U-He Diva 1.3.1: un aggiornamento significativo

Written by Attilio De Simone on . Posted in Software

 Uno dei synth virtuali più discussi del momento arriva ad un aggiornamento significativo: la versione 1.3.1. Prima di analizzare le nuove features dell’aggiornamento ricordiamo le caratteristiche di Diva: offre ricostruzione meticolosa dei più importanti circuiti di synth analogici che hanno fatto la storia della musica, replicati fedelmente in realtime grazie alle metodologie industriali di simulazione.

Di Attilio De Simone

diva

Il risultato è un suono tridimensionale, profondo, che conserva tutte le caratteristiche sonore dei synth analogici. Di contro abbiamo un utilizzo massiccio della CPU, il calcolo in tempo reale di tutti questi parametri si trova ad incidere non poco. Comunque, è possibile lavorare su alcuni parametri per ridurre il dispendio della CPU e renderlo accettabile anche per qualche PC di vecchia generazione.

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Quali sono le innovazioni apportare con la versione 1.3.1?

Per prima cosa, l’integraizone del Digital OSC.  Fortemente ispirato ai synth virtual analog della fine degli anni ‘90 (Roland JP8000 in primis) sono disponibili due oscillatori con le seguenti forme d’onda selezionabili: multi saw, triangle wrap, noise, feedback, pulse, saw e triangle normali. La possibilità di sync, una ring modulation e una ricca fonte di modulazione degli oscillatori completano l’oscillatore. Il suono è molto credibile ed efficiente.

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Nuovo filtro Uhbie

Filtro modellato sulla base di famoso filtro VCF State Variable pionierizzato da Tom Oberheim nella storica architettura S.E.M. La possibilità di effettuare un passaggio graduale tra lowpass e highpass consente di ottenere anche funzioni di notch e bandpass.

03

IA grande richiesta: l’arpeggiatore.

L’arpeggiatore è stato programmato ispirandosi fortemente alle funzioni presenti negli arpeggiatori del passato. Le modalità disponibili sono up, down, up+down 1, up+down 2 e random. Possiamo lavorare fino a 4 ottave di estensione, e tra le tipologie di progressioni abbiamo la “Leap” presente su alcuni synth monofonici molto rari.

A quando uno step sequencer interno? Ottimisticamente, è lecito bene sperare, vista la tendenza a concretizzare le richieste dell’utenza espresse nei vari forum: tra gli user U-He, anche uno step sequencer integrato nel Diva è particolarmente richiesto…

 

Ulteriori implementazioni nella versione 1.3.1

Abbiamo:

60 nuovi factory presets che utilizzano i nuovi moduli integrati nel Diva.

Supporto AAX per Pro Tools 10/11

Velocizzazione dei tempi di apretura della GUI

 

L’insieme

Riassumento, attualmente i synth a cui si ispirano per grandi linee i moduli del Diva sono i seguenti: Roland Alpha Juno, Roland JP 8000 (nuovo entrato), Roland Juno 60, Roland Jupiter 6, Roland Jupiter 8, Moog Minimoog, Moog Polymoog, Korg MS 20.

Per come suona, il prezzo del Diva è davvero molto interessante e contenuto, sopratutto considerando che il synth continua ad arricchirsi di moduli e funzioni.

Per maggiori informazioni 

 

E se volessimo strafare?

Come diceva uno spot di pneumatici di qualche anno addietro “La potenza è nulla senza il controllo”.

Se vogliamo estrarre il meglio da Diva e controllare il synth come un vero e proprio hardware, ci vengono incontro gli sviluppatori di Synth Project (tedeschi come la U-He) che hanno realizzato un controller dedicato a Diva in grado di gestire tutte le sue funzioni in tempo reale con lo stesso approggio grafico e di design del Diva. Con questo controller possiamo lanciare il software da computer e poi chiudere lo schermo perché non avremo più bisogno di guardare il computer. Gli unici difetti di questo controller sono i tempi di attesa (circa 3 mesi dalla date dell’ordine) e il prezzo, ma va detto che la componentistica usata per la realizzazione è davvero di altissima qualità. Dalla tastiera, fino ai supporti in legno, non viene trascurato alcun dettaglio e non abbiamo a che fare con la solita tastiera/controller di plastica economica (realizzata più o meno bene a seconda del produttore), bensì abbiamo un vero e proprio strumento di alta qualità. 

Per curiosità, guardate gli altri controller disponibili, come quelli per l’IMS20 e l’Animoog (con annesso spazio per inserire l’IPad) e per il sontuoso Poly-Ana o del mostruoso Alphatron, un vero e proprio muro di controlli.

Qui dei video esplicativi: 1 e 2

 

 

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Comments (11)

  • Antonio Antetomaso

    |

    Hai capito questi della Synth Project che business si sono inventati?
    Niente male. Sarebbe da provare qualcuno dei loro controller per vedere come risponde e quanto è usabile.
    In merito a Diva, che dire, sono da sempre un grande fan e l’utilizzo di CPU con le nuove versioni smette quasi di essere un problema. Ed io ho un banalissimo core duo su un iMac 21.5 del 2009. Figuriamoci con un i7 che ti buttano dietro.
    E finalmente l’arpeggiatore, l’ho sempre considerato l’unico vero grande limite di questo synth. Certo lo step sequencer integrato sarebbe la ciliegina sulla torta. Chissà come mai non ci hanno pensato a realizzarlo insieme all’arpeggiatore. Fatto trenta…

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  • Attilio De Simone

    |

    In realtà questi della Synth Project utilizzano controller normali che smontano e riposizionano sulla base dell’estetica del plugin o del synth di riferimento. Alla fine la differenza tra un hardware e un software è proprio nei controlli. Se utilizzi un’interfaccia pienamente corrispondente sia come numero di controlli che di struttura visiva, alla fine non avverti più differenza tra un hardware Virtual Analog e un plugin gestito in questo modo. Ovviamente oltre a ottimizzare i controlli, è l’alta qualità costruttiva di tastiere e corpo che rendono questi controlli affascinanti. Materiale di alta qualità, legno. Alcuni controller sembrano quasi degli hardware. Bel lavoro, ma costosissimo. Proprio per chi se lo può permettere e non vuole badare a spese per avere il meglio.

    Reply

  • Antonio Antetomaso

    |

    Uhm…mi chiedo però se a quelle cifre ne valga veramente la pena sai?
    Anche perchè controller + PC sufficientemente carrozzato + software….non sarebbe meglio propendere per un VA hardware?

    Reply

  • Attilio De Simone

    |

    Onestamente, non lo so. Un controller di questo tipo lo prendere solo se avessi a disposizione così tanti soldi da potermi permettere uno sfizio del genere, perchè di “sfizio” trattasi. Sicuramente, per te che sei un user Mac, avere un controller come quello per l’Animoog potrebbe essere molto utile, al di là dei costi. D’altra parte se fanno questi prodotti vuol dire che incontrano l’interesse del mercato. Comunque, se dovessi fare proprio una pazzia, più che un controller andrei a prendere qualche aggeggio tipo questo
    http://www.synth-project.de/doepfer_dark.html
    due dark energy pilotati da un dark time con l’aggiunta di un delay e un phaser, il tutto all’interno di un bellissimo case in legno che ricorda un minimoog. Sono bei prodotti artigianali, pensati anche in modo intelligente e destinati alla clientela che ha soldi da spendere.

    Reply

    • Antonio Antetomaso

      |

      Guarda, su Animoog io sono tra quelli che crede fermamente che questo synth acquisti ancora più valore quando suonato da iPad, talmente è fatto bene ed è particolare. Quindi non saprei.

      Invece il prodotto che combina i due Dark Energy e il Dark Time è veramente una figata pazzesca. Questo si. Non riportano il prezzo però, chissà come mai 😀

      Reply

      • michele

        |

        Il prezzo c’è:
        http://www.synth-project.de/doepfer_overview.html
        Quello che non si capisce è se i vari prezzi (ad esempio per Diva) si riferiscono al costo del materiale per realizzare il modello da sè, se il prezzo indicato si riferisce al modello costruito dall’autore e il tempo in mesi a cosa si riferisce: costruzione da sè, costruzione da parte dell’autore, ecc ecc
        I modelli sono veramente belli, la finitura pare superlativa, peccato questa consufione su prezzi, tempi, ecc
        ciao a tutti michele

        Reply

        • Attilio De Simone

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          Mi sono informato. I prezzi relativi ai synth sono solo per l’acquisto del materiale e al momento hanno sospeso la realizzazione di controller e di synth finchè non completano un progetto a cui stanno lavorando. Quindi per il momento non è possibile fare ordini presso di loro. Sempre sul loro sito c’è una guida per i più “spericolati” che intendono sviluppare controller simili ai loro, però la guida è solo in lingua tedesca.
          http://www.synth-project.de/how_to.html

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  • Attilio De Simone

    |

    In verità i prezzi sono disponibili qui
    http://www.synth-project.de/doepfer_overview.html
    tutto sommato 1.800 € per questa macchina mi sembrano giusti. Già solo con il costo di acquisto dei due dark energy più il dark time si superano i 1.200 €, mettici il delay, il phaser, la tastiera, il materiale in legno e la sua lavorazione, la manodopera. Alla fine è un prezzo che ci può stare tutto.

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