Linee guida per la programmazione dei sintetizzatori – Seconda parte

Written by Enrico Cosimi on . Posted in Gear, Tutorial

La volta scorsa, ci siamo occupati del classico synth brass; questa volta – completamente privi di vergogna, affrontiamo l’impolverato argomento relativo all’electric piano. Ovviamente, nella sua versione sintetica.

Di Enrico Cosimi

korg pe

 

02 SYNTH ELECTRIC PIANO – La teoria

Il mondo discografico post Anni 80 ha ormai identificato indissolubilmente la timbrica del piano elettrico con quella prodotta attraverso la sintesi FM lineare, cioè con il suono “electric piano” commercializzato da Yamaha attraverso la sua DX-7 MkI: non è questa la sede per interpretazioni di carattere filosofico sulla diffusione planetaria di mode e tendenze stilistiche; quello che ci interessa è raggiungere velocemente un modo per riprodurre, attraverso una struttura di sintesi relativamente semplificata, una timbrica assimilabile all’idea di piano elettrico – ferme restando, come è ovvio, tutte le considerazioni relative all’opportunità o meno della sintesi imitativa.

Nel piano elettrico, perlomeno nella struttura assimilabile al Fender Rhodes, il suono di ciascuna nota è generato attraverso una tine, un segmento di acciaio a sezione tubolare, che viene percosso con un martelletto attivato dalla meccanica di tastiera (più forte è l’azione sul tasto, maggiore sarà l’oscillazione della tine – ancorata a una delle due estremità e libera di oscillare all’altra…) e maggiore sarà il contenuto armonico prodotto. Di base, il suono della tine non eccessivamente sollecitata è assimilabile alla semplice onda sinusoide; il segnale si arricchisce di armoniche con l’intensità del tocco pianistico. In asse con ciascuna tine, c’è un pickup magnetico che converte l’oscillazione in segnale elettrico e, molto più a valle, può esserci un meccanismo di tremolo con cui alternare (Amplitude Modulation) la presenza del segnale sui due canali stereo left e right.

I problemi da affrontare, lavorando in tecnica di sintesi sottrattiva e/o FM – comunque, al di fuori della modellazione fisica – sono relativamente circoscrivibili:

  1. La tine produce una sinusoide, che però diventa più ricca di armoniche in base alla dinamica di tastiera; in pratica, è necessario distorcere il segnale di base per trasformarlo in qualcosa di più timbricamente complesso. Un distorsore controllabile in voltaggio, uno stadio di trattamento non lineare, subordinato alla dinamica di tastiera, è quello che ci vuole.
  2. Oltre alla struttura di base, è necessario prevedere una o più armoniche fisse “acute” che rendono caratteristico il timbro bell del piano elettrico; è molto facile costruire questo “pezzo di sonorità” usando una coppia di oscillatori in regime FM lineare (portante modulante), avendo cura di accordare alla debita distanza l’intonazione dell’oscillatore modulante, in modo da produrre velocemente le armoniche acute richieste.
  3. Con la dinamica di tastiera, si può incrementare il volume d’uscita della patch – nel Clavia Nord Modular G2, basta subordinare il Gain di un modulo Peak EQ alla key velocity, ma in un sintetizzatore normale, basta usare appunto la key vel sulle destinazioni canoniche – agendo tanto sulle componenti di sintesi (amplificatore, envelope amount), quanto su quelle di caratterizzazione (intensità della distorsione, eccetera).
  4. Il tremolo può essere prodotto instanziando un LFO lento – possibilmente con onda triangolare o priva di fronti ripidi come l’onda quadra… – al controllo di volume sull’uscita finale dello strumento; se il collegamento può essere fatto modulando il panpot o aprendo/chiudendo alternativamente il segnale sui due fronti left-right di uscita, sarà facile generare lo stereo tremolo dello strumento originale.

Come al solito, sarà necessario suonare come si suonerebbe un piano elettrico

 

Qualche modello di riferimento timbrico

Senza alcuno sforzo di ricerca, basterebbe elencare New Frontier, dall’album “The Nightfly” di Donald Fagen o, più vicino a noi e – per certi versi – ancora più genuino timbricamente, La valle dei templi, dall’album omonimo del Perigeo. (Sia lodato Franco D’Andrea…)

 

ELECTRIC PIANO – Una patch semplice semplice

La struttura di base è prodotta con uno Shape Oscillator – in grado di generare una sinusoide appena distorta – articolato con inviluppo ADDSR – che garantisce una maggior articolazione sul segmento di Decay. Il timbro originale è modulato attraverso Overdrive sotto controllo della dinamica di tastiera, opportunamente scalata attraverso un canale di mixer VEL AMT, per regolare l’intensità della distorsione in base all’energia del tocco.

electric piano

 

Al suono della sinusoide distorta, è poi affiancato il timbro in FM lineare prodotto – colonna di destra – dai due oscillatori sinusoidi articolati con inviluppi percussivi (comunque dotati di Sustain Level diverso da zero).

La sezione effetti è dotata di Chorus e Reverb, con trattamento Stereo Pan del segnale, utilizzando una relativamente morbida onda trapezoide per la modulazione.

Inutile ricordare che, se si utilizzasse una più drastica forma d’onda quadra per il tremolo, si avrebbe un transiente click in corrispondenza di ogni fronte ripido.

 

Electric Piano: qualche esempio nella sound library Clavia

  • 1-09 ThePlayer
  • 2-92 AnalogEPEFX
  • 2-119 Harpsychord
  • 3-28 Sphere tines

Buona programmazione.

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Comments (4)

  • Alessandro

    |

    Perchè ad ogni articolo di Enrico, oltre ad imparare, mi ammazzo dalle risate? Enrico hai un senso dell’umorismo eccezionale! E lo dico…”completamente privo di vergogna”..ahah 😀 😀 😀

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    • leonardo

      |

      Sto leggendo questa serie di articoli con colpevole ritardo, ma è sempre un piacere leggere gli ottimi articoli del grande Enrico. Ogni tanto vago nel sito alla ricerca di articoli di un po’ di tempo fa ma dal valore didattico assolutamente fuori parametro. Ho però una domanda per il maestro: io possiedo NI Reaktor, e, col le dovute differenze del caso (sono software diversi con suoni ottenibili diversi), posso replicare le patch del Clavia Modular con Reaktor o ci sono cose che non è proprio possibile ottenere con il software NI rispetto a quello Clavia? Ho visto che gli esempi sono sempre in architettura Modular G2 ed io ho pure OSX Maverick su cui non gira… Grazie per la cortese attenzione e complimenti per il sito che per me è una miniera di informazioni preziosissime!!

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      • Enrico Cosimi

        |

        Caro Leonardo,
        all’epoca (era il 2009), il Demo Editor era ancora supportato da Clavia; poi, dopo il 10.7, si è fermato…
        nel blocco delle patches, c’è diversa roba su Reaktor, ma è chiaramente una quantità minoritaria.

        Prima o poi, trasferirò tutta la didattica su reaktor e su Oscillot…

        a presto!
        enr

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