Campionare o non campionare?

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Nella normale pratica didattica – in questo caso, presso la stellare NUT Academy di Napoli – prima o poi si arriva alla questione se sia pratico, comodo o quantomeno utile campionare un sintetizzatore o una batteria elettronica, piuttosto che procedere al loro acquisto. O alla loro appropriazione indebita.

Di Enrico Cosimi

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Le cose sono meno semplici di quanto possono sembrare al momento: sia per l’oggettiva antichità della tecnica di campionamento (quindi, per una sua reale uscita di scena), sia per la difficoltà delle procedure da mettere in atto, è chiaro che acquisire – in modo più o meno lecito – una libreria per Kontakt (tanto, ormai, si trova di tutto) può risultare più facile e veloce.

Quando si campiona un sintetizzatore, se ne fotografa il timbro prodotto senza poterlo poi modificare in maniera eccessivamente ampia. Supponiamo di campionare un synth brass classico, con tanto di filtro appena risonante, doppio oscillatore scordato e buona tenuta timbrica: per quanto potente possa essere il nostro campionatore, non sarà possibile aprire il filtro più di quanto non sia stato aperto il filtro del sintetizzatore vero e proprio e, allo stesso modo, non sarà possibile accordare con maggior precisione due oscillatori eventualmente campionati in battimento.
Le cose sono meno scomode se il suono che si campiona, che si acquisisce insomma, è di tipo percussivo e dovrà essere usato così come è, senza eccessive modifiche. Da questo punto di vista, le timbriche percussive delle classiche drum machine Anni 80 sono perfette per fare pratica.
Ma è proprio vero?

 

La batteria elettronica

La classica batteria elettronica analogica Anni 80, sia essa una veneranda TR-808 o un suo clone Acidlab MIAMI odierna, offre 11 timbriche ottenute attraverso una faticoso processo di costruzione sintetica: Bass Drum (con due sinusoidi T-Bridged), Snare Drum (con Tone, Click e Noise), Tom Hi-Mid-Lo modificabili in Conga (con pitch envelope, click iniziale e tono), Rim Shot/Clave (con oscillatori e inviluppi ben calibrati), Hand Clap (con tre inviluppi a raffica e un filtro risonante statico sul noise generator), Maracas, Cow Bell, Cymbal (con sei oscillatori e un complesso sistema di filtraggio multibanda), HiHat Open e Close.

 

Molto semplice
Molte di queste timbriche sono “statiche”, cioè dotate di un unica regolazione di livello e non personalizzabili da parte del musicista: Closed HiHat, Cow Bell, Hand Clap, Maracas, Rim Shot, Clave.

 

Un pochino meno semplice

Altre timbriche sono invece dotate di regolazione Tuning che può essere facilmente duplicata/mimata all’interno del campionatore (basterà agire sul parametro di Pitch): Low-Mid-High Tom e, simmetricamente, Low-Mid-High Conga.

Allo stesso modo, la timbrica di Open Hat è dotata di un controllo Decay che può essere simulato agendo sui parametri analogici del campionatore: si campiona il suono col massimo del Decay Time disponibile e poi, con un poco di buona volontà, lo si riaccorcia lavorando con il Decay Time dell’inviluppo di ampiezza presente nel campionatore. 

 

Le cose si complicano

Le cose si complicano, appunto, quando le timbriche hanno uno o più parametri collegati alla natura di sintesi del suono stesso: specie se il campionatore non offre un corredo di parametri analogici individualmente regolabili per ciascun sample (ma, come per Ableton Sampler, offre un unico filtro con un unico inviluppo su tutto il blocco dei sample mappati al suo interno), occorre prendere drastiche decisioni al momento dell’acquisizione audio.

Di seguito, riportiamo qualche considerazione presa in atto al momento della cattura sonora effettuata ai danni della TR-808 che sarà oggetto di “acquisizione didattica”.

 

Bass Drum

Offre due parametri di Decay (da cortissimo a lunghissimo), che agisce sulla durata d’ampiezza del segnale, e di Tone (che scurisce il timbro privilegiando la componente sinusoide nei confronti del semplice click sul transiente iniziale). Vista l’impossibilità di campionare separatamente le componenti timbriche della Bass Drum, l’unica strada consiste nel fare tanti campionamenti (non solo con e senza Accent – lo assegneremo alla Key Velocity del campionatore), ma prevedendo i più comuni accoppiamenti di regolazione Tone/Decay.
Per questo motivo, si può campionare: Tone chiuso – Tone a metà – Tone aperto con Decay corto, poi con Decay medio, poi con Decay lungo. Sono nove campionamenti senza Accent e nove campionamenti con Accent. (Successivamente, occorrerà decidere come mappare le nove timbriche di Bass Drum).

 

Snare Drum

Anche in questo caso, i parametri sono due: Tone (privilegia il click nei confronti del tono) e Snappy (la quantità di white noise inviluppato che simula la retina). Senza troppa fantasia, possiamo ipotizzare nove rullanti da campionare, con e senza Accent: Tone chiuso – Tone a metà – Tone aperto, con Snappy al minimo, poi a metà corsa, poi al massimo. Con tanto tempo e tanta pazienza a disposizione, si possono fare cinque regolazioni diverse per ciascuno dei due parametri, o sette, o nove…

 

Cymbal

I due parametri in questione sono di tipo più scivoloso: Tone, questa volta, oltre a variare il contenuto armonico, privilegia i canali realizzati con filtraggio band pass rispetto a quelli ottenuti per trattamento high pass (insomma: comunque si decida, qualcosa andrà perso); Decay, invece, è la normale durata d’inviluppo. Anche in questo caso, si può rozzamente risolvere con tre diverse coppie di campionamenti (con e senza Accent) per altrettante regolazioni di Tone, tenendo al massimo costantemente il Decay Time.
Se il sampler offre un inviluppo d’ampiezza individuale per ogni campione, tanto meglio, altrimenti conteremo sul fatto che anche tenendo la lunghezza massima del Cymbal, non ci saranno effetti collaterali su cassa e rullante, che termineranno per conto loro.

 

Alla fine della sessione di campionamento, un pensiero potrebbe sorgere spontaneo: ma non è che, dopo ore e ore di fatica, poteva essere più conveniente cercare una MIAMI usata su Mercatino Musicale? 

 

Comments (14)

  • Matteo

    |

    Ciao ritengo che questo articolo sia interessantissimo e racchiude una delle domande che tutti prima o poi ci siamo posti..
    Personalmente per anni ho cercato di ricreare delle sequenze ritmiche di 808 0 909 partendo dai campioni( anche di ottima qualità), il risultato finale però non mi ha mai soddisfatto pienamente.
    Mi spiego meglio; la singola voce può anche suonare fedele all’originale, ma è l’impasto finale che non si amalgama alla stessa maniera probabilmente frutto della “staticità” dei sample digitalizzati, rispetto all'”imprevedibilità” analogica delle macchine originali..
    Insomma forse non ho mai trovato la ricetta giusta nel mix o forse è effettivamente difficile avvicinarsi con precisione. “Chissà :)”

    Grazie per l’ottimo articolo

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    • frabb

      |

      utilizzare una 808 o utilizzare dei suoni campionati da una 808 semplicemente sono due cose diverse, come avere un batterista vero con cui lavorare o decidere di utilizzare dei loop scaricati da internet: si tratta solo di capire pregi e difetti e potenzialità e limiti del sistema che scegliamo di usare, non esiste un meglio o un peggio. I chemical brothers dei primi 2 dischi hanno stra abusato sia di campionamenti e loop che di 808 “vere e proprie”, e i risultati sono stati grandiosi. Non è detto che disporre di steve gadd in sala di incisione porti necessariamente ad un risultato migliore che avere una 808 o un plugin o un campionatore scrauso collegati al mixer da 100 euro, dipende tutto da quello che sto facendo, come lo sto facendo e perchè. E no, nel 2016 non spenderei mai dei soldi nemmeno per una miami usata :)

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    • frabb

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      un altro discorso se invece voglio “emulare” in qualche modo uno strumento/strumentisa che non ho sotto mano e di cui devo “nascondere” l’assenza: se devo produrre un demo di black metal e sono senza batterista, una roba come battery mi può letteralmente togliere le castagne dal fuoco, ma certo in questi casi si può dire con tutta franchezza “non è la stessa cosa”. Se invece sto facendo della techno, il discorso cambia.

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    • Enrico Cosimi

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      le variabili in gioco sono parecchie: basta anche solo che i campioni non siano tagliati ESATTAMENTE sul transiente di attacco, per avere un feeling diverso…

      inoltre, è necessario prevedere le intermodulazioni e le distorsioni che escono fuori quando tanti segnali ricchi di transienti si trovano allineati sull’unico canale mix di uscita della macchina analogica – per non parlare della possibilità di lavorare ANCHE con le uscite separate; insomma, può essere MOLTO difficile catturare il comportamento impreciso della natura analogica

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  • Enrico Cosimi

    |

    mah…

    il sequencer della 808 è talmente “limitato” per gli standard umani (max resolution 32simi, niente swing, niente realtime), che l’uso dei campioni esportati dalla macchina e riallineati sopra un qualsiasi piano roll può, paradossalmente, aprire panoramica di maggior flessibilità

    senza contare che, avendo la pazienza di campionare ogni timbrica con e senza accento, si può programmare in griglia con maggior libertà “espressiva” di quanto non sia concesso nella macchina originale

    anche se, a suo tempo, ho comprato la 808 per rifare i pattern di neil pera (altri tempi, altra esperienza… eh eh eh), è chiaro che se lavori con quel tipo di drum machine, NON ti interessa sostituire un batterista in carne e ossa…

    :-)

    Reply

    • Marco

      |

      Meglio ancora usare la macchina pilotandola con un BSpro, a questo punto

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  • Attilio

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    Poi ci sono i Korg volca e i pocket operator di teenager engineering che per pochissimi euro offrono sonorità degne di nota. Per non parlare delle drum machine su ipad, akai, korg e arturia fra le altre offerte. Le alternative non mancano proprio e sono in grado di offrire più o meno le stesse sonorità.

    Reply

  • christian

    |

    Beh ma il campionamento come lo hai descritto tu credo sia morto da eoni ormai, con tutte le librerie che ci sono ecc ecc . poi ci sono quelli come me che campionano in maniera creativa, magari dell’ 808 vera ci ho fatto delle librerie della “808 passata nella lavatrice ” perchè il suono è il mio , oppure il phon di casa tunato e passato per l’ ms20 .. insomma cosi’ il campionamento ha ancora un senso, e molto forte , quindi viva il campionamento e i vintage samplers !!

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    • Enrico Cosimi

      |

      non ti credere: quando devi imparare a usare Sampler di Ableton, la cosa migliore è avere a disposizione modelli classici di strumenti da campionare, sia con andamento percussivo, sia con loop di sustain

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    • Marco Zoppi

      |

      Che differenza c’è tra acquistare una libreria o campionare creando la propria libreria? Fondamentalmente si è parlato di campionare non campionare con un campionatore hardware…

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      • Enrico Cosimi

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        in rete, è STRApieno di librerie 808 pronte e confezionate; ma se perdi qualche ora di tempo a imparare come campionare, poi come mappare, poi come editare, di sicuro nei trai giovamento

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        • Marco Zoppi

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          Esatto, poi dopratutto ora il campionamento è anche più veloce efficiente e più creativo di prima in confrontò alla difficoltà di base dei campioantori hardware

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  • David

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    L’articolo si presta a infiniti spunti di riflessione e antichi quesiti che non troveranno mai una risposta univoca. Se da una parte la diatriba sulle timbriche melodico/armoniche vede lo scontro synth analogico/digitale hardware/softsynth, sulle timbriche percussive gli interrogativi riguardano drum machine/controller e sintesi vs sampling. Su quest’ultimo vorrei buttare ulteriore carne al fuoco. Da una parte la generazione sintetica ci offre un livello di personalizzazione maggiore sulla timbrica da ottenere, mentre un sample pronto all’ uso, non offre possibilità di modifica a monte e inoltre come ha fatto notare Enrico, se ad esempio ci sono imperfezioni sul transiente di attacco viene compromesso l’intero feeling e riassumendo un istantanea di un intera timbrica si perde in quanto tale, delle sfumature. E’ altresì da analizzare però un aspetto: nella generazione sintetica percussiva i parametri a nostra disposizione sono molto più limitati, per la natura stessa dei transienti che lo caratterizzano che ci portano ad approdare ad archetipi inevitabilmente prestabiliti. Per farla breve per altre categorie timbriche le possibilità di esplorazione timbrica attraverso le varie tipologie di sintesi (sottrattiva,wavetable,fm,granulare) sono vastissime, cosa che non accade per le percussioni per le quali i riferimenti stilistici si rifanno a precisi modelli che conosciamo in base al contesto stilistico e culturale. Tutto ciò scritto da un seguace MFB Tanzbar ed Elektron Machinedrum/Analog Rytm ma se all’ atto pratico in certi contesti sia più utile NI Maschine o le macchine sopraelencate lascio ai posteri l’ardua sentenza…

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    • Enrico Cosimi

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      tra l’altro, se il campionatore è sufficientemente “allegro”, mi viene in mente Sampler Ableton, per dirne uno, si possono fare belle cose anche partendo da semplici “fotografie sonore”…

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