Electro Harmonix Grand Canyon Delay & Looper

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear

Da sempre, i gioielli di Mike Mathews fanno felici i musicisti di tutto il pianeta e, quasi sempre, si tratta di chitarristi. Utenti smaliziati, tastieristi e frequentatori del suono elettronico hanno imparato ad impadronirsi dei divertenti floor processor targati Electro Harmonix per arricchire il proprio suono con un corredo di comportamenti aggressivi, seducenti e personali. Grand Canyon non tradisce le aspettative.

Di Enrico Cosimi

Grand Canyon articolo

L’ingresso monoaurale, affiancato alla coppia di uscite stereo, tradisce l’originale impostazione chitarristica, ma la natura spesso fake stereo del sono tastieristico permette comunque di utilizzare il processore per sottoporre sintetizzatori e tastiere al trattamento delay & looping offerto. Ci sono tredici comportamenti (dodici tipi di ritardo e un looper) pronti all’uso.

In breve

Il pedale Grand Canyon offre:

  • 12 tipi di delay
  • fino a 3 secondi di delay time
  • interruttore TAP con nove divisioni ritmiche pronte all’uso
  • stereo output ping-pong ready
  • fino a 16 minuti di registrazione looper con overdub, undo/redo, stop, fade out, reverse, eccetera
  • possibilità di scrivere nel loop il suono già processato con gli effetti interni con i tre modi delay, delay+looper, looper
  • i dati audio catturati in loop rimangono scritti in memoria anche durante il ciclo di spegnimento/accensioine
  • accesso facilitato ai parametri significativi attraverso tasti dedicati
  • 13 memorie preset per salvare altrettante regolazioni di pannello
  • pedale di espressione esterno assegnabile ai parametri desiderati, anche in combinazione multipla macro
  • possibilità di collegare, attraverso connettore TRS, uno, due o tre footswitch esterni (ad esempio il Digitech FS3X) per facilitare la gestione dei parametri
  • analog bypass e soft switching sull’inserimento on/off degli effetti

Algoritmi

Come accennato in precedenza, ci sono 12 tipi di effetto disponibili e raggiungibili velocemente dalla plancia comandi; ciascun effetto offre due parametri contestualizzati che si aggiungono al corredo dei quattro + quattro controlli di pannello dedicati:

  • ECHO. Digital delay 24 bit con filtraggio tilt hi/low e sample rate/bit crush.
  • MOD. Digital delay con modulazione sul delay time gestibile in mod rate/depth.
  • MULTI. Multitap delay con ripetizioni selezionabili (fino a 31); regolazioni swell/decay e filter.
  • REVERSE. Reverse delay con riconoscimento dei transienti; controlli di sensitivity e mod depth.
  • DMM. Emulazione del Deluxe Memory Man analogico, con mod rate/depth
  • TAPE. Delay a nastro classico, con regolazione di wow & flutter.
  • REVERB. Plate reverb regolabile in tone e decay (può arrivare a cinque minuti)
  • PITCH. Pitch shifter polifonico più digital delay personalizzabile in modo (interazione tra segnale diretto e pitch shifted signal) e delay
  • SHIMMER. Delay con pitch in ottave sulle ribattute. Controlli di filter e mod depth.
  • SAMPLE/HOLD. Cattura la nota prolungandola fino alla nota successiva. Controlli di sensitivity e decay/swell
  • DRUM. Emulazione dei classici echi a tamburo magnetico. Rhythm tra le tetine e drum age regolabili.
  • DOUBLE. Short delay per il raddoppio del segnale, personalizzabile in offset time e pitch spread

In aggiunta ai comandi contestualizzati algoritmo per algoritmo, sono sempre disponibili i controlli dedicati a Delay Level, Feedback e Delay Time fino ad un massimo di 3 secondi (altre funzioni diventano operative quando si abbandonano i dodici algoritmi di effetto e si interviene sul Looper vero e proprio; ulteriori particolari in seguito).

Durante la programmazione, le tredici posizioni che permettono la selezione degli effetti residenti diventano altrettante locazioni di memoria per salvare le proprie regolazioni.

Gli algoritmi Pitch e Drum hanno un secondary mode raggiungibile tenendo premuto per più di un secondo l’interruttore  PING PONG. Nel modo secondario, il modulo Pitch Shift viene spostato lungo il percorso di Feedback, permettendo la trasposizione a spirale di ogni ribattuta; il comportamento Drum perde la quarta testina e lavora con solo tre testine di playback organizzabili ritmicamente su strutture ternarie

 

Tap Time

L’amico del musicista elettronico, specie se sequenced based, è il Tap Tempo; permette di mandare in battuta, con diverse divisioni ritmiche, le ribattute del delay costruendo affascinanti incastri musicali. Anche se non c’è un ingresso MIDI Clock – non necessario visto il taglio originalmente geetaristico dell’apparecchio – è facile regolare la velocità di crociera con il tastone TAP/LOOP. Si battono quattro quarti e si ottiene immediatamente la velocità delle ribattute in base alla figura ritmica scelta con il tastino TAP DIV; sono disponibili valori di sedicesimo, ottavo, quarto dritti, terzinati o puntati: una delizia. Se volete tributare un omaggio ai Tangerine Dream, provate l’ottavo dotted con la vostra sequenza che procede per quarti o per ottavi.

Attenzione! Se durante le normali operazioni si tiene premuto TAP/LOOP in maniera prolungata, Grand Canyon raggiunge progressivamente il massimo livello di feedback. Instant psychedelia.

 

Parametri Looper Mode

Quando si entra nel modo Looper i comandi dedicati sul pannello assumono i ruoli di controllo per:

  • Dry Cut – il volume del segnale diretto
  • Loop Level – il volume del loop
  • Dub Level – la percentuale di segnale loop utilizzato per gestire le sovrapposizioni overdub
  • Fadeout – il release time usato quando si mette in stop il looper; può raggiungere i 60 secondi di durata.

I due controlli contestualizzati assumono ruolo di: Reverse/Forward e Looper Speed (da metà al doppio della velocità). E’ possibile passare da un modo all’altro – o usare tutti e i comportamenti – con fluidità; si può scegliere un algoritmo diverso di delay mentre il looper continua a registrare audio overdub dopo overdub.

Personalizzazione di funzionamento

Ci sono quattro tasti retro illuminati che permettono di configurare il funzionamento di Grand Canyon in base alle esigenze del musicista.

EXP MODE

E’ collegato all’impiego dell’eventuale pedale di espressione esterno (un M-Audio funziona benissimo, ma si possono usare pedali EHX, Moog EP-2 e EP-3, Roland EV-5, Boss FV-500L) con il quale controllare in tempo reale l’escursione di uno o più parametri interni). Con l’algoritmo PITCH, si può emulare il comportamento whammy in modo abbastanza convincente. Se il tastino EXP MODE è spento, il pedale d’espressione è automaticamente assegnato al livello del Dry Signal.

MOMENT

Non vi farà passare il mal di testa, ma vi metterà comunque di buon umore. Modifica il comportamento del tastone BYPASS/STOP da toggle bistabile (una pressione per aprire e una seconda pressione per chiudere) in interruttore momentaneo. In questo modo, il funzionamento del circuito sarà attivo solo fintanto che il tastone rimane premuto.

Se volete, la differenza è la stessa che passa tra l’interruttore che accende il lampadario e quello del campanello di casa. 

TAILS

Quando il comando è abilitato, le ribattute del Delay o le tracce del Looper continuano a risuonare “in release” anche dopo che l’effetto è stato messo in Bypass. Alternativamente, l’esclusione dell’effetto tronca in modo brusco qualsiasi coda sonora.

PINGPONG

Abbiamo un’uscita stereofonica left-rigth, quindi usiamola! Con PINGPONG abilitato, le ribattute del delay sono alternate sulle due uscite stereo. Il comando non ha alcuna conseguenza per il modo Looper.

Looping

Un looper è un registratore che sfrutta un buffer di memoria circolare costantemente ripetuto per creare un anello di ripetizione sul quel è possibile sovrapporre, passaggio dopo passaggio, esecuzioni diverse. Il comportamento, originalmente ottenuto con i vecchi registratori magnetici, permette ad un singolo musicista dotato di sufficiente auto disciplina di sovrapporre un numero virtualmente infinito di passaggi con il quale ottenere esecuzioni orchestrali. Maestri di questa tecnica come Les Paul, Robert Fripp e David Torn hanno insegnato a generazioni di musicisti cosa sia possibile ottenere con un buon sistema di looping.  Grand Canyon offre fino a 16 minuti (sedici minuti) di recording time nel quale depositare, una traccia alla volta, le proprie composizioni mantenendole in memoria anche a macchina spenta.  Tre piccoli LED segnalano la presenza di un loop in memoria (MEM), l’esecuzione del loop (PLAY), l’acquisizione del segnale in registrazione (REC).

Attenzione! Con Grand Canyon non c’è modo di “tirare fuori” e immagazzinare i propri loop: quello che viene scritto in memoria rimane disponibile fino a quando il musicsita non decide di ricominciare da capo. Se la temporaneità della situazione, per quanto corroborata dalla memorizzazione anche a macchina spenta, vi fosse intollerabile, non dovete fare altro che rivolgere la vostra attenzione verso uno dei tanti – fenomenali – looper dedicati presenti nel catalogo Electro Harmonix. 

La procedura di looping è solida e prevede un certo numero di passaggi:

  • Si seleziona il modo Looper.
  • Si innesca la registrazione premendo il tasto TAP/LOOP (la registrazione inizia immediatamente con la pressione dell’interruttore).
  • SI preme nuovamente TAP/LOOP per terminare la registrazione e definire la durata del loop (occore premere con precisione in modo da chiudere correttamente il segmento audio); il loop appena creato entra subito in playback. Se non si vuole ascoltare il playback, invece di premere TAP/LOOP, si può uscire dalla registrazione e fermarsi usando BYPASS/STOP.
  • La registrazione può durare fino a sedici minuti; è possibile regolare il volume del playback con LOOP LVL e bilanciare il segnale in ingresso con il playback attraverso il comando DRY CUT. Ogni volta che il loop ricomincia, il LED verde PLAY lampeggia brevemente.

A seconda delle regolazioni, il loop potrà fermarsi immediatamente o eseguire un fade out automatico la cui durata è controllabile attraverso (incredibilmente…) il comando FADEOUT.

La sovrincisione in overdub permette di sovrapporre alla registrazione iniziale un numero virtualmente infinito di passaggi successivi, ciascuno dei quali può arricchire la composizione con nuovi fraseggi puliti o effettati attraverso il motore delay del pedale.

Per innescare l’overdub, è ovviamente necessario che prima ci sia un loop registrato, una base sulla quale sovrapporre altre tracce:

  • Mentre il loop sta suonando, col tastone TAP/LOOP si rimette nuovamente in registrazione/overdub il circuito e si sovrappone il nuovo passaggio musicale alla traccia precedente.
  • Il comando DUB LVL permette di controllare il livello della base, cioè della traccia precedente, rispetto alla nuova esecuzione; è possibile definire comportamenti che vanno dalla consistenza perenne di livello a una progressiva attenuazione delle tracce più vecchie.
  • Si blocca l’overdub premendo nuovamente TAP/LOOP; a questo punto il playback continua indisturbato, ma non si cattura più audio nella memoria interna. Non è possibile allungare la durata di una registrazione pretendendo di suonare un overdub più lungo della base originale; ovviamente, si può creare un overdub più corto della base principale.

Se si commette qualche errore, tenendo premuto il tasto TAP/LOOP per più di un secondo si accede al comportamento UNDO/REDO, che elimina o ripristina l’ultima operazione effettuata. UNDO/REDO può essere realizzato solo durante il playback delle tracce: non è possibile farlo durante la registraione, l’overdub o quando il sistema è in stop. 

Attenzione! Se tenete premuto troppo a lungo il tasto TAP/LOOP, diciamo per due secondi e mezzo, invece di fare UNDO/REDO cancellerete completamente tutta la sequenza audio contenuta in memoria; quindi: pressione veloce sul tastone per abilitare registrazione, overdub e playback; pressione lunga 1 secondo per UNDO/REDO; pressione prolungata a 2.5 secondi per cancellare tutt’ecose. 

Il playback del loop continua indisturbato anche se il musicista passa dal modo Looper al modo Delay per scegliere ed editare un effetto digitale; solo la registrazione in overdub viene bloccata – passando in playback – quando si passa a gestire il delay, la lettura del file audio è invece ininterrotta – con un minimo di allenamento, è possibile costruire strutture complesso dove ogni traccia audio è arricchita da un effetto diverso di Grand Canyon.

Ricordiamo che, prima di registrare, durante il playback o durante overdub, è possibile alterare il “normale” funzionamento dei comandi dedicati Reverse e Playback Speed, creando effetti particolari; la loro deviazione dal comportamento nominale è segnalata dal LED LOOPER che lampeggia. 

 

Controllo a distanza

Con un footswitch singolo, doppio o triplo, è possibile controllare una, due o tre funzioni diverse durante il modo Delay, Looper e Delay+Looper; è inutile riscrivere nuovamente il manuale: basterà controllare sul sito del costruttore per consultare il pdf e apprendere interessanti scorciatorie. Le scelte più immediate permettono di gestire Tap Tempo, Algorytm scroll, Normal/Reverse, Cycle Mode, eccetera.

Con un pedale di espressione (praticamente, l’unico che non è compatibile con Grand Canyon è lo Yamaha FC-7), si può gestire il semplice controllo di Volume sul segnale in ingresso o si può raggiungere “in pseudo morph” la gestione di diversi parametri arbitrariamente scelti. L’accoppiamento pedale-regolazione è personalizzabile in range e direzione e le scelte effettuate vengono salvate anche a macchina spenta.

In base all’algoritmo attivo, si possono controllare differenti parametri; di seguito, gli accoppiamenti di default: Echo = Filter; Mod = Mod Rate; Multi = FIlter; Reverse = Mod Depth; DMM = Delay Time; Tape = Tape Dist; Reverb = Time; Pitch = Bend; Shimmer = Feedback; S&H = Delay Level; Drum = Delay Time; Doubler = Offset Time; Looper = Reverse On/Off.

L’accoppiamento expression pedal = parameter può raggiungere simultaneamente tutti e sei i parametri rotativi a pannello – l’unica eccezione è l’encoder DELAY TYPE, che non può essere controllato a distanza. L’accoppiamento prevede l’impostazione del sei valori desiderati con il pedale tutto alzato e poi dei sei valori con il pedale tutto abbassato; se non si vuole controllare un determinato parametro, basta ignorarlo durante la procedura. 

 

Considerazioni

Grand Canyon è un gioiellino adattabile a una quantità di sorgenti: sintetizzatori, stage keyboard, drum machine. La disponibilità degli algoritmi, unita alla facilità di personalizzare i parametri operativi e alla solidità del tap tempo favoriscono il suo impiego live per la massima soddisfazione.

Le uniche criticità – e, del resto, qualche modo per tagliare il prezzo deve pur esserci – possono essere relative all’impossibilità di estrarre audio looped dalla macchina e di poter dialogare con un PC attraverso le (ormai) consuete porte MIDI/USB, anche solo per una sincronizzazione con Clock esterni. Se queste carenze risultassero troppo gravi, è sempre possibile rivolgere la propria attenzione verso i looper di fascia più alta presenti nel catalogo Electro Harmonix o verso le realizzazioni hardware di altri, storici, produttori. Ovviamente, l’investimento economico richiesto sarà più oneroso.

Se potete, fate un giro nel Grand Canyon: il vostro sintetizzatore vi ringrazierà.

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Comments (22)

  • max

    |

    Interessante, affascinante ma a differenza del GrandeCielo per esempio, di questa GrandeGola non trovo video demo con synth, drummachine, volca o altre diavolerie del genere!…..
    Ne facciamo uno?!

    Reply

  • fabio Morra

    |

    Buongiorno Prof, leggo ovunque che gli Ehx sono un pochino rumorosi, il TC invece molto pulito.
    Tra questo Grand Canyon e un TC Flashback x4 (costa meno quest’ultimo peraltro..), quale…?

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      dipende dalla costruzione: non tutti gli EHX sono digitali e silenziosi; i modelli più antichi sono analogici e – tra questi – quelli tipicamente chitarristici (distorsori, eccetera) non sono concepiti per essere silenziosi visto l’utilizzo finale

      Reply

  • fabio Morra

    |

    Enrico buonasera,
    sul punto di acquistare un TC triple delay, per la sua resa ambient, le possibilità creative che immagino si nascondano (quanto arpeggi alla Eno..). Ma gli effetti per l’ambient (almeno per chi genio non è) sono necessari. Allora ho visto anche l’Heartquaker spiral device V2…e l’ho immaginato dedicato ai fraseggi sinth/loop che possono uscire dal TC Ditto stereo looper appena preso. Dedicherei questo pedale al suo esclusivo uso. Il Triple delay accoglierebbe direttamente per riversarlo in stereo nel mixer. Lo Strymon rimane a servizio di tutti in aux (anche dell’Electribe 2 e di una futura macchinetta che prenderò ancora).
    La spesa di Triple Delay e anche Spiral non è indifferente.
    Le domande che Le porgo con molta lucidità sono:
    1) ci sto azzeccando in ambinent? Valgono la spesa?
    2) il fatto che Spiral sia mono non penalizza di molto la eventuale resa del suo intervento a creare soundscapes….
    3) cos’altro altrimenti..volendo essere creativi ed avere qualcosa che prolunghi gli strumenti in campo..(Grand Canyon?…ma è uno solo..boh)?

    Reply

  • fabio Morra

    |

    Ma ho anche sbagliato, quando ho acquistato il looper a non prendere il Ditto x 2, come lei insegna il reverse è enorme risorsa per l’ambient anche ed ora devo colmare con qualcosa che mi dia la possibilità di mandare armonici in reverse caldo, riverberati da Strymon..o comunque ottenere roba simile in uscita dal lopper (unos trumento in più…). Ho visto il Chase bliss ma ammazza quanto costa anche lui….
    Che faccio…come meglio orientarmi?

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      io farei un’indagine approfondita in rete vedendo cosa offre il singolo strumento nei diversi video youtube, per capire come lo usa la gente, cosa ci tirano fuori e cosa di quello che esce è applicabile al suono che ho in mente; poi, cercherei di chiarirmi le idee mettendo a fuoco un artista di riferimento e vedendo “cosa usa lui e come lo usa”; poi – ancora – verificherei nei vari manuali in pdf se quello che cerco è disponibile all’interno dei vari hardware o software, altrimenti il rieschio è di continuare ad acquistare cose a nastro senza raggiungere mai una condizione definitiva 😉

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  • fabio Morra

    |

    Mi permetto di usare questo spazio per una considerazione pubblica, chiamiamolo pure elogio.
    Enrico, in questi tempi avari, di finte verità e di regnanti tanto avari, mi torna in mente che la storia, insieme ad alcune atrocità o errori commessi, ci aveva abituato a principi e sovrani che avevano il senso della storia, ed ad essa regalavano alcuni loro immortali favori (pensiamo alla grande architettura su commissione).
    Oggi gli intellettuali si assoldano al video e sprofondano in divani morbidi, senza fornire alcun contributo vero e duraturo.
    Noi dobbiamo un grazie a Lei Enrico. Per l’esempio e per l’esercizio.
    Il giro del sinth in 80 gg. è l’esempio di cosa si può condividere per amore della cultura. Un lascito vero e proprio, ciascuno nelle sue competenze. Un modo sano per rendere la rete un luogo che non perde l’esperienza della storia. Un modo per crescere.
    Grazie Enrico.

    Reply

  • fabio Morra

    |

    E forse potrebbe essere il Pitch Shiffer la chiave di volta del tutto. Sto studiando la questione come saggiamente suggerito.

    Il Pitch Shifter dedicato ho l’impressione che renderebbe meglio ai miei fini del solo riverbero shimmer, Avere il Pitch alla fonte e poi impastarlo di riverbero, “Enesco” forse.

    Reply

  • fabio Morra

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    Buonasera Enrico,
    una domanda sull’EHX Freeze a confronto con il Super ego.
    Da alcuni video mi è parso che l’EHX Super ego permetta, in modalità latch, di sovrapporre più “grani” congelati (una sorta di overdub dei suoni congelati), ad ogni pressione del tasto. Nel freeze è lo stesso? Oppure per il Freeze un suono congelato esclude l’altro.

    Reply

  • fabio Morra

    |

    In questo caso il Super Ego mi pare un attrezzino molto interessanti per tappeti e droni, soprattutto mettendolo in catena con effetti a seguire. Mi chiedo però se la funzione freeze sia unguale a quella del pedale omonimo (il freeze). Cioè, a parte il fatto di poter fare gli overdub di svariate note, si tratta sempre di sample infinitesimali che vengono catturati? Ciò rileva per la natura dei suoni; come lei esponeva su un articolo di Accordo, catturare infinitesimi di sample dal sinth, propone interessanti sorprese in funzione del momento, nella dinamica del suono, in cui si cattura il segmento.
    Anche per il super ego è così??

    Reply

  • fabio Morra

    |

    Grazie Prof, sto studiando, capendo, scegliendo, piano piano..

    Due info tecniche che non trovo da nessuna parte;

    il looper dell’Ehx Grand Canyon:

    1) è stereo?
    2) la registrazione è a 24 bit (come per il ditto stereo?)

    Grazie

    Reply

  • fabio

    |

    Buongiorno Enrico,
    una domanda che spero di porre in modo comprensibile.
    Nella modalità delay + looper qual è il flusso: il delay interviene post playback o il suono in input viene registrato effettato?
    Il quesito è per i seguenti dubbi:
    – se è post su uno stesso riff o fraseggio in in playback cambiare a posteriori il tipo di delay utilizzato, a piacimento
    – se è post non si genera il problema di gestire lo stop della registrazione senza che sia udibile l’interruzione nelle code di effetto…

    Come funziona?

    Grazie

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      se non ricordo male, nel grand canyon puoi spostare il collegamento delay/looper o looper/delay a discrezione
      scarica il manuale pdf e controlla!

      Reply

  • fabio

    |

    L’ho scaricato e letto ma non capisco questo dettaglio…..sigh.
    Ovvero il selettore permette solo delay, solo looper o delay + looper ma non so se l’ordine di apparizione significa che il segnale effettato dal delay entra nel looper, il che sarebbe contrario alla mia speranza in termini di flusso….

    Reply

  • fabio Morra

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    Comunque, da infinite ricerche direi di no. Il Grand Canyon non permette di scegliere se il looper è a monte o a valle degli effetti delay. Tanto che anche lei, Professore, indica tale specifica funzionalità nella recensione dello Strymon Timeline per cui, in questo caso non mi pare di trovare queste funzioni.

    Reply

  • fabio Morra

    |

    Prof, non so dove postare una domandina facile. Ma tra catene di pedali infinite e un rack effetti (vedi TC M One XL o lexicon mx), dove ho maggiore qualità e funzionano anche se ci mando direttamente il sinth dentro, se nza inviare dal send del mixer?
    Insomma è meglio il TC M One o 2 pedalozzi delay e riverbero. Ero innamorato dell’H3000 harmonizer (troppo costoso e difficile da trovare) per le armoniche un po’ alla Eno…
    Cosa dice del confronto rack/pedali?

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      se i pedali non costano 5 lire, è probabile che la loro qualità sia abbastanza paragonabile a quella di un hardware rack professionale – occhio che “hardware rack professionale” non vuol dire “rack che costa 150 euro o 350 euro nuovo”, ma vuol dire “hardware che costa 1500 o 3000 o più euro”… diminuendo le differenze di prezzo, si assottigliano anche le differenze di funzionamento.

      a parte questo, una catena di pedali alimentati individualmente porta sicuramente più potenziali punti critici nel percorso audio di quanto non faccia un singolo multiprocessore professionale; altrettanto ovviamente, il singolo processore è meno comodo, meno immediato e meno divertente della catena di pedali

      Reply

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