VCVRack. Appunti di viaggio: i moduli Fundamental

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Software, Tutorial

Quando, nella comunità elettronica, esce qualche nuovo programma freeware con approccio modulare e funzioni assai ghiotte, si scatena la libido incontrollata e, nella sunnominata comunità, si scatena la caccia al possibile margine di applicazione. Da questo punto di vista, Rack, il nuovo modulare virtuale open source, sembra destinato a fare molto rumore. Ne abbiamo approfittato per buttare giù qualche riga sul funzionamento dei moduli forniti in dotazione – senza voler, per questo, scrivere un manuale che ancora non c’è…

Di Enrico Cosimi

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Il programma si scarica liberamente da qui, richiede una semplice registrazione e poi, dopo aver scaricato l’installer, da dentro il programma, si possono aggiungere i pacchetti di moduli opzionali – sempre gratuiti – che prendono ampia ispirazione da storici moduli Mutable Instruments, Befaco e Syntech/MOTM. La procedura non è difficile, ma per il classico utente Mac poco esperto in azioni da smanettone, può risultare leggermente ostica. Sia come sia, dopo una fase di convulse false partenze, ora Rack funziona anche con Mac OsX 10.11.6.

Attenzione! Per lavorare, avrete bisogno del click destro; quindi, o configurate appositamente la vostra trackpad, oppure tirate fuori dalla soffitta il vecchio mouse hardware. Ne avrete bisogno. 

Lo spazio operativo, alla partenza, è una superficie di cabinet virtuale completamente vuota, pronta per essere popolata di moduli richiamati dal menu contestuale click destro sul fondo vuoto (non fatevi troppe illusioni: i moduli pesano e, ad oggi, il programma non è proprio una piuma sulla CPU).

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Se avete caricato, cioè sincronizzato tutti i pacchetti plug-in dei moduli aggiuntivi, con il click destro avrete accesso all’elenco di moduli riprodotto qui sopra. Non ci sono limiti (se non di CPU) al numero di istanze per il singolo modulo; la scelta è ricca, anche se mancano ancora delle funzioni indispensabili che speriamo verranno presto fornite al musicista (lfo, moduli logici, ring modulator, invertitori, sagomatori di gate, interruttori…).  Per ora, ci occuperemo del blocco moduli Fundamental, quelli cioè che sono sempre disponibili con Rack anche se non si carica neppure un’espansione di plug-in.

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Attenzione! La recentissima versione 0.3.1 – appena resa disponibile sul sito – ha modificato l’ordine di apparizione dei moduli, che ora risultano elencati come riportato nella schermata qui sopra. All’atto pratico, non cambia nulla, ma – di colpo – l’immagine precedente assume un valore archeologico.

 

I moduli Fundamental

Ad oggi, questa categoria comprende: Core Audio Interface (serve per sintonizzare Rack sulle vostre porte di i/o audio), Core Audio MIDI Interface (idem, per le periferiche di controllo), VCO, VCF, VCA, ADSR, VC Mixer, Scope, SEQ-3.

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Audio Interface

Nel modulo, è possibile scegliere il device di ingresso/uscita audio (se non avete nulla di esterno al computer, userete la soluzione Built-In Output), la Sample Rate e la Block Size. Come è facile immaginare, valori più elevati finiranno per tassare in maniera significativa la performance della CPU (già a 44.1 kHz, con tanti moduli aperti, il computer può annaspare); una dimensione più larga dei blocchi rende il sistema meno immediato, ma più solido. Decidete voi in base al computer che state usando. 

Il modulo offre otto connessioni in uscita e altrettante in ingresso; per il normale funzionamento stereofonico, occorre portare il segnale del sintetizzatore alle porte 0 e 1, interpretate come Left e Right. Se avete un’interfaccia audio multiporta, le prime otto saranno indirizzate dal modulo, a patto di avere una corretta installazione del drive corrispondente.

 

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MIDI Interface

Permette il riconoscimento della periferica MIDI di controllo. Per suonare i moduli interni, dovrete scegliere il controllo (input), non quello (output). Oltre alla periferica, è possibile selezionare il canale MIDI desiderato (1-16, All).
Il modulo interpreta, e fornisce su uscite separate, i comandi di Nota On/Off (uscita 1 V/Oct – per l’intonazione degli oscillatori), Gate (per l’articolazione degli inviluppi, e non solo), Mod Wheel (per la conversione della modulation wheel) e Pitch Bend (il segnale non è presente all’uscita 1V/Oct).

 

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VCO

L’oscillatore genera forme d’onda sine, triangle, saw, pulse/square disponibili su uscite indipendenti. La simmetria dell’onda impulsiva è regolabile con il comando di pannello P.WIDTH o attraverso segnale di controllo ricevuto alla porta PWM e scalato con l’attenuatore PWM CV. L’intonazione si controlla con i comandi FREQ e FINE, un LED di segnalazione si accende quando l’intonazione raggiunge un intervallo di ottava; l’escursione complessiva supera le 10 ottave. Dall’esterno, si può controllare l’intonazione attraverso tensione di tastiera (o di sequencer) eventualmente collegati alla porta V/OCT (logicamente priva di attenuatore) per i fraseggi; in alternativa, si può collegare una sorgente esterna (LFO, ad averceli, o segnali in banda audio) all’ingresso FM, dotato di attenuatore FM dedicato; in questo caso, si lavora nel regime della modulazione di frequenza esponenziale. Sarebbe bello, in un prossimo futuro, avere anche la FM lineare.

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L’oscillatore può essere sincronizzato Hard/Soft ad un segnale di riferimento esterno collegato all’ingresso SYNC; la scelta del regime morbido/duro è operata con un selettore dedicato. Qui in alto, a sinistra la sincronizzazione HARD, con interruzione forzata del ciclo; a destra, la sincronizzazione SOFT sulla stessa forma d’onda, con interruzione, inversione e enfatizzazione della sub armonica. 

 

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Le forme d’onda possono essere generate in maniera moderna e inesorabile (Digital), o più approssimata e arrotondata (Analog); le differenze timbriche sono più evidenti, ovviamente, sulle forme d’onda ricche di armoniche. Il selettore DGTL/ANLG permette di scegliere come far suonare il tutto. Qui sopra, le quattro forme d’onda generate con la “pulizia Digital”.

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Qui sopra, le stesse quattro forme d’onda generate con la “curvatura Analog”.

 

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VCF

Produce trattamento Low Pass -24dB/Oct e High Pass apparentemente -12dB/Oct (ma, ad orecchio, potremmo sbagliarci). La frequenza di taglio è regolabile col comando FREQ o con la tensione esterna applicata alla  porta omonima sul pannello; in questo caso, è possibile attenuare il segnale esterno con il comando FREQ CV. Nel caso siano necessarie due o più modulazioni simultanee sulla frequenza di taglio, occorre usare un mixer. La Resonance  è regolabile fino all’auto oscillazione ed è controllabile anche da tensione esterna non attenuabile; allo stesso modo, lo stadio di distorsione DRIVE (pompa il livello e squadra i segnali) è dotato di porta esterna per le tensioni di controllo e gode di comando di pannello dedicato. Le connessioni audio comprendono, ovviamente, IN e le due uscite LPF e HPF.

 

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VCA

Il segnale collegato alla porta IN è moltiplicato per il controllo eventualmente collegato agli ingressi EXP o LIN. Il comando LEVEL agisce da initial gain in assenza di tensioni di controllo, diventa un banale “volume” quando il segnale di controllo viene rilevato a una delle due porte EXP o LIN. Quale porta usare? Dipende dal risultato che si vuole ottenere; la porta LIN è quella più normale, che quasi sempre soddisfa come risultato; la porta EXP risponde in accelerazione tanto in apertura che in chiusura, quindi è perfetta per transienti secchi o suoni corti e percussivi.
La presenza di due circuiti identici all’interno dello stesso modulo permette di lavorare in configurazione VCA1 con Envelope e VCA2 con dinamica di tastiera… purtroppo, per ora, la dinamica di tastiera non è convertita dall’interfaccia MIDI, ma è sempre possibile usare il secondo VCA per controllare il livello generale del sintetizzatore, magari pilotandolo con una delle righe disponibili nel Sequencer.

 

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DELAY

Arriva a otto secondi di ritardo, può essere controllato, da pannello, nei parametri di TIME, FEEDBACK, COLOR e MIX. Gli stessi controlli sono gestibili a distanza attraverso tensioni bipolari non attenuabili. Il delay scrive in RAM il segnale catturato e, variando in tempo reale la sua durata, ne sposta l’intonazione percepita… può diventare il vostro miglior alleato se state costruendo patches ipnotiche a sovrapposizione di segnali. Ovviamente, non mancano le connessioni d’ingresso e uscita per il segnale audio.

 

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ADSR

E’ un tradizionale generatore d’inviluppo ADSR, con i quatrto stadi modulabili attraverso tensioni esterne (sotto sequenza veloce, provate a modulare il Delay Time in assenza di Sustain…). L’inviluppo parte quando il modulo riceve una tensione di Gate e innesca nuovamente l’Attack quando riceve un Trig. Per ora, non ci sono sorgenti di trigger disponibili, ma speriamo nel prossimo futuro…

I quattro LED visualizzano, a partire dalla posizione “ore 12”, la contrazione anti oraria o l’elongazione oraria dei tempi/livelli; prendono pieno senso quando l’inviluppo è sottoposto, stadio per stadio, a modulazioni esterne da parte di segnali di controllo bipolari. L’inviluppo, negli oggettivi limiti della curva dei tempi,  è sufficientemente snappy per permettere la produzione di timbriche percussive; ovviamente, ci sono ampi margini di miglioramento.

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VC MIX

Gestisce tre segnali, collegati ai rispettivi ingressi IN, e li propone sotto forma di mixaggio alla porta OUT più in alto o, individualmente, alle tre porte OUT “di canale”. In questo modo, oltre che come mixer 3:1, il modulo può essere usato come triplice VCA, lavorando con le tre porte di CV presenti presso ciascun ingresso.

Anche il livello generale MIX può essere controllato in tensione, ma il suo controllo è diverso dagli altri tre, perché gestisce segnali bipolari: una tensione di controllo che vada da -1 a +1 invertirà la polarità del segnale in uscita al mixer, rendendolo di fatto simile a un modulatore ad anello Ring Modulator. Le tensioni di controllo dei tre canali in ingresso vanno semplicemente da 0 a +1.

Il modulo, quindi, può essere usato come mixer 3:1, come ring modulator, come triplice VCA indipendente; può gestire tanto segnali di controllo quanto segnali audio.

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SCOPE

E’ un oscilloscopio a doppia traccia (ingresso X e ingresso Y) per visualizzare due segnali che possono essere sommati in ampiezza o alternati tra loro. Ciascun segnale è dotato di regolazione di livello con controllo X o Y SCL e ri-posizionamento verticale attraverso comando X o Y POS. La densità dei cicli mostrati è regolabile con il comando TIME, comune a tutte e due le tracce. Il TRIG di sincronizzazione grafica può essere estratto direttamente dal segnale in osservazione o, attraverso interruttore INT/EXT desunto da un impulso esterno.

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Nell’immagine sopra, a sinistra l’alternanza X/Y delle tracce X e Y, rispettivamente onda triangolare e quadra prodotte dallo stesso oscillatore; a destra, la somma X+Y degli stessi due segnali; per rispettare la dimensione grafica, nella seconda schermata è stato necessario attenuare sensibilmente l’ampiezza dei due segnali in ingresso.

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SEQ-3

E’uno step sequencer a tre file, quindi un 8×3, con diverse funzioni native. La velocità di scorrimento è regolabile con il controllo CLOCK, modulabile anche attraverso tensione applicata all’ingresso sottostante. In alternativa al clock interno, si può pilotare l’apparecchio con un treno di impulsi agganciati all’ingresso EXT CLK (in mancanza di un LFO, per ora si può usare il modulo Tidal o un VCO molto lento…). La messa in movimento è governata con il tasto RUN (una pressione per partire, la successiva per andare in stop). Il tasto RESET riporta forzatamente la sequenza sullo Step 1; il comportamento può essere governato dall’esterno, applicando un Gate alla porta immediatamente sotto al comando. La lunghezza della sequenza, cioè il numero degli Step eseguiti, è regolabile con il comando STEPS; anche in questo caso, è previsto un controllo a distanza – interessante, da questo punto di vita, il controllo attraverso valore della modulation wheel.
Il modulo può controllare il sintetizzatore attraverso le uscite:

  • Gates: la somma di tutti i Gate generati dagli step abilitati con l’interruttore presente in ciascuna colonna. Nella recente versione 0.3.1, il Gate è stato risagomato su un valore diverso dal 100%, permettendo così l’impiego corretto di tutti gli step contigui ed evitando la saldatura in un unico evento.
  • Row 1: l’uscita della fila superiore di valori programmati. Può essere collegata all’intonazione 1v/Oct degli oscillatori.
  • Row 2:l’uscita della fila di mezzo di valori programmati. Può essere usata per accentare l’apertura del filtro.
  • Row3: l’uscita della fila inferiore di valori programmati. Può essere usata per accentare il livello dell’amplificatore.

Ciascuno step è dotato, inoltre, di un interruttore individuale Gate On/Off e di un’uscita individuale di Gate, con la quale innescare comportamenti diversi nello strumento. Accendendo e spegnendo i Gate dei singoli step, è possibile realizzare pause e ritmiche particolari.

La prossima volta, parleremo dei moduli modellati su Befaco e E-Series.

Stay Tuned.

 

 

 

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Comments (8)

  • Gianluca

    |

    Me lo sono perso\non riesco a trovarlo…
    ableton link?

    Reply

  • Gianluca

    |

    Si si già scaricato, ma non ancora giocato.
    Però per dire se ho una macchina scrausa anche linux e volessi sincronizzare con il resto dell’ambaradan…
    sarebbe utile!
    per dire.

    Reply

  • gianluca

    |

    Mh… la dicitura “Note: This repo is unsupported until September 7.”
    sul repository non fa ben sperare.

    Reply

    • Enrico Cosimi

      |

      santità, li deve scaricare – i binaries compilati – e poi deve imparare a usarli… :-)

      a breve, potrebbero esserci interessanti novità 😉

      Reply

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