Posts Tagged ‘synth programming’

ABC del Sound Design – Seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Dunque, dicevamo…  Bisogna iniziare a programmare questi benedetti sintetizzatori per raggiungere l’oggetto sonoro che ci interessa.

Di Enrico Cosimi

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Primi passi: definizione dell’intonazione e caratterizzazione dell’articolazione

I passaggi teorici sono molto semplici e funzionano (quasi) sempre, a patto di procedere con ordine.

ABC del Sound Design – Prima parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Partiamo subito con il piede giusto (o con quello sbagliato, a seconda delle opinioni…): le pratiche che, oggi, rientrano sotto la categoria del Sound Design, una volta si sarebbero chiamate semplicemente Synth Programming. Quando il mondo era più giovane, e i dinosauri – analogici – regnavano sulla terra, con “sound designer” si indicava la figura professionale in grado di realizzare timbriche speciali ed effetti sonori per precise applicazioni cinematografiche e televisive, nulla di afferente – quindi – a synth bass, pad, lead, stab, eccetera.

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Insomma: anticamente, un buon suono di synth bass gommoso al punto giusto, con un pizzico di acid per renderlo adatto tanto alle produzioni techno che a quelle house, sarebbe stato oggetto delle normali procedure di synth program/edit; per contro, nella pellicola Poltergeist, il trattamento sulla voce della bambina risucchiata nel televisore, o nella saga Star Wars, il suono delle spade al plasma sarebbero stati – solo loro e a pieno titolo – oggetto della professione del Sound Designer. Poi, come al solito, le cose vanno sempre peggio, i giovani non hanno più voglia di lavorare e non portano più rispetto ai vecchi, come si legge in un papiro dell’antico Egitto.

Di Enrico Cosimi

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Sia come sia, in questo appuntamento (ce ne saranno altri, su base più o meno randomica scandita dall’assunzione delle prugne cotte, delle pappine e tutto l’armamentario infernale che scandisce la senescena più irrecuperabile), useremo l’accezione Sound Design “moderna”, cioè cercheremo di identificare quali sono o possono essere le procedure più logiche per far fare quello che vogliamo alle strutture di sintesi. Quindi, verificheremo i passi più comuni per raggiungere velocemente un canonico synth bass sufficientemente “aperto”, o “gommoso”, o “acido”, e – strada facendo, vedremo anche come si può raggiungere (non solo con i sintetizzatori), tanto il suono della spada laser, quanto il rumore che fa un batterista mentre cade dalle scale con tutta il drumkit appresso. Insomma, un incontro al vertice tra Luigi Russolo, Frank Serafine (segnatevi questo nome…), Ian Underwood, Alan Howard, Richard Devine, Roger Powell e tutta la legione degli attuali electronic sound producers…

Più o meno.

Linee guida per la programmazione dei sintetizzatori – quarta parte

Written by Redazione Audio Central Magazine on . Posted in Tutorial

Archiviato l’argomento synth strings, con tutte le limitazioni inerenti le articolazioni e le arcate (ci mancherebbe…), è il momento di affrontare l’altro grosso blocco di timbriche sintetiche dedicate al “supporto armonico”.

Di Enrico Cosimi

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Anticamente, si chiamavano tappeti e, con questo termine frangiato, si indicavano appunto i suoni che pur senza essere eccessivamente invasivi, garantivano una buona tenuta armonica e d’insieme all’interno del brano, in modo da lasciare un notevole margine operativo alla linea melodica vera e propria.

Linee guida per la programmazione dei sintetizzatori – Terza parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

Giunti al terzo appuntamento,  è il caso di ricordare una linea guida… alle linee guida: il discorso è volutamente generico e privo di approfondimenti su strutture hardware/software. Non a caso, utilizziamo il Clavia Nord Modular G2 che, nella sua infinita configurabilità, può essere ferro e può essere piuma, come la mano del Principe di verdoniana memoria. 

Di Enrico Cosimi

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Ma, citazioni cinematografiche a parte, la voluta genericità delle informazioni fornite ne permette l’incarnazione il più indolore possibile all’interno delle diverse strutture di sintesi. Provare per credere. Questa volta, è il turno dei Synth Strings… terribile categoria da tempo dimenticata.

O no?

Linee guida per la programmazione dei sintetizzatori – Seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

La volta scorsa, ci siamo occupati del classico synth brass; questa volta – completamente privi di vergogna, affrontiamo l’impolverato argomento relativo all’electric piano. Ovviamente, nella sua versione sintetica.

Di Enrico Cosimi

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02 SYNTH ELECTRIC PIANO – La teoria

Il mondo discografico post Anni 80 ha ormai identificato indissolubilmente la timbrica del piano elettrico con quella prodotta attraverso la sintesi FM lineare, cioè con il suono “electric piano” commercializzato da Yamaha attraverso la sua DX-7 MkI: non è questa la sede per interpretazioni di carattere filosofico sulla diffusione planetaria di mode e tendenze stilistiche; quello che ci interessa è raggiungere velocemente un modo per riprodurre, attraverso una struttura di sintesi relativamente semplificata, una timbrica assimilabile all’idea di piano elettrico – ferme restando, come è ovvio, tutte le considerazioni relative all’opportunità o meno della sintesi imitativa.

Linee guida per la programmazione dei sintetizzatori – Prima parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Ha ancora senso, nel 2014, parlare di sintesi imitativa? E’ possibile/lecito/auspicabile utilizzare il mezzo elettronico per sostituire uno o più musicisti in carne ed ossa? Fortunatamente, no. Quello che è stato – come sempre, ogni volta che la tecnologia alza l’asticella – uno dei trend ricorrenti negli Anni 70, poi 80, poi 90 e poi 2000, cioè della simulazione virtualizzata di esecuzioni umane, oggi è solo un (brutto) ricordo del passato e, finalmente, i sintetizzatori o le batterie elettroniche possono essere usate per fare ciò che meglio riesce loro: i sintetizzatori e le batterie elettroniche.

Di Enrico Cosimi

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Ciò nonostante, ci sono diverse tecniche di programmazione o, se preferite, di ragionamento sul suono sintetico che meritano una ri-riflessione proprio per la loro potenziale applicabilità in contesti anche non di bieca imitazione; come dire: strings e brass lasciano il tempo che trovano, ma sapere cosa li rende “sinteticamente” riconoscibili può tornare utile in differenti contesti.

Per questo motivo, ci siamo divertiti a ripescare una serie di linee guida di programmazione generica – come al solito, applicate al non mai abbastanza glorificato Clavia Nord Modular G2 – con cui ragionare proprio delle vituperate categorie di Brass, Electric Piano, Strings, Bass, Pad, Lead, Ext Input Filtering, Vocoding, Sequencing, Basslining. Tutto, alla luce del classico comportamento analogico; tutto irresistibilmente datato; tutto – onestamente – vituperabile. Partiremo con il classico Synth Brass. Buona lettura.

CASE STUDY: ARP ODYSSEY Terza Parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Tutorial

Concludiamo la nostra cavalcata di (ri)programmazione affrontando un problemino non da poco, relativo alla generazione di controllo bifonico all’interno della struttura di sintesi squisitamente monofonica a nostra disposizione.

Di Enrico Cosimi

Bifonia Low – High Priority
L’implementazione della bifonia è meno banale di quanto potrebbe sembrare ad una prima analisi; l’ostacolo maggiore è – all’interno del Demo Editor – il combattimento contro la monofonia di base su cui è impostato il programma; per sconfiggerla, è necessario costruire un percorso che, nella singola voce generata, renda indipendenti i due oscillatori nei confronti del controllo di tastiera. Vediamo di capire come fare.

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