Telefunken CU-29 HC – Microfono a valvola

Written by Emiliano Girolami on . Posted in Gear, Recording

Per il test di oggi siamo andati a trovare Alberto Rossetto al Milk Audio Store di Roma. In attesa di novità di cui parleremo presto, abbiamo portato in studio un microfono valvolare Telefunken: il Cu-29 noto anche come Copperhead.

di Emiliano Girolami

 Copperhead

Telefunken è un’azienda nata in Germania nel 1903 da una joint venture tra Siemens e AEG. I primi microfoni con questo marchio sono datati 1947 realizzati grazie a una collaborazione con Georg Neumann (stiamo parlando del famigerato U47) al quale seguì (complice l’interruzione della collaborazione con Neumann e il conseguente apparentamento con AKG) il modello ELA M251 parente stretto del C12 di austriaca memoria. Dopo alterne vicende il marchio è stato acquistato da Toni Fishman che ha costituito l’attuale Telefunken Elektroakustic basata in USA.

Il catalogo attuale si compone dei modelli top (ELA M251 e M260, U47 e C12) che costano come una utilitaria e alcune serie più abbordabili: La M60FET, la Dynamic e la RFT di cui il modello in prova fa parte. Quest’ultima è composta da tre modelli a valvole che sono sempre costruiti a mano in USA ma utilizzano capsule sviluppate in modo specifico per questa serie che sono realizzate con criteri industriali. Il risparmio è notevole è, grazie alla serie RFT, è possibile portarsi a casa un microfono a valvole, con tubi NOS e componenti top senza vendere l’automobile.

Arriviamo al caso specifico. Il modello CU-29 deve il suo nome al fatto che la griglia, il logo e la base del cilindro metallico sono ricoperti da uno strato di rame (per la cronaca, il simbolo chimico del rame è Cu e il suo numero atomico è 29). Grazie a questa caratteristica il microfono è meglio conosciuto, come detto, con il nome di Copperhead.

Copperhead

Il circuito è frutto di un nuovo design che non fa riferimento ai modelli storici ed è sviluppato attorno a una valvola NOS (New Old Stock) 5654W, un pentodo realizzato per l’esercito e la marina americani da General Electric.

La capsula è una TK67S a diaframma largo e metallizzata da una sola parte (il ché rende il nostro CU-29 un microfono a diagramma polare cardioide in senso stretto). Il microfono alloggia in un lussuoso cofanetto in legno. La versione che abbiamo preso è la HC (Hard Case) che racchiude tutti gli accessori e il microfono in un flight case a prova di bomba. Oltre al microfono sono forniti: sospensione elastica dedicata, cavo di ottima qualità a sette poli e alimentatore.

CaseByTFunk

L’assemblaggio è solido e i componenti sono top. Il trasformatore di uscita è un Lundall LL1935. L’insieme da una sensazione di affidabilità, qualità e cura del particolare. Nulla è lasciato al caso e non si vedono segni di approssimazione o tentativi di risparmio. Le parti metalliche sono militar grade.

Il prezzo non è basso (1.400€+IVA) ma questo particolare porta a una seria riflessione. Da qualche anno si assiste al proliferare di microfoni a condensatore a prezzi abbordabili. Questo grazie ai migliori processi produttivi e all’uso di componenti che favoriscono costi contenuti perché lavorabili senza un massivo intervento di manodopera. Negli ultimi mesi, poi, si sta sviluppando un’area di mercato relativa ai microfoni valvolari tra i 1000 e 1500€. Questi sono buoni, a volte ottimi, ma lasciano trasparire nei dettagli alcune approssimazioni che, com’è ovvio, sono lì grazie alla volontà dei costruttori di offrire strumenti ben suonanti a prezzi ragionevoli. Con la serie RFT Telefunken cambia le carte in tavola perché riesce a offrire microfoni che non hanno nulla da invidiare (almeno dal punto di vista costruttivo) ai top della casa con un prezzo che è 5-7 volte inferiore e che si posiziona poco al di sopra della concorrenza pur offrendo una qualità che è nettamente superiore. La serie RFT anche nei modelli più importanti costa meno (e nel caso del CU-29 molto meno) di un Neumann U87, per fare un esempio, ma offre molto (tecnologia valvolare, tubi NOS, componenti top e costruzione in USA) in termini di usabilità, durata e, lasciateci dire, feeling con lo strumento.

 

Board_byTFunk

In uso

Copperhead è cardioide e basta. Facile da configurare, basta fare i collegamenti, accendere l’alimentatore e aspettare qualche minuto di warm up. Al primo suono emesso è inevitabilmente associato l’effetto WOW! La voce è calda ma dettagliata, presente senza essere fastidiosa, dinamica, intima, sfrontata se si vuole. Muoversi intorno alla capsula aiuta a mettere in risalto i sovratoni o ad avvicinarsi all’ipotetico ascoltatore. Tutto è riprodotto in modo da risultare fedele ma più grande. Il fuoco è largo. Muoversi consente di equalizzare la risposta, avvicinarsi favorisce l’intimità. Il guadagno è alto e non si avvertono segni di saturazione (ma la mia voce non è potentissima). Il colore è unico. Le stesse sensazioni si provano con la chitarra acustica (Gibson J15) che diventa, insieme al microfono e al preamp (WarmAudio WA73EQ o Heritage Audio HA73EQ), uno strumento musicale unico. Anche qui muoversi non porta fuori fuoco ma favorisce i colori e aiuta l’interpretazione. Corpo, dettaglio e personalità. Il suono che cercavo da tanto e… Copperhead rimane in studio.

Vi lasciamo con due pezzi in cui voci e chitarre sono ripresi con il Telefunken CU-29HC (Find the cost of freedom di S.Stills e Destinazione paradiso di G.Grignani). In entrambi i casi non sono state aggiunte elaborazioni nel mix ad esclusione dei riverberi. Buon ascolto.

 

 

 

 

 

 

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