U-He Satin: il ritorno virtuale del nastro analogico

Written by Attilio De Simone on . Posted in Recording, Software

Gli ultimi 15 anni hanno visto uno sviluppo enorme della qualità audio, l’utilizzo di strumenti ed effetti virtuali ha contribuito ad innalzare in modo esponenziale il livello di purezza delle registrazioni, tanto da rasentare la perfezione, il “Santo Graal” dei tecnici: l’assenza di rumore di fondo. Ma siamo sicuri che questa perfezione sia così gradita? Proviamo a comprendere cosa possiamo fare con Satin della U-He.
Di Attilio De Simone

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Perfetto è bello?
L’esperienza dell’audio analogico ci ha lasciato in eredità una grandissima verità: non sempre la perfezione tecnologica coincide con la bellezza e il fascino di un prodotto musicale. Tipico esempio è l’organo Hammond, pieno di imperfezioni, costruito con una tecnologia ormai più che obsoleta e pieno di comportamenti non lineari, che però rendono unico ogni singolo organo.
Lo stesso discorso vale ovviamente per il recording. La possibilitá di registrare in digitale direttamente su hard disk, impiegando spesso strumenti ed effetti virtuali “impressi” direttamente su hard disk senza passaggi nel “mondo reale”, hanno alzato incredibilmente il livello di purezza delle produzioni audio, riducendo o, talvolta, annullando la presenza di qualsivoglia rumore di fondo.


In questo modo, però, molti musicisti hanno notato la presenza di staticità nel suono dando la sensazione che i brani realizzati in questo modo non “camminassero” adeguatamente. Facendo un salto nel passato, le registrazioni venivano effettuate su nastro analogico, che veniva consideratoa tutti gli effetti un ulteriore strumento, perché non si limitava semplicemente a raccogliere ed ospitare le registrazioni e i mix, ma a colorare il suono della produzione con la propria personalità, grazie ai suoi comportamenti non lineari.

Comportamenti non lineari del nastro analogico… analizziamo quali sono i comportamenti tipici del nastro analogico:

  • saturazione del nastro magnetico,
  • effetto smothing dei transienti di attacco,
  • compressione delle alte frequenze,
  • effetto “head bump”,
  • irregolarità tridimensionali (Asperity 3D),
  • effetto collante (glue) lavorando in multitraccia.

Basta già questo ricco elenco di comportamenti non lineari per rendersi conti di quanto il nastro analogico andasse ad incidere sul suono finale di un missaggio.

Il nostro plug-in
Satin offre la possibilità di colorare i mix effettuati su computer simulando in modo molto credibile tutti i comportamenti non lineare di nastro analogico, il tutto progettato dagli ingegneri U-He che tantissime volte hanno strabiliato l’utenza con strumenti virtuali di altissima qualità (Zebra e Diva su tutti). Oltre ad emulare i comportamenti del nastro analogico impiegato per il recording, Satin spazia su tutto ciò che è “l’universo tape”, e può lavorare anche in modalità delay e in modalità flange. Ma procediamo con calma.
Satin dispone di due sezioni comuni a tutte le modalità di utilizzo.

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Display superiore
Nel display superiore possiamo gestire i seguenti comandi:

  • Makeup: una volta attivato, il livello di output si riduce automaticamente se il livello di input viene incrementato.
  • Tape: possiamo optare per l’emulazione di un nastro dal sapore vintage o più moderno. Il nastro vintage tende a distorcere più rapidamente, perdendo alte frequenze e rafforzando il carattere delle frequenze medio basse. Con il nastro moderno abbiamo una risposta di frequenza più equilibrata e una distorsione meno accentuata.
  • RMS: questa feature serve solo per la visualizzazione del livello di output nel display VU Meter.
  • Soft Clip: l’indicatore si accende solo nel caso in cui viene raggiunto il livello di clipping. Attivando lo switch, si arrotonda il clip rendendo il suono molto più piacevole nel momento in cui il segnale diventa troppo “caldo”.

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Display inferiore
Nella parte inferiore della GUI troviamo la seconda sezione comune a tutte le tipologie di effetto. Il pannello è denominato Service.
Partendo da sinistra incontriamo possiamo agire sui seguenti parametri:

  • Hiss: controlla il livello di fruscio del nastro. Sebbene il fruscio sia considerato da molti un serio svantaggio del nastro, aggiungere un po’ di hiss aggiunge autenticità ‘retro’ e dithering al suono, inoltre può aiutare anche a ridurre l’artificialità dei tagli esistenti in tracce vocali, dove il rumore di ambiente sparisce improvvisamente nel momento in cui tagliamo una traccia audio creando un evidente e sgradevole “buco” sonoro. Il fruscio del nastro è stereo, proprio come un registratore a 2 tracce.
  • Asperity: regola il livello di imperfezione della superficie del nastro, che contribuisce un incremento del livello di sfocatura delle frequenze registrate.
  • Auto Mute: la sua attivazione determina l’annullamento di Hiss e Asperity nel caso di mancanza di segnale di input.
  • Crosstalk: contribuisce a creare l’effetto collante delle tracce.
  • Wow & Flutter: emula l’effetto traballante determinato dal meccanistro di trasporto del nastro. Utilizzato in maniera moderata può dare un notevole fascino alle registrazioni. Il potenziometro è molto sensibile e può passare da un intervento delicato e appena percepibile ad un intervento molto più presente fino a raggiungere una vera e propria vibrazione del segnale.
  • Bias: determina la polarizzazione del nastro. A valori bassi si migliora la risposta delle alte frequenze incrementando il livello di distorsione. A valori più elevati si ottiene una distorsione inferiore a discapito però delle alte frequenze. Impostando il valore su 0.00 si ottiene il migliore compromesso: una risposta abbastanza lineare senza eccessiva distorsione.
  • Gap Width: può bilanciare la distanza tra le testine, modificando di conseguenza la risposta in frequenza.
  • Bump: controlla la quantità consentita di risonanza in bassa frequenza. A valori più alti corrispondono maggiori fluttuazioni e risonanza.

Tra i parametri di circuito abbiamo:

  • Rec EQ / Repro EQ: le curve di equalizzazione per le testine di registrazione e riproduzione. Possiamo selezionare varie curve di EQ che riprendono comportamenti standard, che sono elencati in una tabella del manuale.
  • Headroom: per impostazione predefinita, l’headroom del circuito di registrazione e riproduzione è impostato 9dB sopra del livello del nastro 0dB, lasciando un certo margine prima di iniziare a sentire la distorsione del circuito. Per la massima saturazione del nastro e trasparenza circuito, si consiglia di impostare valori elevati. Se si vuole ottenere un suono grintoso, tipo brickwall di distorsione, va settato un valore basso, ma si perde buona parte della vivacità del nastro.

Il cuore del plugin è caratterizzato da tre comportamenti differenti:

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Modalità Studio
Questa è la modalità che consente di lavorare come normale nastro. Di seguito le funzioni che possiamo gestire:

  • Speed ips: la velocità (in pollici per secondo) a cui scosse il nastro. A maggiore velocità corrisponde maggiore fedeltà della risposta audio e rumore di fondo meno invadente.
  • Pre-Emphasis: questo controllo rappresenta il gap della testina di riproduzione che determina la sua risposta ad alta frequenza, minore è il divario, migliore è la risposta.

La sezione centrare consente di assegnare i settaggi di tutta la modalità tape ad uno degli otto gruppi disponibili. Questa funzione è molto utile quando si utilizza il plugin in modalità processore multi traccia. Per maggiori delucidazioni e qualche esempio pratico su questa interessante funzione si consiglia di approfondire consultando il manuale.

  • Compander: comprende un encoder/decoder di noise reduction. È possibile selezionare 5 differenti tipologie che si rifanno a differenti famiglie di apparecchiature

Modalità Delay

Questa modalità rappresenta un ricchissimo bonus perché rende il plugin un raffinatissimo delay a nastro dal sapore squisitamente vintage, grazie ai sofisticati algoritmi implementati da U-He.
Tramite il comando Repro Heads, possiamo optare tra l’impiego di due nastri…

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…o quattro nastri, per ottenere effetti di delay molto ricchi ed articolati.

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Ovviamente, l’utilizzo di un sistema di delay complesso a quattro nastri comporterà un maggiore carico sulla CPU.

Oltre al già analizzato comando di Speed ips (sincronizzabile al bpm dell’host tramite lo switch di Tempo Sync), abbiamo il comando di Routing che consente di gestire il segnale dal tipico formato Multi-mono (ogni canale stereo fa confluire il proprio output nel proprio input), Selecting Cross (in cui l’output di un canale va a confluire nell’input del canale opposto) e Ping-Pong (in cui si somma il segnale stereo in mono).
Per ogni singolo nastro abbiamo identici comandi indipendenti che ci consentono di regolare:

  • la distanza tra la testina di regitrazione e quella di riproduzione,
  • l’intensità e il tempo di modulazione di un LFO a forma d’onda sinusoidale,
  • il livello di volume del delay.

Infine abbiamo una serie di comandi comuni per tutti i nastri:

  • Mix: regolare il rapporto tra segnale non processato e segnale processato.
  • Feedback: gestisce il numero di ripetizioni.
  • Limit: aggiunge un limiter dinamico al circuito di feedback.
  • Low Cut/High Cut: due filtri taglia basso/alto.

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Modalità Flange
La modalità Flange non emula l’effetto Flanger per come si conosce oggi, originariamente il flange era un effetto ottenuto meccanicamente in determinati momenti di un brano, che comportava l’utilizzo di due macchine a nastro identiche che riproducevano registrazioni identiche eseguite in sincrono, ma con il primo nastro che girava a velocità costante e il secondo un po’ rallentata. Applicando una pressione sul secondo nastro si otteneva una variazione di velocità che determinava il tipico effetto meccanico denominato flanger. La realizzazione di questo effetto era particolarmente complessa e comportava, oltre alla disponibilità di apparecchiature molto costose, anche ore e ore di pratica e tentativi.
Ecco i comandi:

  • Trigger: questo pulsante avvia una scansione. L’indicatore si sposta in avanti o indietro ( TAPE2 viene accelerato o rallentato). Un’attivazione automatica è possibile dopo l’attivazione del MIDI Learning.
  • Fade: possiamo impostare indipendentemente gli stadi di fade-in e fade-out.
  • Multiply control: accorcia o allunga i valori prefissati dal Fade selector.
  • Shape: questi controlli influenzano la curvatura (s) dell’effetto automatico.
  • Range. Determina il ritardo massimo tra le due macchine e imposta la prima macchina su un valore statico, pari alla metà del valore di range.
  • Phase invert: esegue due macchine a nastro in parallelo, normalmente il valore di volume dovrebbe raddoppiarsi se i due segnali sono perfettamente allineati. Attivando il Phase invert otteniamo l’inversione della fase del secondo nastro facendo di conseguenza annullare i segnali di entrambe le tracce.
  • Manual Flange: si può spostare il cursore manualmente invece di gestire il flange automanticamente (è possibile attivare il MIDI Learn per gestire fisicamente questa funzione)

Tiriamo le somme
Satin è un plugin davvero notevole che conferma la qualità degli ingegneri U-He e il notevole passo in avanti che stanno facendo i plugin. Le tracce trattate con Satin sembrano prendere nuova vita, si colorano di analogico. Applicato su un mix, Satin darà un calore analogico alla traccia. La modalità delay è davvero notevole e il sapore che verrà dato ad una chitarra o ad un sint sarà prettamente analogico.
La U-He sta portando la programmazione su livelli completamente nuovi, in grado di garantire tridimensionalità ed “elettricità” al suono digitale. In attesa del sint modulare Bazille, che dalle prime schermate ed indiscrezioni sembra promettere più che bene….

Maggiori informazioni sono disponibili a questo link dove è possibile provare una demo ed ascoltare dei files audio di esempio.

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Comments (3)

  • Jacopo Mordenti

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    Bella recensione. Tra l’altro è interessante notare, qui su Audio Central Magazine, come due validi sviluppatori come Nomad Factory e U-He abbiano intrapreso due percorsi relativamente diversi per ottenere una stessa tipologia di prodotto. Non è sorprendente quanto sia in grado di affascinarci – persino suggestionarci – l’imperfezione?

    Reply

  • Attilio De Simone

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    Ciao Jacopo, i due plugin mi sembrano abbastanza diversi, sebbene si “tocchino” in alcune funzioni. Il Satin è dedicato solo al nastro e lo fa molto ma molto bene. La U-He sta facendo uscire dei prodotti davvero notevoli.

    Reply

  • Jacopo Mordenti

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    Assolutamente d’accordo: U-He è forse fra le realtà più interessanti nel panorama del software musicale.

    Confermo la diversità – non solo e non tanto come resa, quanto come operatività e finalità implicita – fra Magnetic II e Satin: come dicevo, quello che è curioso è proprio questa capacità di battere due strade diverse puntando – per sommi capi – a una medesima direzione.

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