Il mixer analogico – seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Continuiamo con la nostra passeggiata informale all’interno del mixer analogico. Ora, è il momento di affrontare le peculiarità di funzionamento relativo alle mandate, ai comportamenti ausiliari, alle selezioni pre/post fader.

Di Enrico Cosimi

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Bus ausiliari, mandate effetti e buss recording

La normale struttura di smistamento audio del mixer prevede la possibilità di miscelare insieme diverse sorgenti sonore, governandone i volumi relativi e permettendo di regolare, più a valle nel circuito, l’ampiezza generale del segnale sonoro.  Esiste una modalità operativa in cui è desiderabile poter prelevare quantità e percentuali diverse dai segnali in ingresso: in questo caso, è necessario ricorrere ai bus ausiliari.

Esistono tre tipi di bus ausiliari, differenziati per funzione, ma non per concetti di funzionamento:

  • bus di assegnazione verso uscite ausiliarie – bus aux: permettono, come specificato in seguito, di inviare una quantità variabile dei singoli segnali su diverse uscite del mixer, in pratica fornendo mixaggi caratterizzati da percentuali diverse dal mixaggio principale;
  • bus di assegnazione verso uscite recording: permettono di smistare i segnali verso diverse destinazioni di registrazione; a differenza dei precedenti, il segnale non viene prelevato in percentuale diversa, ma si applica direttamente la quantità specificata canale per canale con la regolazione principale di volume;
  • bus di uscita: la somma dei segnali deve poter essere inviata alle uscite principali. Il loro numero e la consistenza varia in base al tipo di impiego previsto per il mixer. Di base, un mixer offrirà solo un bus stereo con i collegamenti Left e Right; un mixer progettato per la gestione di grossi eventi dal vivo potrà offrire in aggiunta anche una terza uscita Mono/Center per il rinforzo del segnale in posizione centrale (utile nel caso di palchi lungi decine e decine di metri); un mixer quadrifonico dovrà fornire ovviamente quattro uscite simultanee Nord, Est, Sud Ovest (o Left, Right, Front, Rear), e così via.

bus

Bus aux

Un bus ausiliario è, per definizione, una linea di collegamento che interessa tutti i segnali in ingresso, cioè tutti i canali del mixer, e che prevede la possibilità di dosare, in maniera indipendente canale per canale, la quantità di segnale

desiderata. In questo modo, avendo ad esempio sedici canali in ingresso, si può differenziare il bus principale di mixaggio (che raccoglierà i segnali rispettando le quantità definite con i volumi di canale) dal bus di mandata ausiliario, sul quale dosare diversamente i singoli segnali.

Ogni modulo del mixer prevede una regolazione di livello indipendente per ciascun bus di uscita; la più evidente è quella rappresentata dal controllo di volume principale del canale, corrispondente al dosaggio sullo stereo bus (main bus) principale, ma a seconda della struttura a disposizione, saranno disponibili una, due, quattro, sei o più mandate bus ausiliarie, ciascuna dotata del proprio controllo di send level indipendente.

A cosa servono queste mandate? Semplicemente, permettono di creare diversi mixaggi dei segnali presenti in ingresso al mixer: questi rapporti di volume differenziati possono tornare utili per gestire una linea di ascolto monitor (in tal caso, l’uscita del bus ausiliario sarà collegata ad un amplificatore ed ad una cassa spia da palco) o per fornire, ad un effetto esterno, la quantità di segnali che si intende processare (ed in questo caso, all’uscita del bus ausiliario verrà collegato un processore effetti esterno).

In tutti i casi, maggiore è la quantità di bus ausiliari disponibili simultaneamente, più elevata sarà la complessità strutturale del mixer e quindi il suo costo.

 

Configurazioni pre e post fader

Un bus ausiliario può lavorare in due modalità differenti, identificate con i termini pre fader e post fader. Nel primo caso, pre fader, la quantità di segnale inviato al bus ausiliario è del tutto indipendente dalla regolazione di livello impostata per il bus stereo principale. Questo significa che un segnale in ingresso può essere inviato al bus ausiliario, ma non essere presente sul bus principale; la condizione tipica di funzionamento pre fader è quella utilizzata in presenza di un segnale metronomico, che deve essere inviato in ascolto al musicista (in cuffia o sul monitor personale di palco), ma che non deve assolutamente essere ascoltato sul bus stereo di ascolto principale. In questo modo, il livello assegnato al bus ausiliario non viene influenzato da eventuali variazioni di volume (che può anche rimanere a zero) sul bus principale.

In configurazione post fader le cose sono diverse: la quantità di segnale assegnata al bus ausiliario è direttamente proporzionale al volume generale impostato per il segnale sul bus principale. Questo significa che, alzando o abbassando il livello del canale, anche il segnale sul bus ausiliario varierà nella sua quantità.

Ipotizziamo che all’uscita del bus ausiliario sia stato collegato un processore di riverbero: se la mandata aux send lavora in modalità pre fader, la quantità di segnale inviata al riverbero rimane invariata anche mettendo a zero il volume di canale; se invece l’aux è in post fader, abbassando il volume di canale, o alzandolo, si cambierà anche la quantità di segnale inviata al riverbero. Tutti e due i modi hanno le loro applicazioni pratiche e la propria ragione di esistere.

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Configurazione aux pre e post eq

Se il segnale inviato al bus ausiliario è prelevato da un punto del circuito a monte dell’equalizzazione, si parlerà di pre eq send, se invece l’equalizzazione influenza anche la qualità del segnale mandato sul bus ausiliario, si parlerà di post eq send.

La differenza non deve essere sottovalutata: nel primo caso, il segnale rimane del tutto indifferente ai trattamenti di equalizzazione e può quindi essere utilizzato nella sua integrità timbrica a prescindere dalle variazioni sonore impostate per il bus stereo principale; un ascolto in monitor può quindi essere realizzato a prescindere dall’equalizzazione anche drastica impartita per le esigenze di sala.

Nel caso di una mandata ausiliare post fader, tutti i cambiamenti effettuati con l’equalizzatore sul segnale saranno presenti anche sull’uscita del bus ausiliario; dal momento che con l’equalizzazione è possibile alterare anche drasticamente il guadagno delle diverse bande di frequenza, cioè il livello generale del segnale, nel caso di una mandata post eq è più facile saturare involontariamente i livelli in ingresso agli eventuali processori esterni collegati alla mandata ausiliaria.

 

Quanti bus sono necessari?

La quantità necessaria dei bus ausiliari simultaneamente disponibili in un mixer dipende dal compito che il mixer è chiamato a svolgere: un semplice mixer P.A., cioè non adatto alla registrazione, ma alla semplice raccolta di più sorgenti sonore, può ospitare due sole mandate ausiliarie, impostate una in pre e l’altra in post fader mode. Mixer P.A. di dimensioni maggiori possono offrire quattro, sei o più mandate ausiliarie, magari individualmente selezionabili in modallità pre/post fader ed utilizzabili per gestire, oltre agli effetti esterni anche diverse linee indipendenti di ascolto/monitor su palco.

Molto spesso, per ottimizzare costi e dimensioni, sui mixer di qualità medio alta si limita il numero di mandate aux fisicamente residenti sul canale offrendo però la possibilità di assegnare gli stessi controlli a due o più mandate diverse: sul canale di ingresso possono esserci i due comandi che inviano il segnale alle aux 1 e 2, altri due controlli possono essere utilizzati per inviare segnali alternativamente alle aux 3 e 4 o, premendo un interruttore denominato Flip, alle aux 5 e 6. In questo modo, ci sono sei mandate ausiliarie raggiungibili, ma solo quattro controlli sul pannello comandi; caso per caso, l’utente dovrà farsi i conti e selezionare il tipo di comportamento operativo che più si adatta alle sue necessità. Diverso il discorso per i mixer appositamente dedicati al recording: in questo caso, a fronte di un numero di mandate ausiliarie mai inferiore a quattro, viene dato ampio risalto alla possibilità di variare individualmente il comportamento pre/post fader, pre/post eq e, in alcuni casi, anche mono/stereo. Chiaramente, un mixer recording dotato di solo otto bus di registrazione risulterà quant omeno scomodo per gestire segnali da inviare ad un registratore dotato di ventiquattro piste indipendenti.

 

Bus di assegnazione recording e subgruppi

Fintanto che si registra una coppia di segnali con la scheda audio residente nel computer, non è necessario acquisire la capacità di smistare i segnali su diverse destinazioni; differente è la situazione in cui sia necessario poter inviare, in quantità e percentuali significative diversi segnali su diverse tracce di registrazione. In questo caso, è necessario lavorare con un mixer che sia specificamente disegnato per il recording o che, almeno, sia dotato di gruppi indipendenti, ovvero di bus recording indirizzabili dall’utente.

 

Facciamo qualche esempio.

 

Registrare una o più tastiere nel multitraccia Audio

In questo caso, le diverse coppie di segnali stereofonici provenienti dalle tastiere o dagli expander viene semplicemente sommato sul bus stereo out del mixer ed inviato (left su left, right su right) agli ingressi stereo del registratore o della scheda audio residente nel PC; i buss recording non sono necessari.

 

Registrare l’esecuzione di diversi musicisti con un registratore stereofonico

Anche in questo caso, i bus recording indipendenti non sono necessari: l’eventuale gruppo di esecutori viene ripreso con microfoni (o con collegamenti di linea diretti) ed i rispettivi segnali sono semplicemente miscelati tra loro prima di essere inviati agli ingressi del registratore. La situazione operativa tipica è quella di un gruppo di amici che si esibisca in un club e che voglia documentare direttamente in stereo la loro performance.

 

Registrare diversi musicisti smistandoli su più di due tracce

In questo caso, serve un mixer dedicato al recording che possieda, canale per canale, la capacità di smistare i segnali su diversi bus recording.

Nell’antica pratica analogica, il numero dei bus recording era direttamente legato alla quantità  di tracce simultaneamente disponibili per la registrazione magnetica multipista: 4, 8, 12, 16 o 24 bus recording corrispondevano ad altrettante tracce di registrazione fisicamente residenti nei vari multitrack recorder dell’epoca. Oggi, tutto questo è semplificato dalla possibilità virtualmente illimitata di sommare infinite tracce all’interno di un software DAW (digital audio workstation) dovendo solamente fare i conti con il numero delle connessioni audio presenti sull’interfaccia e sulla limitazione oggettiva delle tracce simultaneamente gestibili in recording. In pratica, non sono più necessari mixer con 24 bus recording, basta semplicemente prevedere la possibilità di smistare i segnali su un numero superiore a due, ma significativamente più ridotto di destinazioni.

Ad esempio, un mixer recording dotato di soli 8 buss indipendente può essere utilizzato per smistare contemporaneamente la registrazione di più musicisti: la batteria sui bus 1-2, il basso elettrico sul bus 3, le tastiere sui bus 5 e 6, la chitarra sul bus 4, le voci sui bus 7 e 8.

 

Insert

Per dare maggiore profondità al mixaggio, si può sfruttare una mandata ausiliaria collegata ad un processore di riverbero e, mediante questa, si può arricchire il suono di tutti i segnali percentualmente aperti sulla barra ausiliaria.

Se però si desidera processare solamente un canale con un effetto esterno, occupare un’intera mandata ausiliaria può dimostrarsi poco economico; in questo caso, meglio sfruttare le possibilità di trattamento individuale offerte dagli insert di canale.

Un punto di insert fornisce, individualmente canale per canale, la possibilità di interrompere il circuito audio prelevando il segnale, inviandolo ad un processore esterno e successivamente ricollegandolo al canale originale. Se non richiesta, l’interruzione di circuito dell’insert rimane automaticamente chiusa (cioè normalizzata) ed il canale funziona normalmente; appena il musicista inserisce un jack nella presa insert, interrompe la normalizzazione di canale e preleva tutto il segnale inviandolo alla volta di eventuali processori esterni.

mix

Concludiamo ricordando che il tipo di mixer qui raffigurato non è adatto alla gestione dell’audio…

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Comments (25)

  • mirko

    |

    Buongiorno,
    la Redazione potrebbe prendere in considerazione l’idea di un tutorial sulle differenze tra sommatore, convertitore e scheda audio?
    In rete non c’è molto e le informazioni sono confuse e sommarie.

    Grazie

    Reply

  • pierps

    |

    salve, domanda da neofita…ma se all’uscita del bus ausiliario collego, invece di un processore effetti esterno, l’out di una scheda audio posso usare in questo modo un riverbero virtuale che ho su computer come se fosse un’unità hardware? Grazie :)

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      se colleghi due out tra loro non vai molto lontano…

      se però prendi l’aux out del tuo mixer, e entri nell’INGRESSO della scheda audio, puoi processare i segnali nel riverbero del tuo computer; ovviamente, per riascoltare il tutto, dovrai prendere le uscite della scheda e collegarle a due ingressi liberi sul mixer

      ATTENZIONE!!! nei canali dove sta facendo “tornare” l’uscita audio della scheda, NON DEVI MAI aprire le aux “di mandata” altrimenti crei un feedback che può fare diversi danni…

      Reply

  • Sergio

    |

    Salve.
    Ma in una sola entrata aux post-fader quanti effetti posso collegare?

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      di solito, uno solo (se vuoi avere il controllo “totale”); se invece sei a corto di connessioni, puoi anche uscire dal send, entrare nel primo effetto, uscire dal primo effetto, entrare nel secondo, uscire dal secondo e rientrare nel return…
      ovviamente, TUTTI gli strumenti sui canali del mixer si beccheranno la stessa mistura di effetto uno e effetto due :-(

      Reply

  • Fabio

    |

    Di quale mixer ho bisogno (economico)?

    Peer sintetizzare, faccio un esempio; l’obiettivo è quello di ottimizzare i collegamenti per fare in modo di non dover sempre spostare cavi da un input/output all’altro.

    Due sorgenti sonore, 2 sintetizzatori/o 1 è un drum machine..poco importa. Due pedali effetti esterni. Le 2 sorgenti entrano nel mixer.

    1) quale input o aggeggio del mixer mi consente di collegare i 2 effetti e alternativamente, senza spostare cavi ma agendo sul solo mixer, applicare l’effetto su l’una o sull’altra sorgente??

    2) se non chiedo troppo….possibilmente non dovendo decidere prima se tutti e 2 gli effetti devono agire sulla stessa sorgente ma potendo alternare, usarne 1 su un sinth e 1 sull’altro….

    il tutto senza muovere un cavo.

    Prof., ormai mi conosce, mi sto applicando e faccio passi avanti, sempre anche grazie al suo aiuto,cosa deve avere questo mixer? Sto cercando di capire….. pre fader post fader, entrate ausiliarie, intuisco qualcosa ma sto arrancando……e mi sarebbe prezioso un chiarimento pratico e perché no, un orientamento su un mixer economicissimo ma senza barattare denaro con fruscii e scarsa qualità.

    Un grazie sin da subito ma giuro che per il tempo disponibile sto profondendo un apprezzabile impegno per imparare di questo meraviglioso mondo prima di morire però (ne ho 51,,,,da poco…).

    Con stima

    Reply

  • fabio

    |

    Prof., ho studiato, espongo una catena di collegamenti, così ci vuole meno a rispondere, vediamo se ho capito bene riguardo la mia esigenza sopra.

    Korg Minilogue e Korg Electribe entrano ciascuna in una line del mixer, Electribe canale stereo, Minilogue canale mono (solo Left).

    Questione pedali effetti:

    esco dall’Aux send del mixer (perché no Mackie mix 8) con un cavo 1/4 stereo ed entro con 2 mono (left & right) nello zoom ms70, esco in stereo dall zoom ed entro in stereo in Strymon Big Sky, esco in stereo da Strymon ed entro in stereo (2 mono) nell’Aux Return del Mixer.

    A questo punto i 2 effetti in catena sono al servizio, al bisogno, per il solo canale 1, oppure solo per il 2, ovvero se voglio per entrambi. Questa alternanza la governo con dosaggio dei volumi Aux Return di cui dispone ciascun canale. Se ho capito bene, questo potenziometro non fa altro che silenziare la fonte a percorso analogico, che non passa per i pedali, a favore di sempre maggiori dosi di segnale filtrato dai pedali, sino alla massima sostituzione di percorso, ovvero suono effettato (giusto?).

    Il tutto mi può andare alle uscite main, ctrl room ovvero sulle RCA sbilanciate verso il recorder multi traccia per registrare (per ora il mio piccolo tascam dp006…).

    Prof., mi dica che ho capito tutto……..???? Se così è, mi serve un mixer quanto è vero che siamo in luglio.

    Reply

  • fabio

    |

    O forse mi serve l’insert, perché leggendo bene il suo articolo, mi pare che con l’Aux send utilizzato per gli effetti, si ottiene un segnale parallelo effettato da sommare al dry. E se uno vuole tutto effettato? Non in convivenza con il segnale dry?
    Solo che l’insert è di canale, quindi mi impone di scegliere da subito quale effetto per quale canale.

    Io nei mixer economici, come il Mackie Mix 8 o l’interessante LD VBZ6, vedo solo aux send mono e stereo return, niente insert. Riesce la gestione, eliminando a volontà il segnale dry in tutto e per tutto sostituito dal wet? Che poi è ciò che ipotizzavo nel precedente messaggio….

    Aaghh…nessuna certezza di aver capito…..

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      l’insert si mette “a cavallo” del segnale senza possibilità di dosaggio parziale; il send pre o post che sia permette di definire la quantità di trattamento desiderato.

      molto spesso, nei mixer commerciali, l’insert è presente solo su un numero parziale dei canali disponibili, sotto forma di connettore TRS che prevede l’uso di “un cavo ad Y”

      Reply

  • fabio

    |

    Infatti, ho visto. Grazie Enrico. Ma quindi, in soldoni, usando il Send riesco a togliere del tutto il dry? In fondo come suono oggi ovvero il Minilogue passa dentro i pedali a e va in registrazione, è tutto wet. Per fare ciò il send va settato pre o post.

    Ho visto 2 mixer in concorrenza, il Mackie 802vlz4 ed il Soundcraft EPM6 che però non ha un input aux return stereo!! Quale il migliore, il più “silenzioso”….?

    Reply

  • fabio

    |

    Continuo a non capire: oggi io vado dal sinth ai pedali e dai pedali al multutraccia o monitor che sia. Sparo effetti ed il suono esce tutto bello filtrato.
    Domani, con il mixer, per ottenere lo stesso risultato sonoro, devo collegare i pedali in insert o in aux send, ed in quest’ultimo caso tenendo al massimo l’apertura del potenziometro aux send (poniamo aux 1 dove metterei Big Sky) del canale che voglio effettare? Quale delle 2 è come oggi?

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      hai diverse possibiilità, tutte valide, tra le quali scegliere in base al tipo di uso:

      a) sintetizzatore diretto nell’effetto, effetto nel mixer
      b) sintetizzatore diretto nel mixer, effetto collegato nella insert del canale con un cavo a Y
      c) sintetizzatore diretto ne mixer, effetto collegato in banda aux send, messo tutto su wet, uscita dell’effetto collegata su un return del mixer

      non c’è un meglio o un peggio

      Reply

  • fabio

    |

    Grazie davvero Prof. Propendo per la C), Ottenendo anche sino al tutto wet al pari di un insert, con la C) posso alternare gli effetti a piacimento su più fonti (Minilogue + Electribe probabilmente) senza muovere un cavo, sbaglio?

    Reply

  • fabio

    |

    Mi affligge sempre un problema di comprensione leggendo in rete quanti dubbi sul tema. Non è tanto la questione 100% wet il problema, dipendendo questa questione da quanto il pedale viene utilizzato in wet piuttosto che in dry. Il problema è che con il mixer credo di aver capito che il segnale dry convive con quello effettato, 10,50 o 100% che sia la proporzione dry/Wet sul return stereo. Come annullare il segnale dry?? Voglio dire, quando il mio sinth passa diretto dentro al pedale, del segnale dry non vi è traccia. Quale ipotesi annulla il dry a), b) o c)? Qualcosa non mi torna…

    Reply

  • Enrico Cosimi

    |

    se vuoi sentire solo l’effetto, devi usare una mandata aux PRE FADER

    Reply

  • fabio

    |

    e contestualmente abbassare il fader del canale line del sinth ed agire solo con il fader del send return, giusto?

    Ciò in quanto per me l’effetto è una componente della sintesi sonora, del timbro che ottengo in quanto il minilogue di suo non ha effetti degni di nota.

    Reply

  • fabio

    |

    Ok per le pre fader. Ma c’è un altro limite che non capisco eventualmente come superare. Ove si volesse usare l’aux send post fader, si inibisce l’alt/mute, sicchè non è possibile creare quella catena di collegamenti virtuosi per consentire ascolto e registrazione multitraccia con l’utilizzo degli output alt (per il registratore e della ctrl room per i monitor, senza muovere un cavo. Ovvero con il post fader, se il canale di ingresso ed in alt/mute non invia segnale all’aux send??? Nooooo (mi riferisco ad esempio al mckie 802 vlz4…

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      alt/mute è solo del mackie
      in post fader, la aux manda segnale solo se il potenziometro di volume del canale è alzato; se il canale è in alt/mute, ma col potenziometro alzato, la aux send continua a funzionare

      Reply

  • fabio Morra

    |

    Prof, problema, solo lei può aiutarmi.

    I fatti:
    1) acquisto un cavo insert ad Y per collegarci il mio zoom cdr70 immaginando di dedicarlo ad uno dei canali input del mixer (Minilogue) e togliendolo dalla catena aux send che condivideva con lo Strymon Big Sky
    2) acquisto un altro cavo a Y perché scopro che l’uscita Aux send del mixer Mackie è TRS (prima usavo un mono TS) così mi sono detto entrando con 2 input, seppure mono, nello Strymon, ne gioverà il qudro sonoro

    Risultati:

    1) lo zomm in insert fa a dir poco schifo in confronto alla resa che aveva in catena nell’aux send, il suono pare uscire da una scatoletta soffocata e chiusa,
    2) andando con cavo a Y, quindi uscendo con cavo TRS dall’Aux send del mixer per raggiungere Strymon, il suono si sente più forte in un canale o meglio un canale è molto wet e poco dry, l’altro si sente il dry bassissimo

    Perché tale mostruosità che non coincide con i risultati teorici attesi?

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      1) la presa send è trs per “motivi di servizio mackie”, ma se tu dall’altra parte del cavo NON hai un effetto con ingresso trs, e se non devi percorrere lunghe distanze col cavo (diciamo, inferiori a 20 metri) usa tranquillamente un cavo TS sbilanciato come hai sempre fatto

      2) per collegare un effetto in insert col cavo a Y, occorre verificare che sull’effetto sia predisposto – se disponibile – un funzionamento “all effect” con completa eliminazione del segnale diretto, altrimenti sporchi tutto e basta

      probabilmente, ti conviene tornare alle connessioni di prima

      Reply

  • fabio Morra

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    Grazie Prof., sigh, è ciò che sospettavo.

    Quindi non è all effect il fatto di poter regolare il mix dello specifico effetto al 100% che significa 100% wet (lo zoom ha questa funzione su ciascun effetto) ma nulla che richiami quanto lei dice su all effect.
    Non capisco però perché questa soluzione insert che ho provato (punto 1) sia così peggiore di quando non avevo il mixer ed il minilogue passava direttamente nello zoom e poi entrava nel multitraccia o nei monitor (?).

    Reply

  • fabio Morra

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    Se no per dedicare lo zoom al solo minilogue posso uscire dal minilogue ed entrare nello zoom in mono e poi dall’output stereo dello zoom entrare in un canale stereo del mixer, riottenendo giusta qualità sonora e dedicando lo zoom al solo minilogue.
    Strymon rimarrebbe in aux send a servizio anche dell’Electribe, però anche questo collegato con un mono TS ambo i lati (mixer/pedale) perché strymon non ha un all effect??

    Reply

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