay o lasciar decadere naturalmente le ribattute residue;
  • presenza di un alimentatore AC 9V che finalmente è fornito insieme all’apparecchio; ricordiamo che – finora – i Moogerfooger erano venduti senza alimentatore e, a parte il modello CP-251 Control Processor, il musicista era obbligato a provvedere autonomamente.
Niente male. Oltre a questo, c’è poi il core function che è lo stesso dei precedenti modelli analog delay su BBD. Allacciatevi le cinture di sicurezza e facciamo un giro veloce.

Analog Delay vs. Digital Delay

Iniziamo dalla fine: un digital delay realizza il suo sporco compito (sorry for the pun) prima convertendo in numeri il segnale, poi ritardando l’emissione dei numeri precedentemente convertiti e infine riconvertendo i numeri in tensioni elettriche adatte al pilotaggio di amplificatore e diffusori; se gli stadi di conversione non sono sufficientemente densi, il suono perde di dinamica e dettaglio; se la progettazione del sistema non è allo stato dell’arte, il timbro è inutilmente sbilanciato sulle armoniche acute.

E’ necessaria una puntualizzazione di carattere para filosofico: la quantità di acute nel delay, ovvero la limpidezza delle ribattute è una conquista innegabile del dominio digitale; le vecchie realizzazioni analogiche avevano naturalmente un timbro più cupo – tanto nelle versioni su nastro, quanto nelle successive circuitazioni BBD; il problema (se così vogliamo interpretarlo…) è che i musicisti, specie quelli di una certa età, si sono abituati ad assimilare il comporamento povero di acute come il vero comportamento del delay storicizzato, quindi – fatte salve le differenze individuali dovute a progettazioni più o meno corrette – considerano meno affascinante il comportamento più lineare nei confronti delle frequenze acute. Ma come funziona, in breve, un delay analogico BBD?

Senza che ci sia conversione numerica, la tensione elettrica che rappresenta il segnale audio nell’analog delay è portata all’ingresso del componente BBD (bucket brigade delay) che, al suo interno, ha un numero di condensatori variabile tra 128 e 4096 (tanto per citare valori numerici tra i più diffusi; la BBD utilizzata per MF-104M è dichiarata a 8192 stadi, dimensione che non corrisponde ad alcun taglio BBD commerciale… che abbiano utilizzato una coppia NOS di MN3005 Panasonic? Ispezionando la component board, la curiosità è destinata a rimanere insoddisfata, visto che è possibile accedere solo a una delle due superfici di montaggio dei componenti); in base a una frequenza di clock specificabile dal musicista, il passaggio da un condensatore all’altro può avvenire con diverse velocità: maggior velocità corrisponde a minor durata del delay e, parallelamente, miglior risposta in frequenza sul segnale in uscita; minor velocità di trasferimento “da un secchio all’altra” corrisponde a maggior durata nel delay e qualità audio drasticamente ridotta sulle acute.

Il problema più grosso è che i componenti BBD normalmente utilizzati dalla fine degli Anni 70 a oggi sono più o meno tutti fuori produzione e (peggio ancora) di difficile reperimento anche in modalità NOS… conseguentemente, un analog delay filologicamente costruito attorno a componentistica obsoleta costa tanti soldi.

Sob. Detto questo, torniamo a concentrarci sul MF-104M

Funzionalità

MF-104M riproduce il consueto meccanismo Short/Long sul delay time, potendo lavorare in un doppio range selezionabile 40-400 o 80-800 millisecondi; a differenza del precedente modello, è possibile forzare via MIDI la velocità di clock del componente BBD per raggiungere lunghezze di delay estreme, con altrettanto estreme distorsioni armoniche e comportamenti audio che è facile definite grunge. Ne parleremo dopo, a proposito dell’implementazione MIDI.

Sul pannello comandi, come al solito, sono stati poste al centro le regolazioni Drive (input) e Output Level, con le quali si può bilanciare il comportamento del pedale nei confronti dell’insert/bypass; inutile ricordare che, pur trattandosi di una circuitazione analogica, è meglio evitare la distorsione esagerata. La terza regolazione centrale è relativa al Mix Wet/Dry, con cui regolare il rapporto in ascolto tra segnale diretto ed effettato. E’ sano ricordare che, sul pannello posteriore, sono disponibili tanto le uscite Mix Out quanto l’uscita Delay Out, dedicata al solo segnale processato; su questa connessione, ovviamente, il Wet/Dry non ha effetto.

I comandi del delay veri e proprio comprendono la gestione del Delay Time, con LED di visualizzazione (ulteriori particolari in seguito), la quantità di Feedback e la selezione del range Short/Long; apparentemente, nulla di più di quanto fosse disponibile nel vecchio modello MF-104Z. Ma, questa volta, tenendo premuto per due secondi il tastone Tap Tempo, se ne può sintonizzare il funzionamento sulla specifica del tempo di ritardo, potendo così programmare in tempo reale e senza interruzioni di sorta, la velocità delle ribattute.

Come è facile immaginare, bruschi passaggi da una velocità lenta a una veloce comporteranno (specie con quantità significative di Feedback) un’impennata nell’intonazione percepita del segnale audio; l’effetto è magico per le sue implicazioni creative e può essere usato con profitto per simulare ambienti più o meno psichedelici. Se si esagera con la distanza tra i diversi tempo tap(ped), MF-104M scenderà bruscamente nell’inferno delle timbriche grunge, ritardando oltre il lecito le ribattute e ricorrendo a una frequenza di clock talmente bassa da scavallare i low pass filter interni e tale da entrare in audio. Se vi interessa la Game Music da pochi centesimi, se i suoni sgranati grunge sono il vostro pane quotidiano, se il cheap sound vi affascina, questa è la strada giusta. Glissiamo signorilmente sul fatto che, per ottenere timbriche cheap, dobbiate affrontare i’importante acquisto del MF-104M… sic transit.

Sulla destra del pannello comandi, c’è lo stesso LFO già incontrato nel Voyager XL e nel Cluster Flux: possiede le regolazioni di Waveform (con selezione di sinusoide, triangolare, rampa positiva, dente di sega negativa, quadra e random), LFO Rate (con LED di segnalazione), LFO Amount.

Anche in questo caso, il tastone Tap Tempo può essere sintonizzato sulla LFO Rate, permettendo così la creazione di modulazioni a tempo con le ribattute: dopo aver definito la velocità del delay stesso, si può costruire un numero impressionante di incastri ritmici definendo – ad esempio per la dente di sega negativa – una velocità LFO multipla della LFO Rate… rapporti 1:1, 2:2, 1:4, 3.2 permettono velocemente di evocare tutto il fascino dei mondi pinkfloydiani e kosmische musik. Da non perdere…

In tutti e due i casi, Delay Time e LFO Rate, quando i circuiti finiscono sotto controllo del Tap Tempo, si ottiene una variazione di colore nei rispettivi LED di segnalazione, che da rosso passano a verde. Con un minimo di pratica, specie se siete una one man band tecnologica (magari loop based), si può “danzare sui controlli” senza mai interrompere il flusso esecutivo.

Connessioni per controlli analogici esterni

Oltre al pannello frontale, MF-104M (come tutta la famiglia Moogerfooger) può contare sulla connettività generosamente prevista per il pannello posteriore; come al solito, tutti i parametri operativi prevedono la possibilità di essere controllati a distanza attraverso tensioni CV o pedali con connettore TRS compatibile. Nello specifico, è possibile regolare a distanza il Delay Time, il Feedback Amount, la LFO Rate, il Wet/Dry Mix e il LFO Amount. Ogni tipo di controllo può essere di tipo “costante”, cioè con relativamente poche variazioni nel tempo (una sorta di pedal setting per i potenziometri di pannello), ma può anche diventare un vero e proprio “controllo dinamico”, prodotto da un LFO o da un envelope generator con cui automatizzare nel tempo il funzionamento del circuito. Dove prendere LFO e inviluppi? Beh, per gli inviluppi o ricorriamo a un qualsiasi sintetizzatore semimodulare (anche in formato Euro Rack, basta avere i cavi giusti), o recuperiamo il MP-201 Moog MultiPedal, che può generare fino a quattro ADSR indipendenti simultaneamente; per gli LFO, la cosa è molto più semplice, perchè sono letteralmente disseminati lungo gli altri pedali Moogerfooger (Ring Mod, Phaser, ClusterFlux…); in tutti i casi, una manciata di cavi è quello che serve, meglio se coadiuvati da un CP-251 con funzioni di attenuatore/miscelatore/invertitore.

Cliccando sull’immagine qui sopra, sarete magicamente trasportati sul canale YT di ACM, ove potrete visionare, con ciglio inumidito di commozione, il Moogerfooger MF-104M alle prese con un classico Step Sequencer 960. Fate caso alle possibilità di “stravolgimento” offerte dal Tap Tempo: oltre a mandare in battuta – o in incastro ritmico – il delay nei confronti della sequenza, si può spremere il circuito per fargli sgranare il segnale tirando al massimo il tempo di ritardo…

Connessioni audio

L’ingresso è monoaurale (Audio In, ovviamente), ma l’uscita può impegnare due canali del mixer, grazie alla duplicazione Mix Out (Wet+Dry regolabili da pannello frontale) e Delay Out (solo segnale Wet); in aggiunta, è possibile inserire un qualsiasi effetto esterno lungo il percorso di feedback, rendendo ancora meno convenzionale il comportamento del delay. Attenzione! Come nel vecchi MF-104, anche in questo caso, il trattamento audio interviene sul ribattuto e non sul segnale diretto o sul primo passaggio delay; questo significa che ci sarà sempre un periodo di attesa prima di poter ascoltare il risultato del trattamento. In tutti i casi, basta avere un cavo a “Y”, con un connettore TRS e due connettori TS per poter sperimentare i collegamenti più inediti.

Ancora una volta, cliccando sull’immagine qui sopra, si spalancheranno i saloni del canale YT di ACM: questa volta, potrete godere del MF-104M alle prese con una analog drum machine. Oltre alle possibilità di “variazione ritmica” offerte dal motore di Tap Tempo, applicato tanto al Delay Time quanto alla LFO Rate, è il caso di prestare attenzione alle sottili (ma non tanto) implicazioni che si creano tra Feedback Amount e Range Slow/Fast. MF-104M può diventare un feroce “generatore sonoro”. Tutta questione di coraggio…

Implementazione MIDI

Ed eccoci al dunque. Una volta sintonizzato MF-104M sul canale MIDI desiderato, è possibile inviare all’apparecchio una serie di CC con cui alterare anche drasticamente il normale funzionamento, o quantomeno allontanarsi dalle regolazioni di pannello; in diversi casi, è implementata la densità a 14 bit con l’adozione di MSB e LSB; se non indispensabile, si può lavorare a 7 bit inviando solo i comandi MSB.

Di seguito, l’implementazione per controllare i comandi di pannello:

  • 07 MSB / 39 LSB: Output Level
  • 12 MSB / 44 LSB: Time
  • 13 MSB / 45 LSB: Feedback
  • 14 MSB / 46 LSB: Mix
  • 15 MSB / 47 LSB: LFO Rate
  • 16 MSB / 48 LSB: LFO Amount
  • 102: LFO Waveform
  • 86: Range Fast/Slow
  • 80: Bypass On/Off

Questi, i comandi che non hanno riscontro fisico su pannello:

  • 05 MSB / 37 LSB: Time Slew Rate
  • 83: Pitch Bend Amount
  • 85: Filter Bright/Dark
  • 87: Delay Time Multiplier  (x1, x2, x4, x8, con conseguenti divisione del range di frequenza passante)
  • 89: Delay Time MIDI Sync Enable
  • 105: LFO Phase Reset
  • 107: LFO Clock Division (da 4 whole a 1/32T)
  • 108: Enable LFO MIDI Sync
  • 109: Enable LFO Note Reset
  • 110: Enable MIDI Note Spillover
  • 113: MIDI Note Mode (Off, Absolute, Relative; per mettere il Delay Time sotto controllo del Keyboard CV; C4/60 Delay Default, C3/48 Delay Doubled, C5/72 Delay Halved…)
  • 114: MIDI Tap Tempo A (qualsiasi valore di CC è utilizzato per interpretare il tap tempo)
  • 115: MIDI Tap Tempo B (sono presi in esame solo i valori >63)
  • 117: Time/MIDI Led Select (seleziona cosa è visualizzato dal LED che blinka amichevolmente…)
  • 119: Enable MOD Wheel su LFO Amount

Non c’è due senza tre! In questo video – come al solito, raggiungibile cliccando sull’immagine qui sopra e accettando la migrazione verso il canale YT di ACM – si mette a dura prova il funzionamento del MF-104M, portando le regolazioni su valori ben oltre il normale standard di funzionamento. Il risultato è tanto impegnativo da gestire, per un normale contesto musicale, quanto affascinante nelle sue implicazioni timbriche. Buona visione.

In uso

MF-104M funziona perfettamente tanto con segnali di linea (sintetizzatori, stage piano, hammond) che su strumenti elettrificati (chitarra elettrica, basso elettrico, piano elettrico, clavinet). Il suono è lievemente meno cupo del precedente MF-104Z; la pasta analogica, organica e carnosa, c’è tutta e si sente a ogni ribattuta. Alla gran morbidezza di fondo, si accompagna la precisione nell’emissione e le notevoli possibiità offerte dalle regolazioni di input e output level; di sicuro, MF-104M non è un delay timido sul canale del mixer. Il ridotto Delay Time (800 msec nominali contro i 1000 nominali del vecchio modello espanso) non si fa sentire perchè, complice il Tap Tempo, si può portare il pedale a lavorare “oltre i limiti del consentito”, sgranando il segnale quanto si vuole e arrivando a risultati molto interessanti per la loro organica vocazione al sound design.

L’implementazione MIDI è di prim’ordine: si può suonare l’apparecchio automatizzandone il funzionamento in base al segnale che gli viene indirizzato; ovviamente, il divertimento maggiore si raggiunge quando si afferrano i controlli e li si smanetta in tempo reale, ma anche la possibilità di scrivere traiettorie d’automazione con elastici e maniglie ha il suo fascino indiscutibile (per non parlare della preziosa ripetibilità dei risultati).

La connettività analogica è comunque irrinunciabile per quanti facciano della scuola tedesca il proprio credo di vita; come al solito, l’implementazione è di gran classe e – a costo di essere ripetitivi – l’aiuto esterno del CP-251 puo veramente far scintillare il network di apparecchiature poste sotto collegamento CV e Gate.

A proposito di valore aggiunto: a parte il brand Moog – che, piaccia o meno, è sempre un assegno circolare, occorre tenere presente che solo un migliaio di apparecchi MF-104M saranno prodotti (viste le scorte contingentate del componente BBD NOS…); oltre che di gran bel delay analogico, vogliamo parlare anche di investimento per il futuro?

 

Post Scriptum: ma è veramente così difficile trovare questi benedetti chip BBD? La risposta varia a seconda del grado di tolleranza espresso dall’interlocutore. Di sicuro, i vecchi componenti BBD possono essere ancora reperiti (poche manciate, sufficienti per un singolo amatore, non certo per una produzione industriale regolarmente pianificata…) per un prezzo unitario a due cifre. Non tutti i modelli sono comunque reperibili (forse, tra qualche tempo, compariranno sul mercato dell’antiquariato); c’è comunque una qualche ripresa d’interesse per quanto riguarda determinati tagli e voltaggi utili – ad esempio – per l’effettistica dedicata alla chitarra elettrica. Qui, troverete qualche notizia interessante.

 

 

 

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Comments (8)

  • Alessandro

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    bello bello bello!

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  • Enrico Cosimi

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    assolutamente creativo…
    (nonostante la mia incapacità…) :-)

    Reply

  • Duka

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    Articolo da applausi, oggetto assai desiderabile, soprattutto per le possibilità negli utilizzi più estremi.

    Reply

    • Enrico Cosimi

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      grazie per i complimenti!
      non hai idea di cosa esce fuori quando lo “maltratti” con i comandi midi: mandando il clock /8, diventa una glitch machine incontrollabile!!!!

      Reply

      • Duka

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  • Roberto Gentili

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    Ciao. Bell’articolo. Ma avrei un dubbio: quel quadratone con l’etichetta b150 f100 in alto a sinistra nell’immagine del circuito, mi sbaglio o è un processore? E a che serve visto che il delay è analogico? Non è che è coinvolto nel processamento del segnale?

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  • pierpaolo

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    complimenti, sempre recensioni e interventi utili e interessanti. parlando del nuovo mf104mSD sono alla ricerca di commenti e confronti sul suono (in confronto con il 104m) visto che la casa prodruttrice parla di un nuovo circuito di enfasi/de-enfasi per ridurre il rumore. temo abbia effetti sulla dinamica… lo stesso dubbio anche sul circuito level matching sul feedback loop. grazie e buon lavoro.

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    • Enrico Cosimi

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      non ho ancora avuto modo di provarlo, ma conoscendo il marchio non penso ci possano essere brutte sorprese – anche perché, detto molto francamente – tutto suonerebbe “più aperto” del classico circuito BBD che, di suo, mangia acute in maniera (analogicamente) impressionante :-)

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