Elektron Analog Rytm Mk II. Diario di bordo. Machine Analog Kick – seconda parte

Written by Redazione Audio Central Magazine on . Posted in Gear

Terminiamo la carrellata di machine dedicate alla produzione del suono analog kick.

Di Enrico Cosimi

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BDPL Bass Drum Plastic

Una coppia di oscillatori interagisce in FM Lineare o in Ring Modulation più FM Lineare per ottenere la massa timbrica tone successivamente potenziata dal comportamento percussivo click/tick. Non c’è modo di influenzare più di tanto i comportamenti FM/FM+RM, ma il motore consente comunque la programmazione di suoni particolarmente articolati.

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I parametri (numerati da 1 a 8, corrispondenti a A-H per gli encoder della plancia comandi) comprendono:

  1. TUN (Tune). È l’intonazione dei due oscillatori interni al motore di sintesi. Non è possibile detunare un oscillatore nei confronti dell’altro.
  2. SWT (Sweep Time). È il tempo di decay per il pitch envelope applicato in egual quantità ai due oscillatori. Regolazioni veloci producono un buon transiente d’attacco al segnale Il parametro interagisce, ovviamente, con la quantità di pitch envelope consentita (vedi sotto).
  3. SWD (Sweep Depth). È la profondità, cioè l’ampiezza di modulazione, consentita al pitch envelope. Ancora una volta, il comando agisce in modo eguale e non differenziabile sui due oscillatori.
  4. DEC (Tone Decay Time). Regola il Decay Time dell’inviluppo di ampiezza applicato alla componente tone. Come è facile immaginare, se si allunga a dismisura la durata del Decay, si corre il rischio di sovrapporre gli eventi timbrici fondendoli in un’unica coda sonora. Se il BPM lo permette, con lunghi tempi di Decay (e scarse percentuali di transiente tick) si raggiungono comode timbriche gommose.
  5. TYP (Modulation Type). Permette di scegliere la configurazione attiva tra i due oscillatori. La prima posizione abilita la FM Lineare (FM= C, C+M, C-M per tutti i valori di M compresi nel regime dei numeri interi); la seconda posizione abilita la somma di FM e RM (RM = C+M, C-M).
  6. MOD (Modulation Level). È l’indice di modulazione consentito al regime selezionato col parametro precedente. Regolazioni estreme producono complessità timbrica, regolazioni più contenute fanno emergere il comportamento plastico del suono.
  7. TIC (Tick Level). Regolazione di livello per il transiente tick che si somma al segnale in uscita. Non è possibile alterare l’inviluppo di articolazione.
  8. LEV (Output Level). È il livello complessivo di uscita della machine.

Si ottengono risultati interessanti portando il motore di sintesi su regolazioni apparentemente prive di senso: sweep di frequenza velocissimi e al massimo dell’intensità, esclusione del click/tick, accordature basse con RM+RM e sfarfallamento del decay finale.

 

BDSI Bass Drum Silky

Basa la sua efficacia sulla sovrapposizione timbrica di tone, click e componente di rumore dust; i due segnali ausiliari sono regolabili in volume mentre il tone raggiunge sempre a pieno livello lo stadio di amplificazione. Come già osservato in relazione al modello Classic, anche in questo caso è possibile regolare il volume del tone agendo sull’inviluppo Hold/Decay. La componente dust è riconoscibile solo ad un attento esame.

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I parametri (numerati da 1 a 8, corrispondenti a A-H per gli encoder della plancia comandi) comprendono:

  1. TUN (Tune). Regola l’intonazione dell’oscillatore che produce la componente tone. L’escusione è compresa tra -64 e +63.
  2. SWT (Sweep Time). È il Decay Time applicato all’intonazione della componente tone. Regolazioni veloci permettono di enfatizzare il transiente di attacco, mentre regolazioni più lente confinano con il comportamento laser gun/Simmons tom del secolo scorso.
  3. SWD (Sweep Depth). È l’indice di modulazione concessa al pitch envelope, cioè la quantità di inflessione applicata all’intonazione del Ove non fosse necessario, basta mettere a zero il valore del parametro SWD per mantere stabile l’accordatura (nei limiti della natura analogica del circuito – vedi sopra).
  4. DCY (Tone Decay Time). Regola il Decay Time dell’inviluppo di ampiezza applicato alla componente tone. Come per la machine precedente, l’inviluppo si articola in Hold (numero 5) e Decay (numero 4). Come è facile immaginare, se si allunga a dismisura la durata del Decay, si corre il rischio di sovrapporre gli eventi timbrici fondendoli in un’unica coda sonora. Se il BPM lo permette, con lunghi tempi di Decay (e scarse percentuali di transienti click & snap) si raggiungono comode timbriche gommose.
  5. HLD (Hold Tone Hold Time). È il segmento di tempo orizzontale dell’inviluppo di ampiezza applicato alla componente tone. Terminato il segmento Hold, entra in funzione il Decay Time. Valori minimo di Hold rendono inattivo lo stadio di inviluppo.
  6. DUS (Dust Level). Volume del segnale noise che riproduce il comportamento sonoro dell’elettricità statica. Il segnale non è particolarmente evidente.
  7. CLK (Click Level). Volume del segnale click.
  8. LEV (Output Level). È il livello complessivo di uscita della machine.

La machine Silky è imparentata con il modello Classic visto in precedenza e permette la realizzazione di timbriche ferme e morbide. Come al solito, le regolazioni di livello del tone hanno estrema importanza.

 

BDSH Bass Drum Sharp

La struttura è quella classica tone & click, ma è possibile ottenere maggiore caratterizzazione timbrica facendo eseguire all’oscillatore tone forme d’onda differenti, con o senza sincronizzazione di ciclo sul nota on. In questo modo, il contenuto timbrico di base è pesantemente caratterizzabile fino ad uscire dalle prestazioni classiche del modello analog kick di riferimento. Come al solito, la sperimentazione è fondamentale.

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I parametri (numerati da 1 a 8, corrispondenti a A-H per gli encoder della plancia comandi) comprendono:

  1. TUN (Tune). Definisce l’intonazione del tone con un’escursione pari a -64/+63; per coprire un semitono, è necessario spostare l’intonazione di due incrementi; un’ottava è pari a 24 incrementi. Il segnale prodotto dall’oscillatore la cui forma d’onda è decisa col controllo 7 (Wave) è sottoposto all’azione del pitch envelope dedicato. A 0, la kick suona un’intonazione pari alla nota MIDI B0; ovviamente, questa e altre indicazioni con riferimento a intonazioni precise vanno prese con il beneficio d’inventario ricordando la natura analogica del circuito.
  2. SWT (Sweep Time). È il Decay Time applicato all’intonazione della componente tone. Regolazioni veloci permettono di enfatizzare il transiente di attacco, mentre regolazioni più lente confinano con il comportamento laser gun/Simmons tom del secolo scorso.
  3. SWD (Sweep Amount). È l’indice di modulazione concessa al pitch envelope, cioè la quantità di inflessione applicata all’intonazione del Ove non fosse necessario, basta mettere a zero il valore del parametro SWD per mantere stabile l’accordatura (nei limiti della natura analogica del circuito – vedi sopra).
  4. DCY (Tone Decay Time). Regola il Decay Time dell’inviluppo di ampiezza applicato alla componente tone. Come per la machine precedente, l’inviluppo si articola in Hold (numero 5) e Decay (numero 4). Come è facile immaginare, se si allunga a dismisura la durata del Decay, si corre il rischio di sovrapporre gli eventi timbrici fondendoli in un’unica coda sonora. Se il BPM lo permette, con lunghi tempi di Decay (e scarse percentuali di transienti click & snap) si raggiungono comode timbriche gommose.
  5. HLD (Hold Tone Hold Time). È il segmento di tempo orizzontale dell’inviluppo di ampiezza applicato alla componente tone. Terminato il segmento Hold, entra in funzione il Decay Time. Valori minimo di Hold rendono inattivo lo stadio di inviluppo.
  6. TIC (Tick Level). Regola la quantità di transiente click che si somma a snap e a tone. La componente di durezza della cassa così generata è regolabile contrapponendo le punte click/tick e snap all body tone realizzato con una delle tre forme d’onda inviluppata.
  7. WAV (Tone Wave). Sceglie la forma d’onda usata per la generazione del tone. È possibile lavorare con: sine, asymmetric sine, triangle, sine&sawtooth, sawtooth; ciascuna forma d’onda, inoltre, può essere generata con ciclo libero o subordinato al restart corrispondente al nota on. In quest’ultimo caso, l’energia sonora sull’attacco è costante nota per nota e maggiormente percepibile.
  8. LEV (Output Level). È il livello complessivo di uscita della machine.

La scelta forma d’onda nella componente tone è fondamentale per il tipo di suono che si vuole ottenere: sinusoide, sinusoide asimmetrica e triangolare sono sufficientemente spente per garantire un risultato percussivamente efficace. L’eventuale presenza della sincronizzazione al nota on garantisce maggior tenuta sonora e impatto iniziale. Quando si scelgono le forme d’onda più ricche, occorre accorciare i tempi di sweep e la durata complessiva della componente timbrica, altrimenti la presenza di armoniche acute distrae l’ascoltatore rendendogli evidente la natura sintetica del segnale generato.

 

La prossima volta, inizieremo a ragionare sui rullanti. Stay Tuned.

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Comments (4)

  • daniele

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    Salve Prof. a quando i prossimi appuntamenti? :-)

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    • Enrico Cosimi

      |

      appena trovo il tempo…
      Intanto, su academia.edu ho pubblicato una cosa sulla Model:Cycles che ha molte cose in comune, come firmware…

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  • Pietro

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    Salve Prof. non ha più continuato questo interessantissimo studio sulla Rytm mk2? Perchè non pubblicare un manuale cartaceo che tratti tutti i temi da lei elencati? (machines, campionatore, tips & tricks) credo che possa riscuotere un notevole successo!

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    • Enrico Cosimi

      |

      sto scrivendo un libretto sul funzionamento di Model:Cycles e Model:Samples… la descrizione del loro sequencer può essere applicata anche al sequencer della AR MKII.

      Più avanti, riprenderò l’approfondimento della AR MKII… 😀

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