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Un’intervista con Roland Kuit

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Events

In attesa del denso workshop sulla programmazione non convenzionale con i virtual modular synthesizer, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Roland Kuit, uno dei più accreditati maestri della programmazione che gli utenti NMG2 – e non solo – hanno da tempo imparato ad apprezzare… La lettura offre più di uno spunto di riflessione.

di Enrico Cosimi

 

ACM. Tu sei un programmatore assai raffinato; puoi parlarci del tipo di studi che hai fatto? Quando e dove hai imparato a padroneggiare l’uso dei sintetizzatori?

R.K. E’ iniziato tutto molto tempo, nel mio ambiente familiarel’ascolto della musica ha avuto un ruolo molto importante: mia nonna suonava il pianoforte e cantava; mio nonno suonava il violino e il contrabbasso; mia madre ha diviersi talenti artistici; mio padre era più tecnico; il mio gemello Arie Kuit ha iniziato a studiare il clarinetto e il sax – oggi è un musicista noto e ha sviluppato diversi e-book. Gli altri due fratelli suonano piano e organo. Insomma, la nostra infanzia è stata circondata da strumenti. Io ho iniziato a suonare il flauto a sei anni e, a quell’epoca, mi si presentò l’occasione di pasticciare con un registratore a nastro Telefunken… non ci ho messo molto ad impadronirmi della tecnica. Ho acquisito consapevolezza del suono e ho iniziato a esplorare e registrare tutti i suoni che mi capitavano a tiro: ambiente circostante, rumore ambiente, conversazioni, strumenti.

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